Toyota entra alla chetichella nel business delle ricariche

toyota ricariche

Toyota entra nel business delle ricariche. Lo fa senza troppo clamore, forse per non smentire del tutto la sua linea anti elettrica. E lo fa partendo dagli Stati Uniti dove pure la sua quota di auto Bev è inferiore al 2%. Tuttavia si è unita ad altre sette case automobilistiche investendo nella rete di ricarica pubblica IONNA.

Toyota ricariche
Seth Cutler

Con altri sette carmaker nella nuova rete ad alta potenza IONNA

Così i clienti Toyota e Lexus avranno accesso alla rete pubblica di caricabatterie rapidi DC che avvierà le operazioni entro la fine anno. IONNA prevede di installare 30.000 punti di ricarica in Nord America entro il 2030 con connettori NACS e CCS. Ne fanno parte Bmw, General Motors, Honda, Hyundai, Kia, Mercedes-Benz e Stellantis ed è guidata da Seth Cutler.

Ogni sito – si legge nel comunicato congiunto rilasciato in febbraio – sarà dotato di più colonnine ad alta potenza. Fornirà vari servizi, come ristorazione, vendite al dettaglio e toilette. I clienti potranno utilizzare comode postazioni dotate (ove possibile) di tettoie e con una facilità di ricarica senza precedenti.

E’ prevista la perfetta integrazione con i sistemi di bordo dei veicoli delle Case automobilistiche partecipanti. Attraverso le relative App si potranno effettuate prenotazioni, pianificazione e navigazione intelligente del percorso, applicazioni di pagamento e gestione trasparente dell’energia.

«Siamo entusiasti di annunciare il nostro supporto a IONNA – ha affermato Ted Ogawa, Presidente e CEO di Toyota Motor North America – Riteniamo che questo promuoverà l’adozione di BEV e aumenterà la fiducia dei clienti nella tecnologia».

toyota ricariche
La Toyota Bz4X, prima auto elettrica del colosso giapponese.

Toyota offre attualmente due modelli BEV negli Stati Uniti e in Canada: la Toyota Bz4X e la Lexus RZ. Ma entro il 2030 vuole ampliare la sua gamma elettrica a 30 modelli BEV a livello globale.

Visualizza commenti (21)
  1. “Toyota entra nel business delle ricariche. Lo fa senza troppo clamore, forse per non smentire del tutto la sua linea anti elettrica.”

    È la stessa cosa che ho pensato anchio: Toyota è decisamente indecisa:
    — dichiara che l’auto a idrogeno è un flop (https://www.vaielettrico.it/auto-a-idrogeno-un-flop-ammette-toyota/), ma poi sponsorizza le Olimpiadi di Parigi con 500 auto a idrogeno (https://www.vaielettrico.it/le-toyota-a-idrogeno-auto-dei-giochi-di-parigi-e-polemica/)
    — dichiara che l’auto elettrica non sarà mai una soluzione (https://www.vaielettrico.it/e-se-avesse-ragione-il-signor-toyota-ditelo/, oppure https://www.vaielettrico.it/il-tonfo-delle-vendite-toyota-e-la-guerra-alle-ev/, oppure ancora https://www.vaielettrico.it/toyota-non-molla-motori-ibridi-ancora-piu-piccoli-e-potenti/), ma poi si batte per piazzare una importante fornitura della sua discussa bZ4X (https://www.vaielettrico.it/50-toyota-bz4x-per-engineering/) ed entra alla chetichella nel ramo delle ricariche HPC
    Poche idee e ben confuse…

  2. Luca Marcuzzi

    La linea anti elettrica di Toyota è semplicemente dovuta al fatto che non hanno una gamma di prodotti competiva. L’elettrico deve essere ostacolato perché se il mercato cresce troppo in fretta loro ci rimettono. Anche lo sviluppo di auto a idrogeno va in questa direzione in quanto ha solo lo scopo di boicottare le EV. Quando saranno pronti allora sì: avanti tutta e viva l’elettrico.

  3. Non so quanto sia corretto parlare di “linea anti elettrica”.
    L’azienda, per quanto ne so, già produce e vende veicoli ricaricabili, seppure non totalmente elettrici.
    E non mi pare si sia dichiarata contraria a priori ai veicoli totalmente elettrici in generale. Ritiene, se non ricordo male, che i tempi non siano ancora maturi, soprattutto per via delle “rogne” squisitamente tecniche che ancora affliggono le batterie, tuttora molto ingombranti, pesanti e costose (e pure “lente”) in rapporto alle esigenze della maggior parte degli utenti.

    D’altra parte sarebbe davvero difficile, tifoserie a parte, sostenere che il motore elettrico, di per sé, NON sia drasticamente migliore di quello a scoppio praticamente su tutti i fronti (rendimento, prestazioni, complessità costruttiva, rumorosità, emissioni, vibrazioni, manutenzione…).

    1. Leonardo (R)

      Beh la politica anti BEV di Toyota è evidente, se fosse come dice lei avrebbe dovuto essere ancora più prudente con l’idrogeno, che ha molti più problemi delle auto a batteria, eppure l’idrogeno continua a spingerlo come se fosse la soluzione di tutti i problemi mentre con l’elettrico sono oltremodo scettici, pur constatando che le batterie di oggi sono già ampiamente soddisfacenti per una grande fetta di popolazione che non ha esigenze di frequenti viaggi lunghi.

      1. La parte ove Toyota (Toyoda) può avere ragione è che ancora non è tecnologia adatta a gran parte dei (loro) clienti su questo pianeta…. Gran parte dell’ Africa ed Asia sono ancora più indietro di noi italiani nell’ elettrificazione dei trasporti e quindi i (loro) motori ibridi saranno per lungo tempo ancora la tecnologia prevalente.
        Francamente non posso dargli torto…ma non è un buon motivo per restare tutti quanti legati agli idrocarburi.
        Un viaggio parte con 1 solo passo…
        I paesi che possono (e moralmente Devono!) iniziare il cambiamento; ognuno di noi deve valutare quanto è possibile fare per diminuire il proprio livello di inquinamento, a casa, a tavola, abbigliandosi, negli acquisti di beni (sicuri che si deve fare arrivare un furgone a casa a portare 1 pacchetto…invece che andare in negozio di persona?)…ed ovviamente coi propri mezzi di trasporto.
        Chi poi ha aziende (o ha potere di consulenza se non proprio di decisione) deve valutare ogni sistema disponibile per ridurre inquinamento…e in prospettiva i costi energetici.. visto che è possibile arrivare a future penalità per attività inquinanti e clima-alteranti…oltre che perdite di competitività rispetto a chi usa energie F.E.R. più economiche.

        1. Leonardo (R)

          Io non dico che abbiano del tutto torto. Ma sbagliano certamente a trascurare le auto elettriche, voglio proprio vedere se saranno pronti quando sarà il momento giusto.

          1. Mah .. Leonardo io penso che abbiano ritenuto più che sufficiente la loro tecnologia (ove erano comunque in vantaggio sui competitors occidentali) ed hanno trascurato pure loro quanto stavano facendo Tesla e cinesi…
            Tra l’altro è una “specialità” giapponese sviluppare tecnologie complicatissime e farsi “scippare” il mercato da chi ne ha di più semplici ed efficienti ( 1 esempio su tutti ? Beta max Sony vs VHS).
            Le auto BEV ovviamente le hanno…ma non sono al livello delle migliori pur non costando poco… Faranno come le nostre case europee…investiranno miliardi, svilupperanno prototipi, proveranno a far vedere nuovi modelli per presidiare il mercato…ed intanto continueranno a fare grandi guadagni con i modelli ICE & Hybrid che in tutto il mondo riescono a piazzare tranquillamente…

          2. Leonardo (R)

            Già, tutto questo fino a quando non si romperà il giocattolo, e in ogni caso a parte un fuoco di paglia che durerà ancora un po’ di mesi o qualche anno, poi si troveranno ad affrontare il declino.
            Vediamo se saranno la SONY dell’automotive oppure no.

          3. Il guaio dei giapponesi è che sono troppo orgogliosi ed autarchici.. a differenza dei coreani (LG licenziataria di CATL per batterie LFP) non credo “scenderanno” a compromessi facendo accordi con gli antichi rivali, anche se sarebbe necessario visto che gli manca sia ampi giacimenti di materie da sfruttare che tutta la filiera per lavorarle (o recuperare da quelle in smaltimento…che però potrebbero realizzare).
            Dovranno pure attrezzarsi parecchio per alimentare tutto con energia pulita…ma dopo i disastri (TEPCO) non so quanto converrà insistere sulla generazione nucleare…

    2. Toyota ha fatto lobbying contro l’elettrico, è vero, ma la sua visione del mercato era corretta. Toyota vuole entrarci seriamente quando avrà prodotti competitivi, la strategia è delineata e l’ha illustrata più volte con date e numeri che, finora, non sono cambiati. A differenza di quelli di Musk.

      I numeri e le date di Toyota possono piacere o no.
      -2026: prime batterie NMC Next Generation con autonomia* superiore a 800 km (*ciclo WLTP) e costo* inferiore al 20% rispetto a BZ4X (*riferito solo al costo delle batterie), batterie però destinate al solo segmento performance
      – 2026 – 2027: prime batterie LFP Next Generation. autonomia superiore a 600 km e costo inferiore del 40%, batterie per mass market
      – 2027 – 2028: batterie high performance NMC Further Evolution con autonomia superiore a 1000 km e riduzione dei costi del 10% rispetto alle NMC Next Generation Performance
      – 2027 – 2028: batterie a stato solido con autonomia superiore a 1000 km e tempo di ricarica di circa 10 minuti
      – dopo il 2028, con data non comunicata: ulteriore evoluzione delle batterie a stato solido con autonomia di 1200 km

      Quindi sì, Toyota entrerà più tardi rispetto agli altri ma lo farà quando avrà prodotti che ritiene più validi e competitivi.

      1. Leonardo (R)

        Staremo a vedere Enzo, staremo a vedere, perché per il momento sono soltanto affetti da annuncite, anche peggio di Musk.
        Intanto il capitolo idrogeno è fallito miseramente anche nella tristissima ipotesi che sia stata pensata soltanto per boicottare le BEV.

      2. “Toyota entrerà più tardi rispetto agli altri ma lo farà quando avrà prodotti che ritiene più validi e competitivi.”

        E allora la domanda sorge spontanea: quanto investe in R&D nel campo dell’auto elettrica per arrivare celermente a prodotti validi e competitivi?
        Perché se dichiara così ma poi non investe in R&D, è la favoletta della volpe e dell’uva.
        E se non investe in R&D nel campo dell’auto elettrica la casa automobilistica più grande al mondo, chi dovrebbe farlo?

          1. Vero, quella notizia me la sono persa.
            Ma una notizia così non può che far sorgere ulteriori curiosità:
            — Cosa hanno fruttato quei 13 miliardi in 4 anni? Ben poco, a giudicare dal fatto che ancora non abbia quei “prodotti competitivi” necessari per “entrarci seriamente”.
            — Perché Toyota investe nel 2020 “più di tanti altri” in R&D sull’auto elettrica, ma poi nei quattro anni successivi continua a disco rotto a dire le più brutte cose sull’auto elettrica?
            Decisamente indecisa… 🤪

          2. Perché i soldi sono andati tutti nell’investimento delle batterie a stato solido che Toyota sta facendo in casa. Una tecnologia nella quale stanno investendo tutti eppur non sono ancora uscite per 2 motivi:
            – tecnologia sperimentale
            – tecnologia costosa, difficile da rendere economica
            – difficoltà a garantire una lunga vita alle batterie (infatti le batterie a stato solido generalmente sono garantite 1000 cicli mentre le batterie tradizionali sono già a 15 / 20 anni e prossimi ai 2 milioni di km)

            Toyota non dice “le più brutte cose sull’auto elettrica” ma se tu avessi previsto l’attuale stallo dell’elettrico (perché l’utente vuole lo “zero sbatti” e con queste colonnine e queste velocità di ricarica non è certo così), tu cosa avresti detto? Avresti annunciato di andare full in sull’elettrico per fare quello figo e quello green o avresti lanciato campanelli d’allarme avvisando che la strada era in salita e occorre arrivarci per step? Toyota ha investito nelle batterie a stato solido per prima, prima di chiunque altro produttore d’auto perché il peso e la velocità di ricarica sono 2 punti deboli dell’elettrico: uscirà sul mercato quando avrà prodotti all’altezza del brand. Gli investimenti di Toyota non sono certo stati segreti, ne ha dato ampio risalto a dimostrazione che Toyota non è che non crede nell’elettrico (come in tanti vanno ripetendo acriticamente) ma non indossa la maglia del tifoso, sa che è una strada critica e sa che anche quando la tecnologia raggiungerà il suo apice ci saranno casi particolari per cui l’elettrico non sarà la soluzione ideale per il mercato. Tu dici che è indecisa, per me è coerente e ha dimostrato di vederci lungo (tra l’altro solo quest’anno ha fatto +15% in Europa e negli USA): sono tutti gli altri produttori che stanno innestando la retromarcia sull’elettrico che mi sembrano belli indecisi e in balia della tempesta …

          3. “Toyota non dice “le più brutte cose sull’auto elettrica…”

            Ah, davvero?
            Nel primo commento in alto della sezione Commenti ho riportato tre link ad altrettanti articoli qui su VE relativi a Toyota e alla sua guerra contro le elettriche. E sono solo i prime tre articoli che ho trovato, e sono tutti del 2024.
            Ripeto: perché uno che da anni investe tanto in un settore, come Toyota, al tempo stesso spara contro quello stesso settore???

          4. In quegli articoli non c’è neanche un virgolettato di Toyota contro l’elettrico. Il fatto che Toyota abbia previsto con estrema precisione che la transazione dalla benzina all’elettrico sarebbe stata lenta non è una colpa ma una capacità imprenditoriale di conoscere e anticipare il mercato.

            Toyota ha difeso certamente il suo prodotto più venduto, l’ibrido, ma per il resto ha da sempre parlato di neutralità tecnologica, quindi percorrere più di una strada. Guardacaso quello che ha ribadito la Von Der Leyen qualche settimana fa dopo essere stata votata, aprendo a soluzioni alternative come l’e-fuel. E le aziende che sono andate all-in sull’elettrico hanno tutte fatto retromarcia (a parte Tesla ovviamente).

            Toyota è stata chiara: non ha detto che non crede nell’elettrico, ha detto che è una delle strade verso la decarbonizzazione, strada sulla quale ha investito 13 miliardi nel 2020 e ulteriori miliardi gli anni dopo. Questo è il nocciolo della questione: è che a tanti non sta bene questo, o uno vuole il 100% elettrico o è un nemico dell’elettrico, senza se e senza ma. Nessuno si è accorto che da anni, di tutti i brand tradizionali venduti in Europa, Toyota è quello che vende veicoli con le minori emissioni di co2, mentre Stellantis, Volkswagen e Renault, nonostante vendano molte elettriche, vendono delle auto inquinanti al punto tale che la media di co2 emessa per auto supera quella di Toyota. Il che tradotto significa che per il pianeta e il cambiamento climatico è molto ma molto peggio. Però tutti gli strali vanno a Toyota, gli altri vi fanno fessi con 2 auto elettriche costosissime.

            Guarda, facciamo così, tieniti strette le tue belle su Toyota e continua a insultare gli italiani che non comprano le auto elettriche come mai non si sa. Va tutto bene, amici come prima.

          5. Enzo, assolutamente d’accordo sull’amici come prima – come sempre! 😇 –, però una cosa te la devo chiedere: indicami dove avrei insultato gli italiani (o chiunque altro) perché non acquistano BEV. Offendere è agli antipodi del mio modo di fare, e oltretutto qui stiamo parlando di Toyota, non di altro, per cui questa tua affermazione mi lascia di stucco.

            “In quegli articoli non c’è neanche un virgolettato di Toyota contro l’elettrico.”
            Non hai letto gli articoli che ho citato, altrimenti avresti visto che in uno di questi (vedi https://www.vaielettrico.it/toyota-non-molla-motori-ibridi-ancora-piu-piccoli-e-potenti/), viene riportato un virgolettato addirittura di Koji Sato, amministratore delegato di Toyota Group.
            Se anche il virgolettato non ci fosse stato, ciò non significa che quanto riportato negli articoli sia falso: con le tue parole stai mettendo in dubbio la parola dei lettori che chiedono spiegazioni su notizie che hanno letto, della redazione di VE che risponde dopo aver fatto le verifiche del caso, nonché del Corriere della Sera e del social X che vengono citati come fonte di informazioni.

            In tema di neutralità tecnologica, il regolamento UE sullo stop alla vendita di auto nuove con emissioni di CO2 superiori a zero già prevedeva la possibilità di continuare ad vendere auto termiche ma solo se alimentabili esclusivamente con e-fuels, altrimenti col cavolo che la Germania l’avrebbe votato. Erano stati invece esclusi i biocarburanti, tanto cari a Giorgia nostra e soprattutto all’ENI (proprio quella che, guarda un po’ i casi della vita, con la sua BeCharge dovrebbe favorire la diffusione dell’auto elettrica in Italia, e invece…): ed è su questi che Von der Leyen ha fatto qualche timidissimo cenno di apertura. Si vedrà come andrà a finire nel 2026, alla prevista tappa di verifica del regolamento UE citato.

            Come utima cosa, la mia era davvero una domanda per capire, senza alcun pregiudizio su Toyota: come è possibile investire miliardi su miliardi su miliardi in ricerca e sviluppo di un certo settore tecnologico, e poi affermare pubblicamente e ripetutamente che quello stesso settore è destinato al fallimento? Tutto qui. Non capisco.

          6. Leonardo (R)

            Eugenio, e che dire della pubblicità a mo’ di sfottò con cui Toyota ha iniziato dove c’era il tipo fermo a caricare l’auto elettrica mentre sfrecciava una bella auto a benzina? Pubblicità grottesca tra l’altro perché il tipo ricaricava tenendo il connettore in mano come fosse una pistola erogatrice. 😂
            Purtroppo Toyota nel tempo ne ha dette di tutti i colori sulle auto elettriche, arrivando finanche a minacciare la California per le sue norme troppo stringenti e facendo lobby per favorire le sue tecnologie che utilizzano carburanti fossili.

            Messaggi subliminali:
            https://youtu.be/KvfWv7449Dg?si=9tlJbHlQ-S_eCcNR

          7. @Eugenio: “C’è un nuovo ruolo che possiamo perseguire per il motore a combustione interna“. Queste le parole di Toyota. Tu invece scrivi: “la sua (di Toyota) guerra contro le elettriche”. Falso. Perché chi ha intenzione di offrire tutti i tipi di motorizzazione e non solo l’elettrico (sul quale investe 13 miliardi) non sta facendo la guerra all’elettrico, vuole avere un’offerta basata su più tecnologie. Tra l’altro le parole che Toyota ha detto sul suo motore a combustione interna sono le stesse che tutti i CEO hanno usato negli ultimi 12 mesi, l’ultimo in ordine di tempo quello di Volvo, e tutti sono tornati a investire pesantemente sui motori a combustione interna. Allora o sono tutti in guerra contro l’elettrico perché destinano parte degli investimenti al motore a combustione interna (e quindi non solo Toyota) oppure, come la logica pretenderebbe, in questa fase di transizione è normale investire su più tecnologie perché ancora non è certo dove il mercato finirà (altrimenti la Von Der Leyen non avrebbe inaugurato la sua presidenza parlando di e-fuel, pragmatismo e neutralità tecnologica). Toyota l’ha capito prima degli altri? E’ un merito, non un demerito

            @Leonardo (R): la pubblicità di Toyota con le elettriche che sfrecciano? E quella di Nissan che per la sua tecnologia e-power che parla delle auto senza lo stress del cavo di ricarica?

          8. Leonardo (R)

            Enzo, Enzo, fai un po’ troppa confusione tra strategie di breve e di lungo periodo. Il problema di Toyota è che ha deliberatamente snobbato una strategia seria sull’elettrico puro, vedremo in futuro se gli investimenti frutteranno o meno, al momento è molto indietro rispetto ai primi della classe, Tesla, Hyundai, e altri.
            Nissan certamente ha fatto un pessimo servizio all’ambiente col suo e-power ma d’altra parte non mi pare che sia stata altrettanto stucchevole contro l’elettrico, oltre al fatto che ha fatto molto sul serio e ben prima di tutti gli altri con la Leaf.
            Insomma, a Toyota spetta di certo la medaglia d’oro per lo scetticismo contro l’elettrico, vediamo come evolverà nel futuro.
            Intanto Toyoda continua ad essere criticato anche internamente per questo suo atteggiamento e gli investitori non stanno premiando particolarmente il titolo, si vocifera proprio per certi colpevoli ritardi.

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