Toyota e BYD, alleanza per l’auto elettrica in Cina

Toyota e BYD si sono alleate per sviluppare una nuova generazione di auto elettriche. La joint-venture avrà sede a Shenzhen, la città dove 25 anni fa è nato il colosso cinese, e inizialmente occuperà 300 addetti.

Toyota e BYD mettono assieme il meglio di due culture

Toyota e BYD
Akio Toyoda, presidente della Toyota

La società mista si chiama BTET, acronimo di BYD Toyota EV Technology. E sancisce l’ennesima legittimazione del maggior costruttore cinese, che ha iniziato l’attività solo un quarto di secolo fa come produttore di batterie. E che ha appena annunciato lo sviluppo di una rivoluzionaria batteria ultrapiatta, la Blade Battery, che dovrebbe garantire a BYD un forte vantaggio tecnologico sulla concorrenza. La Toyota, invece, sembra finalmente prendere atto dello sviluppo inelubile dell’elettrico, dopo averlo a lungo avversato (anche in maniera aspra) per restare fedele alla tecnologia dell’ibrido. I tempi cambiano e le opinioni anche…

————-    L’accordo in pillole: nome, sede, cariche….  (fonte: Electrek.co)

  1. Nome
BYD TOYOTA EV TECHNOLOGY. (BTET)
  1. Sede
Pingshan District, Shenzhen, Provincia di Guangdong (Cina)
  1. Management
  • Presidente: Hirohisa Kishi (Senior Executive Vice President, Toyota Motor Engineering & Manufacturing (China) 
  • Amm. del. : Zhao Binggen (BYD Company Ltd.)
  • Consiglieri (3 di Toyota e 3 di BYD, un revisore ciascuno)
  1. Attività
Design, sviluppo di auto elettriche con relative basi tecniche
  1. Azionisti
Toyota Motor Corporation (50%), BYD (50%)
Dipendenti Circa 300

 

I termini dell’accordo sono riassunti in una nota rilasciata congiuntamente dai due partner. (qui quella di Toyota). L’idea di fondo è di mettere assieme l’esperienza di BYD nell’elettrico (dal 2015 per quattro anni consecutivi è stata leader mondiale nelle vendite) con l’indiscussa capacità di Toyota di costruire auto di grande affidabilità. I pionieri dell’elettrico con gli inventori della qualità totale. Da quel che si capisce dall’alleanza non nasce una nuova marca, ma un centro di ricerca&sviluppo in cui confluiranno i migliori talenti delle due Case. L’intesa nasce guardando al grande mercato cinese, ma non si può certo escludere un ulteriore sviluppo fuori dai confini locali.

Il precedente dell’intesa Mercedes-Geely per la Smart

Toyota e BYD
La Smart ormai è solo elettrica e ha traslocato in Cina, addio Germania.

L’alleanza tra Toyota e BYD rappresenta un altro matrimonio tra un nome storico dell’automotive e uno degli sfidanti cresciuti in Cina nei primi due decenni del nuovo secolo. Il precedente è dato dall’accordo tra il Gruppo Daimler-Mercedes e Geely, che ha portato il partner cinese ad acquisire il 50% dell Smart, marca che a partire dal 2022 sarà ingegnerizzata e costruita in Cina. Ed in entrambe le situazione sembra essere il socio cinese in una posizione di forza, ad avere la tecnologia e le leve di mercato per dettare legge in queste matrimoni che nominalmente nascono alla pari. L’acronimo BYD significa “Build Your Dreams” (Costruisci i Tuoi Sogni). E in questa fase storica i costruttori cinesi sembrano avere un ritmo di crescita e un’ambizione che i marchi storici hanno esaurito da tempo.

Visualizza commenti (2)
  1. non mi stupisce che due colossi come Toyota e BYD facciano un accordo nel giro di pochi giorni per realizzare al meglio quelle cose che sanno fare da tempo e con passione. Vedo anche che una società come Fiat, (ex fabbrica italiana) che dapprima ha fregato un miliardino di dollari a GM, poi ha provato con Renault ed infine con una lunga love story sta provando con PSA. Sembra tanto a quella fanciulla poco verginella che tutti vogliono ma che nessuno se la piglia.

  2. Alberto Spriano

    Cosa produrranno i due illustri nell’era post Covid 19?

    Toyota prima della pandemia era andata a rovistare verso il basso di gamma esplorando nuovi mezzi utilitaristici.

    Già aveva dato prova del suo approccio ingegneristico con l’incompresa tre posti termica Toyota iQ, più larga della Smart, più macchina di tante altre.

    Ora dispone di un’agguerrita gamma Ultra-Compact BEV: Tiny Production EV, così è stata ribattezzata.

    In questa gamma Toyota abbiamo due vetture elettriche dirompenti.

    Due sassi tirati nella piccionaia.

    La prima, destinata a due occupanti, è una ben definita scatoletta sagomata su quattro ruote, nel solco tracciato da Citroen con l’Ami bifronte. Al momento non ha un nome proprio l’hanno designata: “Ultra-Compact BEV” e non si può dar loro torto in quanto presenta una lunghezza di soli 2,49 mt. una larghezza di 1,29 mt. e un’altezza di 1,55 mt.

    Autonomia stimata di 100 km, velocità massima di 60 km/h.

    Quanto basta per muoversi in città agevolmente.

    Al lancio, avvenuto al Tokyo Motor Show di 5 mesi or sono, sono state presentate due versioni, una per uso personale e un’altra a fini commerciali, la seconda è una vera e propria cargo city con interni riconfigurabili per diventare anche ufficio.
    Un caricabatterie da 200 V può ricaricare completamente il veicolo in 5 ore.

    Un mezzo agile come non mai, la Nera, in grado di soddisfare coloro che devono muoversi o fare commercio e trasporti in città e stanno aspettando un mezzo semplice ed efficiente per entrare in contatto con i clienti.

    Per cui direi che ci siamo.

    Basterebbe portare a 160-180 km l’autonomia, aumentare di un soffio la velocità per raggiungere almeno i 70 km/h e allargare le careggiate per dare una sicurezza maggiore ed un’immagine meno golf car.

    Strategica l’alleanza con BYD per disporre dell’inedita Blade Battery che consentirebbe maggior autonomia in minor spazio occupato oltre a garantire quella sicurezza che richiesta maggiormente nelle piccole citycar.

    Così facendo questa Ultra-Compact BEV sarà pronta a combattere ovunque, nelle città del mondo.

    L’altro mezzo è molto accattivante, desiderabile.

    La Nera è un monovolume che strizza l’occhio al Bulli di Volkswagen ed all’incompresa prima Multipla di Dante Giacosa su base Fiat 600.

    La Nera si chiama al momento: “Ultra-compact BEV Concept Model for business”. Ideata per usi aziendali, ripetuti viaggi a breve distanza oltre a fungere da “ufficio mobile” con tre modalità di utilizzo: viaggio, lavoro e pause durante l’uso del veicolo. Praticamente un Bulli metropolitano e direzionale.

    Facile supporre che una volta in vetrina verrà accaparrata dai giovani, per prestarsi ad usi più ludici, sportivi, meno formali.

    Direi che Toyota di idee su come vendere nella crisi economica post pandemica ne ha.

    Eccome.

    Siete d’accordo?

    https://global.toyota/en/newsroom/toyota/30063223.html

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