In Italia Torqeedo ha venduto in dieci anni circa 10 mila motori marini elettrici. Numeri offerti da Gennaro Giliberti, da qualche mese responsabile delle vendite nel nostro Paese per il marchio tedesco. Lo abbiamo intervistato.
In Germania ne ha venduti 50mila

Abbiamo spesso ricordato le rigide norme presenti in alcuni paesi europei come Austria e Germania che proibiscono la navigazione con motore termico nelle acque interne: fiumi e laghi. In Italia nonostante il divieto dei motori tradizionali interessi solo qualche parco e la parte trentina del Lago di Garda, dove è permessa solo la vela, si vende qualche motore elettrico. Sono piccoli numeri, ma significativi sulle potenzialità della transizione energetica anche in acqua. “Nel nostro Paese in dieci anni abbiamo venduto venduti 10 mila motori ovvero circa 1000 l’anno. In Germania siamo a 50mila e i restanti 20/30 mila sono stati venduti negli altri paesi europei”. Altri 50mila nel resto del mondo. Chiara la distanza con il paese teutonico, ma nel nostro Paese non partiamo da zero: “Si tratta di un parco motori interessante. Anche se qualche unità può essere poi finita in altri paesi come la Grecia”.
Giliberti ci può fare il quadro della situazione attuale in Italia. Si sta muovendo qualcosa sul mercato della nautica elettrica?

La richiesta sta aumentando grazie alla maggiore domanda delle aree marine e lacustri protette che hanno necessità di motori elettrici in contesti dove è permessa solo la navigazione con questi motori. Registriamo anche un incremento enorme per l’uso professionale e di lavoro. Stanno aumentando anche i velisti con barche a vela fino a 10 metri. Il mercato si sta differenziando ovvero non è solo caratterizzato al motore più venduto: il travel per i tender. Oggi si cercano anche soluzioni più impegnative.
Quali sono le ragioni che hanno determinato il maggior successo dei motori per i tender?
Il travel utilizzato nel lago, nel tender della barca a vela o a motore non crea problemi. Si può stivare facilmente. Inoltre il motore funziona sempre, è molto affidabile anche dopo diverso tempo che non si usa. Inoltre si può caricare facilmente con un caricabatterie da computer.
Giliberti quali sono le regioni che più stanno investendo sulla nautica elettrica?

Dal centro fino al nord Italia. I concessionari che stanno lavorando bene li abbiamo in Lazio, Liguria, Toscana e poi Venezia. In laguna stiamo incrementando la nostra presenza grazie agli accordi con cantieri storici della città. Stiamo lavorando tanto anche sul lato della formazione, essenziale per una tecnologia ancora nuova, con dei web meeting dove spiegare e rispondere alle domande dei clienti.
E i motori per le barche più grandi?
Si iniziano a vedere e sarà questo il trampolino di lancio della nautica elettrica. In questo periodo poi vediamo veramente tanti progetti di barche elettriche.
Il motivo per scegliere una barca elettrica?

Per certi usi io la sconsiglio, ma per altri i vantaggi sono tangibili in termini ecologici e di utilità. Per chi si occupa di trasporto significa una forte riduzione del costo del carburante. Con l’elettrico si può avere un risparmio consistente: in 5 /6 anni si recupera il differenziale di prezzo e con tutti i benefici di questa propulsione. Per usi intermittenti il motore elettrico è più affidabile, in particolare non necessità di manutenzione. Si deve controllare solo la carica delle batterie.
Alcuni settori marittimi che ritenete interessanti per lo sviluppo dei motori elettrici?
Si stanno elettrificando alcune scialuppe di salvataggio delle navi da crociera. Durante il soccorso permettono di intervenire con più efficacia anche perché si sentono meglio le voci dei dispersi. Penso anche alle imbarcazioni di servizio portuale, i gommoni che danno assistenza alle barche e funzionano per poche ore al giorno. In questo caso consideriamo il maggior comfort dato dalla silenziosità quando ci si sposta di notte e non si disturbano gli ospiti dei Marina. Sempre su questo fronte pensiamo alle barche che si occupano della movimentazione di merce o del ritiro dei rifiuti. Lavori spesso notturni.
Cosa fate per rendere popolare la propulsione elettrica?

Puntiamo a far risparmiare. Con una diffusione di massa del prodotto si arriva alla riduzione dei prezzi. Torqeedo lavora per nuovi fonti di energia, per esempio abbiamo il caricatore solare per ogni serie di motori, anche con pannelli terzi. Il pannello di serie lo offriamo solo per il Travel.
Lavoriamo anche sulla idro generazione, pensiamo all’interfaccia per ogni fonte. Ci sono soluzioni innovative come la generazione di energia dalla differenza di temperatura dello scafo rispetto all’interno. Qualsiasi sia la fonte di energia noi siamo pronti ad integrarla.
Giliberti cosa deve fare lo Stato per incentivare la conversione delle flotte e la sostituzione dei motori?

Speriamo in un supporto statale. Ci sono incentivi per altri settori della mobilità molto corposi. Sulla nautica con duemila euro si può finanziare un quarto della spesa per il Cruise 10, per fare esempio. Un motore con la taglia utile per Venezia dove la barca è un mezzo di trasporto per i cittadini. La transizione elettrica tutela la salute della comunità, nella nautica ci sono motori termici che possono inquinare 50 volte più che un motore elettrico. Senza dimenticare la tutela del patrimonio faunistico e di quello artistico e storico in una perla come Venezia. Gli incentivi permetterebbero un maggior sviluppo della nautica elettrica.
[…] Il protagonista di questo viaggio a energia rinnovabile è l’argentino Manuel Pardi, lo skipper di Pequod, una barca a vela restaurata con scafo d’acciaio di poco più di 8 metri (28 piedi). A bordo neanche un generatore alimentato a combustibili fossili. Il sistema di propulsione elettrico è stato fornito da Torqeedo. […]
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