Top e flop 2024: chi ha venduto e chi no nel 2024 elettrico in Italia. Dai numeri una fotografia precisa dello stato dell’arte, con le difficoltà di nomi eccellenti.
Top e flop 2024: male le novità di Stellantis, dall 600e alla Ypsilon. Si salva solo la Jeep Avenger
Delle primissime posizioni, la Top 10, vi abbiamo già detto. Ma è dal computo assoluto di tutte le auto elettriche vendute in Italia (l’Unrae ne censisce 124) che esce la fotografia più completa. Con qualche successo e molti flop eccellenti. Cominciamo con un piccolo tributo: anche nell’anno in cui restavano solo le ultime scorte, con il modello ormai fuori mercato, la piccola Smart EQ ha fatto miracoli. Ne sono state immatricolate 1.516, cifra che frutta il 13° posto assoluto nel 2024. Chapeau, significa che c’è voglia di piccole EV ed è un peccato che la Smart ora si sia convertita ai soli Suv. Veniamo alle note dolenti: è stato un anno difficile per il gruppo Stellantis. Al calo dei modelli già in vendita di qualche anno (come la 500e e la Peugeot e-208) non ha fatto da contraltare un buon risultato per le novità di prodotto. La Citroen e-C3 si è fermata a 758 immatricolazioni, per mancanza di auto da consegnare, la 600e a 934 consegne, la Lancia Ypsilon a 374, l’Alfa Junior a 268. Se la cava meglio la sola Jeep Avenger, con 2.477 auto vendute. Ma è chiaro che il gruppo punta molto di più sulle versioni ibride che sull’elettrico, che realizza numeri comunque deludenti. Ora i fari sono puntati sulla Grande Panda, di cui sono stati consegnati ai concessionari i primi 80 esemplari: vedremo se avrà prezzo e caratteristiche giuste per fare centro.
Continua (per ora con scarsi risultati) la caccia a Tesla
Altri brand di prestigio che faticano con l’elettrico sono Renault e Ford. La prima è in attesa che arrivino in Italia consegne più consistenti della nuova R5, ma nel frattempo è uscita dalla top ten. Piazzando solo la Twingo in 11° posizione, la Megane in 21° e la Scenic addirittura in 32°. Stenta anche la Ford, con la Mustang Mach-e 20° e la Explorer 22°. E resta al palo la Nissan, con la Leaf ormai a fine corsa e la Aryia solo 46° con poco più di 300 consegne. Anche qui si punta più su alternative all’elettrico puro come il range extender. Alla fine, nonostante i cali di quest’anno, la padrona del mercato resta Tesla, che da sola vale il 23,7% di quota con 4 auto. Ovvero Model 3 (7.943 auto vendute e 12,0% di quota), Model Y (7.435 e 11,3%), Model X (140 e 0,2%) e Model S (131 e 0,2%). Il resto è un mercato frammentato tra auto tedesche e auto made in Cina e Corea. Vedremo se nel 2025 qualche modello nuovo in arrivo (tra cui la stessa R5 e la Grande Panda) saranno in grado di sovvertire queste gerarchie.
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Questi numeri andrebbero integrati con quelli sulle vendite delle microcar elettriche. Visto i crescenti prezzi delle auto, molti si rifugiano in queste, ormai non solo per quattordicenni. Per la città sono perfette, dove la velocità media è spesso molto minore di 45Km/h. Vantaggi tanti, svantaggi pochi. Prezzi abbordabili, batterie che si ricaricano con normale prese di corrente casalinghe, consumi bassissimi, parcheggi ovunque, poca manutenzione, agevolazioni sul bollo.
CEO Renault avverte su un rischio di un aumento dei costi, prevede che entro il 2030 i costi di produzione di un veicolo elettrico potrebbero crescere fino al 40%, “Il prezzo delle auto è già oggi fuori portata per molte famiglie europee. Se i costi di produzione aumenteranno ulteriormente, chi potrà permettersi un’auto nuova?”, si chiede de Meo, evidenziando un problema sociale prima ancora che economico. Dopo che il CEO di Renault ha detto questo che farà l’Europa?!
Legga l’originale dell’intervista https://www.lecho.be/dossier/mobilite/Luca-de-Meo-PDG-de-Renault-Si-on-veut-y-arriver-il-faudra-s-associer-avec-les-constructeurs-chinois/10579833 non le versioni falsificate riportate dai media italiani. Parla di ipotetico aumento del 40% dei costi delle batterie prodotte in Europa, quando scatterà l’obbligo di utilizzo di una quota crescente di materia prima riciclata. La informo invece che il prezzo del litio sta crollando https://quifinanza.it/economia/economia-internazionale/litio-prezzo-auto-elettriche-2025/873765/#:~:text=Il%20problema%20principale%20risiede%20nel,fanno%20sentire%20a%20livello%20globale. e di conseguenza per il prossimo anno toccheremo il minimo storico del costo delle batterie, sotto 100 dollati/Kwh.
BMW …Audi …Mercedes…troppo troppo indietro
Curioso di vedere…e direi finalmente la CLA.
Ma ahimè …costerà almeno 10.000 euro in più rispetto alla Model 3 e poi sarà da configurare con gli accessori.
Credo che il quadro non sia completo. Bisognerebbe aggiungere anche i conti delle microcar e si avrebbero delle sorprese. A causa dei cost molti stanno virando sulle microcar, in perfetta filosofia pro elettrico, piccolo e funzionale é bello. Perfette in città, dove le velocità medie sono ben sotto i 45.
I numeri non mentono in Italia nessuno vuole le auto a pile…. 4×100 del mercato? Prossimo anno sarà il 2×100? Speriamo anche peggio cosí si decideranno a cambiare linea….
Parliamo di auto elettriche o auto a batteria. Con le auto a pile ci gioca mio nipote.
C’è da essere contenti se diventeremo il terzo mondo delle auto? Se cambiamo linea solo in Italia poi da chi compriamo le auto?
Alex75, sei un malato terminale senza figli per cui te ne strafreghi del futuro o semplicemente…?
Mi sembra un commento di un rosicone negazionista e da ignorante in materia, poco esperto, per cui senza alcuna valenza. Mi spiace solo per familiari e parenti di questo individuo.
Ha scritto bene. In Italia. Paese non certo famoso per la capacità di investire e stare al passo coi tempi. Uno dei peggiori per libertà d’informazione. Mercato dell’auto sempre meno considerato dai costruttori. Se lei va fiero di questo…
1. Tesla: 15.378
2. Stellantis: 7.162
3. Volkswagen Group: 6.301
4. Volvo-Geely: 3.866
5. Renault-Nissan-Mercedes-Benz: 3.476
Quindi è proprio crisi nera Stellantis…
E’ la ovvia conferma che, se si parla di BEV, per noi italiani si parla esclusivamente di Tesla … il resto è fuffa.
Ci sono Audi e BMW che ci stanno provando seriamente ma hanno ancora prezzi che partono da +20mila euro rispetto alla Tesla.
Il resto sono legittimi ripieghi per chi non può comprare un’auto che costa comunque 40mila euro o per chi concepisce una BEV solo come seconda o terza auto di famiglia e ne fa un utilizzo prettamente cittadino.
Il problema è che se si parla di tesla si parla del segmento D, segmento che ha fatto circa 6600 a dicembre dj cui il 20% è stata tesla per cui una frazione relativamente piccola (e costosa) del mercato. Se si vuole veramente un passaggio alla mobilità elettrica in tempi ragionevoli (quelli previsioni in UE di 4.3 milioni di auto circolanti già nel 2030 sono mio parere comunque irrealistici) occorre una forte revisione dei prezzi di vendita (pensare che gli stipendi e le pensioni nel frattempo aumentino in modo significativo è utopistico) dei modelli di fascia A B soprattutto e soprattutto un “enorme” potenziamento delle ricariche pubbliche, cosa che visti i risultati delle ultime gare di appalto di colonnine di ricarica non mi pare sia per ora all’orizzonte, senza questi 2 presupposti continueremo a vedere un dominio incontrastato di tesla con però le % di vendite di BEV sempre a livelli minimi.
In Italia. Gli obbiettivi sono Europei, comunque ambiziosi, ma non irraggiungibili.
Una UK, che non sta benissimo ad economia, viaggia sopra al 20% pur non avendo alcun obbligo nei confronti UE.
Chiediamoci perché.
UK ha una tassazione molto agevolata per le auto aziendali BEV. Il 90% delle BEV sono acquistate dalle flotte, flotte che coprono il 60% del mercato. Tra i privati, solo 1 su 10 compra elettrico. Si tratta sempre e solo di soldi.
Il target del 22% per il 2024, non raggiunto, ha oltretutto spinto gli sconti sulle BEV e rinviato le consegne delle altre vetture al 2025.
Come scritto dal SMMT, non e’ sostenibile e si deve fare in modo che i privati siano incentivati a comprere elettrico. Perche’ le agevolazioni fiscali per le auto aziendali costano e non sono aperte a tutti.
Interessante , grazie . Non ho mai analizzato i dati separatamente per utenza aziendale e privata . Posso notare che uno su 10 è comunque più del doppio della percentuale italiana , sempre col dettaglio che non stanno meglio di noi e non hanno alcun obbligo nei confronti dell’Europa , a differenza nostra .