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Vendite auto, è un tonfo per l’elettrico in Europa: -36% ad agosto

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Il calo delle vendite colpisce duramente i marchi tedeschi, tranne BMW, che regge bene.

Tonfo elettrico in Europa: -36% nelle vendite di auto in agosto a 125 mila unità. Per trovare un calo così vistoso bisogna risalire al gennaio del 2017.

Tonfo elettrico in Europa
(Dati riferiti ad agosto 2024. Fonte: Unrae).

Tonfo elettrico in Europa, con tre cause principali

Secondo gli analisti di Jato Dynamics, che hanno elaborato i dati, il calo è dovuto essenzialmente a tre ragioni. 1) mancanza di chiarezza sugli incentivi 2) prezzi troppo alti 3) preoccupazioni pe il valore di rivendita dell’usato. E così l’appetito per l’elettrico scende, contribuendo al calo generale del mercato europeo, a sua volta sceso a 753.482 immatricolazioni da 899.881 dell’agosto 2023 (-16%).

Molti commentatori, soprattutto in Italia, tendono ad addossare solo all’elettrico la causa della retromarcia innestata dall’auto in Europa. Ma i conti non tornano: c’è dell’altro a determinare un calo di vendite di oltre 146 mila unità. Il fatto è che anche le auto a benzina e gasolio sono troppo care, fuori portata per molti europei, e questo rende tutt’altro che rosee le previsioni per l’ultima parte dell’anno. In calo anche la quota di mercato dell’elettrico, scesa al 14,2%. Un calo a cui l’Italia ha dato come al solito un robusto contributo.

Tonfo elettrico in Europa
La top ten delle auto elettriche in Europa di agosto. Sotto l2 25 auto più vendute in assoluto, tutte le motorizzazioni. Fonte: Jato.

Tesla tiene la leadership, male i gruppi francesi Renault e StellantisTonfo elettrico in Europa

Tra i gruppi impegnati nell’elettrico, spiccano i tonfi di Renault (-64%); SAIC (-65%); Stellantis (-52%); Hyundai-Kia (-51%) e Tesla (-44%). Tra i singoli marchi, invece, si registra il -46% di Volkswagen (superata da BMW). Ma ancora peggio hanno fatto Smart (-68%), MG (-65%), Opel (-63%), Citroen (-63%),  Fiat (-55%), Hyundai (-53%), Kia (-50%) e Polestar (-47%). Il Gruppo BMW ha contenuto le perdite nel 5%, mentre i cinesi Geely Group e BYD sono cresciuti del 52% e del 18%. Nel complesso i costruttori cinesi sono saliti al 15,3% di quota, ma adesso si apre una partita tutta da scoprire come quella dei dazi entrati in vigore. Quanto ai singoli modelli, Tesla mantiene la leadership, piazzando Model Y e Model 3 al primo e terzo posto. La seconda piazza va di nuovo alla Volvo EX30, che sfiora le 6.700 immatricolazioni. Il resto della top ten è tutta appannaggio dei gruppi tedeschi, con quattro modelli del gruppo VW, due di BMW e uno di Merced

  • La prima elettrica che “sa come si viaggia”: via ai test con la nuova Audi, la Q6 – VIDEO di Paolo Mariano

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56 COMMENTI

  1. Manca un punto chiave: l’antieconomicità dell’elettrico attuale inteso per le masse di quelli che non possono ricaricare in casa. Essere stati letteralmente presi per il culo con tariffe insostenibili da parte dei gestori delle colonnine che dopo 3-4 anni di “sconti” hanno dato la bordata ha le sue conseguenze: la gente mica è scema e se ad uno che tira fuori 70K gliene può fregare anche poco, a chi è costretto a cambiare auto (costretto…perchè una golf a 35K non si può vedere) fare i conti serve e in questa instabilità dei prezzi di ricarica si va sicuri sulla tradizione.
    Per cui tra un’auto affidabile con tecnologia collaudata, con costi di gestione noti e durata illimitata, ed una con tecnologia nuova, durata vincolata a problemi di batteria (15 anni sono niente con investimenti di quel tipo…) e i noti limiti nell’uso, neanche a parlarne.

  2. nel paese europeo che vanta il primato per le paghe più basse, penso che il problema “auto nuova” sia l’ultimo dei problemi… “non sono le auto che costano troppo, siete voi che non ve le potete permettere” citazione del mio professore di economia.

  3. La verità è che questi aridi numeri sono la risposta più lampante alla tracotanza ideologica di tanti dirigenti di case automobilistiche che assume anche a molti utenti di questo sito vivono nel loro ovattato mondo di oz…. Elettrico per come è adesso è per pochi pochissimi utenti e anche il Termico o adegua i prezzi oppure stagna (Dacia insegna)

  4. A furia di massacrarle tutti i momenti con i media, con i politici, con i divulgatori che cosa poteva succedere se non questo?!?!

    • secondo me non è il “massacro mediatico” ma il buttare sul mercato prodotti che in gran parte NON sono adeguati alle aspettative dei clienti.
      Abbiamo Tesla e brand cinesi BYD/Xiaomi ed altri che hanno creato un prodotto nuovo senza riciclare piattaforme ICE e fare accrocchi /frankestein su ruote alzando inutilmente prezzi su prodotti riciclati (ma i cinesi sono brutti e cattivi e bisogna metterci i dazi perche non debbano entrare nel mercato EU), creado un prodotto nuovo ottimizzi struttura ed elettronica, adattando l’esistente crei costi aggiuntivi inutili, perchè la piattaforma non si sposa a dovere e poi hanno appiccicato software di gestione del mezzo accrocchiati alla bene e meglio quindi per becero paragone se una 500 1000 benza la prendo a 12k ma l’accrocchio 500E a 31k uno sano di mente prende quella a 12k considerato che il contenuto interno è il medesimo solo che sulla 500E stanno chiedendo su un valore non reale. Le case europee pensano di poter prendere per i fondelli i consumatori all’infinito ma non è così.

  5. Purtroppo le auto nuove ormai costano troppo, qualunque sia la loro alimentazione: i listini delle BEV non calano (a parte qualche raro caso, come la continua altalena dei prezzi delle Tesla, oppure il restyling della Spring che ora costa un po’ meno, e meno male ma anche troppo poco, perché è una automobilina per cui io non darei più di 9.000 €), e in compenso invece i listini delle ICE sono schizzati alle stelle (faccio l’esempio della mia Swift: comprata a inizio 2023 a 19.000 € di listino meno 4.000 di incentivi, uscita di produzione quest’anno a 22.000, e ora la generazione che la sostituisce costa 22.500 €, perdendo due freni a disco, un cilindro, e anche la verniciatura di molte lamiere interne, che restano ora verniciate solo del protettivo).

    Se è questo che i costruttori intendevano, quando rassicuravano che entro pochi anni i prezzi di elettriche ed endotermiche saranno parificati, allora è normalissimo che inizino, con qualunque alimentazione, a non vendere più una cicca.

      • Pensa che i relatori di questa pagina l’hanno elogiata più volte come l’auto per tutti della svolta, l’elettrica che costa come le termiche ecc ecc. Io l’ho guidata, pessima sotto ogni aspetto.

        • Noi la guidiamo da 2 anni e per l’uso che ne facciamo (2a auto di famiglia) e’ perfetta e, rispetto alla Punto precedente, risparmiamo 1000 (mille) euro all’anno solo di “carburante”.

  6. Certo il mercato automobilistico è sempre stato altalenante e sicuramente lo scarso potere d’acquisto delle famiglie completa un quadro sconfortante, però è pur vero che non mi sento di definire gli europei degli stupidi per non aver capito la bontà del nuovo prodotto, mi sembra ci siano troppe coincidenze. Si da per certo che il valore delle elettriche da usate è in caduta libera oltre alle conosciute difficoltà di gestione e il costo alto all’acquisto, ma sapendo allo stesso modo che la produzione delle termiche è appeso ad un filo grazie alla lungimiranza di coloro che siedono a Bruxelles con zero rischi qualunque decisione prendano, si tende a tenere più a lungo la propria auto portandola ad esaurimento. Nel momento in cui si vuole sdoganare e considerare normale fare 16 ricariche per percorrere meno di 3000 km come ha raccontato un lettore qualche giorno fa, diventa arduo considerarle un buon prodotto, anche se mi fa capire di essere fortunato a leggere certe storie.

    • Sedici ricarica in 3.000 km si possono fare senza sprecare più di 2 minuti per ogni collegamento (e risparmiando il tempo perso a cercare un parcheggio). Come vede, le cose non sono banali come le dipinge lei.

      • “Sedici ricarica in 3.000 km si possono fare senza sprecare più di 2 minuti per ogni collegamento”: mi sembra un calcolo lievemente ottimistico. Per fare 16 ricariche in 3.000 km devo ogni volta caricare energia per circa 188 km e quindi circa 37 kwh calcolando un consumo medio di 5 km con un kwh. Anche con le colonnine veloci in corrente continua la vedo dura

        • mai guidato una elettrica evidentemente.
          io con la Zoe faccio7km mediamente con 1 kWh.

          con 16 ricariche da 30 kWh l’una il gioco è fatto, rendimento di ricarica 90%

        • Lei non ha letto attentamente l’articolo al quale si riferisce. I 3.000 km sono stati percorsi in 15 giorni. Mi dica chi, in 15 giorni, non fa almeno 30 pasti, 13 pernottamenti, una decina di visite a città, musei, luoghi panoramici. Più ovviamente un numero imprecisato di soste per necessità fisiologiche. Quindi, 16 ricariche in coincidenza di soste che farebbe comunque e chiunque, anche con il più performante dei diesel, sono ben poca cosa. Avrebbe potuto farne il doppio, senza dover mai tirarsi le dita durante la ricarica. E’ questo che non riesce a capire chi non ha esperienza diretta del mondo elettrico.

    • Non saranno banali a suo giudizio e lo rispetto, è pur vero che per percorrere 3000 km io faccio 5 pieni per impiegando non più di 2 minuti per ciascuno, restano sempre 11 ricariche che seppur corte mi costringeranno a fermarmi 11 volte in più. Sicuramente tra cavo da recuperare, attivazione app e ricarica effettiva mi piacerebbe capire in 2 minuti quanta energia accumula. Sarebbe per me come fermarmi a fare rifornimento introducendo qualche litro ad ogni sosta. Un calvario per me

      • non è che chi fa 3000 km li percorre girando in tondo sulla pista di Nardò…

        generalmente l’auto serve per andare da un posto all’altro.. e poi fermarsi e scendere… a volte per pochi minuti… a volte per ore… o per giorni (ferie?).

        Per la stragrande maggioranza delle persone (media europea 60km/giorno.. pure in Italia) far Coincidere le soste più lunghe con le ricariche è perfettamente centrato sulla concezione di BEV e Plug-In (queste ultime richiedono situazioni ottimali più delle BEV, altrimenti si va a benzina).
        Lei Salvo è forse in quella minoranza che al momento trova sacrificio ad adattarsi ad una BEV (forse scomodo..ma non impossibile).

        Per consentire l’adozione BEV (grandi e piccole) alla stragrande maggioranza servirebbero punti di ricarica lenta diffusi in tutti i “quartieri dormitorio”, all’interno di aree industriali e commerciali, comunque in aziende ed uffici (pubblici e privati); andrebbero agevolati con procedure di installazione agevolate (alle aziende stesse conviene avere flotte elettriche in gran parte dei casi, specialmente se possono dotarsi di FV su tetti e capannoni).

        Ricariche ultra veloci (come hanno in Cina) sono utili in autostrade ove magari ci si ferma 15/20 minuti … ed allora un 20-80% si ottiene nel tempo della normale sosta in bar/bagno (stesso concetto per il battery swap di NIO, che però richiede investimenti enormi per realizzare una capillare infrastruttura di scambio batterie, difficilmente replicabile in Europa – anche se “voci” da confermare riportano l’interesse di NIO per la fabbrica Audi a Bruxelles).

        • Le e molti altri fate corrette analisi di ciò che servirebbe ( magari anche altro ma sicuramente anche quello che dite)ma la domanda che non vi fate mai è la seguente: siete sicuri che ciò che auspicate avverrà? Se si in quanto tempo?, con quali soldi? E badi non vale solo per l’Italia, leggete bene i dati più che della Germania quelli della Francia
          Pensate veramente che con i vincoli di bilancio europei ma anche di borsa si possano incentivare all’infinito queste cose? Mhaa

          • Molte mie affermazioni nascono da studi di 40 anni fa… Era preannunciato ed ampiamente dimostrato sia il cambiamento climatico (ora cronaca quotidiana) che anche vari fenomeni sociali, demografici e commerciali.

            Se per 30..40 anni i politici seguono tendenze populiste più che studi scientifici ed economici. Non ci dobbiamo meravigliare adesso del mutamento delle condizioni.
            Col clima ..non si può scendere a patti. .non ci saranno compromessi accettabili…solo drammatiche scelte…per evitare conseguenze molto peggiori (che già stanno per arrivare).
            Le attuali “guerre commerciali” (ed i loro riflessi militari) sono frutto di tanti errori da parte di persone molto avide e poco lungimiranti.
            Si sono ampiamente spostati equilibri mondiali.
            L’ unica via è fare Accordi .. concedendo vantaggi a chi li ha meritati e creando condizioni migliori per noi soccombenti (è un dato di fatto).
            Ad ogni rivoluzione tecnologica ci sono conseguenze… Vanno mitigati gli impatti su tutta la popolazione (il PIL va distribuito meglio…o l’ economia diventa un “buco nero” che inghiotte tutto).

            Cerchiamo di essere razionali. e soprattutto onesti …va preso atto una volta per tutte della realtà…brutta ..ma va affrontata .. sennò sarà solo peggio ..

          • Ma infatti non sono in discussione le sue affermazioni, quello che è in discussione e che questa volta le rivoluzioni richieste capitano sulla testa di 8,5 MILIARDI di persone e che quindi quello che è capitato con le precedenti non può fare scuola

        • Damiano, ok al sacrificio di tempo (se che uno ce l’abbia) ma quando al sacrificio di tempi si aggiunge quello economico per la non possibilità di ricarica da casa e la mancanza di AC a distanze ragilnevoli pe lasciarle in carica la notte e recuperarle al mattino … il sacrificio (come nei WE da me citati ad esempio in precedenza) diventa irragionevole non credi? Aspettiamo che ci suano AC “sotto casa” poi se ne riparla.

          • Abbiamo capito, perchè lo ripete allo sfinimento, che nel suo caso specifico ricaricare sarebbe scomodo. OK. Ma l’Italia non finisce fra casa sua e Rapallo. Alzi lo sguardo dall’ ombelico se vuole dare un contributo alle nostre discussioni.

          • Antonio. Lei ha già fatto qualcosa per mitigare la sua impronta carbonica…
            Cerchi nuovi mezzi per migliorare ancora…tra quelli per lei possibili
            Ma lasci che gli Altri (e sono comunque tanti! ) provino ciò che è Per Loro possibile gia adesso.

            È inutile che lei si lamenti qui ..
            Deve farlo con chi le impedisce di avere redditi migliori…spese più basse (o almeno in linea con il resto d’Europa)… politiche serie e Non “di pancia”…sempre gradite al popolino anche se palesemente farlocche o controproducenti.

          • Egregio degi Esposti … repetita iuvant, certo l’Italia non finisce tra casa mia e Rapallo, però visti i numeri e il tipo delle BEV immatricolate credo finisca prima dell’rntrata del box delle ville dei benestanti col FV che li possono ricaricare le loro tesla nuove fiammanti …

      • La veda così: in 15 giorni, fra le varie volte che ha parcheggiato, in 16 occasioni ha provveduto anche alla ricarica (perdendo quindi un paio di minuti nell’operazione). Non mi sembra questo un confronto impari con 6 soste al distributore.

    • senza andare ai viaggi di lunghezza eccezinale solo un WE al mare (per me pari a 480 km A/R ) comporterebbe con una elettrica media (escludiamo quelle da 500 – 600km con prezzi proibitivi) una partenza al 100% una ricarica minimo all’80% all’arrivo in riviersa e una nuova ricarica all’arrivo a casa, considerando che non potrei ricaricare a casa mia ne a casa al mare, mi toccherebbe cercare 3 colonnine libere e funzionanti … peccato che “sotto casa” non ne ho per cui dovrei pure ricariare in DC (a prezzi da gioielleria in zona mia sono sui 0.7 al kw a Rapallo non so ma ho seri dubbi che siano più economiche) e non certo in 3 minuti.
      Se qualcuno ha una idea alternativa per rispatmiare tempo e soldi sono disposto a valutarla per considerare una eleytrica una slternativa al GPL quando cambierò l’auto.

        • Direbbe che sulla Liguria, dal venerdì pomeriggio fino alla domenica sera, c’è un cono d’ombra come se qualcuno spegnesse il segnale GPS. Non si vede più una colonnina che sia una, a meno di registrarsi usando la carta regionale dei servizi. Password: A mo4t3 i fo43sti.

          • Ahahaha la colonnina che riconosce le auto di Milano e fornisce i kWh al doppio del prezzo!

  7. “Tonfo elettrico in Europa: -36%”

    non lo trovo affatto strano … per una fila di motivi:

    1) ampia delusione di chi voleva comprare BEV … e gli incentivi son finiti in 8 ore

    2) possibilità (più sperata dagli aspiranti acquirenti che garantita dal ministero) che più avanti (??) torneranno ulteriori finanziamenti del fondo incentivi sull’elettrico…

    3) lunga serie di modelli più appetibili (seg. B/C) annunciati da molto (troppo tempo) dalle varie case auto e non ancora arrivate in concessionarie neppure in visione >>

    4) siamo oramai al 2025.. data in cui arriveranno multe per eccesso CO2 emessa dalle vetture vendute: tanto vale che le case rinviino al 2025 l’arrivo e l’immatricolazione di tutte le BEV possibili, per diminuire l’impatto delle sanzioni eventuali

    5) pure Tesla ha in cantiere il nuovo aggiornamento importante dei propri modelli; in agosto è stata ancora vaga sul modello “economico” (l’agognata Model2 ancora non è in vista… forse una M.3 con soluzioni intermedie…); poi c’è l’attesa per la nuova M. Y di prossima presentazione…. Anche io aspetterei per prendere l’ultima versione…se ho il budget sufficiente (a maggior ragione se poi tornan disponibili ulteriori incentivi)

    6) Le oscillanti vicende dei dazi europei su vetture cinesi che creano sicuramente incertezza in chi vorrebbe magari prendere un modello made in China … ma teme che poi si troverà in difficoltà se viene chiuso il mercato europeo.
    Tra l’altro le stesse case cinesi sono un po’ in ritardo con la realizzazione di concessionarie ed autofficine coi loro marchi… Le autovetture costano.. tanto… non sono telefonini da comprare su Alibaba e se funzionan male…. cestino !

    Nella classifica BEV tra l’altro è entrata “col botto” la Volvo EX30… un modello compatto SUV molto più appetibile come prima auto.. specialmente BEV che sicuramente ha “rosicchiato” tante quote di vendita anche ad altri marchi… pure Tesla che ha solo vetture dai 4,70 in su…. (6698 auto son la metà della 1a classificata.. M.Y.)

    Oramai è iniziato il quarto ed ultimo trimestre dell’anno… sicuramente chiuderà male (se non malissimo) e questo vale anche per le termiche … che pure loro hanno avuto un brutto calo….

    Appuntamento al 2025….

    • Concordo con Damiano: sono convinto che la prospettiva di mercato delle elettriche sia molto meno drammatica di come un’analisi semplicistica degli ultimi dati di vendita potrebbe indurre a pensare. I dati possono essere interpretati considerando che alcuni fatti contingenti stanno temporaneamente ostacolando la vendita di vetture elettriche in Europa: 1) in due dei principali paesi, Germania e Italia, sono stati promessi per il prossimo futuro incentivi all’acquisto che oggi mancano: mi sembra già tanto che in queste condizioni qualcuno decida di comprare comunque subito un’auto elettrica anziché aspettare gli incentivi annunciati; 2) stanno finalmente per arrivare nei concessionari, a volte in notevole ritardo rispetto al previsto, una serie di nuivi modelli finalmente piccoli e relativamente economici (eC3, R5, R4, Panda elettrica, nuova Dacia Spring, ecc.), ed è ragionevole presumere che molti potenziali acquirenti le stiano aspettando (a parte che per il prezzo, molti preferiscono un’auto piccola per la maggiore praticità in città); 3) non so in altri paesi, ma la violenta campagna anti-elettrica (e anti-transizione energetica) in corso in Italia ha sicuramente l’effetto di scoraggiare molti degli acquirenti che avrebbero già adesso la possibilità economica e la convenienza pratica di preferire una BEV a una ICE di pari livello: l’efficacia di questa campagna anti-elettrica è amplificata dal momento di stasi del mercato dovuto ai punti esposti sopra, ma verrà molto indebolita quando le vendite torneranno a salire sensibilmente (soprattutto grazie alle nuove piccole elettriche e ai nuovi incentivi tedeschi). Insomma, chi ora non compra elettrico solo perché scoraggiato da una propaganda contraria piuttosto efficace, avrà più probabilità di comprare elettrico quando tale propaganda avrà perso alcune delle frecce al suo arco.

      • Maurizio … ci scommettiamo che la Spagna (con quota vendite BEV vicino a quella italiana e minor sviluppo di colonnine pubbliche) nel corso del 2025 ci doppierà?
        Con i loro investimenti in F.E.R. e PUN invidiabile son riusciti ad attrarre pure tanti investimenti, tra i quali diversi impianti assemblaggio auto elettriche (ad esempio anche la Nuova Ypsilon a Saragozza ).
        Portoghesi e spagnoli si candidano ad essere i prossimi “norvegesi d’Europa” secondo me…. ed il guaio è che son pure concorrenziali sul nostro preziosissimo settore “turismo nord europeo” !!

        • occhio a scommettere su questa cosa … hai le stesse probabilita di quelle di guadagnare acquistando azioni di stellantis 🙂

          • Stellantis? Forse… Ma anche i cinesi stanno attenti a dove eventualmente aprire fabbriche…

        • Damiano, non faccio fatica a credere che sarà come dici. Alla fine ci sposteremo anche noi italiani verso l’elettrico, quando diventerà sufficientemente conformistico farlo (effetto bandwagon), ma arriveremo più tardi di quasi tutti in Europa occidentale (con immaginabili conseguenze negative sullo sviluppo industriale nel settore).

          • Ho paura che la gran massa degli italiani riuscirà a passare all’ elettrico solo quando saranno a prezzi cinesi… Per ora sono … Dazi nostri..

  8. Le auto economiche in Europa erano prodotte e vendute con margini quasi nulli, principalmente da aziende che ricevavano aiuti dai governi in varie forme. Giusto o sbagliato, questo credo fosse il modello di business.
    Oggi non c’e’ rimasto nessuno a fare (o veler fare) quei prodotti e non si vuole che arrivino da altre regioni.
    Stando cosi’ le cose, il mercato del nuovo si restringe inevitabilmente.

  9. 2 bionde un po’ svampite, indovinate chi sono:
    – E-fuel, e-fuel, neutralità tecnologica, neutralità tecnologica …
    – Biocarburanti, biocarburanti, neutralità tecnologica, neutralità tecnologica …

    Bravi, avete indovinato. Credo che questi dati fotografano questa situazione: per il consumatore l’elettrica oggi vale MENO dell’auto a benzina, ovvero è disposta a comprarla se costa molto MENO (più sbattimenti e molte più incognite sul futuro, con la quasi certezza che in caso di problemi fuori garanzia son dolori). I listini oggi raccontano un’altra storia, con le elettriche PIU’ CARE delle auto a benzina.

    Senza considerare tutto il resto:

    – c’è diffidenza verso il nuovo (anche benzina), con tutti gli adas, i limitatori, l’ISA, le black box, l’adblue, auto molto tappate per i requisiti della co2 e molto diverse da quelle apprezzate dal mercato, inoltre mancano le motorizzazioni richieste (in Germania ad agosto si sono vendute più diesel che elettriche eppure non è rimasta neanche una diesel a listino)

    – c’è l’impennata dei listini di tutti i brand per tutte le motorizzazioni

    – c’è un’offerta di modelli di serie B mentre sui giornali sappiamo dell’esistenza di modelli di serie A disponibili solo in Cina e, ove importati, solo a caro prezzo e senza una vera rete di assistenza

    Quindi in molti restano alla finestra e aspettano.

    • In compenso di bionde ce n’è una che svampita non lo è proprio: neanche un po’…ne sa qualcosa un ministro… anzi… ex ministro…

  10. alla statistica mancano quelle migliaia di famiglie che lavoravano in aziende che sono in CIG o chiuse definitivamente alle quali sicuramente solo a dei folli verrebbe in mente di aprire una linea di credito per acquistare auto nuova

    • Curioso, però: ho appena sentito il nostro presidente del consiglio proclamare che abbiamo il maggior numero di occupati dall’Unità d’Italia in poi. Un record storico.

        • Lungi da me qualsiasi apprezzamento per il trionfalismo del premier che sta “facendo la storia”. Resta il fatto che siamo l’ultimo Paese per penetrazione delle auto elettriche, pur collocandoci a metà classifica per reddito pro capite e tasso di disoccupazione. Nonchè terzo mercato auto in assoluto e secondi in Europa come rapporto auto circolanti/abitanti (dopo il Lussemburgo). Non le pare che qualcosa non torni?

          • bhe per la verità non siamo ultimi, ci sono paesi drll’est che hanno % come le nostre, l’Europa non è fatta solo da Tedeschi francesi e abitanti dei paesi bassi, inoltre la Spagna, dove l’elettricità costa la metà che da noi, ha percentuali di soli 2 punti superiori e stipendi solo di poco inferiori ai nostri.
            Obiettivamente gli stipendi medi italiani, soprattutto quelli dei giovani che sarebbero i più interessati a queste nuove tecnologie e all’ambiente, non permettono questi acquisti
            Il nostro enorme parco auto è anche il più datato in Europa e le vendite auto del 2024 hanno visto 4 auto usate su 5 vendute, gli italiani tengono le auto decenni e le acquistano usate mica perche amano le “auto storiche”

          • Non c’è nulla che non torna, si chiama libero mercato. Se un prodotto non piace non vende.

          • Il libero mercato c’entra come i cavoli a merenda. In Norvegia, Svezia, Olanda, Finlandia la penetrazione delle auto elettriche va dal 45% in su. Sarebbero mercati meno liberi del nostro?

          • Massimo, il libero mercato non c’entra, in effetti. Per quei Paesi si tratta per lo più di politiche energetiche ed economiche, col caso più eclatante, quello della Norvegia, che estrae petrolio per venderlo, mentre converte il settore trasporti all’elettrico. Sembra una politica fuori di testa eppure ha la sua logica: sappiamo tutti che non possiamo continuare ad usare il petrolio a questi ritmi e che dovremo ridurre o saremo costretti a ridurre per i costi sempre più alti. Chiaramente la Norvegia si è organizzata e si sta preparando a quello che succederà nei prossimi anni e sono ben coscienti che sul petrolio probabilmente ci sarà una stretta decisiva. Invocare il libero mercato come fa il signor Andrea non è un buon esempio: se il mercato risolvesse tutto non ci sarebbe bisogno della cassa integrazione e degli incentivi alle auto termiche, e probabilmente anche gli ultimi stabilimenti rimasti in Italia sarebbero già chiusi da un pezzo.

          • Ad agosto Svezia e olanda hanno avuto quote bev del 35% (10 punti meno del 45 che lei cita).

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