ToMove firma insieme a Reinova il Tom: un mezzo innovativo ed originale pensato per l’intermodalità e per gli spostamenti su brevissime distanze
TOM è un veicolo smart per risolvere in modo ecologico e innovativo i problemi di intermodalità. Vaielettrico ne parlò circa un anno fa, quando fu presentato il progetto.
L’originale ciclomotore nasce dalla start-up ToMove ed è supportato da Reinova, nome di grande peso quando si parla di sviluppo, testing e validazione di powertrain ibridi ed elettrici. Lo sviluppo del progetto sarà finanziato grazie a una campagna di crowdfunding che sarà lanciata il prossimo 6 giugno sulla piattaforma Kickstarter.
Come è fatto il ToMove TOM?
L’originalità sta nel fato che può essere trasportato o trasportare, a seconda delle necessità. Può essere caricato in macchina o seguirvi in treno e una volta a destinazione si trasforma in un piccolo ciclomotore per coprire il famoso “ultimo miglio”. Ancora non sono state diffuse le specifiche, ma alla base del progetto sta la ricerca del giusto equilibrio tra peso e prestazioni. L’autonomia dovrebbe aggirarsi intorno ai 50 km, ma sarà poi il conducente a decidere se privilegiare velocità o distanza.
TOM sarà made in Italy per «garantire un alto livello di qualità – spiega il CEO di Reinova e presidente di ToMove Giuseppe Corcione -, insieme a un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Siamo fortemente convinti che il Made in Italy rappresenti uno degli elementi fondamentali del progetto TOM, sia in termini di design che di produzione e fabbricazione».
La sostenibilità è alla base del progetto ed è stata tradotta anche nella scelta di materiali naturali e riciclabili come l’alluminio e il bamboo.
Chi è ToMove?
ToMove è una startup torinese nata un anno fa proprio grazie alla sinergia con Reinova. Come obiettivo si prefigge quello di «sviluppare veicoli sostenibili che possano garantire la flessibilità del giusto mezzo di trasporto nell’ultimo miglio, fornendo alle persone un modo agile per spostarsi all’interno delle città e riducendo l’impatto ambientale causato dal sovraffollamento di veicoli urbani».
Sul crowdfunding Andrea Strippoli, CEO di ToMove, commenta: «Si tratta di un modo eccellente e moderno di raccolta fondi per il nostro progetto. Ma non solo: con questa forma di autofinanziamento è possibile testare il mercato del nostro veicolo, analizzando l’andamento della domanda».
Non ho dubbi sulla qualitá generale del veicolo, la progettazione a piú mani – tutte piú o meno qualificate – promette abbastanza bene (vedi anche https://www.vaielettrico.it/to-move-prende-forma-con-le-scooter-a-due-volti-tm01/). L’unico dubbio che ho è che – trattandosi di un prodotto “ibrido” credo senza precedenti – rischia di scontentare molti potenziali utenti… Forse sarebbe stato meglio (capitali permettendo !) prevedere due veicoli distinti per coprire tutte le esigenze (vedi il precedente “eco-chic” della Nito https://www.vaielettrico.it/10206-2/)