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The Economist: il grande inganno del metano pulito

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Con due articoli al veleno (“Those who worry about CO2 should worry about methane, too” e “Governaments should set targets to reduce methane emissions“) The Economist del 3 aprile sferra un attacco micidiale contro i fautori del metano. E farà certamente discutere.

metano

Si sente ripetere che il gas metano, meno inquinante degli altri combustibili fossili, può essere la fonte energetica “di transizione” in attesa che l’elettricità verde ci consenta di decarbonizzare il Pianeta. E’ un pò quello che propongono le case auto termico-dipendenti quando sostengono che il rinnovo del parco circolante con Euro 6 a basse emissioni, ibride o ICE che siano, è la soluzione di “transizione” verso la mobilità elettrica.

Ovviamente il presupposto di entrambi i ragionamenti, tutto da dimostrare, è che il salto diretto alla elettricità pulita sia irrealizzabile. Vuoi per insormontabili ostacoli tecnologici, vuoi per vincoli economici o sociali. Allora, direbbero i nostri nonni, «piuttosto che niente è meglio piuttosto». Ma è proprio così? Ibride e Euro 6 emettono sì meno CO2 delle vecchie termiche. Ma, introducendole nuove oggi,  le vedremo circolare per altri 15 anni inchiodandoci a miglioramenti non sufficienti ad evitare il punto di non ritorno della crisi climatica, fissato al 2030.

Il metano inquina 86 volte più della CO2

E il metano? La sua combustione, scrive l’Economist, è in effetti molto meno inquinante di quella del petrolio o del carbone. Emette meno sostanze inquinanti (NOx e particolato) e meno CO2, considerato il gas serra per eccellenza. Se però si disperde in combusto in atmosfera, è molto più dannoso per il clima. Una tonnellata di metano, scrive l’Economist, ha l’effetto serra di 86 tonnellate di CO2. Cioè inquina 86 volte di più. E’ vero anche che la CO2 si accumula nell’atmosfera e vi resta per centinaia di anni, mentre il metano si deteriora chimicamente in circa 10 anni. Però la Terra risce a riassorbire e stoccare una quota di CO2 (per esempio nella vegetazione) mentre il metano, una volta liberato, fa danni fino alla sua dissoluzione.

Quindi, non c’è da scherzare con il metano, avverte il prestigioso settimanale economico britannico. Nessuno ci scherza, ovviamente. Diciamo piuttosto che l’uomo lo maneggia con troppa leggerezza. Infatti se ne lascia sfuggire tantissimo. Dati precisi non si hanno, solo stime.

metano

Incide per il 23% sui cambiamenti climatici

Verificando però empiricamente quanto ve ne sia nell’aria i climatologi citati da The Economist sostengono che il metano sia responsabile del 23% di quell’aumento delle temperature medie del Pianeta (1,1 gradi oggi e almeno 1,5-2 a fine secolo) che tanto ci assilla. Poco meno del 40% liberato in atmosfera dall’uomo, è prodotto in realtà dagli animali d’allevamento. Tanto che lo scrittore americano Jonathan Safran Foer ha scritto il suo penultimo libro, “Possiamo salvare il mondo prima di cena“, proprio per denunciare gli effetti perversi della nostra ingiustificata passione per la carne.

Il resto è ciò che ci sfugge estraendolo dai giacimenti o trasportandolo in giro per il mondo per migliaia e migliaia di chilometri. Nei gasdotti che attraversano i continenti, spesso in condizioni pietose fra milioni di saldature maldestre,  microfratture, stazioni di pompaggio e raccordi obsoleti. The Economist infatti illustra uno dei due articoli l’immagine qui sotto.

Oppure nelle navi gasiere, dove viene stivato dopo essere stato liquifatto e scaricato all’arrivo negli impianti di rigassificazione.  Tanto se ne disperde anche un attimo prima della combustione, nelle reti di città e nelle centrali elettriche a turbogas. Ma nessuna multinazionale del gas ha mai svelato quale sia la percentuale di metano che va perduta (leggi qui e vedi qui).

La transizione vera? Con il 35% di metano in meno

La vera transizione, quella da attuare per tamponare l’emergenza climatica dei prossimi 10-15 anni, conclude quindi l’Economist, non è nel metano. Al contrario è nel suo drastico ridimensionamento.  Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, scrive, «per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di stabilizzare le temperature a 1,5-2 ° C al di sopra delle temperature preindustriali, le emissioni di metano devono scendere a solo il 35% al ​​di sotto dei livelli del 2010 entro il 2050».

I governi, quindi, non dovrebbero includerlo nei loro programmi di sostenibilità, ma anzi «fissare obiettivi per le emissioni di metano e iniziare a ridurle ora».

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42 COMMENTI

  1. Non sono un fan del metano, ma per la trazione.di camion e navi l(sino a che non avremo batterie potenti) lo vedo come alternativa valida a gasolio e nafta .
    Bisogna impegnarsi a sistemare le tubazioni anche nell’ ottica di una futuribile miscela con idrogeno .

  2. Buongiorno,
    vorrei fare presente una cosa sul concetto di inquinamento di cui si parla in questo articolo.
    Qui si parla dell’effetto del metano disperso nell’atmosfera nell’incrementare l’effetto serra.
    Ma si è perso di vista il grande vantaggio del metano nella produzione di energia elettrica rispetto al carbone, che con tutti gli inquinanti immessi in atmosfera ha colpito la salute di molte persone.
    Nel riscaldamento, rispetto al gasolio ha ridotto l’inquinamento nelle città.
    Lo stesso vale per l’autotrazione.
    L’articolo fa presente che esso inciderà per il 23% sull’effetto serra.
    Quindi qualcosa deve essere fatto, ma non nell’eliminarlo, ma nel ridurne le dispersioni lungo i condotti.
    L’idea di recuperare il materiale legnoso morto per produrre energia elettrica, invece che farlo decomporre e quindi emettere metano, l’ho trovata estremamente interessante.
    Per gli animali da allevamento non saprei la soluzione.
    Se invece vogliamo parlare dell’opportunità di utilizzare le auto a metano rispetto all’auto elettriche, vorrei fare presente un dettaglio in merito all’efficienza.
    L’auto elettrica è più efficacemente nell’utilizzo dell’energia rispetto ad un motore a combustione, ma questo vantaggio si riduce se lo si paragona ad una vettura ibrida mista come la Toyota Prius (non l’ibrido serie, non l’ibrido parallelo, né tantomeno il MHEV che nelle pubblicità viene spacciato come ibrido).
    Se poi la Prius la si converte a metano il vantaggio dell’auto elettrica in fatto di inquinanti e CO2 si riduce ulteriormente.
    Resta che l’auto elettrica riduce l’emissione di CO2.
    Ma in tutto questi discorsi non sento mai parlare di risorse disponibili.
    Tutto funziona a risorse infinite.
    Se tutti fossero benestanti, allora una famiglia potrebbe comprarsi una monovolume elettrica da 50000€ e una city car da 30000€.
    Come tutti sappiamo, la realtà è diversa.
    Quello che mi chiedo è, ma se invece di spendere 10000€ in più per avere una vettura elettrica, li spendessimo diversamente (qui deve intervenire la politica per instradare la tecnologia).
    Per esempio 3000€ nell’avere le nuove vetture con ibrido misto a metano (non credo che a livello industriale possa incidere di più sui costi di produzione, ma qui chiedo il supporto di persone più esperte), 7000€ in pale eoliche off shore, che non impattano a livello visivo.
    Con 3000€/kWp, con 7000€ si finanzierebbero 2.3kWp, che produrrebbero circa 7000kWh.
    Per produrre 7000kWh sono necessari circa 1400m2 di metano.
    Basta applicare questo discorso a milioni di automobili vendute e si vedrebbe crescere esponenzialmente la riduzione di metano consumato.
    Ripartiti la spesa così di avrebbe una riduzione di CO2 emessa per la vettura, un aumento di metano consumato dalla vettura ( ma non di 1400m2), una riduzione di 1400m2 di metano consumato in un ipotetica centrale termoelettrica a metano.
    Si tenga conto che la vita media di una vettura è di 10-15 anni, mentre una pala dura 20 anni o più, quei 7000€ avranno consentito una riduzione di 28000m2 di metano.
    L’auto elettrica avrà fatto altrettanto bene?
    Ma i 7000€ potrebbe essere investiti in pompe geotermiche elettriche (EHP) o a gas (GHP), con enormi vantaggi sui consumi di metano per riscaldamento e per le tasche delle famiglie.
    Oggi si sono focalizzati tutti sulle auto elettriche pensando che con esse si risolverà il problema dell’effetto serra, mentre si potrebbe fare altre scelte che a parità di investimenti darebbero risultati migliori.

    I valori che ho inserito sono indicativi.

    Antonio

    • Condivido il bisogno di investire il più possibile in energie green come eolico e solare. Onestamente con i soldi che buttiamo nel fossile, potremmo tranquillamente finanziare la transazione energetica e le auto elettriche.
      Lato costruttori, non hanno mai creduto nel metano. Ormai anche VW lo sta eliminando. Presumo che la riduzione costi (fin qui, ma anche in proiezione) sia talmente evidente da averli convinti che quella delle EV è la soluzione.
      Inoltre anche i vari stati si sono orientati verso l’elettrico e non il metano. La strada è quella.
      Il metano è una fonte fossile, molto climalterante. Se avessero voluto, avrebbero potuto migliorare le perdite sui gasdotti già da un pezzo. Infine spesso non si considera che fuoriesce anche dai pozzi stessi e per le compagnie è molto costoso eliminare tutte queste problematiche. Infatti non lo fanno.
      Le petrolifere addirittura lo bruciano in testa ai pozzi, generando fiumi di CO2, perché è meglio questo che emettere metano.

      Infine, mentre le EV hanno il potenziale di diventare un giorno completamente a emissioni zero, agendo sulla fonte di elettricità, per il metano non sarà mai così.

  3. “Si sente ripetere che il gas metano, meno inquinante degli altri combustibili fossili, può essere la fonte energetica “di transizione” in attesa che l’elettricità verde ci consenta di decarbonizzare il Pianeta. E’ un po’ quello che” ha proposto ieri il ministro Cingolani rispondendo al question time.
    Purtroppo sta apparendo sempre più chiaramente il vero volto del ministro: da un lato infiamma il dibattito elevando ad un ruolo primario una tecnologia – la fusione nucleare – tutt’altro che prossima (su scala industriale), dall’altro, sul lato assai più pratico, lavora alacremente per spingere i fiumi di denaro dei fondi EU verso la fonte fossile che si vuole far apparire meno dannosa: il metano.
    Quella che propone non è una transizione energetica, è l’ennesimo tentativo di prendere tempo e di spremere all’inverosimile gli investimenti – sbagliati, dal mio punto di vista – fatti nel passato, prima di effettuare il reale passaggio ad una produzione energetica da fonti sostenibili.
    La posta in gioco, in realtà, è solamente il mantenimento del monopolio della produzione energetica nelle mani di pochi. Questo è ciò che il ministro sta, strenuamente, tentando di governare. Se vogliamo davvero un mondo più pulito, dobbiamo tutti essere messi nella condizione di poter contribuire alla produzione energetica, bisogna creare reti di produzione, non solo di distribuzione. La parola chiave del futuro verde è “cooperazione”, in totale antitesi con “monopolio”.

  4. Quello del metano è un discorso amplissimo a mio parere. In quasi tutti i casi la soluzione alternativa c’è (autotrasporti, utenze domestiche e produzione di energia già son sostituibili) e in altri casi produrre aiuta ad eliminare altri scarti (biometano).
    Per quanto riguarda la larga fetta di emissioni dovute agli allevamenti sono fortissimamente combattuto; sostituire gli allevamenti con colture intensive sappiamo bene che non è la soluzione (superfici più ampie da sfruttare sono il peggior punto a sfavore, anche se poi si recupera in utilizzo dell’acqua).
    So che dovremmo mangiare meno carne tutti, perché la battaglia se va fatta deve essere globale; poche storie. So anche però che se elimini la carne vai ad esaurire le già disastrate risorse ittiche oltre a consumare più suolo come scritto prima.
    Che la soluzione sia davvero iniziare ad assumere proteine mangiando insetti? È un futuro che non voglio vivere, ma non è che mi vado ad incatenare davanti agli allevamenti se diventerà ufficialmente cibo; dico solo che se devo scegliere tra mangiare delle cavallette fritte o non mangiare mai più carne scelgo la seconda (si lo so, in questo ambito particolare sono arretratissimo).
    A questo punto mi chiedo, e spero di trovare qualcuno che mi sappia instradare, iniziare a produrre carne di sintesi su larga scala? Si può fare? conviene? è un salasso di risorse? O meglio, ma qui so che finisce male il discorso, produrre direttamente qualcosa -pillole, o altro formato- che già contenga tutto il fabbisogno giornaliero di nutrimento e che vada a sostituire un po’ tutto? Sarebbe una strada percorribile?

  5. Potete bruciarmi il cervello nell osannare i veicoli elettrici ma costano troppo rendono niente è nonostante titoloni su mirabolanti progressi delle batterie siamo sempre la e visto che le bugie hanno le gambe corte diciamo che se le vendite continuano con gli attuali tassi alcune fabbriche falliranno e aggiungiamo che le cd terre rare cominciano a scarseggiare per cui il prezzo delle ev salirà o presto

    • Vendite EV in Italia, Q1 2021: 2.4% di quota di mercato. Ibride plu-ig, 3.4%. Tot 5.8%.
      L’anno scorso stavamo a meno della metà.
      Per citare il tuo commento, “se le vendite continuano così” l’anno prossimo il tot elettriche supera il 10% e nel 2023 sarà il 20%. E’ quanto già accade nei paesi intorno al nostro, come Francia e Germania, ormai già oltre il 10%.

      Fra un po’ avere un’auto a combustione sarà come il fumo: tollerato come vizio, regolato da leggi sempre più severe.
      Con la normativa euro7 (2026) in arrivo, saluteremo i diesel e probabilmente anche i benzina puri e le mild hybrid. Le case auto già lo hanno annunciato. Inoltre stanno tutte lanciando nuovi modelli e investendo miliardi.

  6. Per ridurre le emissioni di metano bisogna ridurre gli allevamenti di animali (mangiare meno carne, tenendo conto anche dell’aumento della popolazione).
    I motori a combustione e le centrali termoelettriche alimentati a metano NON EMETTONO METANO (GWP 25 ) ma CO2 (GWP 1).
    Le perdite di metano dalle reti di distribuzione sono una vergogna che va eliminata ma comunque sono di ordine di grandezza inferiore alle emissioni degli animali.
    Gran parte del metano riversato in atmosfera proviene da fonti naturali tra le quali paludi e torbiere; lo sapeva bene quel Volta al quale dobbiamo le batterie, che scrisse un trattato sul gas delle paludi.

    • Da cosa leggevo tempo fa la coltura del è riso è il primo produttore di metano antropogenico.
      Non ricordo se era un articolo su BBC o CNN ma c’erano le fonti scientifiche citate.

    • Il problema è: come ci arriva nei motori? Quanto ne viene disperso lungo la filiera dell’approvvigionamento per ogni metro cubo utilizzato?

  7. Mi sembra di aver capito che il grosso problema arriva da allevamenti industriali con le emissioni di gas animale, quindi non dalle auto a metano che lo bruciano e trasformano. Impariamo a diminuire drasticamente il consumo di carne e a fare gasdotti più performanti.

    • Tantissimo viene liberato in atmosfera durante l’estrazione del petrolio, sopratutto con alcune tecniche, ad esempio il fracking, molto in voga negli states. I più “virtuosi” lo bruciano con la tecnica del flaring mentre estraggono il petrolio, molti lo liberano in atmosfera, pochissimi lo recuperano perché non conviene economicamente. Quindi sì, riducendo i nostri consumi di carne e di petrolio faremmo un grandissimo favore al pianeta e a noi stessi, agendo su più fronti.

      • Non mi sembra via sia metano quando estrai il petrolio, il flairing brucia butano propano in cima alla torre di kracking

        • Nei giacimenti di petrolio si forma quasi sempre anche gas naturale (metano), può essere disciolto in esso oppure accumularsi negli strati superiori del giacimento.

    • Non possiamo guardare soltanto a quello che ci fa più comodo, magari perchè siamo vegani. Il metano si disperde in atmosfera anche a causa delle enormi fughe da gasdotti, raffinerie, pozzi, rete di distribuzione. Dunque non c’è un solo grosso problema, ma molti problemi: allevamenti, auto, riscaldamenti, utilizzi industriali, centrali turbogas e via dicendo. Questo almeno è ciò che sostiene l’autorevolissimo Economist. E il professor Nicola Armaroli concorda. Vedi qui https://youtu.be/YrNcZEGqtm4“>

  8. Dare addosso a quelle pocheauto a metano che circolano mi sembra ingiusto.
    Il metano è abbondantemente usato per il riscaldamento delle abitazioni e per le centrali elettriche a gas che producono energia per ricaricare le auto elettriche….sempre ammesso che il metano sia davvero tutto questo grande problema.

    • Ma ha letto l’articolo? Non si parla mai di auto a metano. Se poi lei è convinto che il metano non sia poi questo grande problema, vorrà dire che The Ecomonist scrive boiate. Però le rammento che è considerato il giornale più autorevole al mondo.

      • Il suo invece di articolo parla proprio di auto a metano e di “case auto termico-dipendenti” con tanto di foto di auto a metano che fa rifornimento.

        • Il mio articolo parlava di case auto termico-dipendenti in relazione alle ibride come modelli di transizione. Legga meglio

  9. Sono pro elettrico, ma in questo articolo bisognava parlare anche del bioGNL che ha una CO2 pari a zero e ad oggi è l’ unico prodotto veramente poco inquinante per i mezzo pesanti.

    • In questo articolo non si accenna nemmeno al settore dei trasporti. Quindi cosa c’entrano camion e bioGNL?

      • Quindi sul vostro sito che si chiama vai Elettrico non pubblicate un articolo contro il metano per sostenere la tesi che l’auto elettrica è la soluzione ottimale?

        • Noi non siamo tifosi e non siamo maniaci delle quattro ruote. Pubblichiamo articoli che si occupano di ambiente, clima, decarbonizzazione, generazione elettrica, idrogeno, fusione nucleare.

  10. Forse è meglio mettere una marmitta alle mucche per recuperare il metano . Oggi il metano generato dalle mucche pesa il 30% dell’ inquinamento da metano

  11. Certo che a parità di quantità il metano è 86 volte più pericoloso della co2. Ma le emissioni di metano dirette di un sistema termico sono perdite di trafilamento, mentre le emissioni di CO2 sono parte del processo. Stiamo parlando di quantità differenti di mti ordini di grandezza, altro che solo 86 volte.

    • Il Bio metano, come i bio carburanti, è ad emissioni zero o quasi zero. Il problema è che non arriverà mai a coprire più del 10-15% del fabbisogno energetico mondiale. Infatti viene miscelato con quello fossile che invece emette eccome, come spiega l’articolo.

  12. Dipende se Snam dice di poter inserire 5% di idrogeno insieme al metano ci potrei credere , ma non e possibile portare solo idrogeno con la rete esistente

  13. Mi sembra di aver capito che il problema non è nell utilizzo del metano ma nel trasporto e le relative perdite .
    Avrei due domande : Quanto metano viene utilizzato nella trazione e quanto nelle case ?
    Cosa ne pensano quelli che vogliono fare passare l idrogeno negli stessi tubi del metano ?

    • Snam rete gas dice che il 70% della sua rete è già pronta per l’idrogeno, con pochi investimenti….mi sa che l’hanno sparata un pò grossa.

    • L’unico appunto, e non dovrei sbagliare a scriverlo, è che se l’eventuale idrogeno (io non ho una posizione a priori ne in positivo ne in negativo sul H2) passante per gli attuali gasdotti venisse disperso nell’ambiente, non sarebbe nocivo per nessuno e nulla (se sbaglio correggetemi pure 🙂 ). Certo! Non dovrebbero esserci perdite di nessun tipo in nessun “dotto”. Se guardassimo a quanta acqua potabile sprechiamo con le perdite negli acquedotti ci sarebbe da far la rivoluzione contro “il sistema”

  14. Il grande inganno dell’idrogeno per autotrazione…….usare il triplo dell’energia per ottenere la stesso risultato.

  15. Concordo appieno. Occorre ridurre drasticamente il consumo di carne nel mondo occidentale in primis. L’articolo fa sembrare le auto a metano come la causa principale per spingere di più le auto elettriche. Queste però spostano la produzione di energia e non sappiamo se è prodotta da fonti rinnovabili. Se usano carbone petrolio o nucleare non possiamo dire che inquinino di meno, anzi. C’è troppa informazione spinta da interessi non dichiarati apertamente. Riflettiamoci.

    • ma dove la vedi tu la spinta verso l’auto elettrica in questo articolo ? si analizzano i pro e i contro del metano. Il punto è che, per quanto riguarda le auto, più auto a metano ci sono, più metano serve, più ne viene estratto e trasportato e quindi, per tutti i motivi descritti nell’articolo, ne viene disperso di più. Allora o si costringono le compagnie petrolifere ad investire qualche decina di miliardi di euro per ristrutturare la rete di estrazione e trasporto che, a quanto pare, ha più buchi dell’emmenthal, oppure si usano altri tipi di energia. Qual’è la cosa più fattibile tra le due ?

      Dici che non sappiamo se l’elettricità verrà prodotta da fonti rinnovabili…scusa, non vorrei sembrare spocchioso..ma non lo sai tu forse. O forse ti va di non saperlo visto che in questo blog è stato ripetuto all’esasperazione che in Italia il 40% dell’energia prodotta viene da rinnovabili. E giusto per darti una novità (per te…per gli altri è già notizia vecchia) quest’anno verranno dismesse 2 centrali a carbone in Italia. La prima ad essere chiusa sarà quella di La Spezia.

  16. approvazione
    Il metano e il cugino primo del idrogeno 4 atomi di idrogeno per una di carbonio
    La sua combustione specialmente in fuel cell di cognerazione 200/ 400 kw e particolaremente pulita

    Il metsno incombusto e pero un gas di effeto serra micidiale

    Una grandissima sorgente di metano vuene dala decomposizione dei detritti vegetali al aria libera specialemente nelle foreste

    Mantenere le foreste e brucciare la legna morta inquina molto meno che lasciarla marcire

    Purtroppo le nuove centrali a legno si aprivigionano esclusivamente con qualita di legno nuovo calibrato

    Impore un proquota di detritti legnosi conferirebbe a queste centrali a legno un vale aggiunto ecologico molto piu decisivo

    Una altra fonte di liberazione del metano e di origine animale e l’alevamento intensivo che aumenta molto il meteorismo del bestiame

    La transizione verso una forma di alevamento meno intensiva e con un alimentazione meno soggetta a creare meteorismo nei grandi allevamenti sarrebbe fondamentale

    E inevitabile a termine per la salvaguardia del pianeta che qnche gli alimenti evidenzino sulle loro ettichete il contenuto di Liberazione di gas di serra hanno generato

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