Tesla, per la prima vola in dieci anni le vendite annuali sono in calo. A nulla è servito il buon risultato delle consegne dell’ultimo trimestre del 2024. L’ azienda guidata da Elon Musk ha dichiarato di aver venduto 1,79 milioni di veicoli negli ultimi 12 mesi. Una cifra leggermente inferiore a quella del 2023, ma anche al di sotto delle stime anticipate degli analisti di settore.
Per il controverso Elon Musk non è proprio un inizio d’anno positivo. Al di là del Cybertruck esploso – ma non per cause tecniche – davanti al Trump Hotel di Las Vegas, i problemi arrivano proprio dal suo marchio più famoso. La corsa delle vendite di Tesla, considerato lo “status symbol” dei veicoli elettrici, si è fermata, mentre i rivali di Byd nel 2024 sono cresciuti del 41%.
Non è bastato un ultimo trimestre oltre le attese
Tutto questo nonostante un ultimo trimestre più che positivo. La categoria di vendita combinata di veicoli Model 3 e Model Y della casa automobilistica ha registrato 471.930 consegne nel quarto trimestre. La sua categoria “altri modelli”, che include veicoli come Model X, S e Cybertruck, ha registrato 23.640 consegne. Stati Uniti e la Cina si sono confermati come i due principali mercati a livello mondiale.
“Gli analisti di Wall Street – ha messo in evidenza il New York Times – si aspettavano che Tesla segnalasse un leggero aumento. Durante i primi nove mesi dell’anno, le vendite di Tesla sono diminuite negli Stati Uniti, in Europa e in Cina, anche se le vendite complessive di veicoli elettrici nei primi 11 mesi dell’anno sono aumentate del 25 percento a livello globale”.
I risultati di tutto il 2024 la dicono lunga sulle sfide che i produttori di auto elettriche dovranno affrontare nei prossimi anni, di fronte a una concorrenza sempre più marcata e alla richiesta dei consumatori di veicoli meno costosi rispetto alle medie attuali. La sfida riguarda in particolare Tesla, messa sotto pressione dalla crescita dei marchi cinesi. Le case asiatiche stanno conquistando sempre più quote di mercato, nonostante i dazi imposti dai paesi del blocco occidentale e dall’Unione europea.
Musk, per il 2025, punta sul nuovo modello low cost e sulla tecnologia per la guida autonoma dei suoi modelli
Negli ultimi mesi, le quotazioni di Tesla sono salite molto a Wall Street, facendo chiudere l’anno con un rialzo del 64%. Gli investitori hanno scommesso sulla vicinanza del presidente eletto Donald Trump a Musk. Il quale verrà chiamato a far parte della squadra di governo a Washington con un ruolo di primo piano. Una crescita in Borsa sostenuta anche dall’interesse nei confronti dei progetti per le auto senza conducente.
Sul futuro di Tesla pesa l’incognita delle politiche nei confronti dell’auto elettrica da parte del presidente eletto Trump
Ma i dati sulle vendite del 2024 hanno raffreddato gli entusiasmi: le azioni hanno perso fino al 6%, con molti fondi che hanno preferito alleggerire le posizioni in attesa di capire quale sarà effettivamente la politica di Trump nei confronti delle auto elettriche. Soprattutto dopo tutte le promesse fatte alla lobby dei combustibili fossili, assai generosi nei contributi elettorali per la corsa per la Casa Bianca.
Ma non è tutto. Bloomberg ha ricordato come Tesla abbia “dovuto affrontare una serie di battute d’arresto all’inizio dell’anno, tra cui un incendio doloso nella sua fabbrica di Berlino, ritardi nelle spedizioni e un rallentamento delle vendite di veicoli elettrici in tutto il settore”. In tutta risposta Musk ha reagito tagliando del 10% la forza lavoro, incluso il personale addetto alle vendite.
Per il rilancio delle vendite, ora Tesla punta tutto sul suo nuovo modello “economico”. Musk ha garantito agli investitori di prevedere una crescita del 20-30% nel 2025 grazie al nuovo modello low cost, che dovrebbe essere svelato nella prima metà dell’anno. Anche se non ha ancora annunciato i prezzi di vendita.
Sempre secondo Bloomberg non mancano “dubbi sulla capacità dell’azienda di raggiungere l’obiettivo di crescita di Musk per il 2025, in particolare se i crediti d’imposta per i veicoli elettrici verranno ritirati sotto Trump”. Allo stesso tempo, si prevede che Trump allenterà le regole federali sui veicoli a guida autonoma, il che potrebbe avvantaggiare Tesla e i suoi robotaxi.
Belli i commenti “non male” “Tesla è in crescita” e intanto viene tagliato il 10% dei dipendenti, non male proprio non male x Tesla, male ma molto male per i dipendenti che siano di Tesla o di chichessia… e sarà sempre peggio… una volta il consumatore aveva (e avrebbe tutt’ora) un certo potere sui produttori ma ormai sembra ci siamo rassegnati e le noste scelte sono sempre più spesso orientate al Nostro massimo beneficio senza una visione d’insieme.
Non si può ragionare in termini italiani, però.
Taglia il 10% di forza lavoro con la stessa velocità con cui lo riassume e lo dico senza aggiungerci giudizi di merito: non hanno ammortizzatori sociali in USA o in China, alla minima flessione di fatturato licenziano, alla minima crescita riassumono.
Volkswagen voleva licenziare il 5% di dipendenti (in Europa!), Fiat ne ha in CIG 10.000 su 43.000 (cioè il 25% dei dipendenti è pagato da tutti noi con le nostre tasse – chi le paga) in Italia.
Se è un lettore affezionato di Vaielettrico troverà che ho scritto svariate volte da svariati anni che il conto della mancanza di visione dei vecchi carmaker europei lo pagheranno i dipendenti e l’indotto, mentre gli azionisti hanno avuto dividendi stratosferici.
Tesla aveva 128.000 dipendenti alla fine del 2022, 140.000 alla fine del 2023 (+12.000 dipendenti), del 2024 non si sa ancora, potrebbero essere -14.000 e quindi essere tornata ai livelli del 2022 (e in effetti sarebbe in linea con i veicoli consegnati).
Bosch parla di licenziare 10.000 dipendenti su 135.000 nella sola Germania, ad esempio, nonostante un fatturato di 91 miliardi di euro e un utile lordo di quasi 5 miliardi.
Tutto questo per dire che ha ragione, è triste vedere che sono (TUTTI) molto veloci nel tagliare i costi anche quando i “costi” sono “persone”.
@Guido
La cig non è finanziata con le tasse ma con contribuzione diretta a carico dell’azienda e del dipendente, in pratica si autofinanzia.
Per quanto ne so solo durante il covid è stata fiscalizzata per i settori non coperti da contribuzione (ad esempio l’artigianato).
Ora se non erro, in una forma o nell’altra, tutti i settori si finanziano.
Si tratta di valutare se uno Stato almeno parzialmente sociale sia per la generalità dei cittandini migliore rispetto ad un sistema simil-americano.
Dove credo i poveri alla canna del gas non manchino… e nonostante questo il debito pubblico USA non è molto migliore del nostro.
Posso dirlo? Qualunque sistema privilegia sempre chi ha maggiori possibilità o chi con essi è ammanicato.
La CIG è parzialmente coperta da INPS per quanto riguarda i contributi figurativi, solo parzialmente è a carico impresa. Inoltre diminuisce il tetto Irpef, quindi meno tasse, pagano di più gli altri. Altrimenti perché farla, se fosse totalmente a carico impresa, solo per avere un tetto 80% sulla retribuzione? La FIAT ne ha abusato da decenni inglobando la maggior parte dei contributi pagati da tutti gli altri lavoratori (L’INPS è perennemente in deficit che viene puntualmente ripianato, dire che si autofinanzia è utopistico)
A completare lo schifo….
Per esperienza personale, invece che per il calo di ordini, viene usata come forma di flessibilità per ovviare a macchinari vecchi e mancanza di organizzazione e di visione del lavoro.
Si rompe un macchinario? CIG…
Io dirigente mi sono sbagliato?
CIG…
E così via.
Ma è il senso di paura e di insicurezza che incute nei lavoratori, il vero successo della CIG per le aziende.
Tanto è vero che, messe di fronte ad una possibile riduzione dell’orario lavorativo, non ne vogliono sapere.
Povera Italia.
Guido,
che Fiat ed innumerevoli altre aziende ne abbiamo abusato per scaricare le proprie inefficienze sui lavoratori è un dato più che certo.
Che tante altre ne abbiano pure fatto un uso delinquenziale (vedi le note vicende di un ministro dell’attuale governo per fare un esempio) è altrettanto vero.
Ma il finanziamento, salvo il periodo covid e la cassa in deroga del dopo crisi del 2008, avviene con la contribuzione dell’azienda e del lavoratore.
Il che non significa che è pagata esclusivamente dall’azienda che ne fruisce ma dalla somma di tutte le aziende.
Che poi questo abbia conseguenze sulla contribuzione figurativa è vero, come lo è per tutti gli eventi a carico dell’inps e dell’inail (malattie, maternità, infortunio, congedi vari…).
E’ altrettanto vero che ha conseguenze sull’irpef pagata dal lavoratore in conseguenza della ridotta retribuzione.
Ah… l’80% è solo una formulazione teorica, nella realtà va bene se si arriva al 65/68% ma può essere anche molto meno.
L’uso “creativo” della CIG che per anni è stata la regola in Moto Guzzi…
Per scavallare la stagione morta, tra dicembre e febbraio… 🤭🤭🤭
Ma fatto bene eh? Da signori, pagando l’80% ammodino…
Per gli operai erano due mesi di ferie pagate. Lo sapevano perfettamente, era noto e palese il meccanismo.
Meno soldi ma due mesi “liberi” e posto assicurato tutto resto dell’anno.
Mai sentito di nemmeno mezz’ora di “agitazione” per la CIG invernale.
E per i più intraprendenti, ne conoscevo diversi alla lontana, era la proficua stagione dei “lavoretti”.
“Uh si! Telefona al Giuàn e al Lüìs che sono a casa in cassa…”
Moto Guzzi: non è una fabbrica come le altre. 😂😂😂😂
Peccato BYD, anche l’anno prossimo sarà quello del sorpasso.
Non bene ma sicuramente non male, considerando che il modello trainante (dei due che fanno il 95% dei volumi) sarà rinnovato tra pochi mesi.
Per noi consumatori la concorrenza è ottima: costringe a migliorare calando i prezzi, ben venga la concorrenza.
Sono d’accordo.
inoltre, data anche la poca offerta di Tesla, non vedo perchè dovrebbe sempre crescere. Ovvio che prima o poi i potenziali clienti si riducono anche solo perchè tanti potrebbero non trovare gratificanti prendere l’EV più diffusa.
De Meo è di parere radicalmente opposto ( https://auto.everyeye.it/notizie/luca-de-meo-previsione-incubo-prezzi-auto-elettriche-aumenteranno-40-768520.html ), ma infondo chi è in confronto a Baccarini esperto di ERP 😂.
Si scherza naturalmente, dai che siamo all’inizio di un meraviglioso 2025 per le vendite di EV 👍🏻
Sarebbe spassosissimo scoperire che De Meo si riferiva alle termiche e non alle BEV!
Si scherza, naturalmente.
Il tempo è galantuomo come lo è stato sulle previsioni spassosissime degli anni passati, vedremo, con calma e senza fretta
Non serve aspettare il futuro: De Meo l’ha detto quasi un mese fa.
Se ben ricordo il target di tesla per il 2024 era di vendere 2M di vetture, tenendo conto che nel perimetro delle vetture BEV model 3 ed Y sono “roba vecchiotta” direi che è andata piuttosto bene.
P.s. ma non era stato detto, mesi addietro, che la vettura da 25K$ non ci sarà?
Altra cosa di cui VaiElettrico non si è accorta, o non dice, è che in questo trimestre Tesla ha fatto un record di vendite. E’ la prima metà dell’anno ad aver registrato numeri bassi, ma da allora Tesla è in crescita.
“A nulla è servito il buon risultato delle consegne dell’ultimo trimestre del 2024”, è la seconda frase dell’articolo.
“buon risultato” è ben diverso da “record di vendite”.
Record di vendite a colpi di sconti e finanziamenti agevolati, in particolare in Cina. Hanno cercato di far tornare i numeri nel classico dei modi ma a scapito dei margini. Non credo sia una situazione che si possa definire positiva.
VaiElettrico dimentica il dettaglio della produzione e quindi disponibilità delle Model Y nelle ultime settimane calata progressivamente per il passaggio delle consegne alla nuova versione refresh, ormai imminente. Oppure che il settore energia è cresciuto moltissimo. Ma è più semplice buttarla in caciara con l’odiato Trump.
Tesla vende DUE AUTO Model 3 e Y e non sono nemmeno nuovissime da tirare con l’effetto novità.
Il resto è quasi come non esistesse Mo S e X sono superate dalle varie PPE, NeuKlasse, MMA tutte ad 800V. Il cibertruck è andato come è andato e non credo che nel 2025 vedremo numeri da capogiro.
Non male considerando che ha venduto solo due modelli poco interessanti, cioè un suv con i giorni contati per via dell’atteso restyling e una sedan, tipologia che in pochi ormai vogliono. Probabilmente andrà meglio con il restyling della MY e con l’attesa uscita del modello più compatto ed economico. Aggiungerei il successo della propria rete di ricarica Supercharger. Beh, non male