Una “batteria da accumulo” più potente, con un inverter solare che non era presente nelle precedenti versioni. Tesla ha presentato la nuova versione della sua batteria domestica, ora disponibile anche sul mercato italiano.
Non solo auto elettriche. Tesla, nel suo “catalogo”, mette a disposizione anche batterie che accumulano l’energia elettrica da poter utilizzare all’occorrenza. Si tratta di Tesla Powerwall 3, batteria di ultima generazione. E come funziona? Si tratta di una “batteria domestica” con inverter che consente di accumulare energia e di renderla disponibile quando serve, un sistema completo, pronto all’uso e integrabile anche negli impianti fotovoltaici già funzionanti.
Le caratteristiche tecniche di Tesla Powerwall 3
Annunciata a settembre 2023, Tesla Powerwall 3 è una batteria di accumulo con inverter solare. Un sistema completo che permette di accumulare l’energia extra proveniente dall’impianto fotovoltaico o dalla rete e di utilizzarla quando necessario. Di notte, ma anche in caso di blackout o nei momenti di maggior consumo. Per esempio di sera mentre oltre ad alimentare l’intera abitazione occorre avere una disponibilità di energia per ricaricare l’auto elettrica.
Rispetto alla generazione precedente, Tesla Powerwall 3 è molto più potente, fino a 11,04 kW di erogazione continua contro i 5 kW di Powerwall 2. Mentre non cambia – fra i due modelli – la capacità , pari a 13,5 kWh. L’inverter solare integrato, assente nell’antecedente versione, ha una efficienza di conversione del 97,5%, tra i valori più alti del settore.
Tesla garantisce la Powerwall 3 contro la polvere e la pioggia. E anche contro le alluvioni
Ma di quali dimensioni stiamo parlando? L’altezza è 110,5 centimetri, è larga 60,9 cm e profonda 19,3 cm. Il peso pari a 130 kg. L’intervallo di temperatura dichiarato da Tesla va da -20° C a +50° C: è quindi possibile installarla senza problemi sia in ambienti chiusi che all’esterno delle abitazioni. Da segnalare anche la garanzia del produttore di resistenza alla polvere e alla pioggia, anche in caso di alluvioni con acqua alta fino a 60 centimetri.
Come gli altri modelli, Tesla Powerwall 3 si gestisce tramite l’app dedicata che permette di regolare varie impostazioni. Per esempio, si può tranquillamente scegliere la funzione “ricarica con fotovoltaico“. In pratica, si utilizza solo l’energia prodotta in eccesso dal proprio impianto fotovoltaico.
La funzione “Scudo Tempesta” contro i black out
Oppure, la funzione Scudo Tempesta. Il programma che la controlla si connette direttamente ai servizi meteorologici: quando sono previsti di temporali carica automaticamente la batteria al 100% da qualsiasi fonte disponibile. Per poter fornire sufficiente energia utile in caso di blackout.
Tesla Powerwall 3 costa 6.900 euro più IVA, a cui vanno aggiunti anche i costi del gateway (l’EPS, un dispositivo che si attiva in caso di mancanza di energia elettrica (820 euro più IVA). A parte anche l’intervento di installazione (da parte di un tecnico certificato Tesla). È possibile ordinarne fino a 3 insieme. Ovviamente dal sito web di Tesla.
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I contro che non lo dice mai nessuno solo un sito l’ha detto e che non è compatibile con gli ottimizzatori!
E’ soprattutto interessante per due categorie di utenti:
– chi ha già un’auto Tesla o vuole comprarla (perchè si integra perfettamente con la Wallbox Tesla – che è una delle più economiche su mercato – e ovviamente con l’APP Tesla che controlla la macchina, la wallbox e la batteria)
– chi ha il fotovoltaico, dato che avere a bordo un inverter solare (che quindi prende in ingresso corrente continua da pannelli) evita di prenderne uno separato e già gestisce l’integrazione con tutto i resto.
Al contrario, se non ho fotovoltaico, pago inutilmente un inverter con capacità solare che non mi serve, così come pago l’integrazione con l’ecosistema Tesla che magari non ho (e si paga caro…), ci sono soluzioni BYD che costano la metà e sono modulari.
Ricorda Apple: se hai un iPhone è più facile tu abbia un iMac e un Apple Watch per i vantaggi dell’integrazione, difficilmente si paga (decisamente caro) quello che altri brand fanno, sarò diplomatico per non fare partire una diatriba Apple-Android, non peggio (un Pixel o un Samsung S25/25 hanno ben poco da invidiare ad un iPhone, parere personale).
Tra parentesi e non per caso se pensiamo al grado di diffusione Apple negli USA, gli iPhone in abbinamento con Apple Watch permettono una grande integrazione con Tesla (Apple Watch può comandare l’auto esattamente come il telefono) o aprire il baule (grazie all’ultra wide band che funge da chiave) semplicemente posizionandosi davanti con un pacco o delle sporte in mano (che la macchina vede con la telecamera).
Neanche un cenno alla chimica usata.
Sono LFP, che hanno meno problemi a rimanere cariche al 100%
Tesla purtroppo è sempre molto avara di dettagli tecnici, anche per potersi permettere di vendere il prodotto cambiando qualsiasi cosa a loro piacimento, se dichiarassero la chimica poi dovrebbero fornirti quella o sarebbe truffa, l’unica cosa che devono rispettare, invece, è la capacità e la potenza di scarica, il resto è totalmente a loro discrezione. Succede anche per le macchine, la potenza effettiva NON è dichiarata (solo le prestazioni di accelerazione e velocità massima), così come NON è dichiarata la capacità delle batterie nei dati tecnici, soltanto l’autonomia minima garantita secondo la certificazione WLTP.
La mia, ad esempio, a fronte di un dichiarato 0-100 di 5.6 secondi, montando il motore posteriore della Performance perchè prodotta in un periodo in cui avevano eccessi di quel tipo di motore, in realtà ha più accelerazione del dichiarato e 239kW a fronte dei 215kW delle altre, stesso modello.