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Tesla-Nissan, il duello a emissioni zero entra in casa

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Il sistema Powerwall di Tesla
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Tesla e Nissan sono le prime due case automobilistiche a sfidarsi, oltre che sulle strade a suon di auto elettriche, anche nelle nostre abitazioni. Offrono infatti un intero sistema di autoproduzione e stoccaggio di energia, sia per la ricarica dei veicoli, sia per gli usi domestici. E’ una soluzione che i più ritengono inevitabile in proiezione futura. Ma la convenienza, oggi, è molto controversa.

Il sistema Tesla si chiama PowerWall _ oggi nella versione 2 _ e si basa su un accumulatore domestico da abbinare a un impianto fotovoltaico, un inverter e una colonnina di ricarica permettendo di stoccare l’energia prodotta in eccesso nelle ore diurne per poi rilasciarlo in quelle notturne per soddisfare il fabbisogno di casa, ma anche per fare il “pieno” gratis all’auto elettrica.
Stessa architettura generale per il Nissan XStorage, sviluppato dalla casa nipponica in collaborazione con l’azienda specializzata nelle energie pulite Eaton Corporation. Quello di Nissan è un vero e proprio ecosistema elettrico sostenibile perché concepito per connettersi alla rete in modo bidirezionale secondo la tecnologia Vehicle to grid (V2G). In pratica accumulatore domestico e batteria auto possono anche “dialogare” con la rete, cedendole energia nei momenti di massima richiesta e quando l’elettricità prodotta e accumulata non sia tutta utilizzata per l’autoconsumo. Ai due sfidanti si aggiungerà presto Renault che ha annunciato una nuova divisione, Renault energy services, per produrre e commercializzare sistemi di accumulazione e ricarica domestici bidirezionali, sul modello della consociata Nissan.  Renault, che dispone di 100 mila batterie auto usate, ha anche messo a punto con Connected Energy stazioni di ricarica pubbliche per auto elettriche alimentate da cabine di accumulatori “di seconda mano”. Ma vediamo in dettaglio le caratteristiche tecniche delle due offerte già sul mercato.

XStorage di Nissan

Tesla Powewall ha una capacità di 13,5 kwh, una potenza di picco di 7 kw e 5 kw continui, un peso di 122 chili e dimensioni di 115 centimetri in altezza, 75 in larghezza, 15 in profondità. Acquisto e installazione costano 10 mila euro circa (12 mila dollari di listino). Chi avesse necessità di maggiori prestazioni può raddoppiare i moduli integrandoli tra loro.
XStorage di Nissan parte da una capacità di 4,5kwh con potenza in uscita di 3,6 kw, pesa 37 chili comprensivi di inverter ibrido, misura 112 centimetri in altezza, 89 in larghezza e 18 in spessore. Prezzo a partire da 4 mila euro installazione compresa. Come abbiamo visto è bidirezionale: può assorbire energia dalla rete o da pannelli fotovoltaici, può cederla alla rete se in eccesso, dialoga con gli impianti domestici o col sistema di ricarica dell’auto elettrica scegliendo le opzioni migliori per massimizzare i risparmi. In Europa è già stato venduto in 1.000 esemplari; in Italia dovrebbe essere commercializzato a breve.

La scelta di Tesla e Nissan di spingersi “oltre” l’auto elettrica pura ha precise motivazioni industriali. Per la casa americana si tratta di saturare la capacità produttiva della mega fabbrica di batterie Gigafactory appena inaugurata in Nevada e che, a regime, nel 2020, potrà equipaggiare 500 mila modelli Tesla (oggi sono poco più di 50 mila quelli venduti ogni anno). Nissan, invece, utilizzerà per il suo sistema XStorage 12 moduli batteria riciclati dagli accumulatori usati delle sue Leaf. Sulle auto, infatti, le batterie vanno sostituite dopo circa 6 anni, quando però hanno ancora una capacità vicina all’80% di quella originale. Un calo, questo, che risulta ininfluente nel rapporto peso-potenza quando le batterie non devono “viaggiare” ma possono essere stoccate a casa o addirittura in esterno. La domanda più ovvia è: conviene investire sulle proposte di Nissan e Tesla? Rispondere non è così semplice. Vediamo perché.
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