Si delinea il piano-prodotti della Tesla: una volta ultimata la ‘salita’ produttiva del Model 3, a fine 2018, verrà lanciato il Model X, un cross-over le cui consegne dovrebbero iniziare nel 2019. Seguirà nel 2020 il super-prestazionale Roadster. Ma in parallelo prosegue lo sviluppo del camion Semi e anche del pick-up.
I connotati del camioncino
Elon Musk non ha trascorso un Natale inoperoso: con i suoi tweet ha tracciato il futuro della Casa di Fremont, spesso rispondendo a una pattuglia scelta dei suoi milioni di follower. Punto primo: si farà il bizzarro pick-up, il camioncino di cui Musk aveva mostrato un bozzetto il 16 novembre 2017, in occasione della presentazione del camion Semi. <Muoio dalla voglia di farlo>, ha confidato lo stesso Musk, senza precisare se il design ricalcherà lo strano sketch dato in pasto al pubblico, cosa che al momento appare altamente improbabile. Più attendibile sembra un’altra informazione fornita dal fondatore della Tesla: le dimensioni saranno “leggermente superiori” a quelle del Ford F150, che è uno dei prodotti di riferimento nel mercato nord-americano della categoria.
Probabile che Musk si riferisca alla versione-base del modello della Casa di Deaborn, lungo 5,4 metri e largo oltre 2, ma ne esistono altre declinazioni fino a 6,3 metri di lunghezza. Quel che è certo è che Musk annuncia di voler fare qualcosa di mai visto prima, cosa che per la verità si propone con ogni Tesla.
Dopo Model S e X, ecco la Y
Ma la notizia più importante data da Musk riguarda l’avanzamento del progetto Model Y, ovvero del cross over (diciamo una via di mezzo tra un Suv e una station wagon) che starà al Model 3 come il Model X sta al Model S. Ovvero: dal pianale di due berline sportiveggianti, tradizionali nelle architetture, si ricavano due modelli che strizzano l’occhio al pubblico che ama avere più spazio e una guida più rialzata. La strategia è giusta e già collaudata da tanti costruttori tradizionali: si parte con modelli molto costosi, ma di grande immagine, creando l’interesse anche in una fascia di pubblico più vasta, quella dei “vorrei ma non posso”. E quando il marchio si è consolidato, si lanciano modelli meno costosi, dal fascino quasi intatto, ma alla portata di più tasche. Non pensate comunque a un’auto modesta: la Tesla Model Y avrà dotazioni importanti, tra cui le portiere ad ali di gabbiano già in uso sulla Model X. Dovrebbe essere presentata di qui a un anno e consegnata a partire dalla seconda metà del 2019, ma non è escluso che l’ansia di bruciare le tappe porti Musk ad accelerare il programma. Il prezzo dovrebbe essere per l’Europa da almeno 60 mila euro in su.
Tante prenotazioni per il Semi
Intanto sembrano correre le prenotazioni per il Semi, il grande camion che Tesla non consegnerà prima del 2019 e che sopra potete rivedere in un breve filmato (in inglese) . La lista degli acquirenti si allunga settimana dopo settimana e comprende già grandi nomi come Pepsi Cola, Walmart, Meijer, DHL, Fortigo, Anheuser Busch, Hunt, Ryder: negli Usa si prenota on-line con una prima caparra di 5 mila dollari, cui deve seguire entro 10 giorni un secondo bonifico di altri 15 mila dollari. Il prezzo finale è stato fissato in 150 mila dollari per la versione base, che promette un’autonomia di 300 miglia, quasi 500 km. Con un’autonomia annunciata di 500 miglia, circa 800 chilometri, il prezzo sale a 180 mila dollari, che diventano 200 mila se si vuole possedere un esemplare della Founders Series, la ‘serie dei fondatori’. Al momento, viste le dimensioni e le potenze di cui si parla, appare persino un listino a buon mercato. E’ evidente che i primi acquirenti stanno pensando anche a un discorso di immagine, con il pensiero rivolto ai loro clienti: i camion dei grandi magazzini Walmart, per esempio, solcano in continuazione le strade d’America e sarebbe motivo di vanto poter dire che almeno una parte della flotta è a emissioni zero.