Tavares insiste: le auto elettriche? Elitarie, fuori portata per la classe media. Le parole del n.1 di Stellantis in un incontro con Luca De Meo, n.1 Renault.

Tavares insiste: la classe media non se la potrà permettere
I due top manager si sono confrontati a Versailles in un evento organizzato dalla stampa francese. Da una parte il colosso Stellantis, con i suoi 15 marchi, dall’altra Renault, con i suoi 5 brand. E tra i tanti temi trattati, il passaggio all’auto elettrica, con le scadenze volute dall’Unione Europea e quella che i media francesi chiamano “la mannaia del 2035“. Ovvero l’addio alle auto benzina e diesel voluto da Bruxelles. Tavares non ha usato mezze misure: “Se i veicoli elettrici sono costosi, resteranno elitari, la classe media non potrà accedervi, e avremo un problema di stabilità sociale. A proposito: se non otteniamo volumi sufficienti, non avremo nemmeno alcun impatto sul pianeta“. De Meo è apparso d’accordo con il collega-concorrente, ma con un distinguo: a suo parere l’industria dell’auto riuscirà a “democratizzare il veicolo elettrico”. In parole povere: a renderlo meno costoso, cosa che la Renault promette di fare con la R5 in arrivo nel 2024.

“E così dobbiamo inseguire i cinesi, partiti 10 anni prima di noi”
Per una volta, però, il dito non è stato puntato contro Bruxelles. Tavares, a sorpresa, ha accusato (pur senza citarlo) un concorrente come Volkswagen, protagonista di uno scaldalo come il Dieselgate: “L’intero nostro mondo ha perso credibilità il giorno in cui si è verificato questo evento con uno dei nostri concorrenti tedeschi. Tutti abbiamo pagato il prezzo, così come la società tutta”, ha detto. Evocando un autogol dell’Europa nell’imboccare una strada in cui c’è solo da inseguire i concorrenti cinesi: “Gli europei, ben sapendo che i cinesi avevano iniziato 10 anni prima di loro, hanno stupidamente seguito i loro regolamenti. Poi abbiamo aperto una porta aperta alle loro esportazioni. E la trappola si è chiusa sulla nostra industria”. Tavares ha spiegato di avere creato una grande galassia come Stellantis anche per abbassare i costi e restare competitivi con l’industria cinese. Ma ha messo le mani avanti:“Non dovremo sorprenderci, in futuro che i produttori europei continuano a ridurre i propri costi in modo molto significativo”.
Tavares insiste e crea una sua lobby, il Forum della libertà di movimento
Marcia indietro sull’elettrico, dunque? La medicina è amara, ma i due top manager sembrano rassegnati a trangugiarla e ad accelerare la conversione: “Stiamo andando molto, molto velocemente”, ha ammesso De Meo. “Stiamo andando a tutto gas”, gli ha fatto eco Tavares. Una marcia da lavori forzati, piuttosto che un viaggio di piacere . Ma il secondo è apparso polemico e scatenato, mentre il top manager italiano è apparso molto più cauto, forse perché ha lo Stato francese come suo primo azionista. Nel tentativo di ribaltare una rotta che sembra ormai tracciata, Carlos Tavares vuole creare un “Forum della libertà di movimento”, a cui Luca De Meo ha dato la sua adesione. Forse un modo per creare una nuova lobby che lavori con più energia contro la UE, dopo che Stellantis ha lasciato l’Associazione storica dei costruttori europei, ACEA. Non senza polemiche.
Partendo dal presupposto che un ibrida costa nettamente meno di un elettrica sorge più di qualche dubbio, visto e considerato che ha più del doppio delle tecnologie messe assieme, quindi la domanda sorge, non è che vogliono incassare al massimo a scapito della classe bassa 🤔🤔
Facessero auto pensate per il ceto basso, vedrate che poi i numeri si raggiungono, se no state fermi sulla banchina a vedere i cinesi di turno prendere il freccia rossa 🤷🤷
Con l’entrata in vigore della normativa Euro 7 prevista nel 2025 difficilmente i motori endotermici di nuova generazione prodotti quest’anno saranno in grado nei prossimi 3 anni di ottemperare i limiti di emissioni.
Chi oggi sta progettando un motore endotermico per il 2025 sapendo che poi non ammorterà l’investimento tecnico e tecnologico negli anni successivi?
È più remunerativo pagare sanzioni o crediti verdi alla concorrenza. Concorrenza che sarà rappresentata dagli stessi azionisti, ovvero ci sarà Renault che verserà i crediti verdi alla sua concorrente elettrica Renaulution, Stellantis a Maserati che verrà scorporata e così via.
Un flusso di crediti dalla società che produce le endotermiche e le ibride verso quella che produrrà solo le elettriche senza perdere capitale che passa da una società all’altra.
La sola strategia per far convivere entrambe senza fare la scelta di Sophie e regalare soldi alla vera concorrenza.
Curioso che questi personaggi si incontrino a Versailles per dirci che non sono in grado di produrre auto per la classe media (strano, io non sono per niente ricco ma possiedo un’auto elettrica tra l’altro).
Durante la convention alla Reggia di Versailles ad un certo punto è finito il pane e Tavares ha detto “dategli le brioche” per caso?
Il vero guaio è che se su certe problematiche non si trova alla svelta una soluzione efficace, Si finirà col buttar via il bambino assieme all’acqua sporca. E sarebbe veramente un peccato.
Tavares ha ragione, le elettriche costano troppo.
Tavares ha torto: le elettriche costano troppo per colpa sua e di quelli come lui che hanno deciso di erigere muri anzichè mulini a vento quando ha cominciato a soffiare il vento del cambiamento.
Se Tesla riesce a costruire macchine che sono il riferimento e riesce a farlo con un margine triplo dei concorrenti (i “car maker” che qualcuno diceva aspettassero il cadavere di Musk passare e poi l’hanno visto sfilare a bordo di una Yacht lungo 300 metri) non significa soltanto che Musk è capace, ma anche che loro non lo sono affatto.
Perchè se Tesla decidesse di marginare solo il 10% che fanno Audi, BMW e Mercedes, venderebbe le sue macchine con lo sconto del 20% rispetto al prezzo attuale: non lo fa perchè tanto la richiesta è superiore alla capacità produttiva e intanto fa cassa, tanta cassa, infiniti guadagni che investe.
Tavares parla in extracorporeo, come se il problema delle auto elettriche citycar fosse causato da altri: invece ne è largamente corresponsabile insieme ai suoi predecessori e omologhi.
Loro hanno creato la divisione, loro la risolvano!
Esatto.
Non è così semplice non fare la fine di Kodak, Nokia, ecc. quando sei un incumbent.
Se ti muovi troppo presto perdi un sacco di soldi e vai contro il tuo vecchio business, se ti muovi troppo tardi perdi il treno e sei condannato all’oblio.
Per questo motivo le nuove tecnologie vengono quasi sempre introdotte da nuovi player a scapito degli incumbent.
Io penso ci sia dell’altro. Gli incumbent spesso sono guidati da dinosauri incapaci di innovare o che sfornano poche innovazioni e ottimizzazioni all’anno. Molto banalmente, il modello di vendita di Tesla perché non è stato proposto prima dagli altri? Davvero in un mondo in cui Bezos (e quindi Amazon) domina, con gli acquisti online che fanno chiudere i negozi fisici, era difficile immaginare un modello di vendita online con consegna a casa del cliente, tagliando i costi della concessionaria? Lo fanno i sitarelli italiani di vendita di auto usate online, sarebbe così difficile farlo per gli altri?
L’incumbent dorme sugli allori. Perché ad esempio se Tesla tira fuori l’auto elettrica non inizia subito a investire in batterie e chimica e resta a guardare? Io credo che la lezione di Nokia sia servita: in tanti ambiti (penso all’elettronica di consumo) la competizione c’è, i produttori di auto sono dinosauri che dormono sugli allori. Mentre nel mondo abbiamo assistito ad un calo dei prezzi in generale, loro solo gli unici che li hanno aumentati anno dopo anno: qualcosa che non va c’è …
Scusate il totale off topic ma … Paolo Mariano? E’ un mese che non scrive nulla o sbaglio? Come sta? E la sua ID3? Paolo non farci preoccupare, se ci sei batti un colpo … Chi sa qualcosa parli, altrimenti scrivo a chi l’ha visto …
Mi sembra che stia una bellezza…
https://youtu.be/2jVG6DK6CWk
Tra l’altro il video tocca uno spunto tecnico molto interessante. Temo purtroppo, come ho già visto leggendo i commenti su YouTube, che tutti si concentreranno sul dito e cioè che il signor Paolo da casa sua a Milano ha usato la taycan col cappello, la pipa ricurva e il cane di plastica con la testa che ciondola appoggiato sul cruscotto. Invece è molto molto molto interessante vedere la differenza di consumo fra due motorizzazioni di potenza diversissima a sostanziale parità di lavoro. Mi fa venire in mente un sacco di domande e in qualche modo conferma (se ce ne fosse bisogno…🤭🤭🤭😎😎😎😉😉😉) un sacco di mie teorie.
oh, dai, meno male, grande Paolo. Bello il confronto, sarebbe stato bello portarlo anche qui sul sito …
Paolo è vivo e attivo su Instagram, Youtube etc. ed è sempre costretto a girare con automobili che noi mortali sogniamo solo ricorrendo alla melatonina (e mescalina) in giro per le dolomiti e altri paradisi terrestri…
Vero, vero … ma forse è meglio così, ti immagini a guidare quelle auto fantastiche e poi tornare a guidare la propria auto “normale”? Non te la godi più … 😉
bha
Tavares o fa “melina” o è scemo ..
spero nella prima
la piattaforma EV PSA imho è la più equilibrata e completa sul mercato
dai minivan cittadini ai minisuv alle utilitarie
con percorrenze accettabili
inoltre i prezzi reali ,non quelli a listino,
sono migliori delle tedesche e coreane ,comparabili con le cinesi ;
forse perchè la piattaforma è stata sviluppata inizialmente insieme ai cinesi ?
my 2 cent di speranza per il futuro
anche se all’Italia è rimasta la componentistica dell’auto
lavorare per Stellantis ,Tesla ,VW o per i cinesi ..
oramai è la stessa cosa
basta che si lavora
-Se i veicoli elettrici sono costosi, resteranno elitari, la classe media non potrà accedervi, e avremo un problema di stabilità sociale.“-
Onestamente mi è difficile non essere d’accordo, del resto è qualcosa che qua e là ho detto anch’io più volte.
Però c’è un però: le automobili le fanno i costruttori. E al di là di tutto quello che legittimamente si può dire ccrca le contingenze del momento e circa il fatto che per molti versi siamo ancora all’inizio, non mi sembra che si stiano sbattendo notte e giorno per andare a coprire la fascia nazionalpopolare con prodotti acquistabili se non proprio da tutti quantomeno da quasi tutti…
Sbaglierò… 🙄🙄🙄
Tavares ha difficoltà a tagliare i costi dell’elettrico. Nei prossimi 12 mesi dovrebbero uscire la Panda elettrica, la Topolino elettrica, la 600 Elettrica, l’Abarth 500 e 600 entrambe elettriche. I prezzi si presume saranno popolari (Panda forse con base in comune con Citroen C3). Il problema è che i cinesi riescono ad offrire di più a meno.
Ma Tavares non la dice tutta: non cita Tesla. E’ vero che per come è messo il gruppo Stellantis Tesla ad oggi non è un competitor diretto, ma con l’uscita della Model Q ci saranno impatti sul gruppo, ovvero se e quando Tesla deciderà di scendere di fascia (e Tesla è capace di grandi salti, guardate il “gradone” che passa tra Model S e Model 3 in termini di prezzo) allora saranno dolori. Stellantis non riesce a primeggiare in nessun settore dell’elettrico: non primeggia per prestazioni, per autonomia, per prezzo o per tecnologia. Insegue e anche a grande distanza.
Inoltre ad oggi Stellantis riesce a vendere le elettriche solo legandole al legame affettivo degli acquirenti per la versione termica: dalla 500e, alle Peugeot elettriche fino alla Maserati Folgore sono tutte versioni elettriche di equivalenti auto termiche di successo. Un’auto 100% elettrica ancora non c’è.
L’altro grosso problema di Stellantis è che le sue auto a benzina sono molto richieste, pure troppo. In America latina ad esempio Fiat domina, regina incontrastata delle vendite. E anche Toyota dimostra numeri alla mano che i volumi maggiori nel mondo si fanno ancora oggi senza auto elettrica (ma domani cambierà!). Inoltre la clientela di Stellantis è attenta al prezzo (a differenza di quella VW, abituata a pagare somme folli pur di avere auto “premium”) e quindi è molto difficile per Stellantis far digerire prezzi premium alla sua clientela (non ci riesce con Alfa Romeo, figuriamoci con la Fiat Panda).
Il problema gigantesco di Stellantis è che deve convertire per legge una quota enorme del suo parco venduto all’elettrico già molto prima del 2035: per lei convincere la clientela allo switch sarà impresa durissima, soprattutto ora col caro elettricità. De Meo ha gli stessi problemi in Renault ma preferisce non uscire allo scoperto perché ha in teoria già in mano 2 auto “pronte”: vedremo la sua R5 e la sua R4 quanti utenti convinceranno, è una scommessa dove si gioca tutto …
L’europa produttiva ha perso il treno, ma arriveranno tutte le vetture. Personalmente vivo in Italia e non mi preoccupo.
L’ho già scritto in un’altra occasione:
È plausibile che il mezzo che riuscirà a conciliare le due tecnologie sarà un veicolo ibrido nel quale la componente elettrica sia del 70% e la restante sia termica.
In questo modo solo sulle lunghe percorrenze e alle alte velocità la parte termica andrà a ridurre drasticamente i consumi elettrici.
Mantenendo regimi pressoché costanti e portando al massimo il rendimento del motore termico.
Esattamente il contrario di ciò che viene fatto ora.
Si otterrebbe probabilmente anche un aumento notevole delle autonomie medie con batterie di medie dimensioni e un medio piccolo motore termico.
2 motori per spingere 1 auto? Così Tavares può dormire tranquillo? Per quanto mi riguarda con quello che guadagna può farsi qualche notte insonne……
Più che altro i due aspetti da considerare sono:
1) Sulle lunghe percorrenze è dove si ha il massimo vantaggio in termini di CO2 risparmiata ad andare in elettrico, specialmente se l’elettricità è stata prodotta da fonti rinnovabili. Quindi utilizzare il secondo motore per i percorsi lunghi è un controsenso ecologico.
2) Tredici anni sono tanti in termini di evoluzione del mercato e possibilità di riduzione dei costi. Dal punto di vista produttivo se non ce la faranno i produttori europei il mercato sceglierà prodotti esteri. Che ci sia il ban al 2035 o meno, difficile che la quota di mercato di motori caldi (anche ibridi) sia particolarmente alta in Europa, forse un po’ meglio andrà nei paesi produttori di petrolio, soprattutto se si ridurranno le esportazioni e rimarrà capacità produttiva inutilizzata. In ogni caso mi pare che Tavares si stia sperticando un po’ troppo per un pugno di noccioline: la storia che oggi si vendono bene le termiche non significa che lo scenario al 2035 sia lo stesso di oggi, anzi si può dire con ragionevole certezza che le cose tra 10-15 anni saranno ben diverse, sperabilmente per il meglio. Sta a Tavares farsi trovare pronto, a meno che… la sua sia la solita visione a corto termine del classico AD moderno che guarda agli obiettivi legati ai bonus (max 5 anni?)
“a tutto gas” ???
La risposta ce l’ha dentro… e però è sbagliata! LOL!
La seconda che hai detto.