Il Regno Unito ha aumentato le tasse sulle plusvalenze per le aziende del petrolio e del gas. I fondi raccolti serviranno per finanziare la transizione energetica. Il provvedimento era stato promesso dal Partito Laburista quando era all’opposizione. L’aliquota è passata dal 35 al 38%.
Potrebbe sembrare una differenza di poco conto, trattandosi di 3 punti percentuali. Ma non c’è dubbio che si tratti di un provvedimento che va incontro allo “spirito dei tempi”. Non per nulla, il governo guidato da Keir Starmer l’ha presentato come “un aiuto per finanziare la transizione del Paese verso un’energia più pulita“.
L’incremento dell’imposta sulle plusvalenze lorde delle compagnie petrolifere e del gas che operano in Gran Bretagna è stata inserita nel bilancio autunnale del Regno Unito. E rimarrà in vigore fino al 2030: sei anni fondamentali per il destino “climatico” del mondo. Aumentare le tasse sui profitti di petrolio e gas è un modo per sostenere gli incentivi alle rinnovabili e in generale gli aiuti alla green economy.
“Le tasse sugli utili del petrolio e gas aiuterà la Gran Bretagna a diventare una superpotenza dell’energia pulita”
Il che spiega un’altra dichiarazione del governo laburista. Il provvedimento “aiuterà a fare del Regno Unito una superpotenza dell’energia pulita. Mentre le compagnie petrolifere e del gas contribuiranno maggiormente a sostenere la transizione energetica”.
Inoltre, il governo ha affermato di aver rimosso l’indennità di investimento “ingiustificatamente generosa” del 29% della cosiddetta imposta sugli utili energetici per le spese ammissibili a partire dal 1° novembre 2024.
Tuttavia, trattandosi di un governo “riformista”, l’aumento della tassa ha le sue mitigazioni. Le compagnie petrolifere e del gas “potranno dedurre l’intero valore dei loro investimenti di capitale in nuovi progetti dal loro reddito imponibile nel primo anno“. Una mossa volta a “fornire certezza e supportare una transizione energetica stabile“.
Inoltre “il governo consulterà all’inizio del 2025 su come il regime fiscale del petrolio e del gas dovrebbe rispondere agli shock dei prezzi una volta che l’imposta sugli utili energetici terminerà nel 2030″.
La tassa sugli extraprofitti del governo Draghi
Va anche ricordato che a introdurre la tassa sulle plusvalenze era stato il governo conservatore. L’imposta al 25% era stata approvata nel maggio 2022, in seguito all’impennata dei prezzi dell’energia dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’imposta è stata successivamente aumentata al 35% nel novembre 2022 e prorogata di un anno nel marzo 2024. I laburisti l’hanno ora portata al 38%.
Una mossa analoga (la tassa sugli extraprofitti) era stata tentata dal governo Draghi. Ma diversamente dall’esecutivo di Londra, aveva scelto di tassare non gli utili ma il “maggior margine sull’imponibile Iva”. Una formulazione a lungo contestata e che si è arenata nei ricorsi delle società di settore. E bocciata, in una sua parte, dalla Corte Costituzionale.
Nonostante il mezzo fallimento, l’ex presidente del Consiglio non demorde. Nel suo rapporto sulla competitività europea, Draghi è tornato a chiedere investimenti per arrivare alla net zero economy al 2035, così come previsto dalla Ue. Un messaggio chiaro messaggio alla lobby dei fossili perché faccia la sua parte.
Cioè fatemi capire: in Italia dovremmo tassare le compagnie petrolifere che poi quel tre per cento lo vanno a recuperare sui clienti alla pompa di benzina, passando quindi di conseguenza un poveraccio che ha la Panda di seconda mano e non può cambiarla perché non ha una lira, per poi dare un contributo a chi compra, guardando i dati di vendita delle BEV, Volvo, Porche e Tesla elettriche (quindi gente con buone possibilità di spesa)?
Io capisco tirare acqua al proprio mulino ma volete proprio che tutti odino le elettriche per sempre? Di questo passo tutti si sposteranno a destra negando persino l’evidente cambiamento climatico pur di abbattere ogni possibilità che le elettriche si diffondano.
Secondo voi la gente Comune odia le bev perché disinformata o perché sono, in grandissima parte, il segno del benessere di un parte della popolazione che a molti è preclusa?
“Non vale lo stesso discorso per una Lamborghini a benzina?”
Certo che vale e infatti quanti odiano quelli che viaggiano con dei macchinoni? Solo che quei ricchi non hanno mai chiesto soldi ai poveri (o per lo meno non direttamente, magari li fregano in altro modo) per le loro Mercedes da 200.000 euro, il mondo BEV invece li pretende!
Dobbiamo cambiarla questa mentalità o possiamo metterci una pietra sopra a questa rivoluzione.
Chiunque ritiene che la propria idea sia buona per cambiare il mondo (sapere quante belle pensate ci sono in giro?) ma se comincia con “siccome inquino meno datemi un contributo oh voi che sporcate il mondo”, immediatamente c’è una crisi di rigetto.
Il costo dell’energia in UK è andato fuori controllo per un anno ed è ancora 2.5 volte quello pre crisi. In bolletta si stanno pagando i fallimenti delle organizzazioni indipendenti che avrebbero dovuto monitorare per il parlamento, ovviamente troppo impegnate a pagare stipendi per capire cosa stava succedendo.
Tutto bello, ma senza ancora alcuna prospettiva di riduzione dei costi per i consumatori da qui al 2030.
Sarebbe anche per noi una mossa molto intelligente e sensata.
purtroppo il governo italiano viaggia CONTROMANO rispetto a quello inglese…
GIUSTO!!!!