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Tamara e la sua missione impossibile con la Mini Cooper SE

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Tamara mini cooper se

Ecco la cronaca del viaggio di Tamara e della sua missione impossibile a bordo della Mini Cooper SE.  Benchè tutti noi la sconsigliassimo,  Tamara ha affrontato un viaggio dal Friuli a Livigno (quasi 500 km, e nelle peggiori condizioni atmosferiche) con alle spalle appena due settimane di pratica. Ha impiegato il doppio del tempo strettamente necessario, ma ce l’ha fatta. E già al ritorno, il 14 gennaio, si è compiaciuta dei progressi fatti grazie all’esperienza maturata in precedenza. Complimenti Tamara e millemila km alla spina.

Ho una Bev da due settimane: arriverò fino a Livigno?

                                             di Tamara Aprato

In gennaio ho inviato alla redazione di Vaielettrico il seguente questito: “Sono entratata da due settimane nella  mobilità elettrica acquistando una Mini Cooper SE e mi ritrovo a programmare un viaggio da Monfalcone (GO) a Livigno (SO): ce la potrò fare vista la mia poca esperienxa in elettrico?”

Oggi sono qui a raccontare la mia testinonianza.

L’andata: una moltitudine di colonnine fuori servizio

Partiti alle 7,30 del mattino da Monfalcone, io e mio marito, mio figlio minore la mia cagnolina Vaniglia e una parte dei bagagli che sono riusicta a farci stare, ci siamo diretti verso la prma tappa del nostro viaggio: l’autogrill di Gonas (UD) per far colazione e incontrarci con altre due auto dei miei figli (una benzina e una diesel).

Dopo un breve caffè ci siamo divisi. Loro sono partiti con la loro andatura e io ho impostato il cruise control a 100 km/h per mantenere il consumo sotto controllo. Non avendo fatto il passante di Mestre perchè a mio parare era poco conveniente, mi sono fermata a Marcon (Ve) ad effettuare la prima ricarica.

Tamara e la sua Mini Cooper SE/ L’elenco delle ricariche (e dei tetativi di ricarica) del primo giorno: 7 gennaio andata da Monfalcone a Livigno

La seconda ricarica era prevista, secondo la app ABRP, sul Lago di Garda, ma temendo di non arrivarci, ho avuto l’infelice idea di uscire dall’autostrada a Verona alla ricerca di una colonnina fast.
-La prima indicata dall’app non l’ho trovata.
-La seconda di EnelX non mi faceva partire la ricarica.
-Ho quindi optato per una colonnina in AC fuori da un supermercato. Sfruttando l’occasione per fare un po’ di spesa e mangiare un panino. Abbiamo caricato dal 23% al 48% e siamo ripartiti in cerca di una colonnina veloce.
-Ho trovato una colonnina Volvo Powerstop indicata dall’app, che avrebbe dovuto essere compatibile con la mia carta Mini Charging ma niente da fare, non sono riuscita a caricare.

A questo punto sono rientrata in autostrada ma avevo perso già un sacco di tempo e l’autonomia non era molta. La tappa successiva era una colonnina EnelX subito fuori dal casello di Desenzano. Sono arrivata con grandi aspettative ma nemmeno questa era funzionante.

Come dicono dalle mie parti: mai mollare!

Ho provato ad attivare un abbonamento Enel X per togliermi il dubbio che la carta Mini charging non fosse funzionante. Purtroppo nemmeno con quello sono riuscita a sbloccarla. Ho chiamato l’assistenza di Enel per chiedere se riuscivano a risolvere il problema ma nemmeno loro, da remoto, sono riusciti a farla funzionare.

A quel punto l’autonomia era veramente bassa ed io ho cominciato a temere che la scelta di effettuare un viaggio così impegnativo con la mia poca esperienza fosse stata un azzardo, come molti mi hanno indicato. Ma, come dicono dalle mie parti, mai mollare!

Ho visto che a Montichiari (BS) c’era una colonnina fast di A2A nel parcheggio della fiera e sono partita sperando non ci desse problemi: era la mia ultima chance dopodiché sarei rimasta a piedi.

Grazie al cielo l’ho trovata ed era perfettamente funzionante! Ho caricato dal 7% al 95% in 46 minuti. Purtroppo con tutto il tempo perso a cercare una colonnina seria erano ormai le 16.45 e la strada era ancora lunga.

Tamara mini cooper se
Tamara e la sua Mini Cooper SE/ finalmente un “pieno” dopo tre tentativi di ricarica andati a vuoto

A questo punto si è seduto accanto a me mio figlio che con la tecnologia è sicuramente più in gamba di mio marito. Da lì in poi mentre io guidavo lui monitorava la strada da fare, le colonnine disponibili e mi dava delle dritte.

L’aiutino dei figli nativi digitali con le App

Inoltre i miei figli maggiori e le loro ragazze hanno iniziato ad inviarmi la posizione di tutte le colonnine che incontravano lungo il percorso.

Da lì in poi è filato tutto più liscio, abbiamo solo trovato una colonnina fast occupata, quindi abbiamo dovuto caricare lo stretto necessario a Piancogno (BS) su una colonnina lenta per ripartire poi in direzione Aprica dove c’era una colonnina fast BeCharge. Arrivati tranquillamente, fatta la ricarica e ripartiti alla volta di Bormio dove c’era un’altra fast sempre di BeCharge che ci avrebbe fatto affrontare il passo per arrivare a Livigno con l’autonomia sufficiente ad affrontare la salita e le temperature sempre più rigide.

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Ore 23: eccoci a Livigno dopo sedici ore di viaggio

Siamo arrivati a Livigno attorno le 23.00 dove abbiamo trovato i miei figli festanti ad accoglierci in strada festeggiando l’obiettivo raggiunto.

Con l’esperienza dell’andata, al ritorno è filato tutto liscio

Al ritorno abbiamo sfruttato le colonnine che ci avevano fatto arrivare a destinazione all’andata così da evitare ulteriori problemi. Inoltre la prima parte del percorso era praticamente tutta in discesa, fatta eccezione per la salita per arrivare ad Aprica.

 

 

Le ricariche del ritorno: 4 soste brevi, tutte riuscite, e un rabbocco a destinazione, il giorno successivo.

Siamo arrivati a casa a metà pomeriggio.

Diesel congelato: la gita a Tirano si fa in auto elettrica

Voglio inoltre sottolineare che nella settimana a Livigno, abbiamo usato la mia Mini per i piccoli spostamenti locali anche durante delle intense nevicate e si è comportata alla grande. È stato piacevolissimo guidarla soprattutto sui passi di montagna.

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Tamara e la sua Mini Cooper SE/ Ricarica con presa Shuko nell’autorimessa della struttura ricettiva di Livigno

Nella struttura che ci ha ospitato avevo un posto auto in garage con una presa Schuko a disposizione (più che sufficiente per le mie esigenze).

Inoltre un giorno siamo andati alla stazione di Tirano per fare il giretto con il trenino rosso del Bernina e avremmo dovuto andare con la macchina diesel di mio figlio. Fatto sta che al momento di partire il diesel si era congelato, così siamo andati con la mia.

Ora sono sicura: non esiste il viaggio impossibile

Questo viaggio mi ha permesso di capire come l’autonomia di un’auto elettrica – tema al centro di molte discussioni – non sia un ostacolo. Ciò che mi ha reso perplessa è la presenza di numerose colonnine fuori servizio in città anche molto rinomate per il turismo, vedi Verona. Credo che l’elettrico sia ormai un’alternativa più che certa per qualsiasi persona e qualsiasi tipo di viaggio. L’elettrico ti permette di goderti di più il percorso, sentirti maggiormente immerso nell’ambiente circostante.

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20 COMMENTI

  1. 16 ore: mia moglie dice che mi avrebbe ucciso se le avessi fatto fare un viaggio così:) Bene, comunque, che la lettrice si sia divertita e che abbia visto il viaggio come una sfida. E la narrazione è sicuramente simpatica e positiva.

    Detto questo, a parte le perplessità sull’itinerario scelto che, con un’auto a bassa autonomia, era molto peggiore di quello a nord via A4 – A28 (solo 404 km) in luogo di quello che passa per Mestre scelto dalla lettrice, e tralasciando che le soste non erano granché programmate, ma quanto cavolo costa la Mini Cooper SE? Quasi 40.000 Euro per una vettura sì carina, ma adatta alla città ed ai suoi dintorni, quando con 5.000 Euro in più si compra una Tesla Model 3. Ok, gli incentivi fino a 42.700 Euro etc… Ma allora sono illogici i criteri per l’attribuzione degli incentivi perché, senza quelli, comprare una Mini invece di una Tesla sarebbe assurdo.

    PS: non c’è alcuna critica, so che quando la lettrice comprò la Mini la Tesla costava parecchio di più di adesso.

    Secondo PS: a @Guido Baccarini che è bravissimo in questi report o ad altri Teslari. Se hai tempo, quanto ci avresti messo con la tua Model 3 a fare questo viaggio ovviamente rispettando i limiti di velocità (anche seguendo l’itinerario delle lettrice)? La mia impressione è che, facendo l’A4-A28, ti sarebbe bastata una sosta di 40 minuti o giù di lì ed invece sarebbero servite un paio di soste su quello di Tamara e comunque che saresti stato appena sopra le 7 ore, ma sono appunto curioso.

  2. E brava la mia corregionale. Sono molto felice che tu non abbia ascoltato i miei consigli e che alla fine sia riuscita a farcela. Mi fai ricredere persino sui limiti della mia Mokka-e, o forse dovrei dire miei. Complimenti anche ai tuoi familiari che ti hanno supportata perchè non è da tutti. Mia moglie alla prima colonnina fuori servizio sarebbe andata in panico totale per poi prendersela col sottoscritto.
    Comunque la situazione delle colonnine fuori servizio sta diventando l’unico vero ostacolo ai viaggi in EV. E’ peggio della mancanza stessa di colonnine perchè il farci affidamento invano porta a sprecare kWh e tempo preziosi come nel tuo caso. Mentre se non ci fosse stata saresti semplicemente andata diretta a quella funzionante

  3. Complimenti Tamara, mi ricordi il mio primo viaggio con la mia E-UP:
    1° agosto 2020 S. Michele a/A (TN) – Orbetello (GR) Tutto strada statale (consuma molto meno e c’è meno traffico) con 4 ricariche e un paio di deviazioni involontarie totalizzando 625 km dalle 05:00 alle 19:45. Il ritorno è andato molto meglio. Che avventura!!!
    Secondo me, soprattutto con l’auto elettrica, sono da rivalutare le strade secondarie, sia per i consumi, sia per la tranquillità di guida, godendosi anche il viaggio.
    Buon elettrico!

  4. È una mia impressione o qualche anno fa’ quando le Fast erano quasi tutte EVA+ di Enel bene o male funzionavano tutte mentre ora è un terno al lotto?!
    Ricordo di un viaggio in C-Zero da Lecco alla Campagna (Salerno) in poco più di un giorno…. Chademo e 14 kWh netti di batteria…

  5. Complimenti Tamara, grande determinazione.
    In molti passaggi del tuo racconto mi sono rivisto nel mio primo viaggio elettrico da Roma alla Sicilia (se sei interessata puoi leggerlo qui https://www.vaielettrico.it/un-principiante-elettrico-in-500e-da-roma-in-sicilia/)
    Dopo le prime difficoltà tutto cambia e vedrai che dell’elettrico ti rimarranno sono gli aspetti piacevoli e la certezza di aver intrapreso la strada giusta per il bene dell’ambiente e dei nostri figli.
    Ancora complimenti!!

  6. Grande Tamara Adventure!
    Il top sarebbe stato raggiunto con un video delle espressioni del marito 😂
    Si scherza, complimenti ancora per lo spirito d’avventura

  7. certo che un viaggio di 500km fatto in 16 ore sembra un viaggio della speranza, e lo dico da possessore di ev!

    ammirevole la tenacia, ma personalmente non butterei mai un giorno di ferie per fare 500km.
    da questa testimonianza si ha l’ennesima conferma, questa mini per la città è perfetta, appena fuori no.

    • Io direi che la Mini va benissimo anche sulle lunghe distanze pur di conoscere i punti dove ricaricare senza problemi! Infatti il ritorno l’ho fatto nei tempi normali di percorso. I miei figli con le loro termiche sono arrivati quasi insieme a me: il tempo che io ho perso per fare le ricariche loro lo hanno speso in un centro commerciale…

  8. “A questo punto si è seduto accanto a me mio figlio che con la tecnologia è sicuramente più in gamba di mio marito. Da lì in poi mentre io guidavo lui monitorava la strada da fare, le colonnine disponibili e mi dava delle dritte.” Scusate, premetto che non sono polemico, ma come avrebbe potuto aiutare il figlio ad evitare le colonnine non funzionanti e, mi par di capire, non segnalate come tali, durante il viaggio?

  9. Un avventura pazzesca!!!
    Come quelli della trasmissione “nudi e crudi” da veri Survivor (-listi)…… Però in versione urbana/ autostradale!!!

    Un’avventura alla Indiana Jones, alla ricerca della colonnina perduta….e con l’aiutino da casa come nella famosa trasmissione, grazie ai figli andati avanti in avanscoperta come nei veri film di guerra!!!

    Si sono corsi rischi estremi, sì…di rimanere a piedi e dover chiamare il carroattrezzi , un’avventura non per tutti…..
    Che tristezza….

    • Il rischio lo corri sempre, esistono guasti di varia natura ed esiste la possibilità di rimanere senza carburante anche con una termica!!!

  10. Brava!! Ecco il bello della vita…non è azzardo ma coraggio e determinazione…ma, il gasolio oggi non è trattato per sopportare le basse temperature? Comunque 1 a 0 x l’elettrico!! Chissà se venisse una colata artica come nell’ 85…da queste parti tanti ma veramente tanti rimasero a piedi x gasolio congelato…

  11. Tamara i miei più sinceri complimenti. Nella mia vita ho fatto diversi viaggi al limite dell’impossibile e ho avuto persone che hanno scommesso contro di me: quelle scommesse le ho vinte tutte, sempre. In effetti è una bella botta di autostima.

    Solo un appuntino, piccolissimo, come lo facessi a mia sorella: quella del figlio che è più tecnologico del marito. Tamara non si fa, anche noi mariti abbiamo un cuore e soffriamo per queste cose … 😉

    • Ma va la’… .-)
      Anch’io sono un marito, ma brucio tutti nella mia famiglia, in fatto di tecnologia: moglie , figli, nipoti e compagnia cantante. e ho 60 anni. Questione di passione e predisposizione ad imparare cose nuove. E non sono un ingegnere nè iformatico di professione.

  12. Complimenti anche da parte mia, mi è sempre piaciuto chi non molla mai, anche se devo dire che hai giocato un po’ d’azzardo visto la poca esperienza con la tua Mini. Però, come dico sempre anche io, chi non si butta non potrà mai godere della vita. Aspettiamo altri racconti di viaggi estremi.

  13. Tamara, rinnovo i miei complimenti per l’impresa e per la determinazione che hai mostrato nel portare a termine il tuo obiettivo; vedrai che questo tipo di esperienza ti sarà d’aiuto per il prossimo viaggio.
    Un saluto

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