Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha ospitato l’incontro con talent-e, azienda italiana che produce kit di conversione per trasformare gli scooter termici in elettrici.Â
Talet-e è un’azienda attiva nel settore della green economy e della eMobility che ha immaginato una transizione alla mobilità elettrica dolce. Una transizione che non prevede di sostituire i veicoli a benzina con quelli elettrici, ma di trasformare i ciclomotori, sostituendo il motore termico con uno a zero emissioni.
Talet-e nei giorni scorsi ha portato questa visione a Roma, al MIMIT. All’incontro, presieduto da Federico Eichberg, Capo Gabinetto del Ministero, hanno partecipato Simone Mori e Marco Dau, rispettivamente Presidente e CEO di talet-e, e di Alessandro Moroni, dirigente della Divisione IX Mobilità Sostenibile del ministero. Giuseppe Scognamiglio, CEO di Eastwest, ha introdotto l’iniziativa, sottolineando il valore strategico del progetto.
Talet-e. come funziona il Kit?
Al centro del progetto c’è un kit universale che permette di convertire veicoli tradizionali con motore termico in ciclomotori elettrici. Questa innovazione è applicabile a diversi modelli di veicoli di categoria L, rendendola una soluzione versatile e accessibile. Universale ma non ancora per tutti. Ad oggi infatti l’omologazione è stata ottenuta per: SH 150 commercializzati dal 2009 in poi, Liberty 150, Beverly 300 e Vespa 200GTS (MY04). L’obbiettivo però è quello di aggiungere ogni anno almeno 12 Kit per altrettanti veicoli commercializzati dal 2009 in poi.
Scendendo un po’ più nello specifico della dotazione. Il motore del kit Talet-e non altera la potenza del veicolo originale e di conseguenza la categoria originale (L1 o L3). Per quanto riguarda il pacco batterie invece abbiamo due pacchi non rimovibili da 1,5 kWh ciascuno e opzionali altri due da 0,75 kW rimovibili. Le batterie sono batterie agli ioni di Litio LiFePO4.
Il ruolo del MIMIT e le prospettive di Talet-e
Durante l’incontro, il Capo Gabinetto Federico Eichberg ha enfatizzato l’importanza di progetti come quello di Talet-e, capaci di offrire risposte concrete alle sfide ambientali attuali. Talet-e, da parte sua ha intenzione di ampliare la lista dei modelli ai quali si potrà adattare il kit e da inizio 2025 aprirà un centro di conversione a Roma. Nei mesi successivi l’idea è quella di espandersi anche a Milano, Genova, Bologna e Torino.
Avanti con queste fesserie da figli di papà , è questa la via per l’evoluzione della mobilità .
IMBARAZZANTE come la panda di AG.
Ma come si può anche pensare di incetivare queste idiozie non lo capisco, senza senso da ogni punto di vista. Mantieni in circolazione mezzi di 20 anni kittandoli con dei sistemi con autonomie imbarazzanti e prestazioni altrettanto inqualificabili.
Posso essere d’accordo sul prezzo del retrokit rispetto a quello di un veicolo nuovo, ma tecnicamente cosa ci sarebbe di sbagliato nel tenere “in circolazione mezzi di 20 anni” ? Non è come mantenere un’auto dove spesso carrozzeria e interni invecchiano piú velocemente della parte meccanica..
Provo a indovinare: prezzo: 5600€ per il 125 che nuovo costa 5500€.
Sì sì, sicuramente un investimento che ha senso!!!
la prima trasformazione di uno scooter termico in elettrico la abbiamo fatta qui dove lavoro nel 2001. Uno scooter Peugeot Rapido al quale è stato tolto il motore termico e tutto quello che riguarda e sostituito con un motore in cc da 24 V 1 kW. Elettronica di gestione e di potenza tutta progettata e costruita in house da noi. Lo scooter funziona ancora oggi, lo teniamo come pezzo da museo; certo sono da sostituire le batterie al piombo gel , due da 12V in serie, ma si è trattato di un esercizio di studio per esplorare il campo di quello che si credeva il futuro. Sono passati 23 anni, il futuro è arrivato ma se non scendono i prezzi no si avrà ulteriore espansione, i numeri resteranno risibili
Ok tutto molto bello, ma mancano un paio di cifre per distinguere una notizia utile da comunicato stampa e propaganda ministeriale: quanto costano il kit, il caricabatterie e la conversione? L’ho cercato sul loro sito (ok sono giornalista, ma poteva farlo anche qualunque “contributor”), e leggo: “Stiamo lavorando per contenere il costo della conversione, comprensivo delle spese di installazione e collaudo in c.a 2.500,00 € IVA inclusa”. Ovvero un prezzo superiore al valore di gran parte degli scooter usati compatibili (a.meno che non abbiano pochi anni di vita, ma a quel punto sostituire un motore termico seminuovo è un non senso sul piano economico, tanto varrebbe acquistare uno scooter elettrico già in origine).
Insomma, al di là dei proclami (un po’ di visibilità a un capo di Gabinetto non si nega mai), mi sfugge la sostenibilità nella conversione di un Beverly o.un SH di dieci anni che sì, da quel momento avrà costi di gestione, manutenzione trasmissione (forse) e assicurazione inferiori, ma presumibilmente andrà incontro allo stesso tempo a maggiori esigenze manutentive su altri componenti (forcelle, cuscinetti di sterzo, ammortizzatori, alcune parti elettriche, freni etc) comuni anche al più affidabile degli scooter (come i due che ho citato) e che non sono toccati dall’applicazione del kit.
A parità di categoria, con gli incentivi, costa come il nuovo elettrico. Che senso ha?
Spoiler: nessun senso.
Solo per ciucciare un po’ di contributi a fondo perduto e poi lamentarsi che la loro idea non è stata apprezzata dal pubblico (mica fare autocritica, sia mai).
L’abbinamento batterie fisse + batterie estraibili prevede ancora che queste ultime possano ricaricare le prime come una specie di range extender ? (vedi articolo precedente https://www.vaielettrico.it/retrofit-vespa-e-scooter-ecco-talet-e-e-sonoelettrica/)
Approvo la scelta della chimica LFP sperando che non incida troppo sull’autonomia.