Nella Legge di Bilancio 2025 il Governo vuole tagliare 4,6 miliardi al Fondo Automotive, creato nel 2022 ed inizialmente dotato di 8,7 miliardi, con l’obiettivo di supportare la conversione tecnologica dell’industria automotive. La novità arriva proprio nel giorno in cui esplode la crisi della Volkswagen. Stupore e apprensione manifestano l’associazione dei costruttori Anfia e l’associazione Motus-E, che rappresenta la filiera della mobilità elettrica.

La sorpresa nella Legge di Bilancio 2025. Anfia e Motus-E: “A rischio un’eccellenza italiana”
Durissima l’Anfia che ha espresso il proprio «sconcerto» per la scelta di «decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il fondo automotive destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera». Si tratta di «un’inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in maniera clamorosa l’importante attività che lo stesso governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e che annulla i mesi di intenso lavoro del Tavolo Sviluppo Automotive». Rischiando addirittura di mettere «seriamente a rischio la sopravvivenza di un’eccellenza italiana».
Il taglio nel mezzo di un “trasformazione obbligatoria epocale”. Ridimensionamento o sarà “profonda frattura”
Ricorda infatti che l’ automotive è il principale settore manufatturiero italiano con 270 mila addetti e oltre 100 miliardi di euro di fatturato. Ed è l’unico «a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni».
Conclude perciò auspicando di vedere «fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento». In caso contrario, minaccia, «questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera e il governo».
Secondo Motus-E l’intenzione del governo, «in un momento decisivo per il settore, chiamato a compiere una transizione tecnologica indispensabile per preservare la propria competitività a livello europeo e globale» alimenterebbe «un clima di incertezza sulla visione industriale del Paese». Le conseguenze di una decisione del genere «sarebbero gravissime per l’occupazione e per le prospettive dell’industria nazionale, che necessita del pieno supporto delle Istituzioni per poter innovare e affrontare con fiducia le sfide del futuro».
Sindacati a Palazzo Chigi il 4 novembre
Anche i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per un taglio pari all’80% delle risorse e chiedono «una convocazione ufficiale da parte della Presidenza del Consiglio, con la partecipazione delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, dei vertici di Stellantis e delle aziende della componentistica». Convocazione a Palazzo Chigi arrivata a stretto giro per lunedì 4 novembre.
Come sempre lanciano slogan su Instagram e poi, alla prova dei fatti, fanno il contrario di quello che dicono… e quindi….
Eh, che dire … la guerra e quindi le armi costano. Dopotutto si sta tagliando ovunque, nella sanita’ pubblica, nell’istruzione pubblica, nella manutenzione ordinaria di strade ed infrastrutture pubbliche al di fuori dei progetti PNRR, negli stipendi, nelle pensioni, etc etc, e nei bonus ed incentivi vari. Questo taglio quindi magari non e’ solo figlio della ben nota avversione di qs esecutivo all’auto elettrica, ma forse e’ solo austerita’ da economia di guerra…
“forse e’ solo austerita’ da economia di guerra…”
toglierei il “forse” …
han tagliato anche gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina?
ah, no?
allora…no, non è economia di guerra,
è avversione ideologica e mancette elettorali.
solo che questa ci costerà MOLTO cara,
qui non è in gioco l’elettrificazione dell’automotive,
qui è in gioco proprio l’automotive e tutto l’indotto.
CVD: https://www.ilmessaggero.it/economia/l_italia_dirotta_su_navi_aerei_militari_4_6_miliardi_destinati_automotive-8446120.html
Economia di guerra? Yoshke bhe dai ce lo chiede Draghi e che lo chiede pure Ursula … non possiamo mica dire di no 🙂
Hanno fatto benissimo a tagliare i fondi. A chi erano destinati? ad un costruttore che ha deciso di delocalizzare completamente la produzione al di fuori dell’Italia e poi viene a chiedere soldi allo stato e mette in cassa integrazione i dipendenti degli stabilimenti italiani mentre contemporaneamente assume da altre parti. Mi sa che qui i ciechi siete proprio voi. La decisione segue la vergognosa audizione di Tavares in cui tutte le promesse sono state disattese. Soldi da dare ai benestanti che vogliono comprarsi un’auto elettrica non ci sono, se ve la volete comprare ve la pagate a prezzo pieno con i vostri soldi. Se questo comporta la fine della transizione vuol dire che questa transizione nei fatti non è mai cominciata, perchè non in grado di autosostenersi, altro che confronti senza senso tra cavallo e motore a scoppio e discorsi altrettanto insensati su una presunta nuova tecnologia (la prima automobile elettrica è del 1867)
” presunta nuova tecnologia (la prima automobile elettrica è del 1867) ”
non è che lei sig. Petrucci è rimasto un po’ indietro? la chimica dei materiali, le tecnologie dei motori elettrici ? ma lei si illumina con le candele in casa o usa l’elettricità e gli elettrodomestici ?
se non fossimo andati dietro agli interessi dei produttori petroliferi per 150 anni forse il pianeta non sarebbe a questi livelli di imminente disastro (era meglio avere altri Nikola Tesla e T.A. Edison a disposizione !!)
Quanto a Tavares e suoi predecessori (da Gianni Agnelli in poi) … lasciamo perdere !
Lei si deve preoccupare che i soldi siano investiti in produzioni che portino benefici a lungo termine e non piccoli, deboli vantaggi nel presente; restare a produrre caffettiere con le ruote ci porta fuori dai mercati mondiali del prossimo futuro, perché comunque i nostri modelli non saranno appetibili neppure per i mercati sottosviluppati (africani, sud-americani ) per i problemi dei costi eccessivi. Noi europei siamo obbligati a confrontarci con le migliori tecnologie, altrimenti diventeremo presto insignificanti… Ma le risorse non vanno usate per gonfiare bilanci di aziende decotte ..
Se in Cina fanno BEV a prezzi 7/8000 euro (perfettamente compatibili con i bilanci delle attuali famiglie italiane) … dobbiamo impegnarci per raggiungere lo stesso livello… non sarà affatto facile… magari dovremo perseguire nuovi accordi commerciali con la Cina ed USA (perché a farsi la “guerra” commerciale ci perdiamo veramente tutti).
ps. la fine della “transizione energetica” è la transizione “a peggior vita”… il clima già adesso da dimostrazione di quanto ci aspetta… inondazioni, siccità, carestie non saranno scene in TV di paesi lontani… ma già adesso son cronaca locale.
@Carlo
veramente il “Fondo Automotive” non è esclusivamente rivolto all’elettrico,
ma alla transizione ecologica del settore automotive
e riguarda TUTTO il comparto, non solo Stellantis.
Se lo studio tecnico che hai sul tuo pianerottolo nel tuo condominio
non riceve più commesse per disegnare e progettare chessò, lo specchietto retrovisore oppure il piantone dello sterzo,
non c’entra nulla l’elettrico, ma quello studio va in crisi,
chi ci lavora va in crisi
non compra più la pagnotta
e va in crisi anche la panetteria,
e il molino che produce la farina, e l’agricoltore che produce il grano.
non è difficile da capire,
essendoci passati almeno DUE VOLTE negli ultimi 15 anni
(crisi mutui subprime e crisi degl iapprovvigionamenti post pandemia).
comunque se preferisci puoi continuare a vomitare bile contro l’elettrico, ci mancherebbe,
se non poi tra qualche anno lamentarti che il PIL non cresce più e siamo in recessione: tranquillo, se oggi non semino è CERTO che domani NON RACCOLGO.
qui sembra che gli unici due investimenti siano
il ponte sullo stretto
e il nucleare modulare:
vedi un po’ tu che credibilità hanno, in quanto tempo, chi coinvolge e prova a immaginare come finirà per TUTTI.
Io non vomito bile contro l’elettrico in sè ma sul green deal e su tutto l’impianto nirmativo che ha portato a questo disastro, e, soprattutto, sull’unico costruttore in italua cgd ga deciso di chiudere tutto e delocalizzare. Visto che tanto perderemo tutto ugualmente non ha senso continuare a foraggiare un settore morto
ci restano sempre le mutande di pizzo
il turismo
la pizza
e il pizzo di stato che diventa feudale
a quando lo jus primae noctis?
su cosa “investire” ?
l’indotto automotive italiano specializzato
in freni
cerchi in alluminio
sedili
sospensioni
tappezzeria
stampi per plastiche
non servono all’auto elettrica ?
e se poi qualcuno “nuovo” si specializza in motori elettrici ?
che ne dite di semplificare la normativa fino a 100km h
e lasciare fare le city car agli artigiani e non all’industria ?
un pò come si assembla un PC
Di una cecità imbarazzante, questa decisione.
Ah, ecco!
Non sono incompenti.
Sono dei sicari.
Chi è il mandante?
il popolo italiano
quando vota populisti che promettono fantasie e si accaparrano risorse….
troppi decenni dietro a politiche antisociali…
Li metterà da parte per AUMENTARE I SUSSIDI AI FOSSILI.
L’ultimo anno gliene hanno dati per 64 miliardi.
Aspetto la legge di bilancio definitiva, perché non posso crederci: si tirerebbero addosso le ore di mezza Italia, quella che conta, non può essere, interessa una sola cosa, i voti, qui si perdono a mani piene.
Dai, non può essere… Vero…?
Oddio, ormai in Italia si producono ben poche auto e gli operai sono la metà del tempo, se non di più in cassa integrazione, che credo sia fuori dal conteggio dei sussidi… Potrei sbagliare su questo.
Forse meglio usare i soldi in altro modo, visto che Stellantis l’Italia l’ha già abbandonata da un pezzo.
L’indotto, i pochi componenti rimasti.. pensavo a quelli.
Vero è che per almeno 30 anni i meccanici e tutto il mondo che ci gira intorno (ricambisti) avrà da lavorare… perchè si aggiusterà qualsiasi cosa, nello stato in cui ci troveremo.
a breve le uniche vetture aggiustabili saranno quelle che ci son tanti esemplari in circolazione (non a caso la lista delle più vendute coincide con la lista delle più rubate per saccheggio di componenti)
tra pochi anni la carenza di componentistica prodotta in Europa / Italia e la carenza di componentistica di origine asiatica (interruzione catene di fornitura ) farà si che ci dovremo preoccupare di riparare le biciclette….
ora esco e vado a cercare un bravo maniscalco….
@Guido
A vedere cosa votano, quanti votano e quanti no… direi quasi che fanno bene.
Sempre più dell’idea che gli italiani (in generale ma non tutti, eh!) abbiamo grossi deficit cognitivi.
Salve, per questo governo e’ meglio investirli in armamenti, magari a emissione zero !!
Ci siamo vicini… Leonardo+ Rheinmetall+ Iveco sono chiamati a costruire il prossimo carro armato europeo…. Che magari non uccide nessuno con gli scarichi 💨 .. ma solo con le armi di bordo 😉