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Il green deal dei tabloid inglesi: l’ambientalismo svolta a destra

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Se in Germania una fetta della comunictà scientifica attacca Angela Merkel per aver puntato troppo sull’auto elettrica, e lo fa in nome di un ambientalismo ancor più spinto (e controverso)  che guarda all’idrogeno, i temi ambientali cominciano invece a far breccia anche in alcune roccaforti del capitalismo più conservatore. Nel Regno Unito, per esempio, perfino i tabloid più conservatori hanno ingaggiato una campagna mediatica contro i cambiamenti climatici e pro ambientalismo.

Mano leggera sul piano Johnson

Quando il premier Boris Johnson ha presentato il suo piano green in 10 punti, in novembre, i giornali popolari britannici sono stati sorprendentemente acquiescenti. Perfino in relazione all’annunciato stop alle auto termiche a partire dal 2030. Il che è tutto dire per organi di stampa che fino all’anno scorso hanno cavalcato il negazionismo climatico, difeso la filiera del petrolio, negato l’origine antropica del surriscaldamento globale e inneggiato alle politiche pro fonti fossili della vecchia amministrazione Usa.

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Il premier britannico Boris Johnson

La stampa britannica ha una indiscussa reputazione di partigianeria. Tabloid come The Sun e The Daily Express, saldamente schierati a destra, non hanno cambiato linea politica. Da novembre scorso, però, sembrano prender atto di una crescente preoccupazione dell’opinione pubblica per il riscaldamento globale, assolutamente trasversale alle ideologie politiche.

«E’ un voltafaccia di proporzioni enormi», ha detto James Painter del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford. Forse indotto dalla traumatica esperienza della pandemia, paerticolarmente devastante nel Regno Unito.

Il Daily Express è semore stato uno dei media più scettici nei confronti della scienza del clima, pubblicando l’inciesta “100 ragioni per cui il riscaldamento globale è naturale”. Il Sun, addirittura, ha ospitato i corsivi dello scrittore James Delingpote editorialista di punta del sito americano ultraconservatore Breitbart News. Delingpole incolpa l’Unione europea per aver causato il cambiamento climatico.

Ora The Daily Express sta conducendo una campagna per agevolazioni fiscali sui pannelli solari mentre The Sun offre suggerimenti per aiutare i lettori a ridurre le loro impronte di carbonio. Delingpole è stato msso a tacere.

La stampa di destra scopre la crisi climatica

Qui di seguito un grafico che contabilizza il numero di articoli dedicati alla crisi climatica da parte dei principali gionali britannici. Evidente l’impannata di interesse da parte della stampa di area tory.

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Gli ultimi sondaggi della società di ricerche  YouGov mostrano che i britannici sono ora più preoccupati per l’ambiente che per la criminalità o l’immigrazione. In ottobre ha rilevato che il 56% dei pro Brexit voleva che il Regno Unito guidasse il mondo nella lotta al cambiamento climatico. La consapevolezza del problema è cresciuta mentre il governo si prepara a ospitare a fine anno i lavori del COP 26 a Glasgow, in Scozia.

Il leader carismatico che fa la differenza

A parere di molti osservatori internazionali tutto ciò dimostra una cosa: l’ambientalismo non è necessariamente un’ideologia di sinistra. E quando i suoi valori vengono cavalcati da un leader carismatico conservatore, come è Boris Johnson, può far breccia anche fra gli elettori di destra.

Tuttavia, fanno notare gli esperti, l’approccio degli elettori di destra e dei media che lo rappresentano è più orientato ai comportamenti virtuosi dei singoli individui o dei singoli Paesi, con una sorta di nazionalismo ambientalista. I giornali di sinistra come The Guardian o Independent trattano invece l’argomento con un’attenzione maggiore alla cooperazione internazionale e al ruolo dei mercati globali.

Dale Vince, che ha fondato la multiutility green Ecotricity, sostiene che «non importi quale partito, quali giornali, quali aziende entrino a far parte di questo programma. Dobbiamo dare il benvenuto a ognuno di loro».

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4 COMMENTI

  1. La bussola del futuro sostenibile ha bisogno di risorse, ma ancor di più di idee condivise, chi fa soldi per fare soldi non è interessato a niente altro che ai soldi.

  2. No, per niente… Non mi aspetto atteggiamenti positivi di chi fa finanza per fini strettamene speculativi, anzi, probabilmente in gioco di fare soldi e solo soldi, non porta mai niente di buono per tantissime persone, interessi collettivi, ambiente compreso.

  3. Altro che conversione, è puro interesse. Scaricano un asset che tra poco non renderà più. Si faranno promotori dell’ambiente ma è solo questione di interesse economico e speculazione. Hanno fiutato l’affare e non gli frega niente passare da una parte all’ altra. Del futuro dopo di loro, non gli frega niente, tutto a breve medio termine. Altro che illuminati… Affare da aggredire.

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