La svolta “green” è dietro l’angolo. Il 50% degli italiani, infatti, pernsa di acquistare un’auto elettrica o ibrida entro i prossimi 2 o 3 anni. Lo dice Findomestic nel suo report di settembre (leggi anche). Dallo studio emerge anche che l’acquisto on line dell’auto è una prospettiva ancora lontana ma, se per il 73% degli italiani il concessionario è imprescindibile per l’intero processo d’acquisto, per il restante 27% è preferibile affidarsi al web.
Il Focus dell’Osservatorio Mensile Findomestic di settembre dedicato al mercato dell’auto e realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra, evidenzia la nuova tendenza ambientalista degli italiani. Gli intervistati preferiscano soprattutto i motori ibridi (37%) rispetto a quelli completamente elettrici (13%) e a quelli alimentati a GPL (13%). Il motore diesel raccoglie il 17% delle preferenze e, nonostante il clima avverso, piace di più delle alimentazioni a benzina verso le quali, invece, si orienta il 15% del campione.
Passione e comfort contano meno
“Gli incentivi stanno certamente dando una spinta al mercato – ha commentato Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – ma il nostro Osservatorio fotografa anche una sincera e rinnovata attenzione verso le tematiche green tanto che l’impatto ambientale è oggi uno degli elementi che conta di più nella scelta d’acquisto della prossima auto, al pari di prestazioni, piacere di guida e comfort”.
Oltre il “green”, prezzo e sicurezza
Tralasciando il prezzo, le dotazioni di sicurezza – rileva l’Osservatorio Findomestic – risultano il driver che maggiormente incide nella scelta d’acquisto: a prestarci attenzione è oltre un intervistato su due (55%). Al secondo posto, in ascesa, l’“impatto ambientale” che con il 45% di preferenze risulta avere la stessa importanza di parametri consolidati nella scelta d’acquisto come “prestazioni e piacere nella guida” e “comfort”. L’attenzione alla tecnologia è minore (38% delle risposte) mentre la marca dell’auto non è poi così importante: fa la differenza solo nel 27% dei casi.
Auto ibride, queste sconosciute
Quasi la metà degli intervistati (46%) ha intenzione di cambiare auto ma non tutti nel breve termine: il 27% pensa di acquistarne una entro un anno, il 19% invece entro 2 o 3 anni. L’’82% dichiara di essere informato sui nuovi modelli. Gli appassionati veri e propri sono il 22%, il restante 60% si informa saltuariamente. Ma la maggior parte dei consumatori non sembra avere le idee chiare sulle nuove e più gradite motorizzazioni ibride: solo il 20% afferma di conoscere la differenza tra le mild, full, e plug-in, il 43% ne ha un’idea vaga e il 37% ha confessato candidamente di non capirci nulla.
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Queste indagini sono ridicole. Per esempio, la metà della popolazione sono donne e la parola motorizzazione per loro non ha alcun significato. Il principale driver è il colore.
Avranno condotto lo studio interrogando gli amici al bar.
Lei è rimasto al vecchio detto “donne al volante….”. Via, si modernizzi
Le ibride sono sulla carta l’uovo di Colombo secondo molti, in particolare chi non può caricare a casa e deve fare i conti con l’infrastruttura non ancora sufficientemente diffusa per le elttriche. Purtroppo l’esistenza di tanti tipi di ibride, tra cui molte furbette e al limite del greenwashing, temo farà pentire molti di quelli che decideranno di acquistarle, in particolare coloro che hanno dichiarato di non capire bene le differenze e che saranno in balia dei venditori. Ora ciò che conta di più è la disponibilità di modelli elettrici, la rete può diventare capillare molto velocemente, al crescere della domanda. I concessionari preferiranno vendere le ibride perché necessitano di maggiore manutenzione, quindi maggior fatturato per loro e maggiori spese per i proprietari.
Analisi molto lucida: il termine “ibrida” è troppo generico, dentro ci stanno auto che fanno in elettrico poche centinaia di metri e altre, le plug-in, che arrivano anche a 60 km. In mezzo c’è il mondo. E soprattutto in mezzo c’è il cliente sprovveduto, a cui è molto facile ingarbugliare ancor di più idee già confuse.