I “sussidi ambientalmente dannosi”, aiuti pubblici a imprenditori e cittadini che causano emissioni inquinanti responsabili del cambiamento climatico pesano sul bilancio dello Stato per 24,2 miliardi di euro. Gli ultimi governo hanno tentato – invano – di tagliarne una parte per girare le risorse a servizi pubblici essenziali. Ci penseranno gli obblighi contenuti nel Pnrr.
Con la transizione ecologica al centro delle politiche economiche e ambientali, il tema dei Sussidi ambientalmente dannosi (SAD) sta guadagnando sempre più attenzione. Un bilancio di quanto pesano, a chi sono destinati e come potrebbero cambiare è al centro di uno degli ultimi report dell‘Osservatorio dei conti pubblici. Legato all’università Cattolica di Milano, è guidato da Carlo Cottarelli, già ai vertici del centro studi della Banca mondiale e poi commissario alla revisione della spesa pubblica con il governo Letta.
Cosa sono i sussidi ambientalmente dannosi
Il Catalogo dei SAD è stato istituito per legge nel dicembre 2015. E viene aggiornato periodicamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’ultima versione del catalogo, pubblicata nel 2024 con dati riferiti al 2022, ha identificato 55 SAD per un valore complessivo di 24,2 miliardi di euro.
I principali beneficiari sono sia le imprese che le famiglie. Potrebbe sembrare un paradosso, ma in testa alla classifica di chi riceve i sussidi più dannosi per l’ambiente ci sono gli agricoltori. La categoria riceve 1,7 miliardi di euro in sconti su accise e IVA. Poi vengono gli autotrasportatori, che hanno ottenuto rimborsi delle accise sul gasolio per circa 1,1 miliardi.

Quali categorie economiche usufruiscono dei sussidi dannosi per l’ambiente? In testa ci sono agricoltori e autotrasportatori
Le imprese manifatturiere, invece, beneficiano di permessi di emissione di CO₂ gratuiti e agevolazioni fiscali sull’energia per un valore di 3,9 miliardi. Inoltre i sussidi “dannosi” vanno anche alle imprese che smaltiscono rifiuti in discarica senza recupero di energia: accedono a IVA ridotta per 0,9 miliardi.
Poi viene la parte che riguarda i cittadini. Le famiglie hanno ricevuto 5,6 miliardi per l’acquisto di abitazioni non di lusso e riduzione IVA. Per il consumo domestico di elettricità con IVA ridotta al 10%: 3,1 miliardi. (sussidio venuto meno nel 2023). Infine, abbiamo i fringe benefit legati alle auto aziendali, tassati solo parzialmente: 1,2 miliardi.
Anche i trasporti beneficiano di importanti agevolazioni, come la minore accisa sul gasolio rispetto alla benzina (3,1 miliardi) e altre agevolazioni per il trasporto aereo, marittimo, ferroviario e su taxi (2,1 miliardi).
Le lobby contro il taglio dei sussidi “dannosi”
Il rapporto dell’Osservatorio dei conti pubblici segnala come il taglio dei “sussidi ambientalmente dannosi” sia spesso indicato come una soluzione per finanziare nuovi investimenti pubblici o ridurre il carico fiscale, la loro eliminazione comporta costi sociali e politici. Ma le lobby, in questi anni, sono sempre state molto attive per bloccare la possibile revisione. Per esempio, la possibile riduzione le agevolazioni agli agricoltori o agli autotrasportatori potrebbe essere percepito come un attacco alla competitività delle imprese italiane. Anche riallineare le accise di gasolio e benzina, pur essendo una misura coerente con la transizione ecologica, potrebbe incontrare forti resistenze, sottolinea sempre l’Osservatorio guidato da Cottarelli..
A ridurre le agevolazioni ci penserà il Pnrr
In ogni caso, un rimo intervento ci sarà in ogni caso. E’ un obbligo che fa parte degli impegni presi dall’Italia all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Prevede la riduzione di almeno 2 miliardi di euro di SAD entro il 2025, con un ulteriore taglio di 3,5 miliardi entro il 2030. La Legge di Bilancio per il 2025 ha già introdotto alcune misure. Come la riduzione della tassazione dei fringe benefit per le auto aziendali, con un risparmio di 25 milioni nel 2025 e 120 milioni nel 2027. Oppure, la diminuzione di 148 milioni per le agevolazioni legate al conferimento in discarica. Questi primi passi indicano la direzione da seguire, ma per un impatto significativo sarà necessaria una pianificazione graduale e politiche compensative per attenuare gli effetti negativi su famiglie e imprese.
Cioè l’iva agevolata per la prima casa sarebbe un sussidio ambientalmente dannoso? E quanto a trasporto e agricoltura, togliamo pure tutto, poi però non ci si lamenti se aumentano i prezzi.
vabbè ma c’è di mezzo cottarelli
Si, con i sussidi risparmiano sul gasolio, ma poi pagano (e ci fanno pagare) sui raccolti massacrati da alluvioni e siccità.
-Per esempio, la possibile riduzione le agevolazioni agli agricoltori o agli autotrasportatori potrebbe essere percepito come un attacco alla competitività delle imprese italiane.-
potrebbe essere percepito o è?
tralasciando i trasporti, in italia per l’agricoltura vigono normative e controlli (vedi a es. certi pesticidi) non presenti in altri paesi europei, i quali sono così avvantaggiati nella produzione e vendita a scapito dei nostri.
i quali, se chiudono baracca la colpa è loro che non hanno saputo adeguarsi..
Te preferisci comprare prodotti con pesticidi, diserbanti?
è esattamente quello che comprate con provenienza non italiana..
prodotto italiano euro 10
prodotto xxxxxxx euro 3
però ci si lamenta che all’agricoltura italiana vengano dati sussidi dopo avergli fatto perdere competitività.
ma non devi credere a me, parla con chi quel mestiere lo svolge da una vita e con esso vorrebbe continuare a camparci
l’errore è importare prodotti non nazionali realizzati con pesticidi ed altre sostanze non consentite per questioni di salute e ambiente.
Purtroppo a volte il dissidio nasce TRA paesi europei… che per motivi di interessi vogliono imporre la normativa che fa più comodo, pensando al business
(ps son cresciuto in campagna, frequento piccoli produttori agricoli tutte le settimane e compro loro prodotti, anche se a prezzo più caro del supermercato… te lo fai ? )
quindi stai confermando quanto da me scritto:
1) in europa vige la “circolarità delle merci/prodotti”
2) la stessa non ha imposto una regolamentazione (qualitativa) vincolante agli stessi paesi membri tranne assurdità come le quote latte..
3) gli effetti dei punti 1 e 2 sono la presenza di prodotti “trattati” di paesi (europei e non) nei nostri supermercati a prezzi inferiori agli italici,
4) essendoci alla fonte questa disparità, perché affermi sia così assurdo aiutare le nostre aziende?
5) non hai scritto tu il commento sotto? le spese per la sanità non valgono sulle conseguenze del consumo di prodotti trattati con pesticidi/antibiotici/altro vietati in italia?
PS: in azienda agricola ci sono nato e cresciuto fino a 26 anni, potessi tornare indietro farei scelte lavorative diverse e sarei ancora lì. posso tranquillamente insegnarti a fare tutto..
PPS: i piccoli produttori (di che dimensioni si parla?) non fanno parte della grande distribuzione che sostenta la maggior parte della popolazione.
PPS2 la maggior parte di cui sopra, cerca di arrivare a fine mese, quindi non gira settimanalmente per le campagne in cerca della gallina o del chilo di mele..
vedo in continuazione orti “bio” (🤣) ai lati di autostrada e strade trafficate.. ma sui banchi di vendita c’è scritto BIO e quelli intelligenti spendono 👍
i soldi pubblici (quindi di tutti noi) andrebbero usati per permettere l’abbattimento dei costi per diminuire le emissioni (di aziende e privati)… non per ridurre i costi che provocano emissioni nocive a salute e ambiente.
se usassimo 24 miliardi di incentivi a ridurre le emissioni inquinanti ne deriverebbero anche la riduzione dei costi sanitari, l’aumento del lavoro con redditi e stipendi correlati ai necessari investimenti quindi incremento del PIL nazionale…..
al momento però i campi non li ari con i trattori elettrici, nè fai andare avanti i pescherecci.
Proprio per questo vanno usati incentivi per far passare le aziende a sistemi meno inquinanti..
se togliamo il divieto messo a primavera scorsa dal ministro Lollobrigida di installare impianti agricoltaici a pannelli bassi (è il tipo economico e senza incentivi, con ritorno di investimento rapido e alta resa),
forse l’agricoltore vendendo l’energia alla rete, i fondi per il trattore elettrico o altro se li genera da sè 😉
paradossalmente, sì