Surfare con una tavola a motore elettrico spinge al vade retro i puristi dello “scivolare sulle onde”. Eppure in tanti, in questo modo, si avvicinano a questo sport ormai olimpionico dai Giochi di Tokio. Eppure così è possibile percorrere fiumi o canali urbani in modo ecologico e silenzioso. Nell’articolo vi presentiamo alcuni modelli in commercio.
Alle Hawaii ridono a crepapelle di chi vuole cimentarsi nel he’e nalu ovvero scivolare sulle onde, surfare nella lingua locale, aiutati da un motore elettrico. Chiaro lo sdegno dei puristi, ma a scavare in questa larga comunità mondiale, nel 2020 sarà disciplina olimpica ai giochi di Tokyo, si scoprono voci discordanti. Le abbiamo raccolte nei forum tematici dove si rintracciano le prime riflessioni sul tema e non mancano quelle positive: “A motore è da fucilazione immediata, ma magari elettrico…“, insomma possibilista. Non manca il ragionamento ecologico: “Probabilmente si inquina meno a uscire 2 ore sotto casa con il surf a motore che a farsi centinaia di chilometri per andare a cercare il vento“. Se parliamo di ambiente la teoria ha un suo fondamento. E questa nicchia di mercato negli anni si è allargata dalle persone facoltose ad un pubblico più vasto grazie al noleggio.
Ci surfa anche Dani Pedrosa
Surfare in elettrico regala brividi, anche a campioni come Dani Pedrosa che ha immortalato in un video, pubblicato sulla sua pagina Facebook, la prova. Velocità, per una volta in mare.
Ma scivolare sulle onde costa. Con le tavole elettrizzate del marchio Onean, del gruppo Aquila con sede nei paesi Baschi spagnoli, si può arrivare a spendere 7mila euro per una tavola. Questo modello di jet surf permette di raggiungere i 35/40 km/h se chi lo usa non supera i 75/80 chili con mare calmo, ma se si sceglie di correre alla massima velocità l’autonomia è di soli 20 minuti. Almeno la ricarica delle batterie al litio è relativamente veloce: 120 minuti.
Per chi vuole la comodità della tavola gonfiabile, rende inutile il portabagagli sull’auto, il costo è ancora più pesante: i modelli della casa tedesca Lampuga possono variare dai 9 ai 16mila euro. Interessanti le caratteristiche tecniche: il motore ha 15 cavalli di potenza, può raggiungere una velocità massima di 54 km/h nel modello Boots mentre l’autonomia varia dai 20 ai 40 minuti a seconda della velocità. Per la ricarica delle batterie al litio bisogna attendere 120 minuti (una presa da 220 volt con 16 ampere) o 60 con il caricabatterie specifico. Un aspetto importante è la dotazione di un leash (laccetto di sicurezza) magnetico che una volta staccato blocca la corsa del Jet Surf. Va bene l’emozione della velocità, ma attenzione alla propria incolumità.
Completiamo questa panoramica con un’azienda svedese: la Radinn che nei suoi filmati suggerisce l’utilizzo delle tavole in ambito urbano, nelle città con canali dove è possibile muoversi in modo veloce, pulito e silenzioso. Per quanto riguarda i prezzi i tre modelli proposti costano 15mila euro, il motore è a corrente continua brushless da 15 cavalli e si raggiunge una velocità di 45kmh.
Il business del noleggio
Non tutti possono permettersi di spendere questo investimento, ma in tanti, soprattutto chi non ha pratica di surf senza motore, possono provare l’emozione del surfare grazie al noleggio. E’ il business di alcune società come la Wind Production di Tirrenia a Pisa che oltre a distribuire i surf con batteria offre pacchetti per eventi sportivi e ludici, in particolare negli stabilimenti balneari o nei villaggi turistici. Insomma formule complete – compreso il personale necessarie per gestire il servizio – per coinvolgere anche i profani di questo sport antichissimo e presto olimpico.