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Sulla Senna boom di barche elettrificate, in Italia poco o nulla

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Barca elettrica sulla Senna
Cachemire barca diesel convertita all'elettrico

La Senna sta diventando sempre più elettrica: sono 40 i progetti di conversione alla batteria di barche inquinanti. Un retrofit di ampie proporzioni per contribuire anche ad una Parigi più green per i Giochi Olimpici del 2024.

Una capitale in transizione energetica, anche sull’acqua

Batobus elettrici
Un Batobus in servizio sulla Senna

Il progetto di Parigi green della sindaca Anne Hidalgo si declina anche in acqua. L’Afbe, l’associazione dei produttori di barche elettriche francese, ha svelato che sono 40 i progetti in corso per il passaggio alla propulsione elettrica.  “A Parigi il retrofit è considerato una vera e propria leva per decarbonizzare le barche che navigano sulla Senna. Sono in corso una quarantina di progetti per le Olimpiadi“.

Obiettivo 200 barche in elettrico

L’obiettivo, come abbiamo scritto qui, annunciato nel 2019 era più ambizioso: 200 barche elettrificate. Il traguardo è tutto da raggiungere, ma si parte da una base consistente.

barca elettrica
Il battelo elettrico dove si gusta l’alta cucina di Alain Ducasse

Interessanti e rilevanti gli effetti sulla qualità dell’aria dalla decarbonizzazione del traffico fluviale visto che le barche che navigano sulla Senna accolgono ben 8 milioni di passeggeri l’anno. La scelta a emissioni zero ha convinto anche un mito della cucina francese e internazionale: lo chef Alain Ducasse che ha aperto anche il ristorante che naviga in elettrico (leggi).

L’ultima arrivata è Cahemire

Sempre da Afbe ci fanno sapere dell’ultima barca convertita all’elettrico: Cahemire. Una piccola imbarcazione da 22 metri capace di trasportare 30 persone gestita da Paris Yachts (fa parte di Sodexo Live!, ramo eventi dell’omonima società di ristorazione collettiva). Un progetto di 4 anni con un investimento da un milione di euro.

Vediamo più nel dettaglio il suo caso per capire i benefici ambientali: “Prima di questa trasformazione i motori diesel consumavano tra i 75 e i 100 litri di gasolio a crociera. Ora la barca è composta da due motori alimentati da un pacco batteria con capacità da 240 kWh (sei batterie da 40 kWh). L’autonomia è di 5/5,30 ore“. Questi i dati forniti da Sylfried Cartier, responsabile della navigazione della compagnia che ha inaugurato le crociere a emissioni zero dal mese di gennaio. I motori sono di Torqeedo.

Nautica elettrica
La prima barca elettrica provata sulla Senna nel 1881

Fanno sapere dalla compagnia che, oltre il risparmio sull’uso degli idrocarburi e le conseguenti emissioni inquinanti,  viene garantita un’ottima esperienza grazie a meno rumore, puzza, vibrazioni e più facilità nelle manovre. Tutti elementi importanti visto che la compagnia offre a bordo una ristorazione di qualità e la visione delle bellezze artistiche parigine.

E in Italia? Poco o niente

Se a Parigi si lavora su quaranta barche – ma ci sono anche le società di noleggio con le piccole imbarcazioni elettriche – in Italia il turismo e il trasporto acqueo elettrico è quasi all’anno zero.

nautica elettrica venezia
Veduta di Venezia

Nella prima stesura del Pnrr era previsto un intervento da 300 milioni per lanciare il trasporto su barche elettriche sul Tevere (leggi) e contribuire a decongestionare i flussi turistici nella Capitale. Non se ne farà niente. A Torino pure i canottieri riescono a imporre il loro no alle barche elettriche (leggi). Per non parlare di Venezia dove sul trasporto pubblico si investe solo sull’ibrido e non esiste neanche la volontà di sperimentare almeno una linea a emissioni zero. Eppure si naviga elettrico a Berlino e nella gran parte delle città tedesche, a Praga, a Lisbona per non parlare dei laghi svizzeri e austriaci e dei traghetti (anche grandi) della Scandinavia. Come per le auto elettriche l’Italia resta fanalino di coda in Europa.

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11 COMMENTI

  1. È “affascinante” il rifiuto dei canottieri, in base a quale motivazione? Mi immaginerai che – al pari di pedoni e ciclisti in strada – sono quelli più direttamente impattati dall’inquinamento dei motori che circolano vicini a loro.

    Da me sul Lago di Monate è vietata la circolazione con barche a motore, e si sta benissimo infatti. Non capisco come ci si possa opporre all’elettrificazione dei natanti.

    • Grazie Luca dell’intervento, se trasliamo il discorso sulla strada può avere un senso privilegiare la mobilità di pedoni, ciclisti, monopattini e servizio pubblico e non far circolare le auto per liberare spazio, decongestionare il traffico… la differenza sta che la canoa non la possono usare tutti e quindi il fiume diventa, o quella porzione di fiume, diventa monopolio di un’unica categoria di persone. Poi chiaro il fenomeno deve essere regolamentato e alcune cose che rivendicano hanno senso, ma con i giusti modi c’è spazio per tutti. Per saperne di più sulla loro posizione: https://www.vaielettrico.it/canottieri-del-po-alzano-remo-le-barche-elettriche-torino/

      • Ah ok grazie, sono andato a leggere. Quindi non dicono No alle sole barche elettriche, ma a tutte le barche.
        Si, sinceramente è una posizione molto esclusiva ed egoista, mi ricordano gli escursionisti del CAI in montagna, che vorrebbero vietare l’accesso ai sentieri a bici, cani e cavalli, come se esistesse una classifica di merito per accedere alla natura. Classifica dove ovviamente solo loro sono “degni”.

  2. Ernesto Grottaferrata, fai prima a dire che quando senti parlare di elettrico su qualsiasi mezzo di locomozione (anche i treni?)ti girano, così tutti capiscono come la pensi ed è finita lì. Non devi nemmeno cercare argomenti per giustificare le tue idee o per convincere gli altri e tutti risparmiamo bit.

    • Ma lui infatti non cerca argomenti, anche perché non saprebbe come portarne. Trolla e basta, e glielo si lascia fare. Critica MDE e la redazione, che in realtà sono fin troppo buoni a lasciare lui e altri continuare a avvelenare tutte le discussioni.

  3. Trovo il titolo leggermente fuorviante ed il contenuto poco approfondito. A Parigi i battelli sulla Senna, navigabile se non erro fino al mare, sono già presenti e molto numerosi; nel momento in cui la città viene elettrificata profondamente diventa un fatto dovuto eliminare gli inquinantissimi motori marini.
    A Torino il tratto navigabile è di una manciata di km (a memoria meno di cinque) con una larghezza molto limitata, l’opposizione dei vari circoli canottieri è all’idea di noleggio di barche in stile monopattino elettrico, senza regole nè logiche.
    Venezia poi è un caso a parte: non si tratta di bateaux mouches, ma del servizio di trasporto pubblico per alcuni milioni di persone su tratte lunghe e continue.
    Sorvolerei su Roma, in cui la sostanza del progetto era la pioggia del PNRR con cui rendere il Tevere come la Senna – e qui mi fermo, credo basti aver visto i due fiumi per comprenderne la differenza morfologica.

    • Praticamente non corrisponde alla realtà niente di quello che ha scritto. Per di più superficiale. Piena e totale disinformazione. Visto che in Italia sle barche elettriche che fanno escursioni e trasporto sui fiumi sono praticamente inesistenti: ben 40 che si stanno elettrificando è una grande notizia. Un boom appunto e lo scrivono pure i costruttori di barche elettriche francesi. Mica chiacchiere da bar. Del passato ne abbiamo già scritto come può vedere dai link. Ma tutta questa flotta antica, visto che la nautica elettrica è molto giovane, non risulta.

      A Torino c’erano due traghetti, Valentino e Valentina, che assicuravano un servizio sicuramente utile e che sono naufragati per imperizia umana nell’ormeggio e c’è tanto di sentenza della magistratura su tre persone (Non fecero abbastanza per proteggerli). Quindi c’è domanda e come in tutte le grandi città Europee il servizio è utile e serve. La base navale con noleggio di barche elettriche? Ben venga. Crea posti di lavoro e incrementa la cultura delle emissioni zero. In Italia ci sono una decina di basi navali elettriche, creano lavoro e diffondo un’ottima fruizione del bene naturale. Il punto è vietare le barche inquinanti.

      Venezia trasporta milioni di persone? Allora non ha letto l’articolo visto che sono 8 milioni quelle trasportate nella capitale francese. A Venezia mettono le multe a una delle pochissime imbarcazioni turistiche elettriche esistenti, non si osa neanche fare una sperimentazione e si fa il pieno di veleno, inquinamento atmosferico, malati perchè non si controlla la velocità delle imbarcazioni ed è completamente assente una politica di incentivazione della decarbonizzazione del traffico acqueo.

      Su Roma non sorvoliamo assolutamente. Anzi. Il Tevere è il Tevere non la Senna è ben venga un progetto per la valorizzazione del fiume dove già esistono battelli che navigano. Insomma veramente un commento abbastanza superficiale.

      • rispondere nel merito delle affermazioni invece?
        no giusto, meglio (come sempre) dare addosso al commentatore di turno come mde insegna..

        il tevere è circa 9 mt più in basso della città e fiancheggiato dai muraglioni: si fanno le gite sul fiume coi barconi per vedere i tetti circostanti, proprio come sulla senna.. e si

        lo fanno in europa con altre “caratteristiche” fluviali quindi è NECESSARIO pure in italia. ok

        poi se marciranno da qualche parte inutilizzati pazienza, ma siamo green e i soldi piovono

        • Tutte risposte nel merito, il suo invece è chiaramente uno sfogo senza argomentazioni. Visto che l’unica critica che porta è quella su Roma e insinua che la città non abbia un fiume navigabile. Il Tevere non sarà la Senna, ma caro signore le escursioni si fanno e basta andare su tripadvisor per trovare persone soddisfatte. Tipo questo: “Vivo a Roma da 20 anni,l’ho girata in auto,moto,bici, a piedi ma via Tevere mai ed è stata una scoperta molto piacevole! Una prospettiva diversa, un atmosfera ovattata che hanno reso diversa la città anche a chi la conosce bene! Molto interessante e beb fatta l’audio guida di accompagnamento. Utile la possibilità di scendere ad una fermata e risalire ad un’altra per poter passeggiare nei rioni”.
          Insomma esiste una risorsa e, come chi ha presentato il progetto per il Pnrr, chi la vuole valorizzare. Poi ci sono persone che si lagnano, si lamentano, lanciano accuse verso chi vuole fare. Atteggiamento per niente positivo. Inutile.

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