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Strage del 2 agosto, i Taxi elettrici di Bologna aprono il corteo

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I quattro taxi elettrici bolognesi in testa al corteo celebrativo della strage del 2 agosto

I taxi elettrici di CO.TA.BO aprono il corteo in ricordo delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna.

di Luca Palestini

 Il corteo si muove per via dell’Indipendenza avvolto da un silenzio carico di commozione. Chi segue le vicende giudiziarie legate alla strage della Stazione sa che, nonostante i 39 anni trascorsi e i frammenti di verità accertati dalle sentenze definitive, a questa vicenda mancano ancora dei pezzi importanti. Ma delle novità sono in vista, sul fronte delle recenti indagini sui mandanti e sui depistatori che, ancora nel 2019, portano avanti la loro opera.

Tesla, Kia e Leaf in corteo

Ecco, visti così, oggi, i quattro taxi elettrici – una Tesla Model 3, una Kia E-Soul, e due Nissan Leaf – che aprono la strada al corteo, condensano in una singola immagine la novità che avanza e la sua forza silenziosa.

Quattro taxi elettrici per non turbare la marcia silenziosa da Piazza Maggiore alla Stazione di Bologna

Come ogni anno, dal 1980, il 2 agosto a Bologna è la giornata del ricordo delle vittime della più grave strage terroristica della storia repubblicana. Come ogni anno, il corteo silenzioso che da Piazza Maggiore sfila per via dell’Indipendenza fino alla Stazione centrale, è aperto dai taxi della Cooperativa Tassisti Bolognesi. Perché? Perché tra le 85 vittime innocenti di quel terribile eccidio vi furono anche due tassisti, soci della cooperativa taxi cittadina: Fausto Betti e Fausto Venturi.

In ricordo dei due colleghi scomparsi

Erano in servizio, in quella calda e assolata mattina del 2 agosto, quando alle 10:25 la bomba esplose nella sala d’aspetto di seconda classe. Lo scoppio li investì nel piazzale antistante e le macerie dell’edificio crollato li travolsero, dentro alle loro vettur, che allora erano gialle.

Negli ultimi anni l’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto presieduta da Paolo Bolognesi, che dal 1981 mantiene viva la memoria delle vittime, si è adoperata per rinnovare anche il volto della cerimonia: lo scorso anno la sfilata era stata aperta dal vecchio Fiat 421 A matricola 4030, prodotto dalla Menarini e in servizio sulla linea cittadina numero 37, rimesso a nuovo, che all’epoca venne usato come “obitorio su quattro ruote”, per lasciare libere le ambulanze di soccorrere i feriti che ancora potevano essere salvati.

I resti di uno dei taxi saltati in aria alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980

I tassisti di CO.TA.BO, anche loro, si resero disponibili ad accompagnare i familiari dei feriti negli ospedali e, come l’autista del bus 37, Agide Melloni, fecero “semplicemente quello che sapevano fare: guidare”.

Indagini riaperte, torna la speranza

Oggi, quando Paolo Bolognesi ha ricordato quelle parole, la folla presente nel piazzale della Stazione si è sciolta in un lunghissimo ed emozionante applauso. Quest’anno i taxi elettrici: rappresentano il simbolo di un vento nuovo, di una nuova volontà di fare luce sugli aspetti ancora oscuri di questa strage, una “volontà che prima non c’era, ma che ora c’è” ha concluso Bolognesi.

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