Stop all’auto a benzina, la Ue conferma: “L’unico modo per fermare i cinesi”

passaporto batterie

Nonostante la protesta delle case automobilistiche, la Commissione Ue confermerà la scelta di fermare la produzione di auto con motori a benzina e gasolio entro il 2035. Lo rivela l’FT: per Bruxelles non ci sono dubbi, il divieto serve per migliorare la competitività dell’automotive europea nei confronti della Cina.

Chi si ferma è perduto. Soprattutto se chi guida davanti a te sta viaggiando molto più velocemente. Ne è assolutamente convinta anche la Commissione europea. Ai primi di novembre, quando si ritroverà per confermare lo stop alla produzione di auto con moto endotermico, non avrà dubbi sulla scelta da prendere.

Bruxelles non vuole sentire ragioni contrarie. Non quelle delle maggiori case automobilistiche europee. Lo rivela il Financial Times, che ha potuto visionare la documentazione per l’intervento che terrà il Commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra. In cui è scritto: “l’UE non può e non deve ritirare” il suo piano di mettere al bando la vendita di nuove auto alimentate a combustibili fossili.

Obiettivo: ridurre le emissioni di CO2 del 55 per cento

Lo stop al 2035 delle auto a benzina e diesel fa parte delle azioni decise dall’Unione europea per ridurre le emissioni di CO2 del 55 per cento entro il 2030, per poi arrivare a zero emissioni nette entro il 2050.

Obiettivi che le case automobilistiche vorrebbero rinviare o perlomeno ammorbidire nelle scadenze più ravvicinate. Già entro l’anno prossimo, per esempio, le emissioni di CO2 degli autoveicoli dovrebbero scendere del 15% rispetto ai dati del 2021. Sono previste multe salate per chi non si adegua.

Il fronte dei contrari è nutrito. Tra le case automobilistiche solo Renault chiede che la scadenza del 2035 venga assolutamente mantenuta. Tra i maggiori governi, la Germania ha proposto di consentire la vendita di auto con motori endotermici se alimentati con e-fuel. Mentre la Francia vorrebbe più flessibilità e l’Italia spinge per un rinvio. Il ministro Adolfo Urso ha paventato grandi perdite per il settore se non avvenisse.

filiera automotiva

“Lo stop delle auto a benzina serve per rafforzare la competitività dell’industria Ue”

Lamentele che il commissario al clima, l’austriaco Hoekstra non intende ascoltare. Nel suo intervento al parlamento di Strasburgo, sosterrà che confermare la scadenza consente  “di dare certezze a investitori e produttori“. Inoltre, non è solo un modo per “raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2″, ma anche per “rafforzare la competitività dell’industria automobilistica dell’UE“.

Il significato dell’ultima frase è evidente. La Cina è diventata la leader globale in tutte le tecnologie per l’elettrificazione dell’economia, auto comprese. Come ha segnalato proprio in queste ore anche l’Outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia per il 2025. L’unico modo per non recitare un ruolo secondario e subire lo strapotere di Pechino e affrontarla sul suo stesso piano. Traduzione: bisogna accelerare la transizione verso l’elettrico e non rinviarla.

“Senza lo stop non avremmo fabbriche di batterie”

Su questo piano, la Ue ha come alleati i thank tank che guardano alla transizione ecologica, per fermare la deriva climatica. Il Financial times ha ricordato la posizione di Julia Poliscanova, direttrice dell’Ong Transport & Environment.

Secondo lei non ci sarebbero incentivi a costruire fabbriche di batterie se il divieto venisse respinto“. Un rinvio, invece, non spingerebbe l‘automotive Ue a “concentrarsi sui modi in cui l’Europa può aiutare a costruire un’industria EV competitiva, come un fondo per le batterie dell’UE e politiche che premino la produzione pulita e locale“.

Ma non mancano sponde politiche. Sempre al quotidiano britannico Leonore Gewessler, ministro austriaco per il Clima e l’Energia, ha dichiarato al Financial Times che “il futuro dell’Europa deve essere elettrico“. Il rischio è di ripetere l’errore di Nokia, che da leader dei cellulari il gruppo finlandese è stato poi spazzato via dai campioni cinesi.

Visualizza commenti (115)
  1. roberto guidetti

    Nell”articolo si afferma “austriaco Hoekstra ” ma a quanto mi risulta questo commissario proviene dai Paesi Bassi. Questa redazione mi sembra un po’ sbadata, a dire poco

  2. caprone manicheo

    Concordo con l’U.E. ai produttori di auto bisogna dare certezze, ovvero investire tutto sull’elettrico, altrimenti verrebbero messe in forte difficoltà dall’impegnarsi su due fronti.

    Inoltre L’U.E. dovrebbe ELARGIRE FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO AI CAR MAKER ED A TUTTO L’INDOTTO per permettere loro di diventare il prima possibile leader del nuovo settore ed aggiornare le conoscenze e le competenze dei propri dipendenti.

    I SOLDI? FACCIANO FINTA DI INIZIARE GIA’ A RISPARMIARLI DAGLI ESTREMI CLIMATICI FUTURI, che saranno di entità sicuramente inferiore a se si restasse sul termico con tutto il suo indotto petrolifero.

    1. Nello Roscini

      Soldi ai carmaker ..
      anche no;
      soldi per la filiera di litio ,ricerca inclusa, per produrre batteria sia per l’automotive che per le rinnovabili

      Si !

      1. caprone manicheo

        Ciao Nello, si hai ragione.

        Io intenderei soldi a car maker ed indotto ma solo ed esclusivamente per sviluppare le auto elettriche e le loro componenti (se non gli danno i soldi si mettono di traverso ed è peggio per tutti).

  3. Massimo Croce

    La cieca tendenziosità di certa politica, sia di destra che di sinistra, di certi industriali e di certi mass media è quasi irritante.
    Le reali considerazioni da fare sono piuttosto semplici ed evidenti, una volta rimosso il velo dell’ideologia e della faziosità.
    1) Riscaldamento Globale: questo è il più grave problema da risolvere assolutamente per il bene dell’umanità futura, ma l’Effetto Serra NON è il responsabile diretto del “riscaldamento” (a meno di non volere “spegnere” il Sole), bensì il CALORE (da cui il termine “riscaldamento”). E sono più di 100 ANNI che estraiamo idrocarburi da sotto terra, dove giacevano inerti da milioni di anni, e li bruciamo disperdendone circa il 60% in CALORE! E’ come aver acceso un grosso fornello a scaldare il pianeta.
    2) Energia: che lo si voglia o no, petrolio, metano, carbone, ecc. FINIRANNO. A quel punto, quale energia l’umanità potrà utilizzare? Le rinnovabili. Certo, ma che tipo di energia producono le “rinnovabili”? Guarda caso ELETTRICITA’. Ed è l’elettricità la sola fonte di energia che siamo in grado di produrre. Biocarburanti, e-fuel, idrogeno? Senza elettricità non si producono, ed è quantomeno sciocco consumare elettricità per produrre carburanti quando la si può usare direttamente.
    3) Auto termiche vs auto elettriche: stante quanto sopra, le auto termiche sono destinate inevitabilmente all’obsolescenza. Ma le auto elettriche presentano problemi. Certo, ma guardiamo i fatti:
    – la prima auto elettrica italiana è la Fiat Panda Elettra, messa in vendita a 25 milioni di lire nel 1990, circa con VENTI anni di anticipo su quelle attuali. Se si fosse continuato da allora a fare ricerca, ad esempio, sulle batterie, come fatto per i telefoni cellulari, a quest’ora non ci troveremmo ad aver paura di dipendere dalla Cina (i cinesi sono stati lungimiranti, mentre noi europei facevamo i “conti della serva” con Marmitta catalitica, Euro 0, Euro 1, Euro 2 e chi più ne ha più ne metta!).
    – l’avversione di certi soggetti europei verso la produzione di auto elettriche per paura della perdita di posti di lavoro è solo IPOCRISIA, visto che ormai le auto europee vengono prodotte ovunque nel modo dove il costo del lavoro sia inferiore. E, comunque, quando in telefonia comparvero le centrali informatizzate al posto di quelle elettromeccaniche cosa avremmo dovuto fare, continuare con queste ultime? E molti sono stati i lavoratori che si sono riconvertiti, e lo stesso può accadere con le auto. Casomai, una grossa difficoltà per le casse dello Stato sarebbe il venir meno delle ACCISE!
    – emissioni ZERO o non ZERO: ciclo di vita, manutenzione, smaltimento sono problemi che esistono da sempre per le auto termiche, ed esistono anche per le auto elettriche, ma facciamo passare 100 anni e solo dopo riparliamone. E, comunque, le reali emissioni ZERO le otterremo solo ed esclusivamente con le CENTRALI A FUSIONE!
    – ricarica auto elettriche: il problema della facilità di ricaricare un’auto elettrica è un FALSO PROBLEMA! L’elettricità è presente OVUNQUE, perché senza elettricità non funzionerebbero neanche i distributori di carburante. Per cui si tratta solo della volontà di trovare delle soluzioni pratiche (100 anni fa i distributori di carburante non erano certo numerosi come ora!), nonché evitare le speculazioni.

  4. Io vedo degli obbiettivi di emissioni che raggiungeremo sicuramente. Una parte della popolazione girerà con l auto elettrica, l altra parte non inquinera perché sarà a casa disoccupata.

    1. Che problemi che ti fai: i disoccupati saranno decine di milioni solo in Europa, è stato valutato che la sola IA generativa ha il potenziale per eliminare in Italia 1 milione di posti di lavoro sul breve periodo, e parliamo di una tecnologia che sta evolvendo già alla fase “agentica”, con progressi spettacolari nel campo dell’autonomia e delle capacità di ragionamento. A questo aggiungici che la robotica antropomorfa invaderà gli ambienti lavorativi caotici e non prevedibili che un tempo si credevano di esclusiva pertinenza umana. La disoccupazione o deflazione salariale tecnologica è un semplice dato con cui dovremo confrontarci. La società del lavoro di massa non può durare ancora a lungo.

  5. Le motivazioni alla base sono valide. Il piano di attuazione è invece piuttosto vago. Se l’automotive fa l’8% del PIL europeo e impiega 5.5M di persone (McKinsei) ci si aspetterebbe una road map ben definita e monitorata.
    Sembra invece più una cosa tipo: noi mettiamo i paletti, poi quello che succede succede. Se va male, ci giochiamo un paio di trilioni di valore annuo.
    A Napoli si dice: il giocattolo in mano ai bambini.

    1. Quella della UE è una fantastica ideologia condita di niente.
      E meraviglioso sentire questi soggetti affermare simili castronerie sotto ogni punto di vista.
      Noi ci autoflagelliamo perchè così stimoleremo l’Europa alla produzione di batterie e veicoli elettrici, ovviamente non con i soldi e le regole cinesi ma tutto secondo la burocrazia e i paletti europei quindi idiozia su idiozia che allunga i tempi per tutto.
      Renault è così d’accordo con il 2035 che il CEO De Meo ha manifestato chiara ed evidente preoccupazione per il “cafe” del 2025 dove fondamentalmente verrà richiesto all’industria automobilistica di fare più del 20% di vetture elettriche; se questo non succederà l’industria dovrà pagare delle pesanti multe.
      Quindi le case dovrebbero fare auto che non vendono e se non le fanno vengono pure multate.
      Stiamo parlando di obiettivi deliranti promossi da gente che non ha la minima idea di cosa sta facendo ma che recita come un mantra green deal, gren deal, green deal, come zombi!
      Rendiamoci conto che stiamo parlando di politiche di costrizione da parte di questa UE (ti costringo a fare e vendere le auto elettriche a suon di leggi) per raggiungere degli obiettivi che senza un programma fatto con tutti i crismi sta dimostrandosi devastante.
      Non passerà molto tempo che Bruxelles non dovrà più interessarsi dei problemi green ma di quelli devastanti che la sua politica sta provocando nell’industria automotive europea, la prima con la fabbrica Audi belga e 3000 posti a rischio ma anche ZF, Bosch, Continental con miglia di licenziamenti ed il motivo è semplice.
      Obbligare a legarsi ad una sola tecnologia in cui i Cinesi la fanno da padrona limita tutte le altre e per questo molti settori e reparti diventano esuberi.
      Come non complimentarsi con questi 4 scappati di casa che si riempiono la bocca di ideologie green ma nella pratica buttano la croce sulle spalle degli europei?

      1. Carlo Petrucci

        Totalmente d’accordo con te, ma non c’è verso che lo capiscano i fautori dell’elettrico a tutti i costi. Dicono che non è colpa dell’UE che gli ha dato 15 anni per adeguarsi, che nessuna transizione tecnologica è mai stata guidata e pianificata in questa maniera.
        A queste persone sfugge completamente il concetto di pianificazione.
        Fare una legge che mette fuorilegge i motori a combustione interna nel 2035 o peggio ancora mettere tappe obbligate molto prima(la prima tegola già il prossimo anno) con normative euro sempre più restrittive e sempre più costose, che in maniera vessatoria vengono utilizzate anche dalle amministrazioni locali a danno dei propri cittadini, senza dire come, quando, in che maniera non è pianificare.
        Questi sanno solo distruggere, senza peraltro ottenere il benchè minimo obiettivo sul piano ambientale, visto che il risultato finale di tutti questi limiti e restrizioni è un effetto Cuba che aumenterà a dismisura l’inquinamento ottenendo esattamente il contrario di quello che vorrebbero.

          1. Carlo Petrucci

            Ottime argomentazioni. La verità è che questa è una rivoluzione per ricchi ed avete vogla a convincere il popolino che non sia così. Con la crisi economica e occupazionale che c’è ci volevano proprio ztl, euro xx e obblighi di rottamazione. Se il popolo non può permettersi il pane comprasse le brioche che io risparmio un sacco di soldi con la mia villetta, farage e fotovoltaico sul tetto

  6. Alfonso Ruzzo

    Sfidare i cinesi che sono avanti 10 anni significa fare fallire tutte le case automobilistiche europee,per poi comprare tutte auto made in Cina,vedesi telefonini.

    1. Può darsi.
      Ma non sfidarli significherà automaticamente lo stesso risultato.
      Almeno l’orgoglio di provarci, visto che si vantano di essere la grande e gloriosa industria europea.

      1. Questo non è un gioco, quì non si tratta di provare! O hai la capacità di pianificare bene e nei dettagli le fasi della transizione o mandi per aria tutto.
        Così non c’è competizione, devi confrontarti con qualcuno che primo non adotta le tue stesse regole, da cui dipendi nelle parti di componentistica indispensabili per le auto che devono competere con le loro, che ha un sistema di produzione che sta 10 anni avanti a te e che adesso sta attuando protezionismo tecnologico sulle sue produzioni.
        Solo un idiota con questi presupposti direbbe, dobbiamo fare solo auto elettriche per competere con loro, che equivale ad un suicidio.
        La UE si sta ponendo limiti al di sopra delle sue capacità e questo errore lo pagherà a caro prezzo.
        Quì non è questione di green, il problema serio sta diventando come arrivarci a quella data senza distruggere un’intera economia.
        Stanno imponendo tappe forzate che il sistema non regge, così non lo aiutano affatto così lo indeboliscono e lo sfaldano in un mix di autolesionismo.
        O dilazionano i tempi e li ripensano con una logica attuabile ma soprattutto con una efficace politica industriale ed economica comunitaria o così otterrai solo la morte di un settore chiave che verrà colonizzato da altri ed un fiume di disoccupati per il tuo stramaledetto 6% di inquinamento a livello globale, questa gente va internata se ragiona così!

    2. Se non si disciulano falliranno sicuramente, come ha fatto Nokia. Le BEV cinesi sono ormai competitive anche economicamente e non è vero che alla gente non piacciono… La VW si è mossa molto male in questi ultimi anni, togliendo dal mercato utilitarie BEV molto appetibili e intelligenti come la Skoda CitiGo e le sorelle Seat Mii e VW eUp, così come alzare il prezzo della id3 fino a portarla fuori mercato. Tutto questo a favore di vendite a maggior marginalità degli altri modelli termici… Adesso piange perché è rimasta indietro altri 3 anni e annuncia grandi novità per il 2025… Pensare che tra le europee era la più avanti e i modelli che promette x il 2025 poteva piazzarli sul mercato già 2 anni fa.
      In ogni caso VW insegna che voltarsi indietro non paga… Tant’è che ha solo lasciato spazio ad esempio a Tesla Model Y (pure fatta in Germania) che ha preso il podio di auto più venduta in Europa (in assoluto non solo tra le BEV) sebbene per la maggior parte del tempo senza supporto di incentivi statali.
      Stellantis è un’altra che merita solo calci nel sedere, capace solo di chiedere soldi agli stati e la sua mossa qual’è? Importare cinesate di bassa lega pur di non mollare le termiche dalle sue fabbriche, solo nella speranza di una proroga…
      Il tempo ce l’avevano per evolvere ma hanno preferito fare le cicale a cantare e sparlare delle elettriche, mentre i cinesi ma anche Tesla lavoravano sodo… Ora che arriva l’inverno piangono è la colpa del loro fallimento vorrebbero addossato alle formiche… Ma chi la vuole una Panda che beve come una spugna a 16k? La CitiGo costava 19k (senza incentivi) 4 anni fa e i 3k di differenza li recuperavi in pochi anni tra manutenzione, assicurazione e rifornimenti… Bastava andare avanti a farla e venderla, avrebbero riempito le città di Citigo.
      Conclusione: vogliamo andare avanti altri 4 anni così? Poi scriveremo commenti del tipo “rincorrere i cinesi che sono avanti 14 anni…”
      Quello però che è vero è che la UE deve essere concreta con piani chiari di sostegno alle aziende finanziando fabbriche di batterie, la filiera del riciclaggio (che equivale a produrre materie prime x nuove batterie quando non hai da attingere dal sottosuolo). Basta incentivi a pioggia/spruzzo per vecchie carrette termiche.

      1. Ogni volta che penso all’infanticidio (l’eliminazione delle tre gemelline)della VW mi viene da pensare che è giusto che falliscano, mai visto fare una mossa così sbagliata con la speranza di spremere il più possibile i clienti, e come dici tu giusto che ne paghino le conseguenze. 4 anni fa presi la citigo e guardandomi in giro adesso vedo proprio che sono stati 4 anni persi, il software primitivo tale è rimasto, fanno veramente pena, adesso iniziano a sbattere contro il “muro” cinese e iniziano a rendersene conto, o iniziano a darsi da fare o l’esempio di Nokia è lì da monito.

    3. Quindi, fammi capire, se siete in due attorno al fuoco, Mario che vede arrivare il lupo e tu Alfonso che dai le spalle al canide feroce, poiché Mario scappa prima e non pensi di raggiungerlo mai, resti seduto e attendi il tuo triste destino?

      Però!

      Ministro dei trasporti subito!

  7. Ok, va benissimo, Europa green .
    Perfetto, diciamo emissioni quasi zero.
    In qualche modo l’energia elettrica dovremo produrla.
    Altri paesi cosa fanno ?
    America, Asia, Africa, Paesi ex URSS, paesi dell’est ? Boh ….
    Test nucleari ?
    Varie guerre sparse per il pianeta ?
    Staranno sicuramente usando armamenti green, a basso impatto ambientale.
    Gare automobilistiche, F1.
    Gare motociclistiche ?
    Io inquinero per andare al lavoro, per uno stipendio.
    Tutta colpa mia del cambio climatico ?
    Ben venga il green, ma o così o pomi no.

    1. Nello Roscini

      il benaltrismo è l’anticamera della decadenza ..
      significa non accettare la sfida tecnologica che è in atto nell’intero pianeta

      l’auto elettrica è solo una tessera della rivoluzione che si chiama

      “Elettrificazione”

      altre tessere riscaldamento pompa di calore, cucina a induzione

      altra tessera importante solo le rinnovabili

      la più importante sono i i sistemi di accumulo

      di questi accumuli , ci sono quelli chimici che sono in comune con le rinnovabili e le auto elettriche che con le rinnovabili domestiche ..
      almeno per ora

      cosa fanno gli altri paesi ?
      in Europa sono tutti più avanti di noi

      dia un’occhiata qua
      https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=IT&interval=year

      e qua per avere un idea sul perchè in italia l’energia costa troppo cara

      https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share_map/chart.htm?l=it&c=IT

      altrimenti ,lasci stare , si facci portare un altro “quartino” o uno spritz e
      resti pure delle sue convinzioni

      P.S.
      gli USA sono in campagna elettorale non fanno testo

      ma la California insiste , dato che volre restare il polo di ricerca avanzato del pianeta
      20 miliardi di dollari nel 2022
      10 miliardi di dollari nel 2023

      https://ww2.arb.ca.gov/sites/default/files/auction-proceeds/cci_annual_report_2024.pdf

      insomma il mondo
      fa il contrario di quello che facciamo noi da almeno 4 lustri
      che rimaniamo attaccati alla canna del gas
      e ci facciamo pugnette mentali su nuculare,idroggeno,carburanti sintetici e fusione

    2. Ha dimenticato la Cina nell’elenco di “cosa fanno gli altri”. O forse sa già che sono molto più avanti. Per quanto riguarda gli USA le elettriche pure sono il 9% del mercato dove in Italia siamo al 4%. E quindi si, siamo indietro anche rispetto a chi il petrolio lo produce.

    3. Ma persino a Nairobi c’è un piano per sostituire i tuk-tuk con mezzi elettrici… Ma le leggi le notizie o senti solo telemeloni?

  8. Ok, va benissimo, Europa green .
    Perfetto, diciamo emissioni quasi zero.
    In qualche modo l’energia elettrica dovremo produrla.
    Altri paesi cosa fanno ?
    America, Asia, Africa, Paesi ex URSS, paesi dell’est ? Boh ….
    Test nucleari ?
    Varie guerre sparse per il pianeta ?
    Staranno sicuramente usando armamenti green, a basso impatto ambientale.
    Gare automobilistiche, F1.
    Gare motociclistiche ?
    Io inquinero per andare al lavoro, per uno stipendio.
    Tutta colpa mia del cambio climatico ?

    1. “Fanno” che anche loro procedono con la transizione: la narrazione nowatt vorrebbe dare a intendere che sarà solo l’Europa a sbarazzarsi del termico, ma la realtà è che nel 2035 il divieto di vendita scatterà anche in Canada, Australia, Giappone e in tutti gli stati degli USA che aderiscono al CARB, lo standard californiano delle emissioni, e sarebbe a dire California, Connecticut, Colorado, Delaware, Maine, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont, Virginia, Washington e Washington D.C. Inoltre dal 2040 le termiche non potranno più essere vendute nemmeno in Cina, che insieme alla UE e a tutti gli altri paesi che ho citato rappresenta più di 1,1 miliardi sugli 1,47 miliardi di veicoli su gomma in circolazione sul pianeta, tutti i mercati che contano qualcosa nonché la stragrande maggioranza delle case automobilistiche.

  9. Scusate se mi intrometto ma alla fine la Cina insegna e se si fornissero le targhe per le endotermiche dopo 1anno? Mentre le bev subito non sarebbe una buona cosa?
    In sostanza o prendi il treno oppure lo perdi.

  10. Marco spacchi

    La vera concorrenza cinese non è sulle ev, già ora sono super competitivi sulle ibride, basta guardare mg3, con auto piccole ed economiche faranno saltare le case costruttrice europee. Per quel che vendono le ev campa cavallo.

  11. Non capisco perchè incaponirsi con la simbolica data del 2035 quando già nel 2030, con l’ulteriore riduzione delle quote di co2 praticamente le endotermiche saranno non più convenienti da vendere.

  12. – Stellantis dal 2023 si produce in casa motori elettrici e trasmissioni
    – nel 2024 ha iniziato a prodursi (!) anche le batterie ( Gigafactory Hauts-de-France ),
    a leggere i comunicati pare che si fabbricano anche le celle (classiche NCM 811)
    – prezzi di attacco delle BEV europee a me sembra che nei vari segmenti scendono circa -10% all’anno

    già tra 2-3 anni il panorama prezzi e offerta potrebbe essere molto diverso, figuriamoci tra 11 anni; per me meno male che la votazione dei paesi europei conferma di dare segnali chiari all’industria e permetterle una programmazione dei piani di produzione, sennò se correvano solo dietro agli azionisti o agli interessi di parte del “socio” della filiera petroifera, andavano a schiantarsi

    ai fabbricanti di auto va bene sia vendere ICE che BEV, è business; chi fa veramente caciara e punta i piedi, a me sembra la filiera dei carburanti (compresi i biocarburanti)

  13. Nessuno si ricorda che è già successo: Telefunken, Grunding, Graez, Philips, Brionvega, Mivar, ecc. Oggi: LG, Panasonic, Sony, Samsung, ecc.

    1. Huawei, Honor, Xiaomi, Oppo, OnePlus, Motorola & HMD Nokia (ora cinesi), Realme … e poi Hisense, TCL, Haier, Midea….

      Lorenzo… ti sei dimenticato i cinesi !!

  14. Carlo Petrucci

    “La scelta di fermare la produzione di auto con motori a benzina e gasolio entro il 2035… serve per migliorare la competitività dell’automotive europea nei confronti della Cina”.
    Ma cos’è uno scherzo, ci prendono in giro!
    Aspettate un attimo… non mi è chiara una cosa: la Cina è davanti a noi di anni sull’auto elettrica (in quanto non potrebbe mai competere con l’industria europea sui motori a combustione interna su cui le case europee hanno decenni di esperienza) e l’Unione Europea cosa fa, obbliga il passaggio alle auto elettriche su cui La Cina è praticamente monopolista, non basta si giustifica dicendo che l’ha dovuto fare per migliorare la competitività dell’industria automotive dell’Europa!!??

    L’Unione Europea ha distrutto l’industria automotive europea e se aveste un minimo di coerenza intellettuale dovreste ammetterlo.

    1. Al suo ragionamento manca un pezzo, il più importante: la combustione di idrocarburi sta distruggendo l’equilibrio climatico di questo Pianeta. La transizione verso la mobilità elettrica è una urgenza condivisa da 197 Paesi aderenti all’Onu (legga qui il documento finale di COP 28) Chi non correrà per adeguarsi alla nuova tecnologia sarà irrimediabilmente travolto. L’abbiamo scritto decine di volte. Se lo segni su un foglietto da mettere nel portafoglio onde evitare di accusarci di incoerenza.

      1. Carlo Petrucci

        Buongiorno signor Massimo, a fronte di 197 paesi firmatari la sola UE ha imposto una data capestro. Nessuno nega l’urgenza di una transizione verso l’elettrico ma ciò non toglie che p proprio questa che sta distruggendo il settore automotive in Europa dove eravamo leader mondiali nel settore della combustione interna. I peggiori disastri si fanno con le migliori intenzioni.

          1. Salve a tutti. Ho letto l’articolo del FT. Dice testualmente il commissario in pectore austriaco credo che l’Europa “cannot and should not” rinviare il bando (tradotto “non può e non dovrebbe” rinviare / cambiare il ban 2035). Non ha detto “will not”. Quindi come sempre è nei mani della politica e qui riporto le ultime dichiarazioni del PPE nelle parole di Jens Gieseke che a nome del gruppo chiede una “approccio tecnologicamente neutro” verso il ban. Le sue parole sono rintracciabili su intenet ma solo in inglese. Ricordo che Gieseke è stato uno dei stensori del Green deal.
            Quindi andrei piano con il wishfull thinking. Nessuno discute dell’urgenza climatica ma teniamo a bada gli estremismi da entrambi le parti.

          2. La neutralità tecnologica è già prevista: elettrico, idrogeno ed e-fuel sono esenti dal Ban del 2035. Ci andrei piano a sentenziare senza aver letto il testo del “Fit for 55”

          3. Se è previsto allora non capisco il recentissimo monito del PPE a cosa serve. Dal tenore delle dichiarazioni si intende altro oltre alle tecnologie previste. Forse ci sfugge qualcosa sia a me che a lei.

          4. Io mi occupo di queste cose tutto il giorno, se permette. Le notizie non mi sfuggono. Possono sfuggirmi i retroscena, perchè non sono il corrispondente di Vaielettrico da Bruxelles.

        1. Ma qui ti diranno che solo la UE è governata da “luminari”, mentre le altre circa 160 nazioni che condividono l’urgenza ma non impongono alcuna data limite sono presumibilmente rette da tiranni sanguinari che non capiscono alcunchè di come gira il mondo.
          Ma comunque sappiamo che tutte saranno irrmediabilmente travolte, non v’è dubbio alcuno. Il dado è tratto.

          1. Tu hai votato alle europee, oppure eri in spiaggia a berti un mojito?

          2. @Eugenio.
            Si, infatti.
            Il limite al 2035 e/o antecedente è stato fissato da, se non erro, 36 nazioni. Quindi 197-36=161. Poi ho scritto 160 per comodità, ma magari nel frattempo se ne sono aggiunte altre 10 o posso avere letto informazioni errate, quindi facciamo 150 così siamo a posto.
            Ciao.

          3. @nicola
            Il senso del mio messaggio è ovviamente smentire tutte le cassandre del “solo noi in Europa”.
            La presenza di Cina, India, USA ed EU in quell’elenco sta a significare che poco meno di mezzo mondo ha piani attivi per dire addio ai veicoli termici.

        2. L’automotive si sta dustruggendo da solo causa poca innovazione e poca competitività e tanto magna magna degli azionisti che badano solo ai dividendi e non alla sostenibilità aziendale.
          Incolpare la transizione all’elettrico è solo una piccola foglia di fico.

          1. Poca innovazione? Non è che elettrico è sinonimo di innovazione, e comunque conosce qualche azienda che non bada ai dividendi e al valore per i propri azionisti? Si comportano cosi nel campo della sanità o nel settore alimentare dove non guardano in faccia a nessuno, figuriamoci se non lo fanno gli altri compresi i costruttori delle vostre tanto amate auto elettriche, purtroppo è una partita a scacchi, per non dire guerra, che la Cina sta vincendo grazie a grandi dirigenti che abbiamo in europa che non hanno mai lavorato un giorno nella loro vita!

        3. Lasci perdere, è come parlare con un muro. Gli altri paesi condividono la giusta necessità di ridurre le emissioni ma evidentemente danno il giusto peso alle cose essendo consapevoli che il problema auto rappresenta una percentuale molto bassa del problema complessivo che non giustifica inutili sacrifici in termini di chiusure aziendali, tra l’altro colossi storici, e ingente perdita di posti lavoro. Sicuramente l’aria migliorerà di uno zero virgola % ma i disoccupati che non sapranno come mangiare e mantenere le proprie famiglie moriranno di altro! Siccome in Europa vogliamo fare i primi della classe (ammesso e non concesso che non siano in piena malafede) questi saranno i risultati!

          1. Sono d’accordo. Credo che si arriverà ad un compromesso alla fine. Specialmente dopo le elezioni generali tedesche a cui tutti guardano e da cui molto dipenderà.
            Colgo occasione per chieder alla redazione se posso cambiare la mia email di registrazione e mantenere il nick? La vecchia mail non funziona bene.

          2. Certo che può cambiare. E grazie per avercelo comunicato. Abbiamo frequentatori di questo sito che intervengono con tre o quattro nick diversi e altrettanti indirizzi mail. Provi ad immaginare perchè

        4. sig. @Carlo Petrucci…
          ha in casa il telefono a filo ☎ col selettore a rotella?
          il suo televisore 📺 è ancora catodico a valvole ?
          la sveglia ⏰ meccanica sul comodino di camera?

          Se insistiamo a produrre veicoli termici… sembreremo cubani… con una tecnologia del secolo (pardon ! Millennio) scorso…
          Non potremo venderle a nessuno al di fuori dell’Europa, perché gli altri paesi avranno comunque accesso ai prodotti asiatici (Cina, India, Corea S., Vietnam, Thailandia etc) a costi bassissimi e tecnologie molto più avanzate delle nostre….

          Tralasci pure (se non le interessa) il problemino “clima & salute”…. ma dal punto di vista commerciale ci stiamo suicidando…

          L’unica via di sopravvivenza è usare le nostre competenze e doti creative per fare anche noi innovazione…. ritagliandoci nuovamente delle quote di vendita al di fuori dell’area Euro….

    2. “La scelta di fermare la produzione di auto con motori a benzina e gasolio entro il 2035… serve per migliorare la competitività dell’automotive europea nei confronti della Cina”

      Lo penso anche io da anni, il futuro della mobilità sarà sicuramente elettrico puro e se partiamo subito con gli investimenti necessari, forse riusciremo a stare dietro ai cinesi/coreani.
      Invece, in caso di rinvio dello stop dei motori endotermici, dormiremo ancora qualche anno sugli allori per poi cadere in un precipizio senza possibilità di risalita !

    3. Non vogliono avere alcun dubbio, vogliono essere certi che l’industria automobilistica europea fallisca …. Eravamo i migliori a costruire automobili e motori e guarda come ci stiamo riducendo per colpa di questi politici

        1. precisazione: Nokia Non è fallita (come pure Ericsson etc): hanno solo dovuto abbandonare la.produzione europea di smartphone e dedicarsi a quanto sapevano fare comunque molto bene; apparati di telecomunicazione e gestione reti…cui si affidano le principali compagnie telefoniche internazionali, pur in concorrenza (feroce) con Huawei, ZTE, etc…cinesi 🇨🇳)

    4. Non saprei ma lo posso immaginare. Apprezzo il fatto che su questo sito ospitate molti articoli e commenti critici. Poi, se sono ben argomentati e moderati fanno solo bene e aiutano tutti a crescere. Fuori gli esaltati e gli offensivi ( che vedo sono da entrambi le parti). Keep on going.

  15. Dipendenti per un secolo da arabi &c. per il petrolio… Ora dipendenti dalla cina per le terre rare… ma utilizzare qualcosa che abbonda in territorio europeo (soprattutto grazie ai nostri politicanti) ?

    Che so, ad esempio chiacchiere????

    1. La necessità aguzza l’ingegno.

      L’ingegno non manca in Europa, ma le palate di soldi incassate con il petrolio fanno rilassare anche i più acuti.

      Infatti, a differenza degli italiani che continuano a frignare con Matteo e Adolfo, la coppia di aziende franco-tedesca Mahle e Valeo presenterà un motore elettrico che – rullo di tamburi – non avrà bisogno di terre rare.

      Contento?

  16. Il 2035 è già una data di compromesso. Quando è stata decisa mancavano 15 anni. Nessuna transizione tecnologica ha avuto così tanto tempo e così tanta pianificazione come questa. Adesso le aziende europee smettano di fare melina e si mettano seriamente a investire come hanno fatto i cinesi.

  17. Perchè i mitici “cinesi” stanno vendendo? Eletteriche non le vuole nessuno, nessuno vende e le loro sono peggiori delle nostre (potenza di carica bassa, aconsumi alti, assistenza pietosa, garanzia quella buona si)

    1. ti informo che il marchio MG (inglese, di propietà SAIC statale cinese) vende parecchie vetture termiche, che costano meno delle europee

      le dR “molisane” sono tutte cinesi termiche “completate” in Italia….

      i dazi sono sulle elettriche… non su le termiche pure o le mild/full hybrid …che sono comunque molto più economiche anche se non “a prezzi cinesi” …

      Quando saranno operative le fabbriche cinesi in Europa (BYD in Ungheria ad es.) ci ritroveremo pieni di auto cinesi esenti da dazi…..

      Intanto stanno creando una rete di vendita ed assistenza (appoggiandosi a concessionari delusi dai marchi tradizionali)…
      Il bisogno di mobilità a basso costo spingerà sempre più clienti ad acquistare i nuovi marchi economici (come avviene da alcuni anni con Dacia, Skoda … una volta solo “per poveri”… )

  18. Nello Roscini

    e che sarà mai ??
    il millennium bug ?

    tranquilli a mezzanotte del 31 dicembre 2035 ..
    le vostre auto non smetteranno di funzionare ?

    ai poweri con la panda storica riparata col fildiferro
    continueranno a usarla

    oggi 3 auto su 4 sono vendute usate ,
    perché non dovrebbe essere così nel 2036 ?
    io ne ho comprate 3 nella mia vita con soddisfazione

    forse troverete un offerta maggiore e migliore ,
    tra i km zero invenduti degli ultimi anni
    e qualcuno che eviterà di rottamare perché ,grazie a voi
    appassionati di panda termica avranno un mercato eterno

  19. Marcello Adelfio

    Una bella dichiarazione di suicidio collettivo. Al 2035 non ci arriverà nessuna casa automobilistica Europea, e a deciderlo sarà stato un austriaco, paese notoriamente grande produttore di auto.

    1. In Italia il suicidio dell’ auto è stato firmato tanto tempo fa dai vari Agnelli, Romiti, Elkann… {elenco troppo lungo}, con la FIAT/FCA che campava solo grazie ai soldi pubblici..
      Esportare le produzioni di auto moderne in Cina (sperando di fare più soldi in un mercato gigantesco) è servito ad esportare competenze e filiere produttive.
      L’ auto europea è moribonda a prescindere per fattori di scala produttiva…con qualunque motorizzazione.
      Se le 100 case Cinesi ci vogliono inondare di economiche vetture termiche… possono farlo come vogliono… Costerebbero Sempre e comunque meno delle nostrane ..

      1. Marcello Adelfio

        Gli Italiani continueranno a comprare ciò che a loro più conviene, e non vedo un grande incremento degli entusiasti nella platea degli elettrici. La diminuizione dei costi delle auto elettriche potrà andare un po’ a favore di chi sarà disposto a qualche limitazione per il loro utilizzo, ma credo che soli i cinesi potranno trarne vantaggio, mentre gli incentivi non possono durare per sempre. Ma dato che questa situazione finirà per fare collassare l’industria automobilistica Europea entro cinque anni, magari lasciando i marchi premium, a quel punto anche qualunque ripensamento tardivo dell’UE non potrà che andare a favore dei marchi cinesi. In Italia già siamo alla frutta

        1. Gli italiani continueranno a comprare ciò che si potranno permettere… coi “frutti” delle politiche votate negli ultimi 30 anni… telefonini e PC cinesi, elettrodomestici e TV cinesi, vestiti cinesi (o del Bangladesh), ed, ovviamente, auto termiche cinesi.

  20. Egregi membri del Parlamento Europeo e della Commissione Europea,

    La decisione di fissare al 2035 il termine per la produzione di auto a combustione interna nasce dalla nobile intenzione di accelerare la transizione ecologica e combattere i cambiamenti climatici. Tuttavia, affinché tale transizione sia efficace e sostenibile per tutti, è essenziale considerare attentamente le condizioni attuali dell’industria, del mercato e delle infrastrutture.

    1. Sostenibilità Economica e Sociale

    Il costo attuale delle auto elettriche è ancora significativamente superiore rispetto alle alternative a combustione interna. Molti cittadini, soprattutto quelli con redditi più bassi, rischiano di non potersi permettere un’auto elettrica entro il 2035. Questo potrebbe portare a una disuguaglianza di mobilità, penalizzando le famiglie meno abbienti o chi vive in aree rurali dove l’infrastruttura di ricarica è meno sviluppata.

    Un approccio graduale, che preveda incentivi mirati e uno sviluppo più equilibrato delle tecnologie (incluso l’ibrido e i carburanti sintetici), consentirebbe una transizione che non lasci indietro nessuno.

    2. Infrastrutture e Disponibilità di Energia

    L’Unione Europea è ancora lontana dal disporre di un’infrastruttura di ricarica capillare e accessibile in tutte le aree geografiche. Inoltre, il recente aumento dei costi dell’energia ha ridotto il vantaggio economico dell’elettrico. Senza un’accelerazione significativa nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica, rischiamo di creare una mobilità elitista, accessibile solo a chi vive nelle città o ha risorse economiche superiori.

    Investire in modo più deciso su infrastrutture di ricarica e fonti di energia rinnovabile dovrebbe essere prioritario prima di eliminare completamente le auto termiche.

    3. Salvaguardia dell’occupazione

    Le industrie automobilistiche europee, tra le più competitive al mondo, si trovano a dover affrontare una transizione complessa. Un cambiamento troppo rapido potrebbe comportare la perdita di numerosi posti di lavoro in settori come la produzione di motori, trasmissioni e componenti per auto termiche.

    È necessario un piano industriale che accompagni questa transizione con formazione professionale e la creazione di nuove opportunità lavorative legate alle tecnologie del futuro, senza causare uno shock sociale per i lavoratori del settore.

    4. Diversificazione tecnologica

    L’elettrico è senza dubbio una parte fondamentale della mobilità futura, ma non è l’unica soluzione. La ricerca su carburanti sintetici, biocarburanti e tecnologie ibride potrebbe offrire un’alternativa sostenibile, permettendo di ridurre le emissioni senza dover eliminare completamente il motore a combustione interna. Lavorare su più fronti tecnologici offre una maggiore flessibilità e potrebbe essere più realistico in termini di tempi e costi.

    Conclusione: un approccio più flessibile

    Propongo che il 2035 non venga visto come una data rigida, ma come un obiettivo flessibile. Dovremmo mantenere aperti gli spazi per soluzioni tecnologiche diverse e per una transizione che rispetti i tempi necessari per garantire una mobilità veramente sostenibile per tutti. Accelerare la transizione senza tenere conto delle reali condizioni di mercato rischia di creare più danni che benefici, sia per i cittadini europei sia per l’industria.

    La neutralità tecnologica e l’investimento in infrastrutture e ricerca sono chiavi per garantire che la transizione sia giusta, equa e sostenibile.

    1. per me un esempio di retorica e aggettivi ingannevoli, senza analisi fattuale o quantitativa, per camuffare ragionamenti e conclusioni fallate

      – non ha senso pagonare la situazione nel 2024 con quella futura del 2035, i costi delle auto e la rete di distribuzione cambieranno prima
      – non ha senso usare o incentivare i biocaburanti per le auto, quella è una fissazione dei social-manager ENI

      perchè sembra materiale in stile disinformazione/ truffatori/ social-manager/ pubblicitari-marchettari della peggio politica o della filiera petroli;
      per curiosità da dove hai recuperato tale “perla”?

    2. “Inoltre, il recente aumento dei costi dell’energia ha ridotto il vantaggio economico dell’elettrico”
      Risposta degli “Egregi membri del Parlamento Europeo e della Commissione Europea”: gentilissimi, smettete di permettere ai fornitori di mangiarci sopra. Prendete esempio dai Supecharger di Tesla che attingono alla medesima energia…….

  21. Santa Europa e santa Austria, in questo caso e non solo, orgoglioso di essere europeo. Tanti rospi da ingoiare nel passato, figli di scelte di petrolieri e affaristi. Sarò ingenuo, ma finalmente delle decisioni lungimiranti e al fianco della scienza e dei nostri nipoti, se tengono la barra a dritta, da premiare!

    1. Solo così si fa la “transizione” (che brutto termine). Imponendola a forza. Quando un prodotto non piace e non ha mercato hai un solo modo per riuscire a venderlo, vietando le alternative. Non finirà benissimo

  22. Non so come finirá questa transizione, e a favore di chi, ma so di sicuro chi la prenderà in quel posto…io sarò uno di questi!!!
    Quelli che come me una panda nuova se la sognano… Figurati una elettrica… Ovviamente spero di sbagliarmi, ma ho l’impressione che mi costringeranno ad andare a piedi, oppure a fare rate per tutta la vita finché non mi toglieranno la patente…

    1. Come andrà non te lo posso dire ma fino al 2035 e passa puoi stare tranquillo.
      A meno che tu non viva in una città che applica i divieti di circolazione causa inquinamento.
      Inoltre, considerazione personale che può essere totalmente errata nel caso specifico, in genere chi ha auto “piccole” fa viaggi piccoli… ecco che un usato elettrico fra qualche tempo potrebbe essere sufficiente e non particolarmente costoso.

      1. “A meno che tu non viva in una città che applica i divieti di circolazione causa inquinamento.” colgo l’occasione per dirvi cosa mi ha spiegato un londinese su un altro forum: è un artigiano e ha un furgone diesel col quale lavora nell’area metropolitana di Londra, e per circolare con quel furgone paga più di 5500 sterline l’anno. Alla faccia!

        1. Ciao, Londra è un caso estremo, molto cara per tutto, e vogliono avere quasi solo mezzi pubblici:
          >> Londra ha una congestion Charge di 15 sterline al giorno per tutte le auto o furgoni
          >> poi in è aggiunta le auto e furgoni con alte emissioni pagano anche altri 12,5 sterline

          le cifre del tuo amico sembrano la somma di un po’ di una e un po’ dell’altra (perché se dividi 5500/12,5 otterresti 440 giorni in un anno)

      1. @ Antonio
        Negli ultimi 25 anni ho sempre cambiato auto ogni 3/6 anni, ho sempre comprato usato da privato e rivenduto a privati. Analizzando la curva di svalutazione di ogni modello/ marca di auto che ho acquistato ho sempre fatto buoni acquisti e rivenduto al giusto prezzo.
        Ogni auto svaluta parecchio all’inizio poi il prezzo si stabilizza per un certo periodo e poi tracolla velocemente….ripeto tra privati!!
        Ecco io sto in quel “range”!
        Ora questa regola probabilmente non varrà più, con la transizione le vecchie non varranno più niente, anche se continueranno a girare, e le nuove costeranno un botto. Quindi ho hai i soldi e il garage con il fotovoltaico e allora sei tranquillo oppure NLT tutta la vita e colonnine in strada….n.b. distinguendo tra grossa città e frazione di paese….. Un saluto.

    2. Cristiano Gardoni

      Zio, anche dopo il 2035 continuerai ad usare il tuo pandino a benza… a CUba girano con auto di 50 anni, tranquillo, ci ti abituerai anche tu…

        1. antonio gobbo

          si certo peccato che per qualcuno giri velocisdima mentre per gli stipendi e pensioni sia praticamente immobile.

  23. Edoardo Scortese

    Da una parte è paradossale ma senza una vera imposizione continuare a lavorare sui due fronti fa solo male all’industria dell’auto.
    Dall’altra mi auguro la ricerca riesca a tirare fuori il proverbiale coniglio dal cilindro, perché sinceramente anche arrivando a produrre modelli super efficienti e riuscendo a contenere i costi di produzione (che per qualche gruppo sarebbe già un bel risultato, vero Stellantis?) vedo molto dura riuscire a competere con la cina sulle batterie.
    Comunque magari arrivando con l’acqua alla gola, aguzzeremo l’ingegno

  24. Personalmente sono stato sempre contrario allo stop ai motori a carburanti petroliferi del 2035, l’ho sempre trovato inutile perché da qui a 10 anni le termiche sarebbero crollate da sole di vendite.

    Comincio a pensare che chi diceva che l’UE ha fatto il ban per costringere i produttori europei a transare non avesse tutti i torti. Alla fine se i produttori europei perdessero ancora tempo a stare coi motori termici il ritardo non potrebbe che aumentare.
    Tabro prima o poi bisognerà affrontarli i cinesi anche perché loro conquistano quote ovunque nei mercati.

  25. Guido Baccarini

    Il capo scienziato di Toyota (Gill Prat, che è anche il CEO della divisione R&S di Toyota) ha ammesso che l’azienda sta discutendo la data di fine per le sue auto endotermiche negli USA, in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana a Bloomberg.
    Toyota, quella che finora ha “finto” di non credere alle BEV, annuncia che ragionano sullo stop alle ICE (ibride comprese, ovviamente), in USA, dove non c’è un limite temporale imposto.
    Dunque, cari produttori Europei, voi cosa pensate di fare? Inviare un nuovo Marco Polo laggiù per capire meglio…?

    1. “In the US, there is a decision being made now as to whether to stop making PURE ICE for the US market,”
      PURE ICE.
      Caro Baccarini, bisogna leggere dalla fonte e non da chi ti racconta quello che vorresti tanto sentire. Pratt dice che in Toyota stanno decidendo se e quando eliminare le motorizzazioni a sola benzina lasciando a listino le HEV, PHEV, FCEV e BEV, in considerazione del fatto che negli USA le vendite nella loro gamma si stanno spostando velocemente verso le ibride.
      Come per l’Europa, finchè non verranno rese disponibili batterie affidabili, ad alta capacità, ad alta velocità di ricarica ed economiche da costruire e finchè l’infrastruttura di ricarica non sarà adeguata, Toyota difficilmente spingerà sulle BEV: non ne hanno motivo, non cercheranno di vendere roba che sanno già non esser vendibile.

    2. Non serve mandare Marco Polo in Cina per capire meglio…
      …c’è già Gengis Khan che sta arrivando per spiegarcelo!

    3. Guido Baccarini

      paperogiallo, superfede
      Avete naturalmente ragione entrambi, mi sono fidato della traduzione.
      Mi accontento: l’EPA non è benevolo quanto il WLTP verso le ibride avendo più extraurbano e velocità più alte. Arriverà anche il loro momento.
      Onore a Toyota, intanto, di avere per 15 anni ridotto i consumi e quindi l’inquinamento.

      1. EPA è meno benevolo anche in relazione della diversa tipologia di traffico nel loro continente, “noi” abbiamo una maggiore percentuale d’urbano. Le HEV che usano dei motori a ciclo atkinson risultano più econome delle pure ice a qualunque velocità, anche se il gap maggiore avviene, per l’appunto, in percorsi urbani quando il termico può restare spento e quando riescono a rigenerare in frenata.

        1. La mia attuale auto è proprio un ciclo Atkinson, e devo dire che, in rapporto alla mole, è davvero “parca” nei consumi, sperando che lo sia anche nell’impatto ambientale. In attesa del sogno EV9 😉

  26. antonio gobbo

    Per fermare i cinesi? forse mettendo dazi al 100%, tipo gli USA e il Canada, anche su quelle prodotte in Europa ma con casa madre cinese … altrimenti Renoult, VW, stellantis BMW & Co li troveremo solo sui libri di storia o in mano a qualche amante delle auto d’epoca.

    1. Daniele Sacilotto

      Spezzo una lancia a favore dei costruttori. Non si puo però scaricare solo su chi costruisce le auto elettriche la responsabilità della transizione energetica e lasciare all’anarchia più totale la gestione delle ricariche. Senza regolamenti sulla infrastruttura di ricarica non servirà a molto avere modelli BEV un pò più accessibili. Anche la ricarica dev’essere accessibile a tutti e oggi è indubbio che non sia così. Bisogna regolamentare il roaming innanzitutto e stabilire un tetto massimo al prezzo che sia proporzionale al PUN. Ci sarebbe spazio anche per le accise se il prezzo del kWh fosse allineato a quello domestico o industriale.

      1. Tesla è riuscita a fare “tutto da sola”: ha re-inventato l’ auto elettrica, ha costruito e installato in tutto il mondo una efficiente rete di ricarica, persino tra le più economiche in Italia (nonostante gli ostracismi )

        Non voglio pensare che Tutte le case produttrici europee non hanno la capacità finanziaria e tecnologica di fare altrettanto almeno in Europa.
        Tra l’altro, se le reti elettriche fossero Europee (e pienamente interconnesse) avremmo costi energetici bassissimi e stabilità, visto che ogni stato parteciperebbe con la propria capacità (tra nucleare, gas, eolico, idroelettrico, FV e geotermico); andrebbero formati Prezzi europei (in modo da non sbilanciare gli stati). L’ unione fa la forza…e noi (🇪🇺) confronto alla Cina siamo “piccoli” e disuniti ..

        1. Siamo piccoli, perché siamo 1/3 della Cina, come popolazione, e siamo disuniti, perché siamo 27 nani. Se non ci uniamo in tempo, i lupi ci mangeranno.

          1. E… purtroppo..siamo molto ignoranti ed individualisti per rendercene conto…

    2. Personalmente concordo con Hoekstra: le sfide vanno affrontate, e ci sono ancora 10 anni davanti per confermare che la gloriosa industria automobilistica europea è ancora in grado di fare onore alla sua tradizione, anche cambiando tutto.

      1. antonio Gobbo

        Eugenio che dire … good luck .. i cinesi hanno almeno un decennio di vantaggio e soprattutto non hanno una unione europea dove si è d’accordo tutti solo sulla lunghezza delle zucchine e soprattutto non hanno CEO come Tavares 🙂

        1. Eugenio Davolio

          Antonio, l’alternativa è tra provarci e fallire oppure fallire senza nemmeno provarci.
          E il problema non è la UE e le regole che democraticamente si dà, ma l’industria che pretende di perseguire il profitto senza regole tra le scatole.
          Poi diciamoci chiaramente una cosa: De Meo che dichiara (intervista a Quattroruote dal Salone di Monaco di settembre 2023) che l’obiettivo dell’industria automobilistica è di accrescere gli utili pur vendendo meno auto, rivela che ai CdA non interessa affatto la sopravvivenza delle loro “gloriose” case automobilistiche europee né dei lavoratori, dell’indotto, ecc.
          Quindi è ben possibile che, ora che il gioco si fa duro, invece di giocare i duri decidano che non vale la pena di sbattersi per competere contro i cinesi e che ci si guadagna di più a vendere loro baracca e burattini.

          1. Vendere meno e guadagnare di più lo si può fare solo se:
            1) il mercato è in grado di reggere quei “volumi di produzione” a quei prezzi (domanda > offerta)
            2) successo di vendita in diversi mercati internazionali (quello che stanno facendo Tesla e cinesi)

            Dopo il Diesel gate in particolare l’ “appeal” dei marchi europei è fortemente calato… Poi sono arrivati “pesantemente” gli effetti dell’ “I.R.A.”…e gli USA+Canada sono gli unici mercati in cui i nostri prodotti automotive sono vendibili (mercati sud America Africa e Asia siamo Non competitivi. aitoto di lusso a parte).

            I Grandi Dirigenti avrebbero dovuto essere molto più “lesti” a fare politiche di sconti importanti sui mercati europei, approfittando della diffidenza verso i nuovi costruttori e la loro scarsa organizzazione sul territorio… Invece sono stati “ingordi ” .. pensando di marginare il massimo possibile con il sostegno degli stati…. ed ora ne pagheranno (pagheremo tutti 😥😡) le conseguenze..

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