Stiamo perdendo il treno: la rivoluzione elettrica investe tutta l’Europa, con enormi investimenti che vanno ovunque tranne che in Italia, un terreno ostile.

Il mondo verso l’era solare, ma noi stiamo perdendo il treno, fermi all’oil&gas
Non stiamo parlando solo di automobili, naturalmente: parliamo anche e soprattutto del modo in cui l’energia viene prodotta. L’Economist, che non è certo la bibbia degli ambientalisti, pubblica un numero speciale parlando di “Alba dell’era del sole“. Spiegando che “le celle solari saranno con ogni probabilità la più grande fonte di energia elettrica del pianeta entro la metà degli anni 2030“.
ùLe rinnovabili crescono anche da noi, in maggio hanno coperto più della metà dei consumi, arrivando al 52%. Ma tutto avviene dal basso, in un clima di scetticismo, con un governo sempre più vicino al mondo dell’oil&gas. E con norme che penalizzano la conversione alle rinnovabili invece di agevolarla.
Risultato: chi aveva pianificato investimenti li rimanda o li cancella. Ultimo esempio: Senec, gruppo tedesco che produce sistemi di accumulo, era pronto a installare in Puglia una fabbrica di pannelli fotovoltaici. Investimento complessivo: 200 milioni. Ma la norma varata dal ministro Francesco Lollobrigida per limitare fortemente l’installazione di impianti agrivoltaici ha fermato tutto.

Si moltiplicano gli investimenti bloccati: Senec in Puglia, ACC in Molise…

Vito Zongoli, ad di Senec Italia, ha spiegato al Sole 24 Ore che “all’estero deridono l’Italia” per interventi normativi così estemporanei. “Eravamo pronti a investire, anche con fondi del PNRR che ci erano stati accordati, e ad assumere personale. Ma abbiamo fermato tutto, anche perché il Dl agricoltura così com’è oggi frena lo sviluppo di una filiera italiana. Mettere tutti questi paletti allo sviluppo del fotovoltaico per questioni prevalentemente di consenso politico non ha una grande utilità. L’obbiettivo era limitare l’installazione di impianti, ma alla fine la parte più lesa sono i proprietari agricoli, soprattutto in certe aree del Paese“.
Le cose non vanno meglio sul fronte dell’auto elettrica: Stellantis, Mercedes e Total Energie, alleate nella società ACC, hanno fermato la riconversione dello stabilimento ex Fiat di Termoli. Motivo: il mercato italiano non tira, anche per colpa di una politica degli incentivi incomprensibile, come fatto notare dall’ad di Stellantis, Carlos Tavares. Gli esempi potrebbero continuare, ma il filo conduttore è uno solo: stiamo perdendo il treno, mentre la Spagna porta a casa un investimento dopo l’altro…
- Auto elettrica e colonnine: quello che tanti non hanno ancora capito…Il NUOVO VIDEO di Paolo Mariano
Tra l’altro a proposito di treni: ma questi non sono quelli che: “Quando c’era Lui i treni arrivavano in orario?”
vabbè , hanno fatto di peggio ,
c’è uno nel 2007,Gustavo Selva, che ha fatto finta di sentirsi male per arrivare in tempo a una trasmissione tv
facendosi dare un “passaggio” da un auto ambulanza,
al peggio non c’è limite
nel paese di fantozzi
siate felici sudditi ..
ancora non hanno
reintrodotto
lo ius primae noctis
A me sembra che questo articolo faccia disinformazione e sulle rinnovabili e sull’elettrico in generale. Le rinnovabili non sono la soluzione purtroppo, costano tantissimo e non garantiscono nulla. La Germania è in recessione per aver puntato sulle rinnovabili e abiurato il nucleare. Le auto elettriche non vendono non solo in Italia ma, Cina esclusa, da nessuna parte, tanto che i costruttori stanno facendo marcia indietro e tornando sull’endotermico. Leggevo recentemente che Ford perde 130.000 dollari per ogni veicolo elettrico prodotto. Il futuro è nucleare per la produzione di energia e l’elettrico rappresenterà una nicchia del mercato. Non vedo affatto il tramonto di diesel e benzina.
Ne avessi azzeccata una. La Germania è in difficoltà sul costo dell’energia perché ha abiurato il nucleare dall’oggi al domani, vero, ma non perché ha puntato sulle rinnovabili: semplicemente si trova a metà transizione.
Le elettriche in Italia vendono meno del 4% ma in Europa siamo al 15% e credimi che la quota è destinata a salire. Non velocemente come si aspettavano ma è destinata a salire.
Ford perde molto su ogni veicolo prodotto ma altre società sono già in guadagno, come Renault o Stellantis.
Il futuro è nucleare? Smettila di guardare i cartoni animati in tv …
Non è che non le azzecca, mi sa che semplicemente è l’ennesimo utente random con singolo post che viene qua a sparare sulle rinnovabili e a promuovere le idee del governo, o di chi ci sta dietro e tira i fili.
Gomblotto! Basta leggere i numeri ed informarsi per capire che le auto elettriche non sostituiranno lendotermico ma le affiancheranno perché sono troppo care, hanno troppi limiti e il mercato non le vuole.
“Mo me lo segno, proprio!”
Basta guardare cosa sta succedendo alle plug-in, con l’autonomia a batteria che continua a crescere, in pratica l’endotermico verrà cannibalizzato dalla parte elettrica un po’ alla volta
“Non velocemente come si aspettavano ma è destinata a salire.” Ah beh Enzo, scommetti che a fine 2035 sarà al 100%????
Sulla germania leggiti questa analisi,
https://www.facebook.com/share/p/QM8hsTW5fRnXrwbA/
Sulle percentuali di auto elettriche pure vendute attento a non confondere i dati che contengono pure le ibride Plug-in. Se quello che dici fosse vero non si capisce perché i costruttori europei hanno cambiato rotta: 1 anno fa era stata dichiarata la morte dellendotermico mentre ora c’è la corsa a dire che l’endotermico non è affatto morto. La realtà è che il mercato non ama queste vetture e le case automobilistiche non possono fallire per perseguire un progetto dirigiatico ed utopistico.
https://auto.everyeye.it/notizie/mercedes-forse-ottimisti-auto-elettriche-700845.html
https://www.ansa.it/amp/canale_motori/notizie/industria_analisi/2024/06/19/bmw-in-futuro-auto-con-motori-termici-insieme-a-elettriche_abf9201b-2b44-4782-84b6-9ed065d3a24e.html
L’endotermico è morto, solo ogni tanto sembra che si riprenda, ma il trend di discesa è già ben visibile e irreversibile.
Sulle plug-in, che dire? Sono l’equivalente dei combo VHS/DVD player, roba che è esistita ma che è durata il tempo di credere che le cassette VHS non sarebbero state sostituite dai DVD.
sull’energia hai citato sciocchezze che girano su youtube italia e sui canali social di salvino, ti sei fatto fare il lavaggio del cervello, mi spiace; se non l’hai capito è una campagna di pubblicità ingannevole, non farti truffare
> le rinnovabili sono le più economiche, 1-7 cents a kwh
> nel mezzo il metano, oscilla a 6-16 cents a kwh
> a livelli esagerati il nucl., parte da 16-20 cents al kwh, e nei reattori piccoli arriva a 30 cents; all’estero non lo vuole più nessuno
vanno paragonati i costi energia LCOE, tutto compreso, cioè bollette+sussidi statali (si pagano salati in tasse o in debito pubblico, vedi Francia):
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp
il nucl è stato mandato in dismissione da Austria, Belgio, Germania, Finlandia (bloccati i progetti successivi a Olkiluoto), e solo nell’ultimo anno anche da Svizzera e Spagna
Ah, a saperlo prima… 🤦🏻♂️
Telefono immediatamente al Portogallo – che viaggia attorno al 75-85% di energia da rinnovabili e ha un costo industriale dell’energia elettrica attorno ai 4 centesimi di euro al kWh, meno della metà dell’Italia – e gli riferisco che Davide dice che “le rinnovabili non sono la soluzione”.
Dimenticavo…
È buona norma, prima di scrivere un qualsiasi commento in un sito, in un blog, in un forum, ecc., informarsi se quanto si sta per scrivere sia corretto o non sia già stato discusso e magari confutato in precedenza.
Evidentemente lei non segue questa norma e nemmeno frequenta con qualche costanza e attenzione questo sito, altrimenti avrebbe sicuramente già letto almeno questo recentissimo articolo sempre qui su Vaielettrico:
https://www.vaielettrico.it/record-rinnovabili-fotovoltaico-idroelettrico-carbone/
e il comunicato-stampa di Terna da cui ha tratto i dati sintetizzati nell’articolo:
https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-maggio-2024.
Grazie Eugenio
Questo sito non è la bibbia e quello che riporta è un informazione di parte. Che le rinnovabili siano la soluzione a favore della decarbonizzazione è una bufala colossale e lo dimostrano gli investimenti che si fanno sul nucleare ormai visto come l’unica strada praticabile per garantire energia pulita in quantità (Francia docet). Sul fatto che le case automobilistiche stiano facendo retromarcia imbarazzata sulleletrrico, bisogna esser ciechi per non accorgersene., basta vedere le pubblicità o leggere quanto dicono i CEO delle varie case. Il che significa che ne l’eolico o solare sostituiranno gas, petrolio e carbone al momento ma che si costruiranno tante centrali nucleari nei prossimi anni con reattori di nuova generazione (e l’Italia è uno dei paesi leader mondiali nella progettazione e istallazione) e che le auto elettriche saranno uno dei tanti sistemi di propulsione disponibili e che sarà il mercato è non Bruxelles a premiare le tecnologie vincenti.
Noi non siamo la Bibbia, però non spacciamo notizie spazzatura, come fa lei. Quello che scriviamo è documentato e verificabile.
anche quello che scrivo io, basta volerlo cercare. io non spaccio nulla, guardo il mondo con disincanto mentre il tono dei commenti qui dentro è quello da estremesti green.
No, Daniele: lei su internet trova sempre quello che cerca perché cerca quello che vuole trovare. https://it.wikipedia.org/wiki/Flat_Earth_Society
Notizia fresca di oggi, la BMW cancella ordine di 2 mld di euro in batterie. Cmq come in ogni forum di estremismo, avere idee diverse porta all’insulto. Complimenti.
https://youtu.be/fP1C0UdMaUc?si=XGX_qDW0_-K_v4QJ
Se le dimostro che lei non sà quello che dice si ritiene insultato? Ecco: la notizia è vecchia e Vaielettrico l’ha già pubblicata: Troppi ritardi: BMW rinuncia alle celle Northvolt.
Cosa mi risponde adesso?
A parte che la notizia è fresca di settimana scorsa, ma quindi?
Proprio questa notizia dimostra la voglia di BMW di produrre auto elettriche, e per farlo abbandona un fornitore che l’avrebbe rallentata. Ha cancellato l’ordine perchè Northvolt non riesce a consegnare quanto promesso, e quindi comprerà batterie da altri fornitori. Non ha cancellato la produzione di BEV.
“l’Italia è uno dei paesi leader mondiali nella progettazione e istallazione”
ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha
hahahahahahahahahahah.hahahahahahahahahahah.
Ma dove? Ma quando? Gli SMR sono falliti ancor prima di nascere, l’unico progetto pilota negli USA è stato cancellato perchè inattuabile, troppo costoso. Però son riusciti a raccontare la balla degli SMR a Salvini, che vorrebbe (in quel piccolo mondo ideale che sta dentro la sua testa) installarne uno in ogni comune italiano.
“Basta leggere i numeri ed informarsi per capire ”
Eh, appunto. Visto che l’hai scritto tu, leggi qui:
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_companies_in_the_nuclear_sector
E dimmi quante aziende italiane ci sono. Io della tipologia “engineering” ne vedo una. Con bel 170 dipendenti (https://it.wikipedia.org/wiki/Ansaldo_Nucleare), un colosso del settore.
Su un noto blog di tecnologia, riportando la notizia del surplus di produzione da fotovoltaico in Germania (di cui voi stessi mi pare avete parlato), oltre al problema del prezzo in forte calo hanno posto anche quello della stabilità della rete. Sarebbe interessante che faceste un approfondimento su questo tema intervistando qualche esperto perché, pur essendo favorevoli al fotovoltaico, se davvero c’è questo problema è giusto che sia preso in considerazione e spiegato.
Il cosiddetto problema della stabilità della rete c’è sempre stato perché la produzione e i consumi devono essere sempre uguali per evitare che tensione e frequenza vadano fuori dai valori nominali.
Alla vecchia maniera si faceva modulando i generatori (idroelettrico, gas peakers principalmente), con le energie rinnovabili si utilizzano altre tecniche, ad esempio gli accumuli ma si continua ad utilizzare l’idroelettrico e finché non andranno definitivamente fuori mercato anche le centrali a gas.
Quindi il “problema” della stabilità della rete è vecchio, soltanto che con le rinnovabili sono necessarie strategie, metodi e tecnologie diverse. Fortunatamente i sistemi di accumulo stanno scendendo sempre più di prezzo, chiaramente è necessario svilupparne e installarne sempre di più al posto delle centrali termoelettriche.
Quindi, ripeto, il problema della stabilità della rete è sempre esistito e possiamo affrontarlo in due modi:
– fare come si è sempre fatto (la frase più pericolosa al mondo) ovvero utilizzare idroelettrico e gas per compensare
– utilizzare nuove tecniche e nuovi impianti che permettano di accumulare energia nei periodi di produzione in eccesso.
Mentre scrivo si sta andando verso la seconda opzione e, anche se più lentamente che da altre parti, il cambio di tecnologia sta avvenendo anche in Italia.
Salve Fabio, si la stabilità della Rete è un problema molto serio, anche le Leonardo lo fa sembrare un qualcosa di poco conto…. “cè sempre stato”…
E invece è molto serio.
Terna indica che non si può andare oltre il 20%. Cosa significa?
Proviamo con un esmpio molto semplice, e ovviamente essendo semplice ha tutte le sue limitazioni, ma rende bene l’idea.
Se installo un impianto FV da 1000W di potenza, lo stesso sarà in grado di produrre da un minimo di 2000/3000Kwh al giorno fino ai massimi estivi di 9000/10000Kwh di energia al giorno.
Oppure nelle situazioni più negative (neve ad esempio…) anche poche centinia di Wattora.
Oppure quando il sole cala la sua produzione è uguale a zero e in inverno significa per il 60/70% del tempo giornaliero.
Durante la sua instabilità produttiva del giorno la Rete deve conpensare questa mancanza immettendo in Rete energia prodotta da altre centrali.
Che possono essere altre Eco-compatibili più grandi o da centrtali di tecnologia differente come Gas, Petrolio, Carbone.
Questa immisione da altre sorgenti però non è semplice, in quanto la Grid, per la sua natura costruttiva, può accettare solo Immisssioni parziali, e naturalmente anche deficit parziali.
Con dei giochetti tecnici si riesce a Rimodulare la produzione entro centri termini, appunto il 20%.
Questo 20% però e teorico e generalizzato.
Si chiama potenza impegnata, ad esempio se ho un palazzo con 10 appartamenti e ognuno ha un potenza impnata di 3Kw, la società di energia mi deve garantire H24 una energia teorica di 30Kw, però poi nella realtà questi 30Kw non vengono mai raggiunti neanche nei picchi massimi e la notte si sa le utenze domestiche consumano poco o niente. Queste differenze tra potenza impegnata e potenza usata gioca un ruolo statistico che La Rete sfrutta.
Per le colonnine di ricarica delle auto ci sono sistuazioni simili. Ad esempio se ho 4 colonnine da 250Kw, sono un apotenza impegnata di 1Mw, ma nella realtà poi questo 1Mw tuttto insieme non viene mai richiesto…, ma se lo richiedono? lo devono comunque garantire..
Nella realtà ci sono aeree del pese che possono accettare anche modulazioni energetiche più ampie anche del 50%, mentre altre zone non si può adfare oltre il 5%. In alcune condizioni della Rete se non adeguatamante sviluppata si può ragiungere la condizione di Saturazione. Che significa semplicemente che non posso più immettere nuova energia perchè non viene supportatata. Ed ecco che vengono fuori situazione paradossoli dove in certe zone l’energia del FV prodotta in eccesso viene semplicemente persa.
Qui entra in gioco la tecnologia di accumulo, fondamentale per stabilizzare la Rete e per non perdere la produzione in eccesso.
Con cosa fare l’accumulo?
Le tecnologie sono diverse, Gravità, Chimica, Gas Idrogeno…
Oggi stanno nascendo molti produttori di Gas Idrogeno Verde, da FV. L’Euroipa si sta attrezzando e ne stanno nascendo come funghi. La Germania, Paesi Scandinavi e anche il nostro Paese sono all’avanguardia in questo campo
Tutto questo sarà sicuramante il futuro, l’efficienza prodsuittiva sta aumentando di molto, tra qualche ahnno sfioremeno il 90%, il costo di produzione sta scendendo a vista d’occhio, in certi contesti il calore che si sviluppa nella produzione viene che sfruttato per il tele riscaldamento abbassando ulteriomente i costi. Queste enormi quantità di Idrogeno Verde potranno essere utilizzate non solo per stabilizzare la Rete Elettrica ma anche per essere utilizzate nell’Industria pesante e nell’autotrazione (trasporto pubblico, trasporto pesante, Treni, e… autovetture private…)
Insomma il futuro è roseo, ma dobbiamo fare le cose con i tempi e i modi giusti, altrimenti rischiamo come la Cina che a fronte di una quantità enorme di FV installato ha dovuto attivare una quantità enorme di Centrali a Carbone….
c’è il boom in Italia dell’accumulo statico nell’edilizia civile
significa che non ufficiale , i privati , a maggior ragione ne faranno almeno altrettanto con impianti non censiti, perchè non collegati alla rete
impianti a isola
ci sono già oggi cittadini , che fanno la lavatrice se la batteria lfp è abbastanza carica
è diventato un fenomeno folcloristico ,dopo le bollette pazze degli ultimi anni,
gli italiani stanno ri-scoprendo l’arte di arrangiarsi
molti nelle regioni più fortunate del sud ,cominciano prorio a scollegarsi dalla rete pubblica ..
adottando un gruppo elettrogeno diesel o metano come backup di emergenza per le rinnovabili più batterie di accumulo ..
cosa pensa succederebbe in caso di crisi petrolifera o di guerra in medio oriente nei prossimi anni ?
spegneranno il mondo come nel 1973 o ci salveremo con le rinnovabili
con l’accumulo idroelettrico,compressione di co2, accumulo gravitazionale
o il sempre più conveniente accumulo individuale ..
se l’Italia resterà IMMOBILE come negli ultimi 20 anni
resta un solo scenario ..
2035 fuga dalle città
firmato Jena Plissken
-ma se lo richiedono? lo devono comunque garantire..-
Un concetto che ho cercato di sfiorare diverse volte parlando di ricarica domestica in ambito condominiale ma che forse non son riuscito a far passare adeguatamente. Concordo dunque che sia un problema, non insuperabile, ma comunque un problema
Ho sempre pensato all’accumulo tramite idrogeno verde ma non leggendo da nessuna parte questa soluzione e non essendo un esperto del settore ero giunto alla conclusione che gli ingegneri avessero trovato soluzioni più efficienti e pratiche. Leggo adesso che, se ho capito bene, si punta all’idrogeno verde per accumulo: ottimo!!!
Sarà già un enorme successo se riusciremo a sostituire la produzione attuale di idrogeno (al 97% prodotto a partire da gas metano) con idrogeno verde.
L’idrogeno per accumulo non è economicamente vantaggioso e difficilmente lo sarà in futuro, molto meglio assorbire l’energia in eccesso e utilizzarlo per gli usi già in essere o altri usi più efficienti che non trasformarlo in EE
Bill Gates ha ri-finanziato
una startup Italiana EnergyDome che basa l’accumulo sulla compressione di CO2
dopo aver visto i risultati dell’impianto sperimentale in Sardegna
è probabile che EnergyDome comincerà a lavorare in USA invece che in Europa , visti gli investimenti pubblici colossali che ha fatto Biden nel settore
si stima il triplo del NextGenerationEU Europeo
che i comprende il nostro PNRR
altra rinnovabile complementare e facente funzione nuculare-fossile
è il geotermico 2.0
qui sta investendo Gooogle , il primo impianto è stato inaurato nel novembre 2023 in Nevada
https://www.youtube.com/watch?v=lHbtmgprhmA
idrogeno verde se ne parla per usi industriali o usi speciali nel trasporto (non di massa come le auto dove ci sono le alternative) e forse come accumulo stagionale, non è stato scartato, solo è prematuro parlarne: se (se) serviranno accumuli stagionali, sarà tra 15 anni, e nel frattempo possono evolvere altre tecnologie e parametri di costo
se cerchi in rete c’è un gran lavorio anche sull’idrogeno verde, specie in nord europa, a preparare la filiera, idrolizzatori più economici, serbatoi, tubazioni, etc, per farlo diventare il 5% del mix europeo energetico (qualcuno spara 20%, manco fosse metano, a me non sembra ne utile ne realistico); si prevede che i costi diventeranno competitivi appunto tra 10-15 anni, anche grazie a maggiore esubero di energia rinnovabile a basso costo
molto a spanne, dal 60% al 90% di rinnovabili, bastano gli accumuli giornalieri e le connessioni tra stati; per arrivare al 90% in italia con i nostri contrasti realisticamente ci metteremo più di 15 anni; sopra 90% forse basteranno le interconnessioni tra gli Stati e per sicurezza un back-up a metano, magari avereo meno anche accumuli stagionali sarà una scelta sui costi minori e non una necessità
per gli accumuli giornalieri vanno meglio sistemi con spese di costruzione (che diluisci sui molti cicli di utilizzo) e minime spese di utilizzo, in pratica accumuli idro, termici e batterie
Non ci metteremo più di 15 anni perché a un certo punto la generazione termoelettrica collasserà economicamente.
Perché quando scendi sotto un certo fattore di capacità hai soltanto due scelte:
– aumentare i prezzi quando le fonti rinnovabili non producono abbastanza, ma così facendo rendono più appetibili investimenti in accumuli e altri sistemi di backup
– andare in perdita sui costi fissi
Io cambierei il titolo in: VOGLIONO FARCI PERDERE IL TRENO.
Il governo italiano ha fatto una scommessa che si chiama Piano Mattei che consiste in poche parole nel fare dell’Italia un hub del gas sull’ipotesi che i consumi di gas in Europa crescano o comunque restino gli attuali. Se le rinnovabili si inizieranno a mangiare i consumi del gas, come hanno già fatto per i consumi di carbone, allora la scommessa sarà stata persa. Ecco quindi che le rinnovabili sono un nemico giurato di questo governo da contrastare. Basta dare un occhio alle analisi dei vari Think Tank dell’energia per sapere come andrà a finire. In bocca a lupo.
Per quello il governo frena in tutti i modi possibili le rinnovabili e sbatte via i soldi rincorrendo il nucleare (se riescono a spendere tutto in cose diverse dalle rinnovabili alla fine avranno anche l’alibi: non abbiamo più soldi).
Povero Mattei, assassinato dalla mafia siciliana su ordine delle sette sorelle/servizi segreti americani, con il benestare degli stati uniti e parte del governo italiano dell’epoca, il cui buon nome oggi viene sfruttato da persone che agli stati uniti obbediscono senza fiatare.
Il cosi’ detto Piano Mattei altro non e’ che l’impegno italiano a garantire l’acquisto di forniture di gas dai Paesi del nord Africa, in cambio del loro impegno nel fermare la migrazione dal nord e dal centr’Africa. Solo che questo e’ brutto da dire pubblicamente…
In altre parole, pur di tenere gli sbarchi entro numeri accettabili, oltre ad operare per azzerare le missioni di salvataggio e soccorso, oltre a finanziare dittature ed oligarchie disposte ad usare qualsiasi mezzo coercitivo per fermare il proprio popolo o quelli in transito, i nostri governanti stanno facendo di tutto (compreso il finanziamento di nuove infrastrutture di distribuzione) perche’ noi si continui ad utilizzare a carissimo prezzo una fonte energetica oramai troppo costosa ed inquinante risp alle alternative che stanno maturando. Ed in beata solitudine, visto che i Paesi del Nord Europa ben si guardano dal seguirci, dell'”hub italiano” non je ne puo’ frega’ de meno! Stiamo affossando allegramente la nostra economia … 🙁
non contenti, hanno finanzianto potenziamento dei gasdotti per metano e ne vogliono finanziare altri, a spese pubbliche o delle bollette costose opere di, nonostante gli sia stato detto che saranno opere initili un po’ da tutti:
– direttore IEA in una intervista sul tema
– analisti vari, ad esempio il team Ecco (il report è on-line)
– persino analisti di Snam, che pure dai lavori ci guadagnano (v. puntata Presa Diretta)
E pensare che l’arma più potente per dirgli NO l’abbiamo in mano noi, tutti noi cittadini maggiorenni, ma pronti via e a metà non frega nemmeno nulla e quando c’è da votare va al mare. L’altra metà si perde in discussioni totalmente inutili su argomenti fantoccio che paiono centrali ma che sono proprio inezie, rispetto alla gestione energetica di una nazione.
Certo, poi dovremmo trovarlo un partito che prendesse come argomento centrale del suo programma la rivoluzione energetica per poterlo votare.
opinione solo personale, nessuno si offenda:
– i verdi europeisti italiani hanno le idee chiare su questo; specie la loro associazione giovanile under 35, li ho visti concreti e preparati, anche un minimo scafati (es. Benedetta Scuteri) a non farsi ridicolizzare nei dibattiti in video,
se anadasse al voto, li voterei volentieri, nonostante hanno dubbi su guerra russia (ma almeno sono netti su gaza)
– poi ci sono un paio di grandi partiti generalisti, da voto utile, a sx (per me preparati a gestire lo Stato, ho ricordi positivi dei periodi Bersani e Prodi ad esempio), e centro (questo più a rischio provvedimenti populisti e/o impreparazione), che almeno rappresentano le posizioni pro-rinnovabili e no-nuke
– potrei votare anche un “centro-dx-liberali-seri-riformisti-non-evasori-totali”, cioè non polulista, anche loro gestirebbero lo Stato; cerano partiti simili decenni fa; lo spazio esiste nell’elettrorato, dicono circa un 10-15% dei votanti
ma al momento viene saccheggiato da partitini anche loro populisti e volubili (Calenda) o improponibili ( Renzi);
Calenda sembra onesto, o così dice mio padre, ma a me sembra ondivago e senza supporto, e fa il nuclearista, lui non penso per interesse, ma perchè è un quasi boomer, forse crede che gli giovi seguire le mode di youtube
nel 2011-2013 di liberisti-riformisti-europeisti, persone “studiate” che volevano portare i temi delle riforme economiche-strutturali per l’italia, c’era stato quel movimento “fermiamo il declino”, ma ingenui a lievello organizzativo, si fecero ridicolizzare, e alcuni di loro mi pare siano pure nuclearisti (..boomer..)
Non sono certo un fanatico delle BEV, ma la miopia (non in buona fede) di questa parodia di governo è imbarazzante. Perderemo questo e altri treni.
Servono regole uniche europee. L’Europa fissa obiettivi e date, però gli stati appartenenti vanno monitorati. Non è possibile che i nostri politici vadano a farsi fotografare durante le strette di mano ai vari meeting sul clima e poi facciano opposizione interna senza che l’UE se ne accorga.
La Spagna mostra cosa è possibile fare, ora che molte rinnovabili sono scese moltissimo di costo, in soli 5 anni, se non si viene cosi contrastati dal proprio stesso governo; in Spagna:
> nel 2019 quota 39% di rinnovabili
> nel 2024 quota 67% (parziale primi 6 mesi)
> hanno una quota in lenta dismissione del 20% di nucleare, la dismissione era gia in corso da anni e questo autunno è stata una ratificata, per non spenderci più
per le rinnovabili FT ed eolico hanno puntato a testa bassa prima sulle grandi installazioni (“utility”), quelle che hanno i costi minori al kwh (circa 2,5-3 volte più economiche rispetto agli impianti domestici o sui tetti) e si installano in grandi quantità in tempi brevi;
le stesse utility FT che dopo anni di ostacoli burocratici, anche in Italia stavano per sbocciare in quantità sotto forma di agrivoltaico tipo 2 (con un percorso autorizzativo che per paradosso da noi era più fattibile come agrivoltaico, novità europea, rispetto al fotovoltaico semplice per il quale negli anni erano già stati accatastati tanti ostacoli), salvo essere bloccate di corsa dal folle (o interessato) DL agricoltura che citiamo spesso, e a rinforzo anche da un decreto aree idonee inadatto
5 anni fa la Spagna aveva un prezzo energia e bollette allineate all’italia, mentre oggi ha il record del Pun medio più stracciato d’europa a 3,7 centesimi a kwh;
lo stesso vale aggiungendo oneri vari e tasse, hanno basse bollette domestiche o industriali (anche senza sussidi) molto basse
sui giornali si legge poi di come le decine di miliardi che risparmiano ogni anno le stiano usando in investimenti virtuosi, aumenti dei salari e l’innovazione industriale
==== modello per l’italia
se il Portogallo (sono già a 78% rinnovabili) non è analogo a noi (ha più idroelettrico),
la Spagna invece la potremmo prendere a modello come potenziale di mix di rinnovabili è simile all’Italia:
> stessa percentuale (discreta) di idroelettrico, misto del tipo acqua libera (fluente) e del tipo con invasi (dighe) che può modulare la potenza sulle 24 ore o su settimane diverse; più è alta la quota di idroelettrico, più risulta veloce arrivare a mix di sole rinnovabili
> stessa facilità per aggiungere o collegare bacini idrici secondari e ottenere grossi ed economici accumulatori di energia giornalieri tramite pompaggi idroelettrici, sistemi PI, che ricircolano la stessa acqua (resistono alla siccità)
> stessa latitudine con una alta resa del fotovoltaico
> spazi per l’eolico (nel nostro caso soprattuto in mare, nel mediterraneo, perchè su terra abbiamo un territorio più densamente popolato e con vincoli paesaggistici)
=== richieste valutazioni preliminari sul sito Terna
anche se una parte delle pratiche non sono più vere dopo anni di attese bibliche, sono già numeri importanti:
+145 GW di fotovoltaico
+100 GW di eolico su terra
+90 GW di eolico su mare
da aggiungere alle rinnovabili già presenti
convertendo con i capacity factor per ricavare la potenza media, e aiutandosi a ridistribuire l’energia sulle 24 ore usando 200-300 GWh di accumuli energia di tipo giornaliero, e le connessione di rete, oltre al back-up del metano nei casi eccezzionali (oggi metano, in futuro idrogeno verde),
siamo abbondantemente sopra al 100% dei consumi attuali, anzi saremmo già vicini al quasi raddoppio che sarà necessario entro il 2050 per elettrificare ogni servizio
Snam e Terna prevedono che già al 2030 avremo 150 GWh di accumuli giornalieri tra sistemi PI (tra gli attuali e nuovi) e batterie chimiche; già questo step intermedio supporterebbe un mix 80% rinnovabili, se di rinnovabili ce ne fossero pronte già abbastanza
è puntando solo su rinnovabili, iniziando prima da quelle che sono già oggi le più economiche, che la decarbonizzaione può essere rapida, e anche fonte di risparmio diretto e benefici economici indiretti
non è più un problema tecnico o di costi (anzi), c’è piuttosto da mettersi daccordo
Tutto quello che scrivi è vero, resta però una doanda. Come mai in Spagna, dato che l’energia elettrica costa sensibilmente meno che da noi è come tu affermi gli stipendi stanno aumentando (ma restano ben 5000 euro annui meno che da noi) le percentuali delle vendite di auto elettriche si fermano a soli uno/due punti rispetto all’Italia. Forse probabilmente è che il costo dell’energia elettrica è in fattore fra tanti e magarimanco quello che può far cambiare il trend di un paese.
penso (?) bisogna vedere da dove partivano, anche come livello degli stipendi, leggevo hanno alzato le soglie dei salari minimi
il Portogallo ad esempio è ancora relativamente povero, però ora stanno discretamente, prima di passare alle rinnovabili, erano alla soglia della povertà; in un intervista un sindaco diceva che passando alle rinnovabilli hanno avuto una “seconda possibilità” di rifiorire
per la Spagna, non mi intendo molto di economia, solo leggevo che come paese pare un po’ somigliano a noi, c’è (c’era) molto lavoro a basso reddito non troppo qualificato o manufatturiero legato al prezzo dell’energia; in ogni caso con redditività limitata
in questi anni stanno provando a spostarsi da questo modello “latino”, al modello più tecnologico tedesco/francese lavoro e industrie più qualificate, con salari più alti e maggiori investimenti in ternologia, i tanti soldi risparmiati sul lato energia aiutano, e anche le sinergie tra settori
non si sa se ci riusciranno a diventare un paese più “ricco/tecnologico/nordico”, in prima fila in europa, ma per ora sono partiti bene, mi pare hanno un tasso di crescita dell’economia più alto della media;
politicamente sono ancora spaccati in due, sono teste calde come noi;
se cambiasse il loro governo sarebbe da vedere come proseguono, ma la vedo difficile disfare quanto già fatto in campo energetico
Sarei curioso di vedere le vendite di PDC però. Perchè magari – ipotizzo – se ho un budget limitato, risparmio più soldi a sostituire il riscaldamento di casa con le pompe di calore + fotovoltaico e togliermi dalla scatole il metano, e intanto tenere l’auto termica, invece del contrario.
Sarebbe bello pensare che il problema di tutto fosse Lollobrigida, ma rischiamo di sopravvalutarlo! Non è così scaltro e preparato per poter prendersi un merito così grande, tanto è più scontato e lecito chiedersi invece cosa abbia fatto chi lo ha preceduto.
Ma ha vederla tutta il problema non è il dl Agricoltura ma semmai la mancanza reale di un serio e valido piano di conversione e non che il sociologo Urso o il politologo Salvini possano fare la differenza.
Come al solito le cose vanno studiate e contestualizzate, se guardiamo all’impianto di Fruitvoltaics nei Paesi Bassi per la coltivazione dei lamponi per loro è una gran cosa ma in Italia questo potrebbe non voler dire niente.
Se l’idea è quella di modificare l’andamento, il principio non è l’agrivoltaico ma aggredire le attività più energivore.
La spagnola Roca Group ad esempio ha brevettato dopo lunghi anni, forni elettrici per la cottura delle ceramiche per sanitari e piastrelle dove il GAS viene usata come fonte principale, e le piastrelle italiane sono da sempre un must.
Questo semplicemente per dire che l’agrivoltaico è un contorno, ma per avere sensibili spostamenti dell’ago sulla bilancia “energetica” occorrono investimenti e misure su ben altri campi che non su quelli agricoli.
Già se le migliaia di capannoni sparsi in tutta Italia fossero ricoperti di pannelli solari ad oggi la quota rinnovabile sarebbe ben più ampia ma per farlo servono piani ed incentivi ad hoc, come pure i controlli.
“Ben altri campi”. Che noia il benaltrismo! I “sensibili spostamenti” li avremo agendo su tutti i campi. Ma sappia che i settori energivori hanno già fatto molto, riducendo le emissioni del 23% rispetto al 1990 (i trasporti sono a + 6%…). Più di così non potranno fare se non avranno energia da fonti rinnovabili con cui rimpiazzare gas e petrolio.
Remo, quello che serve più o meno lo sappiamo tutti
beninteso tutti fuorché a quanto pare chi governa
non che sia un problema eccessivo, lo stravolgimento totale mondiale ( in massimo 10 anni a voler essere pessimisti ) ci sarà lo stesso, noi italiani avremo solo un atterraggio meno morbido
con le installazioni sui tetti aggiungiamo 2-5 GW all’anno di solare ma del tipo non più economico e con incentivi statali
invece con l’agrivoltaico tipo 2, quello è stato vietato, sarebbe facile installare altri aggiuntivi 10 GW all’anno, a basso prezzo (circa 650.000e a MW), con soli investimenti privati (senza incentivi) e con un costo del kwh prodotto molto basso, che farebbe abbassare il PUN nazionale già in 2 anni appena collegate in rete le installazioni in grande quantità
oltre a dare un reddito integrativo agli agricoltori sino a 30.000 a ettaro l’anno (55.000e – investimento iniziale e spese di manutenzione) di pascolo/prato messo ad agrivoltaico
anche il settore degli accumuli avrebbe una velocizzazione; un po’ tutti i settori enegetici e industriali, si farebbe più in fretta trainati dai prezzi bassi del kwh
chiaramente sarebbe un terremoto per le vecchie filiere fossili, più costose, o quelle ipotetiche costosissime che gli altri paesi scartano (nucl), che vengono difese dal governo attuale
Il mercato polacco delle auto elettriche tira? E il Marocco è forse la nuova Norvegia? L’Ungheria di Orban è forse il paradiso dei verdi? E perché la Alfa Romeo Junior, la Peugeot 208 e le BYD le costruiscono/costruiranno lì? I costruttori costruiscono dove gli conviene di più, stop. Questo governo non ha messo paletti ai costruttori di auto elettriche, anzi li ha invitati a venire più volte e pubblicamente, prima Tesla, poi 4 costruttori cinesi ma è dai tempi di Silk Faw che l’Italia non è la prima meta degli investimenti cinesi che preferiscono andare nei paesi dell’est. Non a caso questo governo guarda ora a Toyota.
A dimostrazione di come alla fine contano solo i soldi, BMW ha cancellato il contratto che la legava a Northvolt: contratto da 2 miliardi cancellato. Colpa della Meloni? Non mi pare. E’ un momento di gran caos, con i costruttori che tutti stanno facendo retromarcia sull’all-in elettrico e non è rimasto più nessuno a confermare quegli obiettivi. BMW, che pure è uno dei pochi brand ad andare forte sull’elettrico, è arrivata a dire che le previsioni sull’elettrico fino a due anni fa erano estremamente ottimistiche e, allo stato attuale, decisamente pessimistiche. Siamo alla farsa, ai costruttori che dicono “io l’avevo detto che non si poteva fare” ma che fino a ieri erano stati zitti, lasciando da sola Toyota (l’unica che in effetti ha mantenuto una posizione coerente).
Per non parlare della Germania: non solo è il paese che più preme per lo stop al 2035 della vendita delle auto a benzina (a differenza dell’Italia, dove invece l’opposizione insiste per lo stop, in Germania quasi tutti i partiti – tranne i verdi – sono per lo stop) ma adesso preme anche contro i dazi verso la Cina (e io spero che vincano entrambe queste battagli, stop 2035 e stop dazi). Eppure, pur essendo più anti-elettrico di noi, raccoglie il maggior numero di investimenti.
Concordo invece sui disastri che il governo fa per le rinnovabili, continuando a parlare senza cognizione di causa di nucleare. Ma sono argomenti separati, una cosa sono le auto un’altra le fonti di energia. Dopotutto anche la Cina dove il 40% delle auto vendute è elettrica o plugin ha autorizzato la costruzione di tante centrali a carbone nuove (oltre che fare ricorso massiccio anche alle rinnovabili, sia chiaro).
Come al solito hai fatto un mischione di cose giuste e corbellerie: energia e auto elettriche vanno a braccetto anche se non sembra e tra un po’ di anni sapremo chi sono le Nokia e la Apple, le Microsoft e le Google, le BlackBerry e le Huawei, e via discorrendo.
Deve essere per questo che la Grande Panda la produrranno in Serbia … dove nel 2020 il carbone era responsabile del 68.5% dell’energia … eccome come si fa ad attrarre gli investimenti delle grandi aziende, certamente, come no …
Continui a confondere un problema per un altro
se non altro, anche in Serbia iniziano a smuoversi:
> 2020
72% lignite (carbone vegetale)
1% metano
27% idrolelettrico
> 2024
58% lignite
3% metano
32% idroelettrico
7% solare ed eolico
Ho capito male o paragoni Microsoft a Nokia e BlackBerry? Società estinte che non hanno saputo rinnovarsi?
Sì le ho paragonate limitatamente al mercato smartphone, dove neppure tutta la potenza di fuoco di Microsoft è bastata per riuscire a non perdere il treno nel settore dei dispositivi mobili. Ovviamente Microsoft è un’azienda che ha da sempre avuto un core business su software ed è rimasta leader in quello.
Il mio esempio vuole sottolineare che una volta che hai perso troppo terreno diventa impossibile o economicamente conveniente recuperare il tempo perso: così le aziende che avevano il core business nella vecchia tecnologia scompaiono (ma è un processo continuo, il numero di colossi scomparsi è enorme) mentre chi ha altri business finisce per abbandonare il campo per concentrarsi sugli altri.
Non sono due cose separate, Enzo. E’ questo che non ti entra nelle testolina. Quando avrai energia verde in abbondanza e a prezzi bassi, che senso avrà importare petrolio a costo crescenti per bruciarlo in un motore a scoppio? Il godimento delle tue orecchie non è una priorità globale.
Un mondo in cui sia stupido bruciare il petrolio sarebbe il mio mondo…..ma sono nata nel mondo sbagliato….
No, non serve ..
basta che ti sposti in Europa ,
Portogallo e Spagna sono candidate ad arrivare al 100 percento
rinnovabile ben prima del 2050 promesso anni fa dall’Unione Europea
la bolletta è tra le meno care d’Europa
il clima è simile a quello Italiano
gli affitti mediamente inferiori , gli stipendi simili, ma con meno spese ..
e come documento basta la carta di identità italiana
il Portogallo ha avuto un boom di pensionati italiani anni fa
per via della detassazione che avevano fatto per attrarli ..
adesso mi sa che si stanno preparando per attrarre giovani capaci ..
-_-
Ok ma mica per questo la % di vendite di auto elettriche in Spagna si discosta gran che dalla nostra e in Portogallo, pur essendo più alte, restano comunque sotto il 20%.
Il costo dell’energia è una componente importante ma ancora più importante è avere una rete di ricarica distribuita in modo che uno possa ricaricare la notte sotto casa e svegliarsi con l’auto al 100%, se non si risolverà questo problema non si andrà da nessuna parte anche se l’elettricità costasse meno di ora.
Secondo me invece dipende anche da quello ,
Q1 2024
Spagna 11,5 percento
Francia 19
Germania 13
Italia 3,3
il Portogallo ha toccato il 18 percento delle vendite di EV
nel 2023
io credo che fino al 2025-2030,
non vedremo impennate di vendite di ev,
per molti l’attuale tecnologia è sufficiente e a volte più comoda del termico
la svolta si avrà con la ricarica di 300km in 5 minuti e batterie in grado di fare percorrenze di 800 km reali
i prossimi tagli di batterie saranno 400-800 km reali
a parità di peso con le attuali e con tempi di ricarica molto più bassi (800v stato solido ecc..)
a chi le compra oggi , non interessa lo sviluppo tecnologico delle batterie , perché carica a casa o sul lavoro
comunque ecco la mappa del prezzo dell’energia elettrica
l’elettrificazione , fa risparmiare :
illuminazione
sul riscaldamento
sul raffrescamento
sulla cucina
sulla mobilità
https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year
(l’Italia è quella rosso porpora )
ho messo la mobilità per ultima , perché
se risparmi sulle altre voci ..
magari ti viene voglia di comprare a rate una EV ,pagandola 4 5 mila eur in più di una termica
e magari circolare gratis grazie alle rinnovabili di casa ,caricando il sabato o domenica mattina
la svolta si avrà se come in Francia obbligheremo , fotovoltaico e colonnine nei grandi parcheggi , di aziende ,supermercati , centri commerciali
tutti quei posti dove i cittadini si fermano almeno una mezz’ora , che con una ricarica DC da 30kW
e una tariffa elettrica adeguata ,come quella dei vicini iberici o inferiore
di far esplodere la domanda già oggi, se il mercato fosse meno manipolabile
una cosa è certa ..
salari bassi ,
costo dell’energia alta
questo paese a queste condizione , non va da nessuna parte
Oh santissima pazienza, non c’entra nulla la produzione di auto elettriche con le fonti di produzione dell’energia ma sono io che scrivo male in italiano o voi che interpretate come vi pare? In Polonia, in Marocco e in Ungheria l’energia arriva da fonti rinnovabili? Neanche per idea! Eppure è lì che costruiscono le elettriche che ho citato. Quindi?
Poi è chiaro che il consumatore finale è meglio se alimenta l’elettrico da rinnovabili ma quello che sostengo è che non esiste alcun collegamento diretto tra la produzione di energia di un paese da fonti rinnovabili e la scelta dei produttori di auto di costruire lì le loro fabbriche.
Che cavolo c’entra in tutto questo il godimento delle mie orecchie sinceramente mi sfugge. Sinceramente.
La parte che contesto dell’articolo è questa: /// Le cose non vanno meglio sul fronte dell’auto elettrica: Stellantis, Mercedes e Total Energie, alleate nella società ACC, hanno fermato la riconversione dello stabilimento ex Fiat di Termoli. Motivo: il mercato italiano non tira ///
Non perché voi riportiate il falso ma perché riportate acriticamente la bugia di Tavares a cui andrebbe chiesto come mai investe in Polonia e in Marocco, 2 mercati dove le elettriche vendute si contano sulle dita di una mano, e non in Italia? In Polonia e in Marocco le elettriche “tirano”? Non mi pare! Usano il fotovoltaico? Non mi pare!
Io non so come scriverlo più chiaro di così, mi sembra scritto in italiano … il godimento delle mie orecchie, mah …
Il costo dell’energia , non è un problema per i costruttori di auto ??
strano ..
pensavo che fosse fondamentale per qualsiasi industria e artigiano del paese …
fondamentale anche per stabilire il prezzo della merce da vendere
-_-
Investimenti sulla mobilità elettrica in Europa (Fonte Transport & Environment): UK 26,2 miliardi; Germania 13,5 miliardi, Spagna 10 miliardi; Francia 4,6 miliardi-
Polonia 0,9 miliardi; Ungheria 2,5 miliardi. I carmaker europei investono sulle elettriche, ma fuori dall’Europa
Enzo, ma di cosa parli?
Massimo di che parli? Quelli sono gli investimenti che LE AZIENDE e non gli stati hanno fatto in quei paesi. Mi stai ricordando che quei paesi hanno attratto più investimenti di noi? Cosa che sanno anche i sassi e che ho scritto io per primo? Sappiamo tutti che alcuni paesi hanno preso più investimenti (come la Polonia, Ungheria e Marocco) ma non c’è un nesso che voi sottindete con la penetrazione delle auto elettriche in quel paese né con la produzione di energie da rinnovabili.
Ma va bene lo stesso, ci rinuncio, davvero …
E’ tardi, vaneggi ma ti perdono. Chi ha mai parlato di investimenti pubblici? Quando mai Polonia, Ungheria e Marocco attirano più investimenti? E secondo te la quota di energia rinnovabile non conta? E la penetrazione delle auto elettriche nemmeno? Riguardati i dati e pensaci su.
Sono d’accordissimo con te Enzo. La scelta di non produrre in Italia non dipende certo dal mercato interno ma dalla solita concorrenza interna che si fannoi paesi europei.
…nella quale concorrenza l’Italia non tocca palla ed è fuori dai giochi, chissàcomemai…
sarà un gombloddo dei poteri forti, di Soros e dei Pleiadiani
Esatto per cui a quel punto potremmo avere anche cisti energetici bassi e % di auto elettriche pari a Francia o Germania che tanto Tavares e soci non verrebbero comunque a investire da noi … al massimo pagheremmo meno l’energia elettrica per viaggiare con un auto costruita altrove … non mi sembra proprio un win win
Nel 2023 abbiamo prodotto 450.000 auto in Italia e ne abbiamo immatricolate 1,6 milioni: viaggiamo già con veicoli prodotti altrove. Come le riforniamo? Con il petrolio estratto in Italia?
Per il Sig. Degli Esposti: “Come le riforniamo?” Non saprei. Come fanno gli altri paesi che non hanno il petrolio in casa? Perchè sono parecchi.
tranquillo enzo..
ci sono, ci fanno e ne sono veramente orgoglioni!!
“ME MIGLIORE” si dicono da soli nelle loro stanzette, eccitati davanti ai poster di mg4 e pannelli fotovoltaici..
però la colpa è tua che ti ostini a cercare il ragionamento coi talebani sotuttoio..
Epperò, siete qui.
Bella e misteriosa la mente umana col suo conscio ed inconscio spesso in lotta fra loro.
Sai qual è il peccato Ernesto? E’ che io la curiosità di sapere perché gli investimenti vanno altrove ce l’ho e ho una mia idea ma, non avendo conti diretti o fonti privilegiate, non posso esserne certo. Per questo mi piacerebbe leggere un articolo “informato” sul tema. Invece esce fuori lo stereotipo delle rinnovabili e del mercato interno che per me è palesemente falso (ma ognuno è libero di pensarla diversamente), parliamo di un aspetto che contribuisce pochissimo alla scelta finale.
Chi produce in Europa vende in Europa, non nello statarello o nella regione o nel comune dov’è la fabbrica. Diversamente Polonia, Ungheria, Serbia e tutti gli statarelli dell’Est non dovrebbero attrarre il minimo investimento perché non solo non hanno un mercato interno (vendono pochi pezzi), non solo hanno una quota di elettriche ridicola come la nostra ma non producono neanche energia da rinnovabili. Invece non è così, coi fatti e coi dati si falsifica molto banalmente l’ipotesi dell’articolo.
E allora quali sono le cause? Io posso solo ipotizzare:
– tempi della burocrazia
– costo dell’energia (che è DIVERSO e SEMPLICISTICO associare alle rinnovabili, non a caso queste aziende vanno anche dove si usa tantissimo il carbone o il nucleare!)
– legislazioni interne (diritto del lavoro, tempi dei processi, etc)
– sponsorizzazioni politiche (chiaro che produrre in Germania o in Francia significa poi avere il politico di peso nel parlamento europeo che ti protegge – vedi Tesla, l’unica a cui ancora non vengono applicati i dazi sulle Model 3 prodotte in Cina -, l’Italia conta pochino …)
– costo della manodopera e facilità nel trovarla
– costo dei trasporti
– TASSE (la tassazione italiana non è quella ungherese!)
– leggi ambientali da rispettare
Però le mie sono solo ipotesi, servirebbe una gola profonda che spiegasse perché l’Italia non è la scelta più appetibile. Ad esempio, secondo alcuni giornalisti, produrre in Italia significa mettersi contro Stellantis che non vuole fabbriche straniere qui da noi (e per questo i colloqui dei vari governi, di sinistra e di destra, finiscono in un bicchier d’acqua, Silk Faw a parte che è fallita per altri motivi). Anche questo ha un suo peso perché Stellantis ha comunque un peso, se a titolo di esempio io azienda italiana dovessi decidere di andare a costruire in Cina, se so che su una regione c’è un “veto” di un produttore e sulle altre no, eviterei di farmi nemici giurati sin dal primo giorno: allo stesso modo se aziende cinesi vogliono investire l’Italia sapendo che ci sono gruppi storici che considerano l’Italia “cosa loro”.
Ecco, questo è quello che avrei voluto leggere. E invece è il solito tifo da stadio sulle rinnovabili che c’entrano zero spaccato (o zero virgola) sulle scelte che fanno i grossi gruppi industriali.
Forse “Polonia, Ungheria, Serbia e tutti gli statarelli dell’Est” hanno un costo del lavoro e un tasso di sindacalizzazione più bassi dell’Italia? Noi dobbiamo competere con Spagna, Francia,Germania..ed è qui che casca l’asino.
/// Motivo: il mercato italiano non tira ///
Quindi Mauro confermi che non è questo il motivo principale per cui non vengono da noi (al più è una concausa minore) perché la spiegazione è più complessa di così, c’è il tasso di sindacalizzazione e ben altri motivi alla base di una scelta. Si pianta una fabbrica in un posto per vendere in quel continente o anche in tutto il mondo, non certo per vendere nel quartiere sotto casa. Se il nostro mercato locale non tira all’impresa non fa né caldo né freddo, l’asino casca per ben altre ragioni …