Stellantis si riorganizza in Europa, chiude in Inghilterra e apre in Spagna. Ad aprile si fermeranno le linee nello stabilimento Vauxhall nella cittadina di Luton. Solo pochi giorni fa, la società franco-italo-americana aveva annunciato la produzione del nuovo cross over Leapmotor in Spagna, nel distretto automotive di Saragozza. All’appello mancano i progetti per gli stabilimenti in Italia…
Era previsto da tempo, ma si tratta comunque di un pezzo della storia automobilistica britannica che se ne va. La fabbrica di Luton, cittadina a nord di Londra, era attiva da 120 anni. E con il passaggio del marchio sotto le insegne di Stellantis, era diventato lo stabilimento che produceva furgoni per i marchi del conglomerato. Dall’Opel Vivaro, al Peugeot E-Expert, da Citroën ë-Dispatch, al Fiat Professional E-Scudo.
L’impatto di Vauxhall sulla comunità locale a Luton
Per Luton un brutto colpo. La decisione è stata definita «devastante per la città e per i mezzi di sostentamento dei lavoratori» dal parlamentare laburista locale. Le preoccupazioni riguardano non solo i dipendenti, ma anche fornitori e tutto l’indotto locale, nonostante le salvaguardie sociali concordate con Stellantis,
Ora, il nuovo punto di riferimento industriale per la categoria sarà la fabbrica di Ellesmere Port (50 milioni di investimento, partenza nel 2026). L’obiettivo dichiarato dall’azienda, che ha nella Exor della famiglia Agnelli il suo principale azionista, è concentrare le risorse per aumentare la produzione di veicoli elettrici fino al 100% nel 2030.Â
Ma non è l’unica novità . Solo pochi giorni fa, l’annuncio di Stellantis della prima produzione in Spagna della joint venture con il marchio cinese Leapmotor. Nel distretto automotive di Saragozza, con un investimento da 180 milioni, sarà prodotto il nuovo cross B10 della casa di Pechino.

Se non puoi battere la concorrenza, puoi sempre allearti: ecco come Stellantis è diventata socia di Leapmotor in Spagna
Quasi due anni fa, Stellantis ha comprato il 20% di Leapmotor per un investimento di circa 1,5 miliardi di euro. Da questo accordo è nata Leapmotor International, una joint venture che vede Stellantis al 51%. Per i cinesi l’obiettivo è chiaro: costruire una rete di produzione e distribuzione a livello europeo prima e globale poi. Il cross over B10 sarà solo il primo passo per la jv con Leapmotor. Entro il 2025, sono attesi sei nuovi modelli elettrici, con una progressiva estensione verso Asia, Medio Oriente e Sud America.
E producendo nella Ue, si aggirano anche i dazi di Bruxelles. Oltra a portare investimenti e occupazione in Europa. Perché se non puoi contrastare l’invasione di modelli cinesi in Europa, puoi sempre accordarti. Lo ha spiegato John Elkann, presidente di Stellantis presentando i conti non proprio esaltanti del 2024: ricavi a 156,9 miliardi (-17% rispetto al 2023), e un utile operativo rettificato di 8,6 miliardi (-64%).
“La concorrenza si è intensificata, soprattutto da parte dei produttori cinesi di auto elettriche a prezzi più competitivi, che hanno esercitato una pressione al ribasso sui prezzi”. E’ stato l’avvertimento dell’imprenditore che rappresenta gli interessi della famiglia Agnelli. E che ha avuto l’incarico di cercare il nuovo cfo, dopo la fine del rapporto con Carlo Tavares.
Del resto, le esportazioni cinesi di auto elettriche hanno raggiunto 1,3 milioni di unità nel 2024, con un aumento annuo del 24%, secondo la China Passenger Car Association. “Questo fenomeno è stato particolarmente evidente in regioni chiave per noi, come Brasile, Unione Europea e Messico, dove i marchi cinesi hanno guadagnato quote di mercato“, ha ammonito Elkann.
Un passaggio che spiega l’alleanza con Leapmotor. E del perché è stata scelta la Spagna come sede di partenza per le nuove produzioni. Oltre ad avere costi del lavoro più contenuti, il governo di Madrid ha varato una serie di incentivi alla green economy. Non per nulla l’area di Saragozza è stata scelta per un’altra operazione di Stellantis: la costruzione di una fabbrica di batterie per auto elettriche. Verrà realizzato assieme a Catl, gruppo cinese leader del settore.
Per le fabbriche italiane tutto ancora rinviato
Le novità di Stellantis, di fatto, riguardano le nuove produzioni in Spagna come abbiamo visto. Ma l’Italia? Avrebbe dovuto aprire una gigafactory per le batterie a Termoli, ma per il momento non se ne sa nulla. Mentre per le fabbriche auto siamo fermi agli impegni presi con il governo a fine 2024. Con la presentazione di un nuovo piano di sviluppo, che di fatto ha messo fine – per il momento – agli attacchi dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni al gruppo automotive.
Tra le novità del Piano “la nuova 500, la nuova Pandina, nuovi modelli ibridi ed elettrici“. Mentre “a Pomigliano nel 2028 arriverà la STLA Small, nuova piattaforma per veicoli compatti”. Stellantis ha garantito che l’Italia rimane centrale nelle strategie: “Nel 2025 previsti 2 miliardi di investimenti per i siti e 6 miliardi di acquisti a fornitori operanti in Italia”.
Così come ha confermato “la salvaguardia dei livelli occupazionali in linea con gli investimenti produttivi che verranno implementati, nonché avviando processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione”. Tutto questo sulla carta, in attesa di sviluppi concreti.
Stellantis e soprattutto Elkan si devono solo vergognare
Siamo ancora in mondo abbastanza globalizzato, quindi i ruoli assegnati ai diversi Paesi possono essere diversi.
Nel caso specifico lo schema potrebbe essere questo:
la Spagna produce
l’Olanda / Francia incassa
l’Inghilterra paga.
L’Italia rimane al palo, come ormai troppo spesso capita.
Il tema del costo dell’energia impatta sulla produzione, “infatti fare una macchina in SPAGNA ci costa 516 euro, in ITALIA invece 1.414 euro, circa il triplo”.
e “una Gigafactory costa dieci volte di più in termini energetici che una fabbrica ordinaria”… “in Spagna, a cui molti hanno fatto riferimento, costa 5 volte meno”
Lo ha detto Jean Philippe Imparato, responsabile della regione Enlarged Europe di Stellantis, durante l’audizione davanti alle Commissioni riunite Attivita’ produttive di Camera e Senato.
“Con i cinesi, a livello di costi di produzione, c’e’ un 30%-40% di differenza, ma penso che a livello di veicoli commerciali possiamo combattere”, ha detto Imparato,
spiegando di avere “avviato un gruppo di lavoro per lavorare alla nuova generazione di Ducato ad Atessa”, mentre sull’auto “dobbiamo lavorare sull’efficienza dei costi di produzione, tagliando 10.000 euro a macchina”.
In Italia non c’è piu’ niente da mungere…..
Stellantis va sempre dove ci sono i sussidi e se Elkann continua sulla stessa strada di Tavares, indisponendo il governo italiano e gli stessi cittadini italiani, col cavolo che li vedrà .
La Spagna concede a Stellantis un sussidio di 133 milioni di euro per la produzione di batterie (con Catl) Il progetto, in collaborazione con la Catl cinese, creerebbe circa 3.000 posti di lavoro e richiederebbe un investimento di quasi 2,5 miliardi di euro
In Italia niente, perché abbiamo un governo negazionista dell’elettrico fin dal primo giorno (eccetto timide recentissime aperture divenute necessarie di fronte all’evidenza). Perché un’azienda dovrebbe investire in un paese dove i ministri e i media fanno a gara per dire male dell’elettrico? L’Italia ha quel che si merita per aver scelto un governo di retrogradi difensori dell’economia del petrolio.
il brutto, Mario, è che han pure intitolato “piano Mattei” il progetto di collaborazione con governi dittatoriali di mezza Africa per importare idrocarburi (e forse, dico forse) eventuale idrogeno “verde”… ) quando il pensiero originale di Enrico Mattei era rendere l’Italia un paese AUTONOMO sul piano energetico, quindi, fosse stato vivo oggi, avrebbe puntato al 100% sulle fonti rinnovabili di cui l’Italia è potenzialmente ricchissima (e da qui la “gara” di gruppi esteri per aggiudicarsi autorizzazioni ad installare da noi impianti eolici e fotovoltaici).
…e in Italia
“faremo apriremo diremo implementeremo”
intanto il costo dell’energia elettrica non scende, chissà comemai, e in Spagna sì, e agli stabilimenti questo fa la differenza,
e
intanto noi ci trastulliamo con tradizione e aboliamo l’innovazione anche dlamlinguaggio dei media
e in Spagna invece il governo spinge.
cosa mai potrebbe andare male?
ma la colpa sarà di qualcun altro
Basta non prendere più auto stellantis, che in Italia valgono ancora il 29% del mercato, le vendano pure agli spagnoli, … io per parte mia inizierò subito acquistando quest’anno una MG
sarei d’accordo Antonio se venissero subito ceduti gli stabilimenti italiani di Stellantis a SAIC (proprietari del marchio MG) o altri cinesi che vogliono espandersi in Europa aggirando i dazi attuali e futuri (e rendendo più “nostro” anche un nome nuovo ). L’occupazione italiana legata al settore automotive è ancora molto alta (e gli effetti degli errori gestionali degli ultimi 40 anni lo dimostrano)
che banale scemenza..
uno sviluppo cosi’ esplosivo in pochi anni delle rinnovabili come in Spagna, e relativi bassi costi energia e traino della filiera tecnologica e produttiva
..purtroppo non li avremo finche’ votiamo politici campioni del furbismo e dello slogan, cioe’ che promuovono incertezza dell applicazione delle leggi, uso del contante ed evasione fiscale, esaltazione della legge della giungla di illeciti e truffe, blocco di innovazione, trasparenza, libera concorrenza, per difendere gli interessi delle vecchie e piu care filiere, ENI gas petroli in testa
gia’ solo con i decreti del 2024, DL agricoltura, Aree Idonee, Testo Unico, ci stanno facendo perdere altri anni di tempo sul ritmo di crescita delle rinnovabili
.. a me pare che come elettorato siamo regrediti al pensiero del fregare il prossimo per avere di piu per se, immaginare solo un gioco economico a somma zero, e’ il pensiero ereditato da quando eravamo dei selvaggi..
pero’ oggi con la tecnologia si potrebbe cooperare un po di piu’ per far funzionare la comunita’ e ammodernare, con un gioco economico a somma molto positiva, che premierebbe tutti..
..secondo me ci serve una classe politica e amministrativa un minimo piu’ decente e magari anche istruita.. e pazienza se saranno meno bravi a fare clown.. a ognuno il suo mestiere..
Un punto centrale è anche per me l’elettorato.
Finchè l’Italiano ha come orizzonte “stasera o al massimo domattina” e pensa solo al suo piccolo banalissimo interesse personale, che poi nel tempo si trasforma in peggioramento del tessuto sociale, non faremo mai più niente di buono.
L’idea anzi l’ideologia del massimo interesse non funziona o funziona per pochissimi. E’ ora di tornare a pensare in termini di collettività che è proprio ciò che non fanno i nostri politici, sicuramente la stragrande maggioranza.