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Stellantis con Ram tenta la carta dell’autonomia estesa

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Primo veicolo ad autonomia estesa per Stellantis: è un pick-up della marca americana Ram.

Stellantis con Ram tenta la carta dell’autonomia estesa, con un generatore di bordo da 130 kW, che invia energia ai moduli di azionamento elettrico (EDM).

Stellantis con Ram
Il presidente John Elkann guida il gruppo Stellantis nell’attesa che venga individuato il successore di Carlos Tavares.

Stellantis con Ram lancia un modello che, grazie all’aiutino, arriva a 1.110 km

Stellantis ha fatto sapere che leadecisione di puntare anche sui veicoli a autonomia estesa nasce anche dal calo della domanda nei pickup elettrici da mezza tonnellata. Anticipando così il lancio di questa versione, il Ram 1500 Ramcharger 2025 con un’autonomia fino a 1.110 km. Questo veicolo è dotato di un pacco batterie da 92 kWh, abbinato a un generatore di bordo da 130 kW, che invia energia ai moduli di azionamento elettrico (EDM) anteriori da 250 kW e posteriori da 238 kW. La ricarica bidirezionale da veicolo a veicolo o da veicolo a casa offre al Ram 1500 Ramcharger la flessibilità di ricaricare un altro veicolo elettrico a batteria o di reimmettere l’energia in rete. I dati sulle prestazioni includono un tempo nell’accelerazione da 0 a 100 di 4,4″, 663 Cv di potenza e oltre 834 Nm di coppia. Con una capacità di carico utile massima di quasi 12 quintali, la migliore della categoria (dati riferiti al mercato USA).

Come funziona questo tipo di veicoli range-extender

Ma che cosa sono i veicoli elettrici ad autonomia estesa, noti anche come REEV (Range-Extended Electric Vehicles)? Questo tipo di tecnologia, che già riscuote un certo successo con la gamma Nissan e-Power (vedi il VIDEO qui sopra), combina un motore elettrico con un generatore a combustione interna. Il motore a combustione interna viene utilizzato solo per caricare le batterie e non trasmette direttamente la potenza alle ruote. Ovviamente questa soluzione consente consente di fornire un’autonomia maggiore rispetto alle auto elettriche, ma non si può parlare di auto ad emissioni zero. Il generatore a combustione interna può mantenere le batterie cariche mentre il veicolo è in movimento. Il Ramcharger sarà ordinabile negli Stati Uniti nella prima metà del 2025. La disponibilità per i clienti europei sarà annunciata in un secondo momento.

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11 COMMENTI

  1. Graaande idea mi sembra l’invenzione della patata bollita. Si chiamava chevrolet Volt con la gemella Opel Ampera. L’unico problema è che queste due auto avevano solo 40 km di autonomia in elettrico, e il motore non ricaricava il pacco batterie perchè per scelta delle due case, era stato “TAGLIATO” il cavo che andava a ricaricare le batterie. VISTO PERSONALMENTE!!! la Ampera aveva una scatoletta con dentro due coppie di contatti. Sarebbe bastato fare due placchette di rame forate e inserite a chiudere i contatti, ma in tal caso (a detta del concessionario che ne aveva una per uso personale) si sarebbe perso la garanzia sulla macchina. Mi domando: se quei motori erano stati progettati per autoricaricarsi, per quale motivo li avevano tarpati al punto da rendere quelle macchine tanto ridicole da essere stato un grande flop (vendute 6000 opel ampera prima del ritiro)

    • Era un’altra era, più un gioco tecnico che una reale necessità di aggredire un mercato appena in fasce. Tra l’altro questa vettura si posizionata su una fascia di mercato e di utenza che negli states è più propensa all’acquisto di altra tipologia di veicoli . Allora tesso prezzo prendevi vetture ben più rifinite e grandi

  2. Che senso ha generare energia con un oggetto che ha un efficienza infima il cui combustibile è figlio di una filiera di emissioni cancerogene, co2, inquinamento dei mari e dei terreni!?!?

    • a parte la miglior ottimizzazione e rendimento del motore ICE studiato per funzionare come generatore… ha la stessa utilità della “tanica di emergenza”, pur costituendo un gran peso a bordo (e pure una fonte aggiuntiva di costi e rischi).

      in certi contesti d’uso (bisogna sempre relativizzare il tutto ! ) può essere perfetto per chi magari 5 giorni alla settimana abita in città (e magari ricarica la sua plug-in a casa) e nel weekend si sposta in un’altra abitazione in montagna o lago o mare… dove non ha la possibilità di ricaricare (anche se con un cavo adeguato ed un “carichino” volendo….. ).
      Soprattutto ha utilità per tutti coloro che hanno zone particolarmente svantaggiate (ed in Italia ce ne sono ancora troppe, purtroppo) ed anche gli “ansiosi”… che piuttosto che imparare a stare calmi ed affrontare i problemi, preferiscono avere il caro (in tutti i sensi), caldo, puzzolente motore termico.

      Personalmente io spero che l’arrivo di NEV evutolute (plug.in da 22kWh e eREV) faccia passare il “terrore elettrico” a tutti quei poveri italiani imbevuti di fake news.

      • bisogna partire dal concetto abitativo tipico USA oltre che di spostamento medio: io ci lavoro da Settembre , sono in un compound residenziale esterno all’area lavorativa con spostamento tipico di 100 miglia giornaliere tra strada bianca superstrada e highway, ho utilizzato veicoli messi a disposizione dalla base (H2-H1-Suburban diesel e benzina ) con un pieno copri la settimana lavorativa;con l’ev Indicativamente riesco a coprire quattro giorni andata e ritorno ricarcando al quinto sulle fast alta potenza.
        A “casa” non ricarichi , previste due modalità di home charging , la tartaruga da 7,7 kw/240v che significherebbe circa 100 miglia dalla sera alla mattiva e la 19,2 Kw/240 volt circa 250 miglia sempre dalla sera alla mattina ma pensa che contratto con la società elettrica ti devi fare, anche no. carico alla ultrafast GM in abbonamento , 0.4 cent al minuto alla ultrafast quindi circa 30$ in abbonamento conlonnine GM 1.4$ senza abbonamento al minuto altre circa 80$ pieno (per un pieno dell’H2 spendo 130 $ mentre per l’H1 il pieno è 150$)
        l’utilizzo di un motore a funzione generatore sconnesso dal powertrain ha notevoli vantaggi: batteria meno costosa e meno pesante e che carichi in meno tempo, il generatore è ottimizzato alla riarica della batteria , è relativamente di piccole dimensioni e poco costoso alla manutenzione (non è un V8 6.5,6.2 o 7,4L)il serbatoio di benzina è piccolo (50 L)

    • I range extender hanno senso se di potenza non superiore ai 22kW: puoi fare i 100 e quindi non sei proprio a piedi, ma eviti di abusarne non ricaricano mai. E in molti contesti sono al momento necessari.

      • Non sono un amante delle EV per motivi ideologici legati alla perdita della libertà di movimento che in taluni casi a parer mio sono innegabili ma sarei disposto a comprare una EV con 150 km di autonomia a patto di avere un range extender di emergenza da 22 kWh.
        Con vantaggi economici, ecologici e senza sostanziali perdite di libertà individuali. Il sig Guido Baccarini con questa sua presa di posizione ha , a mio avviso, dimostrato libertà di pensiero e pragmatismo , cose che in giro fra le opposte fazioni mancano abbondantemente.

        • La ringrazio per esplicitare il suo apprezzamento.
          E’ il mio pensiero da parecchio tempo: ho sempre cercato di precisare e delimitare la mia posizione, che poi è sempre stata quella di Vaielettrico, ben espressa da Paolo Mariano nei suoi video, che l’elettrico non è per tutti ma è per tanti. Ed è proprio lì, nei “tanti”, che si combatte la posizione: perchè già oggi, senza alcuna rinuncia nè economica nè pratica, tantissime persone (milioni, indiscutibilmente) potrebbero felicemente passare all’elettrico agevolando enormemente tutti gli altri che non possono oggi.
          Non si spiega con il fattore economico (il valore medio del prezzo di acquisto delle segmento D è superiore al prezzo della più costosa Model 3/Y), non si spiega con la scusa del garage (se giri con auto di 50k non raccontatemi che tutti ma proprio tutti la lasciate nei viali perchè senza garage), non si spiega con la scusa dell’autonomia (tutti ma proprio tutti fate 800 km di autostrada tutti i giorni?)
          Il range extender per le categorie che usano l’auto per lavoro e non possono ricaricare in garage è un bel paracadute, oggi.
          Quando tutti i parcheggi dei supermercati, delle poste, dei cinema, lungo le strade etc. avranno una normalissima presa anche da 3kW con cavo incorporato e plug & charge “alla Tesla” (non fai niente, la attacchi e basta, senza app), allora tutto sarà diverso.
          Ho una Model 3 da 50kWh, sono una persona normale che percorre 16.000 km all’anno di cui forse 2.000 di autostrada e in questi 4 anni MAI ho dovuto aspettare la macchina che si caricasse o modificare le mie abitudini (ricarico in garage, per lo più) e come me ce ne sono tantissimi anche se: non lo sanno, non lo vogliono sapere, li disinformano, hanno pregiudizi, paura del nuovo e vari altri motivi.
          La zia a 1000 km e le emergenze sono solo una scusa. Io ricarico quando scende sotto al 20%: sono circa 100 km in extraurbano, che copre “l’emergenza”.

          • Disamina ineccepibile da un punto di vista razionale, tuttavia sappiamo che le emozioni guidano le scelte della maggioranza delle persone e su questo fanno leva coloro che non hanno interesse alla diffusione della mobilità energeticamente efficiente.
            Proprio per questo mi domando se, invece di attendere che l’infrastruttura sia matura con grande diffusione di punti di ricarica e modalità plug & recharge per tutti, non sarebbe meglio passare a un paradigma di batteria sufficiente per il 95% delle occasioni ( con importanti risparmi di CO2 in fase di produzione degli accumulatori) e range extender abbatti-ansia?
            Eliminerebbe a mio avviso la stragrande maggioranza delle obiezioni alla mobilità elettrica e una parte importante di emissioni in una fase critica per restare sotto gli 1.5 o(purtroppo più probabilmente) 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale.

          • Gentile sig. Guido, penso non siano tanti quelli che possono spendere 40.000-50.000 Euro per un’auto, almeno in Italia. Basta guardare le statistiche sulle vendite, dove da anni primeggia la Panda. Io, malgrado l’età (classe 1954) non ho paura del nuovo, semplicemente il mio budget familiare non consente di destinare una simile somma all’acquisto di un’auto. E penso che tanti siano nelle mie stesse condizioni, anche se vivo nella pianure emiliana e non in uno sperduto borgo dell’Aspromonte o delle Madonie

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