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Stellantis, alleanza con BYD sulle batterie per modelli da 20mila euro

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Stellantis si allea con BYD per migliorare l’efficienza dei suoi modelli: con l’obiettivo di produrre modelli da 20mila euro. Secondo notizie di stampa che arrivano dalla Francia, il gruppo che controlla marchi come Peugeot, Citroen, Chrysler, Opel, oltre a Fiat, è in trattative con il colosso cinese per la fornitura di batterie.

Il primo obiettivo è la produzione della Citroen e-C3, da mettere sul mercato a un prezzo base attorno ai 20mila euro. Un ulteriore passo avanti, dopo la novità introdotta proprio con la urban car francese. A cui è seguita la Fiat Grande Panda. Cosa hanno in comune i due modelli? Entrambi sono dotati di batterie LFP (litio ferro fosfato), fornite da SVOLT.

Ma l’azienda cinese ha abbandonato nell’ottobre scorso i suoi progetti in Europa a causa della crisi di vendite di auto elettriche. Timori che non ha BYD, il cui obiettivo è proprio quello di diventare uno dei leader di mercato – lungo tutta la filiera – nel Vecchio Continente. E un accordo diretto con Stellantis sulle batterie sarebbe un altro tassello della sua strategia.

La scelta di Stellantis non stupisce: BYD ha una catena di approvvigionamenti per le batterie che comprende miniere di litio

L’idea di collaborare con BYD non deve sorprendere. l’azienda cinese è leader nella produzione di batterie LFP. Con una catena di approvvigionamento altamente integrata che include miniere di litio e impianti produttivi di grande capacità. Questo garantirebbe una riduzione dei costi di produzione e una maggiore competitività per Stellantis.

Attualmente, la Citroën ë-C3 è disponibile con un pacco batteria da 44 kWh, offrendo un’autonomia di circa 320 km. Stellantis ha già annunciato l’arrivo di una versione con batteria da 54 kWh, che aumenterà l’autonomia a circa 400 km, ma con celle NMC (nichel-manganese-cobalto) invece di LFP. La variante economica prevista per il 2025 potrebbe invece montare un pacco batteria da 30-35 kWh, con un’autonomia compresa tra 200 e 250 km, riducendo significativamente il prezzo di listino.

L’alleanza di Stellantis con CATL

Del resto, Stellantis ha un precedente: si è già alleata coi cinesi nella produzione di batterie Europa, scegliendo il partner più solido a livello mondiale: il gruppo CATL. Puntando sulla produzione congiunta di batterie LFP, con una fabbrica che sorgerà in una delle più importanti motor valley in Spagna.

L’utilizzo di batterie LFP rappresenta una soluzione chiave per abbattere i costi e rendere più accessibili le auto elettriche, soprattutto nei segmenti più economici. Anche altri produttori stanno seguendo questa strada. Volkswagen, ad esempio, ha annunciato l’adozione di celle LFP per la futura ID.2, prevista con un prezzo base di 25.000 euro. Renault, dal canto suo, ha scelto questa tecnologia per la Twingo E-Tech, confermando la tendenza del settore verso soluzioni più economiche e sostenibili.

Il colosso cinese BYD  ha come obiettivo la sua espansione in Europa fino a diventare uno ei leader di mercato

Parallelamente alla possibile fornitura di batterie per Stellantis, BYD sta espandendo la propria presenza in Europa. Con oltre 120.000 auto vendute nel continente (di cui 3.500 in Italia), l’azienda cinese punta a rafforzarsi anche inserendosi nelle forniture per il know-how dell’industria della componentistica.

Del resto, lazoenda di Pechino è anche obbliga a questa scelta. Soprattutto dopo la decisione dell’Unione Europea di aumentare i dazi sulle importazioni di veicoli cinesi. Per BYD la maggiore tariffa è pari al 17% ha spinto BYD. E questo l’ha spinta a rivedere la propria strategia produttiva, portandola a investire in nuove fabbriche in Ungheria e Turchia. Anche l’Italia potrebbe giocare un ruolo cruciale: dal 20 al 22 febbraio, Torino ospiterà una serie di incontri tra i vertici di BYD e aziende italiane del settore. Con l’obiettivo di siglare accordi per la produzione di componenti destinati a 500.000 veicoli elettrici all’anno.

L’incontro di Torino segna un passo importante per il futuro dell’automotive europeo. Con ex dirigenti Stellantis come Alfredo Altavilla e Alessandro Grosso ai vertici europei del gruppo cinese, la partnership promette di essere strategica e innovativa.

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8 COMMENTI

  1. Sinceramente 20000 euro per una urban car che in Cina costa meno di 10000 mi sembra poco sensato, o quantomeno si rivolge a un ristretto numero di persone (benestanti) che la usano solo come seconda (o terza) macchina di famiglia per entrare nelle ZTL dove lavorano non certo per un italiano medio.

  2. Appoggiano la destra anti elettrico e anti Cina, fanno lobby a Bruxelles per mettere i dazi alle auto cinesi rompendo le balle al cliente finale che deve dissanguarsi. E poi ? aiutano un marchio cinese a vendere in Europa e comprano le batterie cinesi.
    Ma farlo subito senza spaccare i c….a tutti no ?!

  3. Ridurre i prezzi senza ridurre i dividendi, metteranno micro batterie dai bassi costi con la scusa di auto cittadine. Si alleano a dx e sx per evitare investimenti.

    • investire ora… troppo tardi rispetto a dove sono arrivati cinesi e Tesla… meglio allearsi e farli diventare fornitori o studiare modelli con base comune.

      l’importante è che per rientrare nei prezzi della concorrenza non usino materiali “di seconda scelta” che comprometta la durata nel tempo…

  4. La possibilità di poter ridurre i prezzi delle ev è un target di ogni casa auto. È quasi strano leggere che solo ora Stellantis entra in un accordo con byd.
    Speriamo che i prezzi delle batterie continuano a scendere come previsto

    • Se è per questo..ieri leggevo che Stellantis assumerà ingegneri specializzati per produrre auto elettriche…. ORA! dopo che per 15 anni hanno guardato crescere velocemente Tesla e tante case cinesi…e si sono fatti mangiare grandi quote di mercato dalle ibride giapponesi…
      Ma gli Agnelli/Elkann farebbero schierare la difesa solo Dopo che è stato già preso il gol ? O è meglio seguire Prima l’ avversario con la palla?
      (chiedo perché di calcio me ne intendo poco).

      PS i prezzi delle batterie magari scendono..ma non quelli di vendita delle auto..visto che sono riusciti a far salire quelli dei concorrenti coi dazi..
      Tra compensazione ai cinesi (+ acquisti di componenti cinesi) e USA (più auto made in America) voglio vedere che fine farà la nostra industria…

      • Spero che smettano di parlare di armi in Europa ed inizino a dare miliardi al settore industriale per farlo aggiornare, all’ istruzione perché senza non si aggiorna nulla in casa (ma per fortuna le nostre università europee sono piccole ma valide) e ad aumentare efficienza energetica e FER. Serve un enorme piano di investimenti per entrare nel futuro, non tenere miliardi nelle banche e simili. Se poi accordi con la Cina possono servire bene, ma senza limitarsi a diventare hotspot di mero assemblaggio, e fondamentale sviluppare competenze interne e ne avremmo le possibilità. Chiaro che se interessa solo aumentare i dividendi possono già chiudere.

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