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Stecca (Silla industries): caro ministro Giorgetti ti scrivo

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Il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
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Alberto Stecca, CEO della start up padovana Silla Industries, era già stato protagonista di un duro battibecco con la presidente di Confindustria Vicenza  Laura Della Vecchia. E oggi fa il bis, rispondendo alle recenti dichiarazioni del Ministro Giorgetti, rilasciate al Sole 24 Ore, nell’articolo del 17 febbraio. Ecco il testo della sua lettera aperta al titolare dello Sviluppo Economico.

Le sue dichiarazioni lasciano sorpresi…

                                                Di Alberto Stecca

Alberto Stecca co fondatore di Silla Industries

Ci sono diverse imprecisioni in queste dichiarazioni che lasciano alquanto sorpresi. È chiarissimo che sull’elettrico ci sia estrema confusione e, peggio, anche luoghi comuni. Nel renderci disponibili a un incontro con il ministro  Giorgetti e anche a partecipare ad un tavolo di lavoro, cerchiamo di fare chiarezza confortati dai dati di mercato.

In primis, le auto elettriche vendute in Italia non sono prodotte in Asia, semmai in Europa. E se Europa non vuole (ancora) dire Italia la responsabilità è delle nostre aziende che essendo le più prestigiose al mondo (penso a Ferrari, Lamborghini, Maserati, …) non hanno ancora avviato la produzione di modelli elettrici, mentre competitor come Porsche e quasi tutti gli altri lo fanno da molto tempo e con ottimi risultati di vendita nel loro segmento. Ma anche Fiat ha grandi soddisfazioni dal suo unico modello elettrico: perché non aggiungerne altri?

Vuole incentivare l’80% delle auto termiche?

Promuovere incentivi per vetture che inquinino solo fino a 135 g/km di CO2 non ha senso: è come dare fondi a pioggia al settore auto. L’80% delle auto acquistate e immatricolate oggi in Italia è già in quella fascia, senza considerare che la crescita più consistente la si osserva nelle vetture sotto i 60g/km, con una perdita già evidente di quote di mercato da parte delle precedenti.

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La Fiat 500 elettrica: un grande successo che il ministro Giorgetti dimentica

La questione è molto semplice: se il dossier automotive mira ad incentivare il settore auto tout court, benissimo. Ma noi giovani e meno giovani imprenditori dell’automotive del futuro crediamo che si possa fare di meglio e di diverso, se vogliamo seguire le direttive EU e il piano Draghi per l’innovazione e l’ambiente.

Senza contare che i dati UNRAE chiariscono che incentivare l’acquisto di un’automobile qualsiasi sia un finto affare per i consumatori e per i cittadini italiani, perché non potranno mai contare su un usato da rivendere, reso obsoleto in pochi anni dal progresso delle motorizzazioni elettriche ai danni di quelle con motori endotermici. 

In più sarebbe auspicabile un’attenzione alle fasce più delicate, con incentivi legati al reddito ISEE, a favore dei ceti più bassi, così come sostegni alla produzione di modelli più economici per non rischiare di creare una sorta di e-mobility divide che penalizzi chi ancora trova nel fattore prezzo lo scoglio più grosso per un passaggio alla mobilità elettrica.

L’elettrico è irrevocabile e inarrestabile, si rassegni

Le scelte di Elon Musk, di Silk Faw – che ha selezionato l’Italia e Reggio Emilia per il suo grande progetto mondiale di elettrico di fascia altissima – e di tutti i grandi brand dell’automotive dicono che l’elettrico è ormai irrevocabile ed inarrestabile, ed è il presente oltre che il futuro.

Ministro Giorgetti, e la ricarica domestica?

Ecco perché gli incentivi devono andare a chi acquista elettrico puro e a chi migliori le infrastrutture di ricarica, sia pubbliche che soprattutto private, visto che l’Europa stessa è consapevole che la ricarica avviene per il 90% in ambito domestico o aziendale. Senza contare che questo consentirebbe di garantire la migliore accoglienza e attraversabilità della nostra lunga penisola a tutti i turisti stranieri che stanno per arrivare a godersi le loro vacanze in Italia con l’auto elettrica (propria o a noleggio).

Per questo auspichiamo una rinnovata attenzione al nostro settore, che sta crescendo senza sosta, stanziando una parte degli incentivi alle aziende che si impegnino a riconvertire la loro forza lavoro su progetti di veicoli elettrici, non per “sotto i 135 g/km”, vetture destinate a scomparire in pochi mesi: se così non sarà, il dossier automotive diventerà ancora più scottante, e a pagare saranno i nostri lavoratori, che non saranno stati formati sui nuovi veicoli richiesti da un mercato che è sempre più attento, informato e consapevole delle proprie scelte.

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38 COMMENTI

  1. Riporto le testuali parole “In primis, le auto elettriche vendute in Italia non sono prodotte in Asia, semmai in Europa” : questa è un stecca (con la minuscola) clamorosa: Tesla model 3 dalla Cina, Dacia Spring dalla Cina, e tante altre . Certo altri BEV sono prodotti in Europa, ma tanti (o le loro batterie) vengono invece dall’Asia: si documenti prima di parlare alla Tafazzi

    • Alcune Tesla, e Dacia Spring. Tante altre? Ce le elenchi. A noi non risultano. Io però le elenco le auto termiche prodotte in Asia: Hyundai, Kia, Honda, Toyota, Subaru, Suzuki, Nissan (la Leaf no, è prodotta in UK) e altre che non ricordo. Facciamo così: ci documentiamo meglio tutti poi ne riparliamo

      • Gentile sig. Degli Esposti, temo che debba aggiornarsi anche lei: i produttori di auto termiche che cita hanno diverse fabbriche in Europa (Nissan, Toyota, Hyundai-Kia, Suzuki, Honda, anche se quest’ultima ha in programma la chiusura del proprio stabilimento nel Regno Unito) che alimentano il mercato Europeo. Invece i BEV Hyundai-Kia provengono dall’Asia, come le Smart. Tralascio i produttori cinesi di recente arrivo, ed il fatto che anche quanto prodotto in Europa monta batterie che provengono dall’Asia (CATL, Samsung, LG) La batteria è il cuore, anche come valore, dei BEV, dato che il costo dovrebbe essere oggi sui 130$/kwh, senza trascurare l’elettronica di gestione delle medesime . Ci aggiorniamo, quindi?

  2. Irrevocabile ed inarrestabile? Senz’altro, tuttavia oggi Scholz ha chiarito che a patto che utilizzino carburante sintetico le auto ICE potranno continuare ad essere prodotte anche dopo il 2035. Quindi abbiamo già ingranato la retromarcia.

    • L’astuto ciao ho letto anche io la notizia e mi permetto di dire che si tratta di una notizia che lascia il tempo che trova.
      Logico che la politica affini i provvedimenti step by step in base alla progressione in work della situazione ( oggi mi sono svegliato tutto english mi sa).
      Alla fine sarà il mercato cioè i consumatori ad avere l’ultima parola, più diversificazione c’è meglio sarà.
      Io però attenderei la fattibilità dei carburanti sintetici bisognerà valutare la convenienza economica , la fattibilità produttiva e l’impatto ambientale complessivo di questi carburanti,poi si potrà fare una valutazione oggettiva,ricordo che ogni giorno nel mondo vengono bruciati miliardi di litri di carburante.
      Non sarebbe tanto intelligente uscire da cric per finire a croc no,?
      Certo che pagare un litro di robaccia mettiamo 5 euro per fare broom broom in giro io personalmente non ne avrei tanta voglia eh..

      • L’ultima cosa che hai detto è quella più importante. Quello che non dicono è che sarà una produzione di nicchia per i veicoli storici (anche quelli odierni 🙂 dal 2030-35 in avanti) non certo per un uso di massa. Strano che i soliti astuti non colgano la sola o lo interpretino come una soluzione per continuare con la produzione di motori a combustione. I motori a combustione sono finiti dal 2030-35 in avanti.

  3. Ernesto grottaferrata troll tester indipendente della pazienza dei moderatori….
    Mi sa che tra poco non lo leggeremo più…
    Ah ernesto prima di salutarti ti do una dritta…
    È inutile cambiare nick se non cambi mail ti sgamano subito

  4. strano posto l’itaglia..
    sulla “gazzetta di reggio” di ieri si parlava di procedere (con il beneplacito della regione E.R) senza gli studi di valutazione dell’impatto ambientale (in pratica fregandosene) sul sito “destinato” alla silk-faw a reggio emilia..
    ma se si parla di auto elettriche (quindi “ecologiche”) passa tutto in secondo piano:
    se serve alla causa elettrica la cementificazione è ecologica, le acque non si inquinano e via discorrendo.
    se lo dice questo “capitano d’industria”, che ha bisogno di vendere il suo apparecchio e paga per la pubblicità qui su vaielettrico..
    sempre ieri ho intraletto che la tesla in germania potrebbe subire ulteriori ritardi per la sua gigafactory per un esposto fatto dalle associazioni ambientaliste riguardo a faglie acquifere nelle profondità del posto.. potreste scrivergli e dire che migliaia di studi affermano che il petrolio inquina molto di più e quindi chi se ne frega della possibilità di inquinare un po’ d’acqua?
    sono sicuro che si sentiranno sollevati.

  5. Buongiorno avere sentito i rumors politici di oggi? Sembra che Draghi abbia raggiunto il limite dopo l’ultima intemerata della Lega,che ha tentato il blitz sull’eliminazione totale del greenpass subito al 31 marzo, data fine dello stato d’emergenza.
    Blitz ,va detto, respinto con perdite visto il no convinto di Forza Italia, che però chiede correttivi più rapidi di quelli decisi dal governo, questo appena dopo l’ultima strigliata del premier ai ministri, evidentemente entrata da un orecchio ed uscita dall’altro.
    I partiti in maggioranza fanno i loro giochini convinti che Draghi subisca per senso di responsabilità
    ma c’è un ma…..
    Il caso Portogallo, dove da poco vi è stata una crisi politica lampo risolta con l’avallo della UE che ha congelato il processo di rilascio dei fondi il tempo necessario alla risoluzione della crisi stessa con stesso premier e nuova maggioranza quindi….
    Il piano B del premier sarebbe che,preso atto che i partiti sono di nuovo in campagna elettorale permanente, dia dimissioni,crisi lampo ,elezioni e nuova maggioranza coesa sbarazzandosi dei rompic….perdonatemi dei rema contro e dei tecnici di cui sia stato probabilmente deluso.
    Questo è quello che questo sciocco visionario che scrive sognava ieri l’altro in altro post…
    Però c’è un però…..
    L’opzione bomba da fine mondo.
    E cioè il rischio niente affatto remoto che il centrodx si riorganizzi e sia così credibile da vincere a man bassa le elezioni mandando nonno Draghi ai giardinetti.
    Poi che succederà?
    Riusciranno i nostri eroi(!!!!!?????) Giorgia & Matteo con l’ausilio dell’ottuagenario novello promesso sposo a non mandare definitivamente a fondo il paese riuscendo non solo a non perdere i fondi europei ma magari a metterli egregiamente a terra?
    Sarei tentato di comprare i pop corn e mettermi comodo….
    Chissà perché però non sono affatto tranquillo….

  6. E se chiedessimo di legare gli incentivi anche al mix energetico con cui un aspirante acquirente di bev o phev intende caricare il proprio mezzo?? Potremmo esagerando arrivare al 50% di sconto che si moltiplica per una serie di coefficienti da 0a1 che tengano conto di isee, di mix energetico di auto da rottamare…….in modo tale che se un soggetto lì soddisfa a pieno si becca lo sconto pieno altrimenti un po’ meno in base ai propri parametri….. così si metterebbero d’accordo i fanatici del diesel (cingoleni in primis) con gli ambientalisti 100%green

  7. Gentile sig. Stecca,

    Ho investito nella sua società acquistando una colonnina Prism per il mio box auto, dando fiducia ad una startup italiana.
    Condivido molto ciò che scrive.

    Le chiederei di dare riscontro alla suddetta fiducia dimostrando un po’ più di solerzia nell’aggiornare i bug software già segnalati da vari utenti.

    Comunque complimenti alla vostra super-gentile assistenza WhatsApp.

    Buon lavoro

  8. Io vado già con l’elettrico e mi trovo benissimo, anche come risparmio….
    Niente vibrazioni, puzzo di scarico, ottima ripresa, nessun rumore, niente tagliandi, proprio nessun difetto…del resto anche quando fu inventato il vapore, c’era chi tifava per la vela.

  9. adesso arriva pure il CEssO di una start up (che in italiano sarebbe?) che vanta una ventennale esperienza nella progettazione e costruzione di auto elettriche, con centinaia di dipendenti..
    come dite? non produce auto ma da un paio d’anni fa una specie di wallbox per la ricarica? con qualche dipendente?
    quindi questo capitano d’industria (hehe) è “leggermente” interessato a che si vendano più elettriche possibili per il proprio business.. super partes proprio, non c’è che dire

    • Ci faccia un piacere: spieghi perchè non è d’accordo con quello che scrive Stecca. E le battute da seconda media le faccia al bar. Qui si rende solo ridicolo

  10. no l’ ISEE NOOOO. Ho smesso di leggere l’articolo. ISEE basso è anche o soprattutto di chi non paga le tasse.

  11. Mi spiega che me ne faccio degli incentivi se non ho il box e la prima colonnina è a 30km?prima facciano colonnine ogni 10 metri e poi ne ri parliamo di elettrico

  12. Un plauso a Stecca per la lettera che spiega molto bene le criticità del settore e avverte che una cattiva politica oggi avrà conseguenze tremende per il settore nel prossimo futuro.
    L’unico appunto che mi sento di fare è sull’argomento ricariche pubbliche e private. Pesa in particolare quel “soprattutto private” che mi lascia onestamente perplesso. L’incentivo alla ricarica domestica esiste già ed è la possibilità di accedere a contratti e tariffe vantaggiose rispetto alle ricariche pubbliche oltre alla comodità di caricare presso il proprio domicilio. Sono invece da incentivare le ricariche pubbliche proprio per permettere anche a chi non dispone di posto auto privato di accedere all’auto elettrica. Una menzione in ambito privato dovrebbe essere per incentivi alle ricariche presso le aziende e agli spazi comuni condominiali. Se era ciò che Stecca intendeva dire nella lettera sono pienamente d’accordo, ma forse avrebbe potuto specificare meglio.

  13. Vetture destinate a scomparire in pochi mesi bella questa…
    Sino a quando le vetture alla spina non avranno delle percorrenze decenti per chi non le usa solo per andare a fare la spesa non saranno mai un’alternativa valida.
    In quanto all’usato la svalutazione dell’elettrico sarà sempre superiore a quello di un’auto tradizionale visto che per ogni anno si fanno grossi progressi (per fortuna) ci vorranno ancora anni per arrivare a questo.
    Nel frattempo scopriremo che anche la Lego può fare un’auto elettrica e così nei prossimi anni assisteremo al modello di business già visto sui telefoni anche sull’auto top!!

  14. Gentilissimo Sig. Stecca Giorgetti, Cingol16, il cacciato via dal leoncavallo, il salvatore delle banchette degli amici a scapito dei risparmiatori (con aiuto ed ispirazione del vile affarista) hanno un solo scopo, far bruciare più benzina e gasolio possibili.

    Passano la giornata a pensare che bugia raccontare al popolino per confonderlo e non farlo scegliere, a pensare come ostacolare le nuove colonnine, le auto elettriche, e tutto il nuovo che avanza.

    Stanno facendo il male dell’indotto dell’auto italiano facendo credere di fare del bene, in quanto a loro non interessa l’industria dell’auto, ma quella del petrolio.

    Stanno difendendo in tutti i modi gli interessi dei loro amici di sempre.

  15. Condivido al 200%!!!
    Mandiamo presto 🔜 n pensione con quota 90 Giogetti – CingolANO e la lega del DIESELONE.
    Finalmente un imprenditore che ha il coraggio di dire al somaro che è nudo.

  16. Sogno ad occhi aperti: schiocco di dita e Stecca al posto di Giorgetti. Anzi, al posto di Giogetti e Cingolani, chè tanto in due non ne fanno mezzo serio…

    • Solo Giorgetti e Cingolani? E gli altri?
      Comunque, sono pienamente d’accordo! Ma francamente, sa qual’è il guaio? Li paghiamo pure e con le nostre tasse! E costano anche tanto! Ed i due messi insieme valgono meno di mezzo! C’est la vie.

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