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Stanisci, l’abruzzese di Uniti: Italia, arriviamo

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Una presentazione della Uniti con il fondatore Lewis Horne. Sotto: Antonio Stanisci, Capo Operativo di Uniti
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Gratta gratta, trovi l’italiano. Anche al vertice di Uniti, la start up svedese di cui si fa un gran parlare per la rivoluzionaria auto elettrica che sta costruendo con l’appoggio della Siemens. L’italiano si chiama Antonio Stanisci, un abruzzese di Vasto con una lunga esperienza nel gruppo Fiat-Chrysler (FCA).

L’Uniti è una macchinetta a due posti dall’aspetto del tutto innovativo. Si guida con manopole che ricordano più i joystick di un videogioco che un volante tradizionale. Con una console che sembra lo schermo di un iPad. Le prestazioni, però, non sono trascurabili: con pacco-batterie da 22kWh, l’Uniti annuncia un’autonomia di 300 km.

Antonio Stanisci

Il gruppo di ragazzotti che sta dietro alla start up scandinava, di cui Stanisci è uno dei capi come chief operative officer, dichiara di voler rivoluzionare l’esperienza di guida: da “press and pull” (“schiaccia e spingi”) a “touch and swipe” (“tocca e colpisci”). Il tutto accompagnato da una carrozzeria in fibra di carbonio interamente riciclabile. E  soprattutto a un display super-intuitivo ribattezzato HUD (Heads-Up Display) al centro di una plancia e di un interno composti interamente da materiali organici. Ovviamente interamente riciclabili anch’essi. Del resto già l’indirizzo web, uniti.earth, la dice lunga sulla vocazione ambientalista della start up svedese, creata da un guru della sostenibilità come Lewis Horne. Start up descritta bene nel video qui sotto (in inglese), con un ampio intervento di Stanisci.

<Cercavo un’esperienza nuova, l’ho trovata con Uniti>

Stanisci, che cosa ci fa un manager italiano, con esperienze in grandi gruppi industriali, nel vertice di una start up svedese come Uniti?

<Sono in Svezia dal 2015, arrivato come capo di FCA per i Nordics. Sono entrato in contatto con Uniti quasi per caso, in un convegno sul futuro della mobilità in cui erano  invitate diverse realtà. Mi trovavo proprio nel momento della vita in cui avevo deciso di cercare  nuove sfide professionali, e Uniti aveva, ed ha, tutte le caratteristiche giuste>.

Che cosa l’ha attratta? 

<Sono stato subito affascinato dall’unicità del progetto, dall’obiettivo di voler rivoluzionare l’auto, ripensando tutto: categoria e dimensione della vettura, materiali, processo produttivo, distribuzione e user experience. Sono qui per portare la mia esperienza, e metterla a disposizione di un team giovane, internazionale e creativo>.

Sì, ma perché lasciare un colosso come FCA per una start up?

<Dopo 20 anni in questo settore, mi affascina l’idea di poter far parte di una delle aziende che potranno essere protagoniste del  futuro. E di poter contribuire alla sua costruzione.  E’ ormai chiaro a molti nell’industria dell’auto, che è in atto uno dei maggiori cambiamenti nel settore. Soltanto realtà nuove, senza condizionamenti o necessità di compromesso come Uniti, saranno in grado di coglierne i segnali e di poterne beneficiare appieno>.

 

<Né leve né bottoni, facilissima da guidare>

Come definirebbe la citycar che state per lanciare?

<Abbiamo sviluppato un veicolo elettrico, disegnato come piattaforma ideale per  le esigenze di mobilità per gli abitanti di aree urbane e metropolitane. Abbiamo pensato ad un veicolo leggero, ricercando efficienza nell’utilizzo dell’elettricità, assicurando allo stesso tempo velocità e semplicità della ricarica. Uniti sarà un vero e proprio device, connesso e pronto per la guida autonoma, pensato per un’esperienza davvero unica>.

Che cosa significa in concreto?

<Che questa è forse la caratteristica principale di Uniti:  una concezione completamente rivoluzionaria dell’interazione uomo-macchina, incredibilmente semplice ed immediata grazie allo schermo sul volante, unico touch-point per l’utilizzatore. Non ci sono leve o bottoni e le parti meccaniche sono limitate all’indispensabile. Ogni comando e’ sullo schermo davanti ai nostri occhi, facilmente navigabile e tutto molto intuitivo>.

La console di guida della Uniti: ricorda più un joystick di un volante tradizionale

Perché è stata scelta l’India come paese d’elezione per la Uniti?

<In realtà il mercato principale sarà quello europeo. Stiamo lavorando al lancio a partire dalla seconda metà del 2019, quando contiamo di poter avere le prime consegne al cliente finale. Considerate le caratteristiche del veicolo, e la modalità di utilizzo che ne prevediamo – seconda auto per famiglie in aree metropolitane – stiamo lavorando ad un piano che si concentrerà su singole città europee piuttosto che su scala nazionale>.

Come nasce questa scelta?

<Pensando all’evoluzione del mercato della mobilità. E’ molto importante, per noi e per il nostro modello di business, l’introduzione in aree che assicurino la presenza di infrastrutture adeguate, e piani per una gestione della mobilità integrata. La strada per cui questa evoluzione passerà è tracciata, e il nostro veicolo e’ stato pensato e sviluppato per essere un device ideale in questo scenario>.

Ma perché tanta attenzione all’India?

<Non solo per il potenziale di crescita per le auto elettriche, ma soprattutto perché siamo convinti che Uniti possa essere la soluzione perfetta per le esigenze di sostenibiltà urbana del subcontinente indiano. Stiamo studiando un veicolo specifico per quel mercato, e abbiamo approfittato del Autoexpo di Dehli per presentare Uniti, poter effettuare le nostre ricerche di mercato e le valutazioni prima di procedere con il piano di lancio>.

<In Italia la venderemo tra due anni>

La venderete anche in Italia? In quale ordine di prezzo?

<L’introduzione in Italia avverrà a partire dal 2020, quando saremo in grado di aumentare i volumi in produzione. Come detto, contiamo di consegnare le prime vetture già nel 2019, ma  la produzione sarà inizialmente limitata e daremo priorità alle richieste ora in fase di pre-ordine. Abbiamo già più di 2mila clienti che hanno richiesto la vettura, la quasi totalità dal Nord Europea. Sarà lì che inizialmente concentreremo le attività commerciali. E’ presto per dare indicazioni sul prezzo in Italia. Ma nella nostra strategia di pricing cercheremo di armonizzare il più possibile prezzi e configurazioni in Europa.

Attraverso quali canali si potrà acquistare?

Un’altra delle peculiarità del nostro modello di business sta nell’aver delineato una strategia commerciale che vede il proprio fulcro nelle vendite dirette a cliente finale, prevalentemente online. Ragione per cui avremo un’offerta consistente in tutti i mercati, compatibilmente con i diversi regimi di tassazione, che soprattutto per quanto riguarda le auto elettriche in alcuni paesi possono fare una grande differenza.

Che consiglio si sente di dare a un giovane che voglia lanciarsi nell’avventura dell’auto elettrica? Ci saranno opportunità anche in Uniti?

<Stiamo per assistere ad una vera rivoluzione. E questo grazie alla diffusione di vetture con motore elettrico e al perfezionamento delle tecnologie per la guida autonoma. Ma soprattutto grazie alla domanda dei consumatori. E’ una tendenza chiara, il cliente è pronto per un approccio nuovo all’auto e alla mobilità in generale. Ci sarà bisogno di nuove professionalità nelle Case auto, le auto elettriche sono più efficienti di quella a combustione, meno parti mobili e meccaniche, più elettronica e soprattutto connettività>

Un’immagine del team di Uniti

<Cerchiamo ingegneri, UX designer, nel marketing…>

Ci saranno opportunità anche in Uniti?

<Nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi dell’inizio della produzione e dell’introduzione sul mercato della vettura, avremo bisogno di crescere anche nel team. In particolare siamo alla ricerca di UX designers e ingegneri del software dal lato dello sviluppo prodotto, e di figure da inserire nella struttura del marketing e business development>.

Che ruolo potrà svolgere l’Italia nella sfida della mobilità elettrica, considerata anche la dichiarata avversione del Gruppo FCA?

<L’Italia è uno dei principali mercati europei, l’evoluzione cui stiamo assistendo nell’industria della mobilità interesserà presto anche le nostre città. Sarà importante la disponibilità di infrastrutture adeguate, ma ancor di più la transizione sarà guidata dalla domanda dei clienti. C’è una tendenza evidente, le auto elettriche per molti versi offrono risposte migliori alle sfide della mobilità dei nostri giorni. Di conseguenza ci sarà maggiore offerta sui mercati europei e maggiori possibilità di scelta anche per gli italiani>.

 

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