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Standardizzazione e battery swapping: la Cina ci riprova

Torna d’attualità la soluzione della sostituzione rapida delle batterie (battery swapping). Ci stanno pensando soprattutto in Cina dove il governo sollecita le case automobilistiche ad accorarsi per uno standard unico degli accumulatori per auto. Ciò permetterebbe di creare stazioni per la sostituzione rapida di batterie scariche con altre già cariche, intercambiabili fra i diversi modelli di auto.

Nonostante il flop di Better Place

Il sistema di Better Place

L’idea non è nuova e fu tentata da più di un’ azienda. Da ultimo,  dalla società Better Place. Fondata dall’israeliano Shai Agassi, inaugurò la prima stazione di battery swapping nel 2011, per poi dichiarare fallimento appena due anni dopo. Un crollo decretato principalmente da due grandi ostacoli.

Il primo è l’elevato costo per realizzare le infrastrutture e la relativa rete, sostenibile soltanto con sussidi pubblici e con un ampio parco auto circolante.

Il secondo è che sarebbe necessario standardizzare dimensioni e tecnologia degli accumulatori tra tutti i costruttori, obiettivo che al tempo _ e ancora oggi _ appare improbabile.   Ci pensò anche Tesla, che  abbandonò l’idea qualche anno dopo. Il grosso problema (tra i tanti) è che infrastrutture robotizzate per la sostituzione rapida di pacchi batterie ingombranti e pesanti non possono adattarsi a decine di oggetti diversi, diversamente montati sulle autovetture. Per rendere possibile l’operazione di battery swapping, insomma, è necessario che tutti i pacchi batteria abbiano le stesse dimensioni e forma. Questo è un problema che potrebbe essere risolto in Cina, dove un forte controllo statale può dettare standard.

Pechino insiste, Nio e Baic rispondono

Bloomberg riferisce infatti che la scorsa settimana il governo cinese ha intensificato gli sforzi per stabilire standard comuni a livello di settore. Secondo il report dell’agenzia l’obiettivo è rendere uniforme il processo su qualsiasi auto, batteria e impianto, in modo da consentire la sostituzione in soli tre minuti. Tra i primi sostenitori del progetto di battery swapping figura la  casa automobilistica cinese Nio che già nel 2018 ha promesso di realizzare mille stazioni di scambio al servizio del proprio parco vetture. Attualmente dispone di 125 stazioni per la sostituzione rapida delle batterie.  Ma Bloomberg indica che anche BAIC BluePark New Energy Technology  offre oggi il servizio. Il gruppo BAIC, di proprietà statale, e le sue varie entità, tra cui BAIC JEV, sono il secondo più grande produttore di veicoli elettrici in Cina. Le sue numerose partnership includono Daimler e Magna.

BAIC BluePark ha affermato di aver installato 187 stazioni di battery swapping in 15 città cinesi per 16.000 taxi elettrici. E l’anno scorso, ha annunciato i piani per 3.000 stazioni di scambio, sufficienti a fornire mezzo milione di veicoli elettrici entro la fine del 2022. Le gran parte dei modelli BAIC sono piccoli e convenienti, con prezzi adatti al mercato cinese. BJEV, nel 2018, ha venduto la sua auto compatta EV300 per circa 12.000 dollari, con un contratto di noleggio della batteria per circa 60 dollari al mese.

l taxi elettrico di Baic BJev a batteria intercambiabile

Il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology cinese ha rilasciato questa dichiarazione a Bloomberg: «Promuoveremo attivamente l’applicazione dimostrativa di sistemi di sostituzione della batteria e miglioreremo il sistema e la standardizzazione». Ha poi aggiunto che il progetto vuole aumentare la convenienza dell’adozione dei veicoli elettrici. Perciò «sosterremo le aziende nello sforzo per migliorare la tecnologia di sostituzione delle batterie e quindi di un modello di business più maturo». 

Le case europee: no allo standard delle batterie

Anche in Europa è aperto il dibattito sulla standardizzazione delle batterie. Ma i contrari superano nettamente i favorevoli. Le batterie infatti sono componenti chiave nella progettazione delle auto elettriche. Standardizzarle significherebbe rinunciare a qualsiasi possibilità di diversificare e caratterizzare i vari modelli, le prestazioni e il segmento di mercato. In più l’industria mondiale delle batterie finirebbe per essere monopolizzata dai costruttori asiatici, già attrezzati per produrle su larghissima scala.

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