Spuntano HPC (colonnine ad alta potenza) ovunque, ma gli italiani alle elettriche continuano a preferire le ibride plug-in (PHEV), che ricaricano a pochi kW….

Spuntano HPC ovunque, ma per ora mancano i clienti
L’Italia aveva un gap da colmare nelle ricariche per veicoli elettrici e lo sta facendo a ritmi insperati. Parliamo delle colonnine fast e superfast, fino a 300-350 kW, in grado di rifornire un’auto in una mezz’oretta. Ogni giorno arrivano notizie di nuove aperture, ovunque: in città, nei centri commerciali, sulle statali, in autostrada…Una Neogy da 150 kW è stata inaugurata pochi giorni fa in un ipermercato di Cesena, il Montefiore, installata da Energia Corrente. Free to X è ormai a 65 stazioni nella rete di Autostrade per l’Italia e in settimana ha aperto Stura Est, Stura Ovest, Giovi Est, Sul Ovest e Badia al Pinto Est. Per non parlare di Ewiva, la joint venture tra Enel e Volkswagen, che per ora opera solo fuori autostrada e viaggia a ritmi ancora più spediti. O di altri grandi operatori come Be Charge (ENI), Ionity e Atlante, che fanno la loro parte. Che cosa manca, dunque? Mancano…i clienti.
Fatte le ricariche, bisogna fare gli italiani (quelli elettrici)

Già, perché di elettriche se ne continuano a vendere poche. E tra quelle poche una buona parte sono Tesla, che hanno una loro rete di ricarica (i Supercharger) a prezzi convenienti. E di quella, potendo, si serve chi guida un modello della marca americana. Gli altri? I dati sull’occupazione delle colonnine sono tra i segreti meglio custoditi dai gestori. Ma basta farsi un giro per l’Italia e raccogliere un po’ di confidenze per capire che non siamo certo su ritmi elevati. Mentre molto elevati sono gli investimenti necessari per costruire una stazione ad alta potenza. E questi due elementi sono tra i motivi che fanno sì che il costo delle HPC si mantenga molto alto (Enel X Way è a 0,99 kWh). Un gatto che si morde la coda: prezzi cari che a loro volta contribuiscono a tenere gli acquirenti lontani dalle auto elettriche. Mentre vanno, eccome, le ibride plug-in, che però di tutta questa potenza non sanno che farsene, caricando spesso non oltre i 3 kW. È l’ennesimo paradosso di questo Paese: fatte le ricariche, ora bisogna fare gli italiani. Quelli elettrici.
- Se resti bloccato in autostrada, condizionatore acceso, rischi di restare a piedi? Video-risposta di Paolo Mariano
Sono è sarò sempre contrario ai frigoriferi con motore elettrico, è una trovata della comunità europea per rompere anima alle persone con reddito medio basso. Salviamo il pianeta, ma salvatevi il vostro cervello è lasciate la gente vivere come riesce meglio. Spero ché finisca questa barzelletta del elettrico, io non lo so come risparmiare di più, perché non ci si arriva quasi alla fine del mese. Sempre per il diesel, fino che c’è il petrolio su questa pianeta.
Buongiorno Daniel.
Comprendo il problema di far fatica ad arrivare a fine mese, quello che comprendo di meno è il resto del suo messaggio.
Nessuno obbliga nessuno a spendere il denaro che non ha.
Per i prossimi anni (senza interventi maldestri dal 2026 visto il “clima” politico che “tira” in molti paesi comunitari) potrà viaggiare col suo diesel ed acquistarne anche un altro, per una dozzina di anni nuovo, poi usato, e potrà circolare (spero cercando di consumare il meno possibile per inquinare il meno possibile).
La “barzelletta” dell’elettrico, a meno di invenzioni tecnologiche per ora non all’orizzonte (che so: un generatore ad antimateria grande come una noce in grado di produrre 1000 kWh per un milione di anni), è il futuro. Non solo della mobilità, ma soprattutto per polmoni e clima (assieme ad altri auspicabili interventi, o non sarà sufficiente). E’ una barzelletta solo per i miopi ed i qualunquisti.
Consideri che, mentre il generatore ad antimateria è fantascienza, fra 10/20 anni (o meno), le batterie, che sono la maggior parte del costo, potrebbero diventare molto, molto meno costose, con densità energetiche maggiori, con maggiori velocità di ricarica.
Dal punto di vista della complessità tecnologica inserita nell’auto, non c’è paragone tra una termica ed un’elettrica. Ridotti i costi ed aumentata l’efficienza/efficacia delle batterie, non c’è un motivo al mondo perché un’elettrica costi di più di una equivalente termica. Anzi!
Quello che non capisco, dicevo, è perché sia contrario ad una tecnologia di mobilità che è attualmente l’unica che va nella direzione di salvare il pianeta.
Mi scusi, ma dire “salviamo il pianeta” e poi volere il diesel fino a che ci sarà petrolio su questo pianeta, è come vedere in mare uno che sta annegando e dire “salviamolo, ma io non mi tuffo perché mi bagno i vestiti”. E se lei non “sa nuotare” (difficoltà di arrivare a fine mese), almeno faccia il tifo per i soccorritori che sanno nuotare (hanno l’elettrica perché hanno i denari, o hanno fatto sacrifici per acquistarla).
Vorrei poi sapere cosa farà quando (fra non molti anni) il petrolio non ci sarà più, o sarà così costoso estrarlo da costare decine di euro al litro.
Ricordi che il petrolio inquina e finisce, il sole continua, non inquina, e durerà ancora miliardi di anni. E fare manutenzione di un mezzo semplice (una batteria un motore) costerà sempre molto, ma molto di meno di un mezzo molto più complesso (cambio, motore, serbatoi, freni, ecc…).
Davvero non c’è paragone: è da ciechi non vederlo!
Buona giornata.
Ma fatemi capire, fino all’altro ieri ci dicevate che la rete pubblica era si limitata ma che si sarebbe sviluppata di pari passo con l’espandersi dell’utenza dell’auto elettrica (sensato, senno’ per chi la fai?), ieri ancora – al contrario – ci avete informato che la ns rete si e’ sviluppata tantissimo, anche oltre la media europea, oggi invece ci dite che oramai ci son tantissime colonnine, anche quelle veloci, ma che son le auto elettriche che mancano (se ne vendono circa 1/5 risp. all’Europa), e allora evidentemente – dico io – per “incentivare” il mercato ed il rifornimento alle colonnine pubbliche i gestori stanno provvedendo ad aumentare le tariffe, sia quelle al consumo sia gli abbonamenti, quando invece la corrente e’ tornata a costare poco come due anni fa. Direi tutto logico e lineare!!
Ah dimenticavo, quando qualcuno si azzarda ad ipotizzare che forse ai gestori in verita’ interessano soprattutto i contributi pubblici da incassare per qs infrastrutture, e/o farsi un bel greenwashing (vedasi in primis eni/becharge, ma anche A2A, la stessa enel,etc con tutte le altre partecipate pubbliche e comprese poi molte amministrazioni comunali che fanno a gara a chi ha piu’ colonnine installate, per poi pero’ approvare lottizzazioni a go go, e disinteressandosi a multare gli abusivi delle colonnine o chi viaggia in violazione dei provvedimenti antismog, etc…), arriva subito la difesa d’ufficio che no non e’ vero niente, i gestori non prendono contributi, e’ solo business!
Ovvio, infatti e’ per amor del business che installano molte infrastruttre, a volte anche veloci, in tanta mona, oppure le lasciano in attesa di attivazione per mesi, o per lungo tempo guaste (e magari non segnalate in app per la gioia del malcapitato cliente), o inaccessibili in orari di chiusura dei siti che le ospitano o perche’ all’interno di ztl o sagre, mercati, fiere, o ancora le lasciano mezze nascoste e prive di adeguate segnalazioni, o ancora accettano talvolta che ne venga limitata la durata d’uso ad alcune ore, o perseverano nel rendere dura la vita dei clienti nel costringrli ad app su app che a volte vanno ed a volte no, evitando mi raccomando di implementare i pagamenti diretti alle colonnine con i ben piu’ comuni sistemi di pagamento che invece si usano ovunque altrove. Per non parlare del disinteresse dimostrato nella lotta agli abusivi della sosta, sia attraverso numerosi possibili provedimenti diretti, sia nel sollecitare loro in primis l’intervento delle forze dell’ordine.
Ma va tutto bene, andiamo avanti cosi’, siamo bravi e siamo belli, le colonnine le abbiamo fatte un po ovunque per la gioia – quello si – di alcune aziende produttrici e degli installatori, e per ben figurare agli occhi distratti dell’opinione pubblica. I contributi arrivano … per il resto che effettivamente poi funzionino e che siano messe in grado di fatturare quello frega relativamente, quei quattro buzzurri che usano l’auto elettrica che non rompano e che si arrangino a caricarsela a casa, che incidentalmente ce li siamo visti arrivare alle colonnine quet’ inverno con l’impennata dei prezzi della corrente a casa, ma che ora stiamo provvedendo a ricacciarli nei loro garage pompando insensatamente sui ns prezzi, non sia mai che perseverino o che peggio qualcuno che la presa a casa non puo’ averla possa comunque pensarsi di passare all’elettrico!
Scusate gente, stavamo scherzando.
E magari poi fra qualche tempo ci dovremo sentire il ministro di turno dire “ci hanno fatto spendere (l’Europa) un sacco di soldi per le infrastrutture pubbliche di ricarica, ma la gente non ci va, l’elettrico e’ un flop, gli italiani non si fidano, amano solo il diesel!
Auguri con il diesel
Gia’!
Quindi in sostanza, malgrado incentivi ed obblighi di legge, gli italiani comprano sempre meno PhEV. La somma di plugin ed ev è in calo da 8,5% al 8,2% del totale, se poi si sottrae il fenomeno Tesla che è uno status symbol con vita propria, si nota un calo netto totale. Invece gli italiani hanno decretato il successo di Dacia con i prodotti GPL e con quote crescenti di vendite e di mercato. Le PhEV sono prodotti tecnologici non competitivi, una nicchia che crescerà solo con prodotti decisamente migliori e molto meno costose. Jeep Avenger in questo senso ci darà un segnale preciso.
Dai guardiamo il lato pieno del bicchiere: solo 24 mesi fa la situazione colonnine HPC era grave. Si stanno facendo progressi enormi e grazie a questi oggi viaggiare in elettrico è molto più facile anche con vetture con autonomia modesta.
Poi i gestori sanno benissimo che si tratta di investimenti a lungo termine. Tra 10 anni i provider di servizi di ricarica saranno i nuovi petrolieri
Dici? Investimenti di chi, pubblici. Secondo me le colonnine installate oggi come investimenti a lungo termine, se non rese “produttive” da subito fra pochi anni saranno guaste, vandalizzate, occupate dai termici irosi e forti dell’impunita’ concessa loro da molte amministrazioni del greenwashing! Oltre che probabilmente gia’ comunque obsolete. Chi affronta oggi delle spese ingenti nella speranza che forse fra qualche anno possano rendere perche’ tanto oggi ci siamo ancora ben lontani? Nessuno sano di mente secondo me, a meno che i denari investiti non siano i suoi, e che interessi piu’ farsi belli piuttosto che fare del vero business!
Ma le colonnine, perché non sono segnalate? In autostrada non ci sono cartelli che indicano se in autogrill ci sono le colonnine, e non si sa tra quanti km ci sarà una colonnina, e quante colonnine ci saranno. Però è segnalato benissimo dove ci sono i distributori di carburante. Con le plugin si viaggia più tranquilli e sereni!
Che strano…. le FreeToX sono sempre segnalate proprio in autostrada.
Però è vero. All’estero sono molto più segnalate. Per fare un esempio ho visto spesso in francia parcheggi con all’ingresso il cartello che informa della presenza di colonnine.
Personalmente ne faccio anche a meno perchè uso le app per sapere se ci sono e soprattutto se funzionano. Ma un cartello per fare un doppio controllo non guasta mai.
Insomma quante pretese, prima hanno fatto di tutto per non mettere le colonnine in autostrada, ora che sono obbligati a metterle devono anche indicarle?
Una di queste geniali rotonde sta sulla rivoltana.
Anch’ io ho pensato che chi l ha progettata non aveva capito il senso della rotonda
Vediamo il lato positivo, i turisti almeno fino all’arrivo nelle città non avranno problemi, poi saranno cavoli loro trovare una colonnina o un albergo che permette la ricarica ai clienti.
Gli alberghi si sono attrezzati già da tempo per offrire questo servizio ai propri clienti perché hanno capito da subito che sarebbe stato un plus di non poca importanza. Sono moltissimi quelli che hanno predisposto le wallbox nei parcheggi è molto facile trovarli
Buongiorno Daniele,
durante gli ultimi 12 mesi ho fatto una decina di viaggi con pernottamenti. Sinceramente non ho ancora trovato un modo facile per trovare alberghi equipaggiati di wallbox. Considerando tutti i pernottamenti che ho effettuato, solo per il 40% circa di essi sono riuscito a trovare alberghi a prezzi ragionevoli (max 3 stelle) equipaggiati con wallbox. Potrebbe spigarmi il metodo da lei utilizzato per trovare facilmente gli alberghi dotati di wallbox?
Salire di stelle, credo.
Macche! Ivone guarda, anch’io frequento stamberghe ben poco stellate, e fatto 10 i casi che mi son capitati direi che 7 mi hanno concesso la shuko piu’ comoda allo scopo (e di questi a 3 ho pagato quanto consumato e 4 non han voluto nulla ne per il consumo ne per la cortesia), 1 nn l’ha concessa perche’ temeva chissa’ quali danni (con un carico di 8A…) e per 2 non c’era modo di raggiungere agevolmente una presa. In nessuno degli alberghi da me frequentati ho trovato una wallbox quindi, ma comunque nel 70% dei casi ho comunque risolto senza particolari problemi
Facilmente magari anche no, ma se si prenota con app tipo Booking.com è possibile richiedere le strutture che offrono ricarica in albergo.
Ho constatato che purtroppo il filtro “Stazione di ricarica per veicoli elettrici” di Booking.com è forviante perché include anche le strutture che si trovano non lontano da colonnine pubbliche. Probabilmente dipende da cosa dichiara a Booking.com il proprietario/gestore della struttura ricettiva. Per esempio, in centro a Bergamo bassa, tramite Booking.com avevo trovato un appartamento arredato che tra i servizi disponibili include la Stazione di ricarica per veicoli elettrici ma, alla domanda dove si trova la wallbox, mi hanno risposto indicandomi le colonnine pubbliche che si trovavano a circa 1 km di distanza.
Quindi avendo la piscina comunale a 1 km potrei dichiarare di avere stanze con piscina…
Risposta a Yosk.
Ho avuto la sua stessa esperienza riguardo alle strutture che offrono la presa standard. Inoltre, quando parto per i miei viaggi turistici metto in auto anche una prolunga da 10 m e un adattatore per la presa industriale da 16A monofase.
La mia rsposta a Daniele rigaurdava gli alberghi dotati di wallbox che, a mio giudizio, non sono tantissimi e non ho trovato un modo facile per trovarli. Vedi la mia risposta a Fabio sul filtro di Booking.com.
Ivone confermo quanto scrivi, e anch’io son attrezzato nel tuo stesso modo 🙂 Confermo che il filtro di booking si basa su quanto dichiarato dal gestore, spesso definendo come stazione di ricarica una semplice presa shuko (meglio che niente, ma se uno ha da fermarsi una notte e conta di ripartire col pieno potrebbe rimanerne deluso…), o considerare una colonnina pubblica presente in zona (magari non funzionante da mesi, come mi e’ capitato una volta) come un servizio proprio. E’ bene non farci grande affidamento insomma, conviene fare un colpo di telefono prima di prenotare … peccato che booking i recapiti te li dia solo dopo aver prenotato…
Caro Yoshke, per superare il problema “… peccato che booking i recapiti te li dia solo dopo aver prenotato…”, scelgo 2-3 strutture che diachiarano di avere le stazioni di ricarica e permettono di cancellare la prenotazione senza penali. Poi le prenoto e mando un messaggio scritto, che ho preparato tempo fa e mi basta fare copia/incolla. Successivamente cancello le prenotazioni che non fanno al mio caso.
Tra l’altro, ho tenuto copia delle risposte più divertenti e magari un giorno le copierò in un articolo per Vaielettrico :).
#Ivone “Tra l’altro, ho tenuto copia delle risposte più divertenti e magari un giorno le copierò in un articolo per Vaielettrico :)”
Scommetto che molti dicono che hanno già ordinato la wall-box ma ancora “non è arrivata”. Esperienza personale 🙂
A momento non mi dispiace trovare le colonnine veloci libere
Anhce a me non dispiace. Con un pizzico di intraprendenza le colonnine si trovano. Come avevo detto in altri post nemmeno i tedeschi sono immuni dal vizio di non segnalare le colonnine
é semplice, bisogna obbligare per legge ad un minimo di potenza gestita. 7,4 ma anche 11KW.
Dal 1 gennaio ecc ecc qualunque automezzo di categoria M1, avente motore elettrico con capacità di ricarica alla “spina” (non solamente rigenerazione) deve supportare almeno 11KW.
E così un plug-in in 1h fa il pieno. Un’elettrica in max 5h/6h fa il pieno.
Be’, ma perché stupirsi?
Perché mai dovrebbero andare con le elettriche alle HPC? Non sanno che cosa sono le elettriche e non sanno che cosa sono le HPC.
Gli italiani hanno mai capito qualcosa veramente!?
Gli italiani sono quelli che “mettono la freccia per restare dentro le rotonde” (dove hanno la precendenza, secondo il CdS) e non la mettono per uscire dalle rotonde (dove il CdS dice che non metterla costituisce guida pericolosa)…
Il vero problema degli italiani è sempre stato nella testa (pelata, o meno che sia).
Se si fanno più di 180° di rotonda che io sappia bisogna mettere la freccia. Ammetto che potrei sbagliare, ma me la ricordo così
Le “frecce” sevono agli altri automobilisti, per capire (in anticipo) che cosa vuoi fare tu, non a te “che fai più di metà rotonda”. Le rotonde “progettate come rotonde” garantiscono la precedenza a chi vi si è (già) immesso e il vantaggio, per chi deve immettersi, di dover controllare solo a sinistra: una bella semplificazione rispetto a un incrocio tradizionale, dove devi controllare a destra, a sinistra e anche di fronte. Per quel motivo “mettere la freccia per uscire (dalla rotonda)” dice a chi vuole immettersi “guarda che esco qui e libero il tratto (della rotonda) davanti a (me) te” e quello può entrare in sicurezza. Troppo semplice per gli italiani.
Ci sono anche “rotonde” progettate da ingegneri posseduti più che dal Demonio, da scarso senso pratico e della sicurezza stradale, ma si riconoscono perché hanno delle folli strisce di precedenza poste “sulla rotonda” anziché sulle strade che si immettono nella rotonda. Lì l’uso delle frecce è “a caso”.
Confermo, se fai una “svolta a sinistra” (prendi la terza uscita di una rotonda a 4 strade) devi entrare dalla corsia di sinistra (se ci fossero due corsie) con freccia a sinistra inserita e poi spostarti di corsia non appena oltrepassi la precedente alla tua uscita, mettendo la freccia a destra.
Se “tiri dritto” (quindi 180°) non serve la freccia tranne quando oltrepassi la precedente alla tua uscita, dove è richiesta la freccia a destra per uscire.
In pratica, per uscire va sempre indicato, per entrare solo se prenderò una uscita che sia più a sinistra dell’ideale proseguimento della strada da cui arrivo, così recita il codice stradale, sempre tenendo a mente che chi si sposta da una corsia all’altra della rotonda deve sempre usare la freccia e dare la precedenza a chi sta già impegnando la corsia più esterna (in altre parole, non tagliare la strada a chi sta percorrendo la parte esterna e non intende uscire…)
Nel 2011 il ministero ha complicato la cosa, dicendo che “si mette la freccia a sinistra per entrare in rotatoria”, “non è obbligatoria alcuna freccia percorrendo la rotatoria” (fatto salvo l’eventuale cambio di corsia in rotatorie a più corsie”, “si mette la freccia a destra per uscirne”.
Quando ho preso la patente io (ma le rotatorie erano come le mosche bianche), l’istruttore mi aveva invece semplificato il concetto così: “non si mette nessuna “lucciola” per entrare nella rotatoria: è come se fosse il proseguimento del rettilineo (fatte salve le più corsie), e si mette solo la freccia a destra quando se ne esce”. Come in un rettilineo, appunto!
Fino alla prima multa io continuerò a fare come mi hanno insegnato. A Torino in effetti facevano tutti come me. Qui nel Veneto vedo invece spesso auto coll’indicatore sinistro attivato nel percorrere la rotatoria, anche se ad una sola corsia (poi magari dimenticano di mettere il destro per uscirne!). Può essere utile per capire se puoi immetterti o no.
L’uso della freccia in rotonda seve a dire a chi si vuole immettere che stai proseguendo, onde evitare di farsi entrare nel fianco ( e ne ho visti tanti che non si fermano ).
La freccia si mette a sinistra per immettersi nella rotonda (come se entrassi in un’altra strada, che poi di fatto è così)… poi si mette la freccia a destra per uscire dalla rotonda. Mentre si è dentro la rotonda che si gira non serve la freccia. Ma se la rotonda ha più corsie e ci si sposta da una corsia ad un’altra si deve mettere la freccia (come nelle strade dritte a più corsie.
se vi trovate sulla A14 in provincia di Teramo e vi serve ricaricare velocemente ne hanno aperta una proprio all’uscita dell’autostrada (42.712420, 13.908639), la trovate segnalata nel app del principale operatore.
dimenticavo dall’altro lato della strada (42.712446, 13.908244) c’è anche una colonnina in AC adatta per le plugin
supermercato e bar vicini (max 100 mt)