La Germania ha prodotto quest’anno oltre metà della sua energia elettrica da fonti rinnovabili. E assieme ad altri sei Paesi europei ha firmato l’impegno a raggiungere l’80% di energia pulita entro il 2030 e la decarbonizzazione di tutto il sistema elettrico entro il 2035. L’Italia? Fa il record di produzione green, ma perde terreno.
L’Italia cresce, ma va troppo piano
Le nuove installazioni di capacità da fonti rinnovabili in Italia hanno toccato i 5 GW, allontanandoci ancora dall’obiettivo di installare 70 GW aggiuntivi entro il 2030. Fino a pochi anni fa eravamo uno dei Paesi europei più virtuosi con una quota del 36% di elettricità pulita, ben oltre la media europea.
Nonostante il record dei primi 11 mesi di quest’ anno (40,9% di consumi coperti da elettricità green contro il 36,2% dell’anno scorso) abbiamo perso terreno rispetto ai partner europei, che stanno correndo. Il buon risultato 2023 è da attribuire quasi totalmente al boom dell’idroelettrico (+86,6%), dopo due anni di siccità.
Considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi dieci mesi del 2023 l’incremento di capacità in Italia è pari a 4.434 MW, un valore superiore di circa 2.080 MW (+88%) rispetto allo stesso periodo del 2022, ma inferiore all’obiettivo di 9-10 GW annui. Da novembre 2022 a ottobre 2023 l’incremento di capacità installata è stato pari a 5.116 MW.
L’autoproduzione sorprende (12,17%)
Il sito di Terna pubblica anche i dati di produzione in tempo reale.

Risulta che negli ultimi 12 mesi (grafico qui sopra) la fonte termica (gas e carbone) ha coperto il 52,15 % della produzione, contro il 46,85% da fonti rinnovabili.
Interessante il dato dell’autoconsumo, che ha totalizzato il 12,17% dell’energia generata. Il resto è andato a idroelettrico (15,30%), fotovoltaico (9,30%), eolico (8,91%), geotermico (2.06%).
Vento e idro i tesoretti d’inverno
Considerando invece solo gli ultimi 30 giorni (grafico qui sotto) si scopre che la quota di generazione da fonti termiche fossili non è sensibilmente aumentata (53,2%), nonostante il fisiologico calo del fotovoltaico (4,05%) nel periodo invernale. E’ stato quasi interamente compensato dalla crescita dell’idroelettrico (16,32%) e dell’eolico (12,26%) e dalla tenuta dell’autoconsumo (11,63%)

La Germania vede l’addio al carbone
Ben diverso lo slancio tedesco. Per la prima volta nella sua storia, più della metà dell’energia consumata è arrivata dalle fonti rinnovabili. E grazie alla nuova capacità installata l’anno prossimo la Germania potrà spegnere le sue centrali a carbone, dopo aver spento l’anno scorso le sue ultime centrali nucleari. E’ quanto sostengono il Centro di ricerca per l’energia solare e l’idrogeno del Baden-Württemberg (ZSW) e l’Associazione federale delle aziende dell’energia e dell’acqua (BDEW).
L’obiettivo (assai ambizioso) è di arrivare all’80% di energia da rinnovabili nei prossimi sette anni.

A fronte di una produzione elettrica complessiva di circa 508,1 TWh di elettricità (-11% in meno sul 2022), 267 TWh vengono da rinnovabili con il vento che conta per 113,5 TWh.
I magnifici sette della decarbonizzazione
La Germania, con Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera, che rappresentano circa la metà della produzione elettrica in Europa, hanno firmato una dichiarazione nell’ambito del Pentalateral Energy Forum che li impegna a d operare una «rapida decarbonizzazione dei sistemi elettrici» e integrare ulteriormente le rispettive reti «per beneficiare del potenziale offshore in alcune aree e dello storage in altre» con una «pianificazione congiunta delle infrastrutture».
Ho visto una segnalazione della notizia da Nello Roscini (grazie)
pare che abbiamo un piano italiano (richiesto da Terna e approvato dell’Europa) per finanziare bandi per installare 71 GWh di grandi (centralizzati) accumuli di rete in italia nei prossimi 10 anni
per facilitare la prevista crescita delle rinnovabili e massimizzare i risparmi sul Pun, non sprecando l’ energia dei picchi di produzione delle rinnovambili e restituendola quando serve (durante le intermittenze)
https://euractiv.it/section/energia/news/la-commissione-approva-il-piano-italiano-di-aiuti-da-177-miliardi-per-il-sistema-di-stoccaggio-di-energia-elettrica/
previsti accumuli con un totale di capacità 71 GWh e potenza 9 GW
sarebbe una configurazione a ” 8 ore” ( scarica a 0,12 “C” )
cioè che alla sua potenza massima possibile di erogazione (9 GW) può erogare corrente per 8 ore ( 9 GW x 7h = 72 GWh)
ci saranno bandi/aste ogni 2 anni, per le tecnologie via via disponibili ( ad oggi sono previsti idroelettrico e batterie)
il finanziamento è di 17,7 miliardi di euro totali sino al 2033
facendo il rapporto gwh / finanziamento, hanno stimato 250e x kwh di capacità installata (installazione + spese di gestione),
prezzi però odierni, che scenderanno negli anni, magari a pari costo sarà man mano rivisto al rialzo il totale dei GWh
insieme all’eolico, gestirebbe il carico notturno; nel 2033, comunque sremo ancora in uns situazione mista, ci saranno ancora le centrali a metano a fare da back-up (cioè usate solo se e quando serve), oltre alle interconnessioni tra Stati
Prego; ci mancherebbe ..
io se trovo del tempo libero metterò il produzione la mia batteria fai-da-te
personale da 15 kWh LFP
buon accumulo Natalizio a tutti
grandi e piccoli
😀
Quello è proprio il concetto delle virtual power plant, che in USA stanno funzionando da un paio di anni, e i possessori di accumuli statici (vedi i Tesla Powerwalls) ci stanno anche guadagnando qualcosa mentre aiutano a stabilizzare la rete. Faresti più che bene, se te ne dessero l’opportunità
c’è anche la possibilità di non cedere nulla alla rete ;
ci sarebbe lo stesso un vantaggio comune di non pesare o pesare minimamente sulla rete pubblica
molti appassionati del fai-da-te , quando hanno eccedenze di produzione fotovoltaica scaldano acqua calda sanitaria, caricano auto ecc..
io penso che nei prossimi anni ci saranno sempre più dispositivi intelligenti
pilotabili da centraline domestiche ,spero open , come “home assistant” ad esempio,
una spruzzatina di IA ed ecco che :
il compressore del frigorifero lavora di più in una certa fascia oraria
la lavatrice caricata al mattino parte quando la batteria è carica
ecc.. ecc..
per chi vive in città ,in appartamento ..
dovrebbe pensarci lo stato o chi per lui ,le partecipate ,con sistemi molto più grandi ,in grado di supportare la piccola industria , il commercio e appunto le nostre città storiche dove ovviamente non si possono mettere pannelli sui monumenti
come ho scritto sotto con la battuta di Jena P.
se lo stato non farà la sua parte vivere in città avrà dei costi impossibili
non che oggi sia economico ..
Con Home Assistant io ci piloto tantissime cose della casa, tutta la telemetria del sistema nogas, la gestione del riscaldamento locale per locale con le valvole wifi, tantissimi relay e switch shelly, ho anche una centralina meteo esterna per le automazioni basate su temperatura/vento/pioggia… non ci sono praticamente limiti, e più si collegano dispositivi più se ne vuole aggiungere, tanto che uno dei parametri per scegliere i componenti del sistema FTV attivo da pochi giorni era che avessero l’integrazione con HA 🙂
Con l’app per cellulare si può fare tutto anche da remoto.
E non è solo “roba da nerd” ma ci sono vantaggi pratici tangibili: ad esempio ho fatto un test questa settimana in due giornate consecutive simili di uso spinto delle pdc, con e senza valvole intelligenti ci ballava un 35% in meno di consumi energetici.
@Luca Dell’Oca
si è un bel progetto “Home Assistant”
speriamo che si diffonda anche a livello industriale
e che ogni produttore di elettrodomestici aderisca allo standard
e non si faccia prendere dalla tentazione di farsene uno proprio
La Germania è davvero incredibile: osservando il grafico sulla produzione da rinnovabili, si vede chiaramente che, se non ci fosse stata la pandemia di coronavirus del 2020, avrebbero potuto arrivare all’80% di produzione da rinnovabili già 1-2 anni prima rispetto alla scadenza del 2030.
E noi, invece, che siamo “o’paese d’o sole”, del mare e del vento, persi nella mortifera burocrazia italica incapace di rinnovarsi per stare al passo con le necessità della transizione ecologica…
Record e intanto l’energia elettrica costa sempre tantissimo rispetto agli altri paesi europei, dopo anni che ci raccontano che grazie a decine le decine di miliardi spesi in rinnovabili l’energia sarebbe costata sempre meno (lessi più di un decennio fa un libro di Jeremy rifkins che raccontava tutte queste belle cose, non si è verificato nulla)
per interpretare “causa ed effetto”, c’è da osservare le tendenze e le quantità
– i prezzi delle rinnovabili sono scesi molto negli ultimi anni, e scendono ancora, si è raggiunto un punto di non ritorno in cui diventano sempre più la scelta privilegiata
– proprio negli ultimi, in italia avevamo fermato le installazioni, illudendoci che il prezzo del gas sarebbe rimasto basso come in passato; così ora siamo un po’ indietro rispetto ad altri paesi che stanno cogliendo l’occasione dei prezzi scesi delle rinnovabili e siamo indietro rispetto allo scenario del libro che citi, abbiamo solo 1/3 di rinnovabili
Il nostro costo energia all’ingrosso (Pun) medio del 2023 è 12,6 centesimi a kwh,
un poco superiore ad altri paesi europei che hanno più rinnovabili di noi,
ovvero 10 – 9 – 8 centesimi a kwh in Germania, Spagna, Portogallo
(e ancora meno nei paesi che hanno anche molto idroelettrico)
La forbice di 3-4 cents con il Portogallo poi si amplia ancora di qualche altro cents a livello di prezzo commerciale in bolletta all’utente, ma questo sembra più un problema di trasparenza commerciale
In altre parole:
il nosto costo energia all’ingrosso (Pun) è relativamente alto a causa di quel 2/3 di energia ricavata dal metano (specie quello liquefatto trasportato con le navi dall’america)
mentre quel 1/3 di rinnovabili contribuisce ad abbassare il Pun
Per avere energia meno cara e più sicura in caso di nuove crisi intermazionali bisogna chiedere di aumentare le rinnovanili (specie i parchi utility, vedi sotto) e arrivare intanto già a 1/2 o 2/3 di rinnovabili il prima possibile, cosi che gli effetti positivi diventano più evidenti anche in bolletta
Mentre a livello di tracciati giornalieri del Pun, gli effetti positivi delle rinnovabili li puoi già osservare anche con le quote attuali italiane:
– a Novembre ha prodotto molta energia l’eolico in Sud italia, e il nostro Pun è sceso da 13 a 10,5 cents, abbassando anche la media annuale
– nelle ore diurne in cui entra la produzione del fotovoltaico, i prezzi Pun vanno in caduta per diverse ore, abbassando il prezzo medio giornaliero:
https://www.energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=IT&week=43&legendItems=000101111111110
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Su incentivi e costi c’è da fare un distinguo importante
PARCHI UTILITY
– gli impianti di rinnovabili utility (grossa taglia) non usano più da tempo gli incentivi, sono così convenienti da offrire un basso prezzo al kwh anche includendo un margine di guadagno agli investitori privati
la tecnologia fotovoltaica ed eolica di suo ormai produce kwh a costi più bassi del metano, per i parchi utility alle nostre latitudini siamo a circa 2-4 cents a kwh; i prezzi sono in discesa ogni anno, con i fotovoltaico si arriverà in pochi anni a 1 cents a kwh;
e i costi sono di poco più alti anche aggiungendo degli accumuli, che sono scesi anche loro di prezzo; prezzo medio europa 2023 circa 250 euro per ogni kwh di capacità di accumulo a batteria istallabile, che poi a livello utility può essere usato per almeno 6000 cicli
facendo la divisione, il costo dell’energia proveniente da accumulo diventa 4 centesimi a kwh, più il costo di generazione del kwh, ma che nel caso dei picchi non usati delle rinnovabili tende a zero
però queste installazioni di grandi parchi di rinnovabili da noi pare siano osteggiate del governo per favorire le altre filiere energetiche (più care); in aggiunta ai tempi per le autorizzazioni locali, sono le autorizzazioni VIA nazionali inviate per valutazione a Roma al Mase ad impantananrsi per anni, il tempo burocratico è fantozziano
nel 2024 forse partiranno le costruzioni di alcuni parchi utility il cui iter autorizzativo è iniziato anni fa; secondo Terna ci sono progetti che hanno già passato il primo step ( appunto quello di Terna, la valuzione tecnica di “allacciabilità” alla rete nazionale) per oltre 315 GW tra eolico off-shore e fotofoltaico; ovviamente non tutti saranno approvati, ma di quantità ce ne è, oltre a queli ai progetti che si aggiungono ogni anno; il problema è il “quando” saranno approvati; in altri paesi fanno di tutto per velocizzare questi iter a meno di 1 anno, anche pochi mesi
IMPIANTI DI MEDAIA E PICCOLA TAGLIA
in alternative, si ripiega intanto sul portarsi avanti con fotovoltaico di piccola e media (domestico, capanoni aziende, agrivoltaico, comunità energetiche); in questi casi il costo del kwh prodotto è ancora conveniente ma è più alto rispetto ai parchi di grande taglia, e le installazioni spesso vengono sostenute con incentivi; in questo caso gli incentivi erodono il risparmio economico rispetto al metano, ma anche così si va circa a pari
lo stesso metano è sovvenzionato in varie forme con le tassazioni indirette, e ancora di più nel caso del nucleare, i cui costi sono ancora più alti e spalmati nella tassazione generale, per non gravare nelle bollette
diciamo che “per ora” le intallazioni di fotofoltaico di piccola taglia fanno abbassare solo di poco il prezzo energia, rispetto alle installazioni di grandi parchi che avrebbero un effetto più vistoso e rapido
ma anche qui occorre valutare in prospettiva, il costo dei pannelli e delle batterie anche per piccole installazioni è in caduta libera anno su anno, secondo me manca poco a poter togliere (o ridurre) gli incentivi anche sulle piccole installazioni senza rallentarle, a patto di fornire in cambio regole amministrative/burocratiche chiare
Beh, considerando il governo da operetta che abbiamo, c’è poco da stupirsi…
Occorre purtroppo osservare che sono almeno 30 anni che governi di tutti i colori sono risultati “da operetta” sul tema della transizione ecologica… 🙁
Certo quest’ultimo governo, che manifesta così apertamente la sua avversione ai temi ecologici (e scientifici in generale), proprio in questi anni critici non ci voleva… ma se è vero che “ogni popolo ha il governo che si merita” – ed è purtroppo verissimo – i primi responsabili della nostra situazione di arretratezza in tanti campi li incontriamo allo specchio ogni mattina.
Rifkin con quel libro ,”economia dell’idrogeno”,
puntò sull’idrogeno come vettore, per sostituire facilmente i fossili con un nuovo vettore con controllo centralizzato da parte della finanza e dei governi ..
ha toppato in pieno,
Oggi ci sono “le tecnologie chiave” a breve ,medio periodo ,sono per gli accumuli energetici il litio , il sodio , metallo aria ,gravitazionale,compressione co2
abbinato a fotovoltaico ,eolico e biogas per l’energia,di pochi giorni fa la pala eolica record cinese 290 metri di diametro per 88 mila kWh l’anno a prova di tifoni
a cui vanno aggiunti i sistemi per la riduzione dei consumi energetici , a cominciare dalle pompe di calore geotermiche e non , alla cogenerazione, al teleriscaldamento
il mondo moderno è complesso , ma presto ,imho libero dai fossili e dai relativi monopoli energetici
sul lungo periodo ?
saremo tutti morti!
Non mi riferivo a quel libro di rifkins, ne ha scritto purtroppo molti, era anche consigliere della Merkel se non ricordo male, diceva tante belle cose, non se ne è avverata mezza, parlava anche di costo marginale zero nelle energie… Figurarsi… Se lo ritrovo metto il titolo del libro
La Germania della Merkel con la rivoluzione verde ,
ha senz’altro pagato un prezzo salato ,ma …
ha fatto ricerca e INDUSTRIA sulle rinnovabili
oggi insieme alla Cina fanno a gara a chi fa i Generatori Eolici più potenti e efficenti del mondo ,ogni anno si rubano i primati in questo campo
come effetto “collaterale” la rivoluzione verde della Merkel (Governo di centro destra) partita più di 20 anni fa
ha OCCUPATO più di un milione di persone , posti di lavoro veri ..
non quelli finti ,propagandati, di un impresario felliniano intervistato da un insetto gionalista
OGGI è un’altra partita ,
non INSTALLARE rinnovabili , con costi bassi che hanno raggiunto
è semplicemente FOLLE !!
p.s.
la risalita della produzione idroelettrica in Italia ,
non ci deve far stare tranquilli ..
se lo stato non investe,
chi può ,si arrangi in privato !
2030 fuga dalle città ..
nuovo film post apocalittico
Buon Natale da
Jena Plissken
Il governo tedesco ha appena messo una sbarcata di miliardi per salvare una società attiva nell’eolico. Dopo lustri di finanziamenti, sovvenzioni, etc etc le rinnovabili quando staranno in piedi da sole? Io seguo varie aziende in borsa ma salgono solo quando c’è odore di nuovi finanziamenti a fondo perduto, come ora nelle batterie, una small cap che seguo, energy su borsa Italia, è raddoppiata dai minimi
A proposito di aiuti di Stato: cerchi su internet la storia del nucleare EDF
@marco sacchi
forse lei non sa che anche il fossile è pesantemente sovvenzionato dal pubblico
in Italia, secondo il FMI Fondo Monetario Internazionale
il fossile è costato 63 miliardi di dollari solo nel 2022
di cosa stiamo parlando ?
degli spiccioli che l’italia e EU non spendono per le rinnovabili
per poi “frigniare” che le fanno i cinesi ?
nel momento più propizio
che vede conflitto in ucraina , gas russo bloccato,
e potenziale allargamento della crisi mediorientale ?
se non ora quando ?
Marco Sacchi buon dì
diciamo che il ragionamento che fa R.S. fila, ma la cosa che più mi fa pensare dell’articolo non è il superamento del 50% della quota da rinnovabili dei paesi citati, ma che i paesi europei fanno squadra e l’Italia non ve ne fa parte. Questo è un problema, perché ci costringerà a fare più investimenti sia per aumentare le installazioni di rinnovabili (operatori, imprese e cittadini sulle loro case) ma soprattutto ci costringerà ad investire di più sugli accumuli (batterie, accumuli e tutte le tecnologie che ci potremo inventare). Questo è un problema per le casse dello nostro stato che dovrà incentivare gli investimenti da parte degli operatori e per tanto richiederà maggiori soldi in tasse.
A mio modesto parere una soluzione per evitare ciò nel breve sarebbe che i privati cittadini si dotassero di impianti fotovoltaici con accumulo in modo da raggiungere quell’autosufficienza dei consumi per il mercato residenziale (come da studi ENEA). Questo accompagnato con una politica che forzi l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui capannoni industriali darebbe una bella mano. Ci sarebbe una bella riduzione di prelievo dalla rete senza dover per forza fare grossi investimenti. Come contraltare ridurrebbe il business degli operatori energetici e non so quanto sarebbero d’accordo. Infatti già oggi si stanno inventando formule per proporre forme di noleggio del fotovoltaico ai privati cittadini. In pratica fanno impianti per loro sulle nostre case, tu li paghi (tra quota consumo e quota impianto) invece di ricevere l’affitto della superficie e loro sul surplus ci lucrano rivendendolo a chi non è autosufficiente. In poche parole 2 piccioni con una fava.
Io non capisco una cosa, con i fenomeni atmosferici che diventeranno sempre più estremi (conosco personalmente 2 famiglie alle quali son stati distrutti quasi tutti i pannelli, senza assicurazione oltre anche ad aver perforato il cappotto termico con la grandine) ha senso continuare ad installare kmq di pannelli ovunque? Non avrebbe più senso il nucleare? Oppure c’è un odio atavico per questa forma di energia a prescindere dalle conoscenze?
Contro il nucleare ci sono argomentazioni molto più razionali dell’odio: La missione impossibile del ritorno al nucleare
Nessuna ideologia, semplicemente costa troppo, e fa guadagnare solo chi costruisce le centrali.
Il nucleare ha mille problemi: i tempi di realizzazione sono enormi già fuori dall’Italia, figuriamoci qua. La posizione della centrale, leggi NIMBY, la gestione delle scorie, anche qui NIMBY più il fatto di doverle anche sorvegliare per millenni sia per questioni di sicurezza del deposito sia per evitare che qualcuno ne prenda per farne bombe sporche. Poi il problema del costo del kWh, il più alto di tutte le opzioni verdi e non. Poi un bel problema economico: se nessun privato vuole investire in una centrale, un motivo ci sarà. Il nucleare francese è tragicamente in rosso, lo stato se ne accolla il deficit da un bel po’ per non farlo finire sulle bollette di cittadini e imprese. Poi c’è il problema che sta colpendo pesantemente la Francia: lo stop alla produzione di energia per le temperature troppo alte dei corpi d’acqua che usano per il raffreddamento, e che sarà sempre peggio. Alla fine il nucleare lo paga lo stato e a guadagnarci è solo chi realizza con soldi pubblici le centrali e chi vende uranio fissile
Che poi, gli aiuti non finiscono sulle bollette dei francesi, ma son comunque pagati con le loro tasse… è solo un giro differente, ma se contassero gli aiuti di stato vedremmo il prezzo “reale” dell’economico nucleare francese.
Scusami Bob ma non sono d’accordo sull’accumulo chimico privato.
Piuttosto vorrei la riattivazione del 100% del PI (pompaggio idroelettrico) che a causa della posizione dominante di Enel, monopolio, è sottoutilizzata a meno del 25%.
Abbiamo la fortuna di avere un Paese naturalmente predisposto, di avere gli impianti ma la sfortuna di avere classi dirigenti spesso avide e corrotte
eh..fai bene a ricordare questo
Enel che ha il mandato sugli impianti idroelettrrici, aveva dei piani ambiziosi per l’idroelettrico (nuovi bacini al sud e manutenzione e potenziamento dei pompaggi e bacini già esistenti) proprio in previsione della crescita delle rinnovabili
ma con le speculazioni sui fossili dovute a covid e guerra è stato tutto messo in naftalina.. fatturava molto di più far andare le centrali termiche.. quando tra un po di anni saranno utili più accumuli magari la leva economica li smuove a riprendere i lavori.. vediamo
Per le batterie, secondo me è una questione di tempistica
ad oggi hanno senso in dei sotto-casi, che però aumentano man mano che il costo scende;
penso il colpo gobbo sarà che le istallazioni di accumuli privati (oltre che di rete) ci saranno in massa già a partire circa dal 2025-2026:
– prezzi accumuli con batterie LFP saranno scesi ancora, richiederanno meno incentivi o anche nessun incentivo, anche il privato o l’azienda potrà agire di sua iniziativa; per un abitazione sarà più comune avere accumuli anche da 20-30 kwh invece che 10 kwh
– chimica ione-sodio sarà più diffusa e rodata commercialmente (come materiali è ancora meno impattante del LFP, non usa ne litio ne rame), mentre per ora gli accumuli al sodio li trovi solo on-line (cinesi)
L’accumulo chimico domestico è invece molto molto utile a scaricare la rete periferica, se poi si riuscisse a lanciare le virtual power plant come in america potrebbero supportare la rete nei momenti di picco.
Al momento però se il costo degli accumulatori non scende sotto i 600€ al kW (con incentivi) sono di fatto anti-economici, vedo molto bene il lancio a breve degli accumulatori al sodio di Northvolt che spero possano offrire un prezzo più abbordabile.
I pannelli reggono la grandine normale, il caso che hai citato è eccezionale, con danni anche agli edifici
statisticamente i pannelli danneggiati durante la loro vita di 30 anni sono una quota minima del totale;
questi rari danneggiamenti modificano in modo trascurabile il costo del kwh medio fornito dagli impianti
il nucleare costa oggi minimo 18 centesimi a kwh (e di più nel caso di reattori di piccola taglia), costo che cresce ogni anno;
è il “piccolo” dettaglio che il gruppetto di web-promoter organizzato dal consorzio si “dimentica” sempre di dire, sulla dozzina di canali youtube da oltre 500.000 iscritti su cui stanno indottrinando anche molto giovani, in modo ingannevole, anche su canali che in teoria parlerebbero di altro, è una operazione realizzata senza badare a spese
se ci vuoi basare anche solo un 30% dell’energia dell’italia preparati a scucire a debito pubblico (oppure a scelta a raddoppio della bolletta) almeno 700 miliardi in 25 anni solo per le installazioni di centrali in l’italia, oltre ad aspettare molti anni per avere i kwh
mentre con una frazione di quel costro (tra l’alto per i parchi utility a carico di investitori privati), e volendo in pochi anni, installi a pioggia le rinnovabili, e in modo meno centralizzato, e anche con più indotto lavorativo e produttivo
il fotovoltaico costa 2-4 centesimi, costo che scende ogni anno, tempo 6 anni (ancora prima che posi anche solo una pietra di una centrale) e siamo a 1 centesimo a kwh secondo uno studi europeo del mese scorso (cerco il link)
in Portogallo, con burocrazia più agile, già nel 2020 le aste del fotovotaico hanno chiuso a 1,5-2 centesimi a kwh, prezzo fisso senza rivalutazione dell’inflazione per i prossimi 25 anni, poi potrà essere rivisto, ma hanno già stimato che in futuro l’elettricità costerà meno di adesso
gli accumuli a batterie costano 4 centesimi a kwh restituito, anche questo prezzo in calo, solo l’anno scorso errano oltre i 6 centesimi;
e per ora questi si possono ancora posticipare, nella fase in cui siamo (molto meno del 60% di rinnovabili) basterebbe il nostro idroelettrico con i pompaggi;
si fa in tempo a far scendere ancora di prezzo gli accumuli e averli al sodio, a minimo impatto anbientale;
al momento gli accumuli hanno senso sulle installazioni domestiche, per chi riesce a spuntare buoni prezzi ( la filera commercilale italiana ha dei ricarichi elevati rispetto anche solo a quella tedesca, un po’ è stato per via del 110%); anzi il meglio è predisporre l’impianto, e aggiungere gli accumuli appena scendono al prezzo desiderato
stesso discorso degli accumuli vale per l’eolico off-shore galleggiante, che è il più caro dei tre “eolici”, le installazioni si possono scalate nel tempo (anzi saremo obbligati vista la lentezza delle autorizzazioni):
– a terra (prezzo stracciato e già installato)
– off-shore fisso (prezzo basso)
– off-shore galleggiante (nuovo, da ottimizzare)
off-shore nel mediterraneo si inizia installare ora (i primi approvati sono a sud della sicilia) per creare la filiera, ma il grosso, che farà media nel Pun, viene installato tra qualche anno, quando il suo costo è sceso ancora (è previsto adi arrivare a circa 7 centesimi anche per quello galleggiante)
eolico è più pregiato del fotovoltaico, perché mediamente va h24, permette di fare mix 100% rinnovabli con meno quntità di accumuli o di back-up;
mentre alle nostre latitudini il fotovoltaico va molto bene per fare “massa” nel mix, immettere energia a prezzi che effettivamente tenderanno quasi a zero
con questi prezzi in caduta rapida e le continue novità, perché prendere inpegni a lunghissimo termine con le centrali (minimo 15 anni da ora + 35 anni operativi + dismissione altri 50 anni) sapendo già che nel caso migliore ti prosciugerà le risorse costerando 3 volte le alternative, già per i costi di installazione e dismissione?
e nello scenario più estremo, con l’energia che tra 20 anni scende anche da noi a 4 centesimi di valore medio nel Pun (come in settori della Norvegia con molto idroelettrico), le centrali andranno dismesse in anticipo perchè sarà fuori mercato anche già i soli costi di gestione ordinaria
Ho letto che uno ha scritto che il fotovoltaico costa 2-4 centesimi kwh, forse nel libro dei sogni se fosse sempre il 30 giugno tutto l’anno, d’inverno il fotovoltaico cosa costa? In caso di batterie per stoccare energia per la notte o l’inverno cosa costa il fotovoltaico?
Ma lei ce l’ha il FV?
Perchè il mio modestissimo impianto da 9 pannelli 2,9kWp vecchio di 12 anni (ormai 13) anche oggi (dice niente “solstizio d’inverno”?) ha prodotto più di 6kWh. Ci cuocio una ribollita oppure ci faccio 50 km con la macchina, buttali via….
@Marco sacchi
> 2-4 cents al kwh costo medi sul ciclo di vita ( LCOE senza sussidi) per i parchi utilitity (grandi instalalzioni)
> 3-7 cents al kwh impianti di taglia media (es. aziende, e magari aggiungendo un accumulo)
> 5-10 centesimi al kwh un piccolo impianto domestico, che ha dei costi più alti dovuti alle spese di installazione
NB: prezzi che scendono ogni anno
è competitivo anche l’impiantino di casa, e anche aggiungendo un accumulo, perchè una parte è usata in autoconsumo, senza le spese di distribuzione e tassazione che portano il kwh a oltre 20 cents
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=== 2019 – Los Angeles ===
asta per fotovoltaico + accumulo da 400 MWh
> viene pagato 2 centesimi a kwh
> 3,3 centesimi a kwh quando forniti in differita dal sistema di accumulo (serra-notte-mattino)
NB: prezzi fissi per contratto di 25 anni e senza rivalutazione annua dovuta a inflazione
=== 2020 – Portogallo (nostra latitudine) ===
aste per parchi Fotovoltaici
> 1,3 – 2,5 centesimi a kwh e seconda dei vari lotti delle aste
prezzi fissi per 25 anni, senza rivalutazione, e obbligo installazione impianti in 36 mesi pena perdita del contratto
=== 2021-2022 – Inghilterra ===
aste per eolico offshore (inpianti fissi al largo in mare)
> 5,2 centesimi a kwh
NB: il prezzo era congruo sino al 2022, mentre è risultato troppo basso nel 2023, con aste andata a vuoto, verrà aggiornato
=== 2021-2023 parchi eolici e solari Spagna ===
> 2-4 centesimi a kwh
// mentre con una frazione di quel costro (tra l’alto per i parchi utility a carico di investitori privati), e volendo in pochi anni, installi a pioggia le rinnovabili //
Lo dimostra la Francia stessa, tanto elogiata per il suo nucleare: dal 1º luglio scorso è in vigore la legge 175-2003, che rende obbligatoria la copertura fotovoltaica entro il 2028 di almeno il 50% dei parcheggi pubblici e privati di oltre 500 m². La potenza installata è prevista a oltre 11 GW, l’equivalente di 2-3 centrali nucleari MA a una frazione del costo di installazione e soprattutto per la sicurezza e il mantenimento.
https://www.apexenergies.fr/ombriere-photovoltaique/obligation-ombriere-parking/