Spagna e Volvo in difesa dell’elettrico: “No a passi indietro sui divieti al 2035″

Il governo spagnolo e il gruppo Volvo si schierano contro ogni rinvio dello stop della auto alimentate con diesel e benzina previsto dalla Commissione Ue per il 2035. Madrid e la casa svedese hanno preso posizione a pochi giorni dall’inizio della discussione a Bruxelles sulle politiche per l’industria automotive.

Spagna e Volvo si schierano con forza contro qualsiasi ipotesi di allentare gli obiettivi del regolamento UE che prevede il phase-out dei motori a combustione nel 2035. Due posizioni diverse ma convergenti, che mettono al centro un messaggio chiaro. Tornare indietro ora sarebbe dannoso per l’industria europea e per la fiducia nelle regole della transizione energetica.

La lettera di Madrid: “Non indebolite gli obiettivi 2035”

In una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il premier spagnolo Pedro Sánchez invita Bruxelles a mantenere “l’attuale livello di ambizione”. Secondo il governo spagnolo, il mercato sta già identificando l’elettrico — in tutte le sue forme — come la soluzione più efficiente e competitiva. E un ulteriore allentamento delle norme rischierebbe di rallentare investimenti e innovazione proprio nel momento più delicato.

Una posizione che si contrappone all’iniziativa dei governi di Italia e Germania che, invece, chiedono un rinvio dello stop al 2035 o comunque regole più flessibili per consentire un passaggio più morbido al full electric dell’automotive.

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La Commissione ha già introdotto una certa flessibilità, consentendo ai costruttori di calcolare le emissioni medie di flotta su base triennale (2025-2027). Ma per Madrid eventuali nuove deroghe metterebbero a rischio la competitività dell’industria automobilistica europea. Con la possibilità concreta di chiusure di siti produttivi e perdita di posti di lavoro.

Sánchez respinge l’idea di una prosecuzione oltre il 2035 della vendita di auto endotermiche o di tecnologie “prive di comprovata sostenibilità”. Riconosce il ruolo transitorio degli ibridi, ma chiede limiti alla produzione di plug-in hybrid (PHEV) per accelerare la penetrazione dei veicoli completamente elettrici.

Il governo chiede inoltre obblighi di elettrificazione per le flotte aziendali, considerate un motore essenziale per aumentare la diffusione dell’e-mobility. Inoltre, propone una nuova categoria di “auto piccola ed economica”. Per favorire modelli accessibili e rafforzare la mobilità elettrica nel segmento più popolare. Nell’elenco delle richieste spagnole è previsto  un “Battery Booster” europeo, fondamentale per consolidare le filiere delle batterie e sostenere la produzione in Europa. Nonché una quota minima obbligatoria di componenti automotive prodotti nell’Ue, per rafforzare la sovranità industriale.

Un pacchetto, quello spagnolo, che punta a blindare la transizione elettrica e al tempo stesso a proteggere l’autonomia strategica del settore automobilistico europeo.

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Volvo: “Un errore cancellare il divieto. Noi siamo pronti”

Sulla stessa linea della Spagna si colloca Volvo, che si dice fortemente contraria alle pressioni esercitate da Germania e Italia per indebolire il bando ai motori endotermici del 2035.

Erik Severinson, Chief Commercial Officer di Volvo Cars, ha dichiarato che abrogare il divieto sarebbe “un peccato e soprattutto un segnale negativo per tutte le aziende che hanno già investito massicciamente nella transizione elettrica.

Abbiamo investito molto e siamo pronti a partire”, afferma Severinson. “Cambiare ora le regole del gioco perché qualcun altro non è pronto danneggia la fiducia nel sistema”. Il dirigente riconosce che un compromesso politico verrà probabilmente raggiunto, ma teme che la posizione dei produttori pienamente impegnati nell’elettrico — come Volvo e Polestar — finirà per pesare meno nelle decisioni finali.

Volvo sottolinea anche che una marcia indietro indebolirebbe l’intera strategia europea di decarbonizzazione e toglierebbe slancio alla crescita del mercato elettrico, proprio mentre la concorrenza cinese corre sempre più veloce.

La discussione sullo stop ai motori a combustione è diventata un campo di tensione tra Stati membri e costruttori con strategie industriali molto diverse. I sostenitori del rinvio spingono per mantenere aperta la porta a PHEV, biocarburanti ed e-fuel. Spagna, Volvo e altri produttori più avanzati sul fronte elettrico, invece, chiedono che l’Unione non perda la direzione intrapresa: incentivi mirati, filiere europee più forti e regole stabili per accompagnare la crescita dell’e-mobility.

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