Sottoscrivi il manifesto dell’E-driver


Premessa

La community di Vaielettrico rivolge un appello alle istituzioni, alle industrie dei trasporti e dell’energia, ai media e all’opinione pubblica perché tutti affrontino la sfida della mobilità sostenibile con la dovuta serietà e consapevolezza.

Consapevolezza dell’ineluttabilità e dell’urgenza della transizione. Serietà nell’adottare misure coerenti, coordinate e continuative per sostenerla.

Pubblica questo manifesto alla vigilia dell’ennesimo round di incentivi all’acquisto di auto elettriche, mai tanto consistenti e mai tanto contestati. Pur ritenendoli inadeguati nella loro formulazione attuale, pensa che siano un’opportunità da non sprecare se davvero vogliamo colmare il grave ritardo rispetto ai Paesi guida d’Europa.

Le seguenti richieste sono frutto del quotidiano ascolto dei suoi lettori: gli e-driver italiani e chi aspira a diventarlo se messo in condizione di poterselo permettere.

Veicoli e mercato

Il costo iniziale d’acquisto dei veicoli elettrici è indubbiamente un ostacolo. Ma il differenziale rispetto ai veicoli termici si sta riducendo e una politica industriale lungimirante può accorciare ulteriormente i tempi. Gli strumenti sono:

  • promozione e sostegno a collaborazioni strategiche tra i produttori europei, generando economie di scala nella ricerca e sviluppo e nei processi produttivi;
  • sostegno concentrato sui progetti legati al lancio di nuovi modelli nei segmenti A, B e C, più adatti al mercato di massa italiano;
  • progressiva riduzione dei dazi imposti sulle auto cinesi per lasciare più spazio alla concorrenza.
  • una politica fiscale che incoraggi la conversione di massa delle flotte aziendali, con benefici crescenti per le aziende che autoproducono l’energia, efficientano i processi, aderiscono a Comunità energetiche rinnovabili (CER), installano punti di ricarica anche per i dipendenti;
  • tutte le flotte pubbliche devono essere convertite alla tecnologia elettrica, secondo scadenze precise e vincolanti. Lo strumento Consip dovrebbe estendere la sua attività anche a settori come nautica e mezzi di lavoro per mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni prodotti elettrici a prezzi calmierati;
  • Il sostegno alla transizione deve comprendere anche le due ruote, la nautica, il trasporto pesante, i veicoli off road da lavoro e agricoli.

 

Incentivi

Gli incentivi sono ancora necessari per colmare il gap di costo iniziale. Tuttavia quelli oggi in partenza limitano il numero di sostituzioni attese a sole 39 mila unità, contro una potenzialità che a nostro avviso avrebbe potuto essere almeno doppia. Andrebbero quindi riformulati  per essere:

  • certi;
  • mirati verso categorie a reddito medio-basso e veicoli di massa;
  • estesi a tutto il territorio nazionale. O quanto meno circoscritti alle Aree Funzionali Urbane aggiornate al censimento ISTAT 2021.
  • continuativi per un arco temporale pluriennale;
  • decrescenti secondo importi prefissati sulla base del raggiungimento della parità di costo elettrico-termico;
  • proporzionalmente distribuiti anche su veicoli diversi da auto e furgoni, come camion e Bus, ciclomotori e motocicli, macchine agricole e mezzi da lavoro, imbarcazioni.

 

Ricarica pubblica

La rete di ricarica pubblica presenta criticità tali da costituire, a nostro avviso, il principale motivo della scarsa penetrazione dei veicoli elettrici nel nostro Paese.

Il numero di installazioni in rapporto al circolante può apparire adeguato, ma non lo è in rapporto al territorio e alla popolazione. Mancano in particolare:

  • infrastrutture a bassa potenza in città per consentire la ricarica notturna a chi non può usufruire di quella privata domestica;
  • l’elettrificazione totale di tutte le aree di servizio autostradale. E ci chiediamo perché non siano stati sanzionati i gestori che ancora non hanno proceduto a bandire le gare;
  • ricariche a uso promiscuo stradale-nautico nei 40 porti marini e negli approdi sui laghi e sui fiumi

La scarsa affidabilità della rete è un secondo problema. Occorre:

  • semplificare e velocizzare le procedure di concessione-allacciamento;
  • esercitare una vigilanza più severa contro le occupazioni abusive;
  • migliorare la manutenzione degli impianti;
  • migliorare l’affidabilità degli strumenti digitali per l’utilizzo delle colonnine:
  • armonizzare linguaggi, procedure e grafiche delle App di ricarica, oggi controintuitive e poco trasparenti.

I prezzi sono il punto più dolente della ricarica pubblica. Ai livelli attuali, infatti, non giustificano economicamente il passaggio al veicolo elettrico, almeno per chi non disponga di ricarica privata, a domicilio o al lavoro.

  • Va ripresa e portata rapidamente a conclusione la riforma delle tariffe di rete applicate ai CPO avviata da Arera oltre un anno fa e oggi arenata. Senza una riduzione dei costi fissi, infatti, non avremo mai tagli sensibili ai prezzi finali al consumo, permanenti e duraturi. E la concorrenza tra operatori può solo limitarsi ad estemporanee promozioni che creano più confusione che vantaggi per gli e-driver;
  • deve essere regolamentato il roaming per evitare che alla jungla delle App si sommi una jungla delle tariffe.

 

Ricarica domestica e privata

E’ necessario garantire che chiunque disponga di un posto privato, in garage o in un box, possa installare un impianto di ricarica velocemente e a costi contenuti. Chiediamo perciò:

  • che la legge garantisca espressamente a tutti i proprietari di un posto auto il “diritto alla presa”, come in Francia. Ciò significa togliere all’assemblea condominiale ogni possibilità di ostacolare l’installazione, anche quando essa comporti lavori negli spazi comuni;
  • che per i condominii sottoposti a Certificazione prevenzione incendi (CPI) sia allineata la normativa edilizia generale con le disposizioni dei Vigili del Fuoco, oggi tra loro incoerenti o contraddittorie;
  • che nelle nuove costruzioni sia obbligatorio predisporre ogni posto auto all’installazione di un punto di ricarica.
  • che i bonus wallbox siano reintrodotti e finanziati, che siano certi, pluriennali ed erogati con la formula degli incentivi edilizi, cioè con semplice documentazione della spesa sostenuta da inserire in dichiarazione dei redditi per ottenere un credito d’imposta quinquennale;
  • che il bonus wallbox per privati e aziende preveda una premialità aggiuntiva per i dispositivi abilitati alla bidirezionalità (V2G);
  • che ove non sia possibile collegare il posto auto con il Pod domestico il nuovo Pod dedicato alla ricarica sia considerato parte integrante dell’abitazione, rientrando nel medesimo contratto di fornitura ad uso domestico, con Iva al 10 anziché al 22%;
  • che le bollette elettriche contengano una voce onnicomprensiva di tutti i costi variabili, permettendo di calcolare esattamente i costi di alimentazione del veicolo elettrico.

Per i parcheggi aziendali vale quanto detto sopra: l’azienda dovrebbe godere di un beneficio fiscale proporzionato alla percentuale di posti auto dotati di infrastruttura di ricarica.

Dealer

Concessionari e dealer sanno poco delle auto elettriche e del loro utilizzo su strada. E, conclusa la vendita, abbandonano il cliente a sé stesso. A nostro giudizio dovrebbero invece:

  • impegnarsi formalmente a colmare questa lacuna sia nel comparto vendite sia in quello assistenza-riparazione, fornendo consulenza energetica ai neo e-driver;
  • dotare ogni autosalone di una struttura dedicata, o almeno di un venditore formato sul mezzo elettrico e sull’intero ecosistema che comporta;
  • fornire sistematicamente la certificazione sullo stato di salute della batteria (SOH) per tutti i veicoli di seconda mano.

Formazione

C’è un passaggio obbligato per tutti gli automobilisti: l’esame per la patente. Non c’è dunque opportunità migliore per formare driver consapevoli dei vantaggi della mobilità elettrica, dei fondamentali tecnici e delle modalità di utilizzo. Quindi:

  • nei programmi delle scuole guida si dedichi almeno metà della didattica  teorica e su strada alle auto a batteria;
  • la prova d’esame su strada preveda la guida su entrambe le tipologie di motore.

Informazione & narrazione

Il dibattito “elettrico sì-elettrico no” è diventato uno dei tanti argomenti polarizzanti per opposte tifoserie. Non può essere un caso. Tanto più se gli stessi schieramenti ne condividono altri: ambientalismo-negazionismo, rinnovabili-fossili, ideologia-pragmatismo e via dicendo. E’ un circolo vizioso che va interrotto, e solo le istituzioni possono farlo. Per esempio:

  • con campagne media di corretta informazione;
  • con il sostegno ad eventi promozionali;
  • confutando le “fake news” che alimentano le narrazioni avverse;
  • mettendo a disposizione documenti tecnico-scientifici validati sui siti istituzionali;
  • finanziando percorsi di studio e formazione specifici.