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Solbian: via italiana all’auto con fotovoltaico, intervista all’Ad Bonci

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Auto solare
Un auto con pannello fotovoltaico

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La via italiana al fotovoltaico integrato nei veicoli (VIPV) stradali prende il nome di Solbian. Non è una startup, ma un’azienda conosciuta nel mondo grazie alle applicazioni nel mondo nautico. A partire dalla vela. Non a caso è stata fondata dal velista Giovanni Soldini. Alla Vendée Globe, la regata oceanica più importante, i suoi sistemi alimentano le barche di alcuni dei maggiori velisti mondiali. Dagli oceani alla terra dove l’azienda ha già all’attivo alcuni studi sulle auto. Ora una nuova sfida (nonostante storie non riuscite) grazie a una call europea a cui Solbian intende partecipare. A questo proposito lanciano un appello ai lettori di Vaielettrico: cercano un’auto elettrica usata da utilizzare per la sperimentazione e i test.

Luca Bonci, a sinistra, amministratore delegato di Solbian

Intervista a Luca Bonci, Ad di Solbian: è fattibile l’integrazione dei pannelli nelle auto? Può diventare efficiente ed efficace? Quali sono i vantaggi del VIPV?

Può sembrare strano che un modulo fotovoltaico possa contribuire in maniera non trascurabile alle necessità energetiche di un veicolo. Il confronto tra la potenza di un motore (elettrico o meno) e la potenza solare installabile è impari.  Se si pensa a un auto di dimensioni medie, una potenza solare tipica di 500W va confrontata con motori che hanno potenze superiori a 100 kW, ovvero 100.000W. Come può un modulo fotovoltaico che fornisce lo 0,5% della potenza massima del motore servire a qualcosa? La risposta è semplice, la domanda che ci siamo appena posti non è formulata correttamente: non vanno confrontate le potenze, ma le energie.

E’ vero che un’auto ha una potenza elevata, ma per quanto la utilizza? E’ vero che un modulo FV ha una potenza piccola, ma per quanto la fornisce?

auto solare
Un veicolo dotato di pannelli solari Solbian

Quanto può incidere in percentuale l’integrazione energetica grazie all’autoproduzione con il solare?

Ragioniamo in km percorsi e focalizziamoci su una vettura elettrica, dove l’utilizzo dell’energia solare è più evidente. Un consumo tipico di energia di 150Wh/km implica che per percorrere 100 km servono 15kWh. Ma la percorrenza media di un auto è in effetti molto inferiore – si parla di circa 30 km al giorno – e alla fine le auto stanno principalmente ferme, passano la loro vita parcheggiate!

Nello stesso giorno medio, 500W di fotovoltaico possono invece produrre 1,5 kWh, quindi il necessario per percorrere 10 km, un terzo della percorrenza media. Ecco quindi che l’installazione di un modulo fotovoltaico su una vettura inizia ad avere un
senso.

Per non parlare poi di altri vantaggi, quali il minor utilizzo delle batterie che significa
aumentarne la durata o il risparmio economico nel ricaricare dal sole. Quanto appena detto si riferisce alla tecnologia attualmente disponibile. E se da un lato ci si aspetta un aumento dell’efficienza dei moduli fotovoltaici (dal 25% attuale in poco tempo si
passerà a efficienze superiori al 30%), dall’altro anche un minor consumo delle auto renderà il contributo solare sempre più interessante.

Ambulanza
Un’ambulanza con i pannelli Solbian

Appurata l’integrazione al consumo quotidiano quali sono limiti di questa tecnologia basata sulle rinnovabili?

I limiti sono ovvi in quanto appena detto: non si può pensare che il solare sia la sola fonte di alimentazione, anche a causa della sua variabilità.  Tuttavia per alcuni tipi di veicoli dal basso consumo (cargo bike o simili) il sole può rendere molto poco frequenti le ricariche dalla rete (ricordiamo i robot agricoli, leggi qui Ndr)

Un limite intrinseco alle tecnologie solari oggi esistenti è invece legato alle dimensioni e ai fattori di forma delle celle solari, che impediscono la loro installazione in ogni zona dei veicoli. Anche se si parla, è notizia di questi giorni, di vernici fotovoltaiche che possano
rendere tutta la superficie un generatore di energia, siamo ancora lontani da questo tipo di soluzioni.

nautica elettrica
Giovanni Soldini, famoso skipper e fondatore di Solbian. I pannelli applicati alla barca

Una delle criticità è rappresentata dalla sostituzione del modulo in caso di rottura e danno provocato da incidente o agente atmosferico avverso come una grandinata.

Certo, il costo di un tetto solare è maggiore di quello di uno standard, e mentre quest’ultimo è quasi sempre riparabile, una forte grandinata può distruggere completamente la componente fotovoltaica. Per questo sono allo studio soluzioni che
separino la parte strutturale dalla parte elettricamente attiva, in modo che un eventuale
danno non renda insostenibile il costo di riparazione (ad esempio per veicoli di una certa età).

Solbian
Un’altra installazione a cura di Solbian

L’auto è un mezzo utile ma anche un oggetto legato allo status symbol, studiate anche l’aspetto estetico dell’applicazione?

Questo forse è uno degli aspetti principali; se vogliamo arrivare a un utilizzo massivo del solare sui veicoli passeggeri va affrontato. Le auto devono essere belle, spesso il colore è uno dei fattori che decide il successo o meno di una vendita. Le celle solari sono nere, su questo non ci sono dubbi, e allora una scelta è quella se fare modulo fotovoltaico
completamente nero.

A quel punto potremmo avere un’auto del colore desiderato e col tetto nero, una scelta stilistica già esistente. Oppure sono state sviluppate tecniche che permettono di dare una colorazione ai moduli fotovoltaici, con una gamma di colori limitata e con una certa perdita di potenza, ma che già oggi permettono di unire aspetto estetico e produzione di energia.

FALLIMENTO / La Sion con i tre ragazzi tedeschi che idearono il progetto della vitycar “solare”. (credit foto: Sono Motors).

Quanto ritiene debba costare l’integrazione fotovoltaica per essere accettabile dal mercato?

Altro argomento estremamente importante, specialmente per autovetture economiche, dove già oggi i margini delle aziende costruttrici sono ridotti all’osso. Però la domanda deve essere diversa: in quanto tempo questo costo si ripaga?

Prendendo in considerazione i 10km giornalieri precedenti, un auto solare potrebbe risparmiare carburante per 3600 km all’anno, ovvero per una cifra che ai prezzi attuali e ai consumi attuali dei motori endotermici si aggira sui 400 euro. In cinque anni un risparmio di 2000 euro, più che sufficiente a ripagare una installazione solare.

E se poi mettiamo in conto anche i vantaggi ambientali appare chiaro come il progetto di una adozione massiccia del solare nei mezzi sia possibile. Tutti questi aspetti sono ben chiari alle aziende del settore e anche ai legislatori europei, tanto che nei prossimi giorni scadrà un bando per progetti europei dedicati esplicitamente all’integrazione di moduli fotovoltaici nei veicoli (clicca sul link, Ndr), con particolare focus sui piccoli veicoli da trasporto e sulle auto.

 

“Cerchiamo un EV usato per fare i test: potete aiutarci?”

Il rendering dell’applicazione del fotovoltaico

Solbian sta già attivamente partecipando a un precedente progetto per lo sviluppo di piccoli veicoli solari economici (GIANTS: clicca sul link) e collabora con altre importanti aziende del settore per i progetti futuri.

Con questa idea stiamo pensando di acquistare una vettura aziendale per fare sperimentazione. Un’auto elettrica, anche non in ottime condizioni estetiche (ci
dispiacerà meno farci gli esperimenti). Potete scrivere a luca.bonci@solbian.eu.

  • Le vostre auto usate in vendita raccontate sul nostro canale YouTube da Edoardo. Ma potete essere voi a illustrarle mandando un breve video a info@vaielettrico.it

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21 COMMENTI

  1. Salve a tutti, sono Luca Bonci e ringrazio dell’attenzione sull’articolo. Vorrei intanto ringraziare R.S. per il corretto calcolo della produttività di un pannello orizzontale a Roma. Ovviamente in mobilità non si può pensare di prendere tutto il sole che c’è, ed ecco così che dai 650kWh annui si può passare alla stima dei 547 kWh/anno scritti nell’articolo. Potrebbero sembrare ancora troppi, ma comunque è questo l’ordine di grandezza, confermato anche dai dati già esistenti (ad esempio quelli relativi alla Toyota bZ4X citata da giusepperona67).

    Grazie anche a Daniele Sacilotto che ha giustamente messo in luce un confronto non proprio coerente, quello tra kWh prodotti e prezzo del carburante, che ha senso per un’auto ibrida oppure un camion refrigerato (dove il sole si installa al fine di risparmiare carburante) ma meno per un’auto elettrica. Bisogna però anche dire che se al posto del costo del carburante si usa il costo del kWh da colonnina (circa 60 censtesimi) non si va lontano da quei 400 euro l’anno di risparmio, e comunque non è difficile anticipare che un sistema da 500W, prodotto in serie all’atto della costruzione delle auto, costerà meno dei 1000 euro che secondo Ilario rappresenterebbero un prezzo già non adeguato.

    Su tutto voglio aggiungere che quello descritto è già praticamente lo stato dell’arte, e quello a cui dovremo puntare (anche grazie all’aiuto europeo) è di migliorare sensibilmente questi numeri, specialmente puntando a creare un processo industriale. Non dimentichiamo che grazie ai fattori di scala un modulo fotovoltaico standard ha ormai prezzi talmente bassi da rendere l’energia prodotta dal sole la meno cara in assoluto tra tutte le fonti. In mobilità elettrica uno dei temi critici della produzione solare, ovvero l’accumulo, è già risolto visto che le batterie ci sono, e il confronto con un kWh ben più costoso di quello per utilizzo civile rende credibile questo progresso.

    Concludo rasserenando Serena: Solbian si può permettere di acquistare un’auto usata. L’aiuto richiesto non era economico, ma piuttosto il coinvolgimento da parte dei lettori per suggerimenti su auto utilizzabili per la sperimentazione, suggerimenti che già sono arrivati.

    Contando di tornare su Vaielettrico per raccontare gli sviluppi del settore (non solo quelli di Solbian), un saluto e un ringraziamento a Gian Basilio per la solita professionalità.

    • Grazie a Luca dei chiarimenti, ovviamente spero che tutto sia realizzabile e porti davvero un vantaggio effettivo a chi usa la bev. Quello che penso è che attualmente è difficile ammortizzare i costi ma magari in futuro sia fattibile. Vedremo

  2. Fotovoltaico su EV ha senso solo per veicoli progettati allo scopo come Aptera, iper efficienti, in grado da avere 40-50 km di autonomia al giorno.
    Per tutte le altre EV meglio una tettoia fotovoltaica, che dispone di più superficie, inclinazione ed esposizione corretta. Produce di più e protegge l’ auto.
    Si evita di aggiungere ulteriore peso e complessità ad auto già pesanti e complesse. Perché il motore e la trasmissione delle EV saranno semplici, ma l’ impianto elettrico no.

  3. Finalmente si prova. Poco o tanto qualcosa fa. Ci sono pannelli fighissimi flessibili adesivi da provare ,ne ho a casa me ne ha lasciato un foglio un amico, ma non so poi fare l impianto purtroppo… unico dubbio è… i pannelli di casa in estate han temperature allucinanti , senza un buon isolamento si rischia di avere abitacoli infernali e quel poco di energia in piu del pannello se ne va in climatizzatore..

    • Andrea, un modulo fotovoltaico scalda meno di un tetto nero (mai comprererei un’auto di questo colore), in quanto assorbe ovviamente la luce per funzionare, ma buona parte di questa energia viene trasformata in corrente e quindi non in calore. Sono comunque allo studio sistemi per riflettere la parte infrarossa della radiazione, nonché per isolare il sottostante tetto dell’auto.

  4. Anche se non si ripagasse economicamente, ne comprendo appieno l’idea di fondo.
    Vedo un limite nella componente elettrica del caricatore di bordo auto: il FV eroga ovviamente corrente continua (a basso voltaggio, salvo che le celle siano collegate tra loro in modo non convenzionale per aumentare quest’ultimo) mentre l’elettronica di bordo accetta corrente alternata a basso amperaggio o corrente continua ad alto voltaggio, diciamo che non sono nativamente predisposte.

    • Guido, io di solito mi pongo delle domande e cerco di darmi delle risposte, le più razionali possibili: perché i grandi player della produzione bev non adottano questa soluzione? Un piccolo inverter per una potenza intorno a 500 w non è che costi una fortuna, lo stesso il pannello. A livello industriale, specialmente se parliamo di auto di un certo livello, l’incremento di prezzo non sarebbe un problema. Ribadisco l’idea, non si fa perché è antieconomico, tutto qui. E agli automobilisti interessa solo come risparmiare, quelli con l’anima green forse saranno l’ 1%

      • Il mio era un discorso di “retrofit”.
        Ovvio che se l’auto nasce predisposta non avrebbe problemi, ma è indiscutibilmente, almeno oggi, un problema di costi.
        Se la mitica vernice FV trasparente costasse poco… Cambierebbe tutto.
        Coi se non si fa molto, perché se gli italiani che possono farlo comprassero BEV…

  5. 500W picco sono teorici, il pannello non sarà mai correttamente orientato verso il sole ed esiste l’inverno dove l’irraggiamento è inferiore.
    Carina l’idea ma occorre presentare il modello energetico e relativi numeri in modo onesto.
    Le bugie ed omissioni non aiutano la transizione energetica anzi danno spazio agli scettici.

    • Pannello orizzontale a Roma in condizioni reali e tolte perdite elettriche, il simulatore stimerebbe:
      -> 1260 ore equivalenti di produzione
      (contro 1500 se era inclinato 35 gradi a sud)

      pannello 0,5 KW x 1260 ore
      -> 630 KW-h annui

      in particolare il pannello orizzontale fa calare la produzione invernale e aumentare quella estiva,
      si ottiene una distribuzione un po’ estremizzata:
      – 22 KW-h nel mese di gennaio
      – 86 KW-h nel mese di agosto

      più che un vantaggio economico, penso sarebbe una comodità per chi non ha il garage e fa pochi km, aiuterebbe a ricaricare meno spesso,
      o a tenere la batteria carica se in soste lunghe in strade l’auto ha antifurti, telecamere, climatizzazioni attive in funzione

      • Hai descritto la mia situazione: ricarica solo fuori casa e pochi km. Anche il poco aiuta, arrivare al venerdì con il 20/25 % di autonomia invece del 15% ti permette una ricarica in meno quindi guadagno di tempo e meno ansia e più tranquillità. Soprattutto se devi fare un giro non programmato.

      • Scusa R.S. ti seguo religiosamente come seguivo Piero Angela ma quel “gennaio” e addirittura “agosto” mi hanno un po’ turbato. Perchè non dicembre e giugno, per la precisione 21 dicembre e 21 giugno? C’è qualcosa che mi sfugge?

  6. Opzional o di serie ? Bz4x o la sorella già era presente . E’ il fotovoltaico un’ invenzione ancor più miracolosa dell’auto che va ad acqua ,in quanto l’acqua andrebbe sempre aggiunta mentre il fotovoltaico ci farebbe dimenticare di fare il pieno, Sono i sogni che hanno sempre ispirato le invenzioni più spettacolari.

    • Finalmente ti ho beccato, Marco, Sergio, Sergione, Alessandro AVC, Andrea, Aberto, Mario, Lucio.. (e scusa se ho dimenticato qualche altro fake). Bye bye trollino

  7. Mamma mia… Giuro che sarei tentato di montare le barre sul tetto ed un pannello da 500w che tanto costa circa 100€ , lasciarglielo su un anno con un carico fittizio che simula una batteria ed un datalogger per vedere quanto si produce. Quante ore di sole può prendere un’auto in un giorno, ovviamente usandola normalmente e facendo la media in un anno ?
    5 ore, considerando una media estate e inverno? E se la lascio in strada, ovvio, perché se ho il garage o il parcheggio coperto sono fregato. Ok. In queste 5 ore un pannello da 500 w quanta energia può produrre? 500W per 4 ore sarebbero 2,5 kWh . In in condizioni ottimali però, quindi con sole a picco, inclinazione ,orientamento e temperatura ideali. In condizioni reali forse la metà, 1,25 kWh. Ok , giriamo tutti i giorni dell’anno con l’auto, anche i festivi: in 365 giorni forse e dico forse si sarebbero prodotti 450 kWh, sottolineo in un anno. Benissimo, 450 kWh caricati a casa con una tariffa domestica a 25 cent a kWh costerebbero 115 €.
    In un anno.
    Se va tutto liscio.
    Non ho altro da aggiungere, vostro onore.

    • Ognuno fa i conti con i suoi mezzi ed esigenze. La nostra (mia e di mia moglie) auto elettrica non ha a disposizione una presa domestica o aziendale, situazione comune a milioni di italiani.

      Ricarichiamo da colonnina – nel nostro Comune ce ne sono tante e a carica veloce anche se non ultra fast – per fortuna a 150 metri (ma devi andare e tornare, una perdita di tempo ma si fa con piacere perché puzza e veleno di gas di scarico non ci piacciono e non fanno bene ai polmoni di tutti).

      Abbiamo abbonamento, a 0,57 euro, e con limite di 100 kWh. Bisogna stare attenti a non varcare questa soglia e non sempre si riesce. L’integrazione da pannello potrebbe essere utile. L’auto di notte è parcheggiata su suolo pubblico, alle 7,30 mia moglie va al lavoro che dista sui 15 chilometri poi ferma e sotto il sole fino alle 16,30.
      Quindi ben venga la piccola ma preziosa integrazione.
      La spesa non si ripaga in 5 anni? Si ripagherà in più anni, ma si confida nell’evoluzione tecnologica per avere più efficienza ed efficacia dei pannelli.
      Ma il dato oltre che economico, nei suoi limiti, è ecologico. L’auto elettrica esiste perché riduce le emissioni, soprattutto quando si usa energia da fonti rinnovabili, e migliora la qualità dell’aria. Un dato positivo per tutti.

      L’autoproduzione di una parte, seppur piccola, di energia ha una funzione di tutela ambientale e sanitaria. Un piccolo contributo, ma su milioni di persone non indifferente, per preservare la qualità dell’aria e per ridurre le emissioni climalteranti.

      Caro Ilario penso che sia una buona proposta, da studiare, da sviluppare, da rendere economica e alla portata di tutti, ma necessaria.

      • Gian Basilio condivido il tuo post, quello che volevo evidenziare è solo il fatto che l’apporto di un simile sistema è pressoché insignificante. Mettere in piedi il tutto, con i costi che ne conseguono e il pericolo che in caso di danno tocchi sborsare parecchio soldi per il ripristino per risparmiare poi se va bene circa 100€ annui non lo trovo sensato. Però non c’è problema, le case potrebbero offrirlo come optional, vorrei solo vedere quanti, se l’auto costasse anche solo 1000€ in più, sarebbero disposti ad acquistarlo. 1000 € , se ti va bene 10 anni per ammortizzarlo, e sei a pari, non hai guadagnato nulla. Se ti va di lusso.

        • Grazie Ilario ti cito un altro fattore ed elemento che ritengo importante per noi che carichiamo solo da colonnina e guardiamo con attenzione ai costi visto quanto spendiamo nella ricarica extra domestica. E’ il tema della sicurezza/ansia e del tempo.

          Ho la colonnina vicina, ma non sotto casa. Carichiamo una volta la settimana, di solito il sabato. In tempo si traduce in 10 minuti tra andare, avviare la carica e tornare a casa. Poi 35/40 minuti di attesa – in casa o se uno a da fare delle cose da fare nelle vicinanze – e poi altri più o meno dieci minuti per andare a riprendere l’auto e riportarla a casa (al parcheggio davanti casa). Tempo impiegato? Circa un’oretta. Va benissimo.

          Ma ci sono piccoli problemi. Tipo: hai fatto un giro in più e arrivi al venerdì con 15% di carica e hai da fare altri km e non ti rimane il tempo di caricare. In altri termini per non ricaricare più volte durante la settimana – una perdita di tempo – convivi con un po’ di ansia di ricarica.

          Con una integrazione anche minima, mettiamo anche solo 3 km al giorno, ti puoi permettere quel giro in più rispetto al solito con maggiore tranquillità.

          Sono i conti della serva lo so, ma in una società ancora non modellata sulla mobilità elettrica – sogno i lamponi che abbiamo tutti sotto o casa o nei dintorni – ci sono da considerare anche questi piccoli/grandi problemi. Soprattutto per chi non ha disposizione un cavo di ricarica domestico.

          L’integrazione sarà minima ed economicamente magari non completamente ripagabile (ma si tratta di un investimento minimo), ma anche il tempo è denaro.

  8. “Prendendo in considerazione i 10km giornalieri precedenti, un auto solare potrebbe risparmiare carburante per 3600 km all’anno, ovvero per una cifra che ai prezzi attuali e ai consumi attuali dei motori endotermici si aggira sui 400 euro”
    Non è corretto questo paragone. Trattandosi di optional per auto elettriche il risparmio è sul kilowattora, quindi la produzione di 1,5kWh fa risparmiare l’acquisto di energia elettrica non carburanti. 1,5kWh ricaricando a casa sono 30-35 centesimi.
    Mi sembra anche molto ottimistica la stima di 360 giorni di produzione solare.
    Comunque ben vengano gli studi e gli investimenti, bisogna passare da questo per sviluppare nuove tecnologie

    • In che modo questa soluzione ridurrebbe l’uso della batteria? Il concetto di pensare all’energia è non alla potenza istantanea non è intrinsecamente legato alla capacità di accumulo della batteria, che quindi giocoforza va utilizzata? O forse si intendeva dire che, ricaricando a potenze inferiori, si stressa meno la batteria che quindi può durare di più?

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