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Software République, la risposta Renault a Tesla e VW

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Elie Girard, Bernard Charlès, Luca de Meo, Jean-Marc Chery e Patrice Caine, CEO rispettivamente di Atos, Dassault Systèmes, Gruppo Renault, STMicroelectronics e Thales.
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Software République, l’alleanza francese (guidata da Renault) per creare “un ecosistema finalizzato all’innovazione nel settore della mobilità intelligente”.

Software République, santa alleanza digitale francese

Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare, magari facendo squadra per essere ancora più competitivi. Le auto, si sa, ormai sono “computer con le ruote” e la componente digitale è sempre più importante. L’ha capito Volkswagen, con enormi investimenti ribaditi anche nel Power Day del 15 marzo (guarda l’articolo).. E l’ha capito naturalmente Tesla, che per prima ha battuto questa strada.

Software rèpublique
La Sotware République è una tessera del piano Renaulation, la strategia annunciata a gennaio da Luca De Meo.

Ora arriva in forze il made in France. Elie Girard, Bernard Charlès, Luca de Meo, Jean-Marc Chery e Patrice Caine, CEO rispettivamente di Atos, Dassault Systèmes, Renault, STMicroelectronics e Thales, hanno annunciato l’intenzione di unire le forze per creare Software République (guarda il video). Unendo competenze complementari, prevedono di sviluppare sistemi e software per “una mobilità più ricca di opportunità e sostenibile”. Non solo a clienti privati e imprese, ma anche a città e regioni. Un progetto economico, ma anche politico. I fondatori  parlano di “urgenza, per la Francia e l’Europa, di creare “un ecosistema che miri ad assicurare la loro sovranità in questo campo“.

Software République vuole semplificare la ricarica

Sono state individuate tre aree principali di cooperazione:

  • sistemi intelligenti che facilitino la connettività sicura tra il veicolo e il suo ambiente digitale e fisico
  • sistemi di simulazione e gestione dati che ottimizzino i flussi in territori e aziende
  • un ecosistema per l’energia, che semplifichi il momento la ricarica delle batterie.

Per esempio, al momento sono oggetto di discussione fra i partner questi temi:

  • Plug and Charge – Sviluppo di tecnologie e servizi che consentano a un’auto elettrica, collegata a un punto di ricarica compatibile, di essere rilevata automaticamente. E di effettuare la ricarica senza alcun intervento dell’utente.
  • Ottimizzazione dei flussi di mobilità relativi ai territori – Per facilitare l’accesso agli scambi di informazioni sulla mobilità e la simulazione degli stessi, istantaneamente e in modalità aperta, fra città e regioni geografiche.

Un fondo per le start-up più promettenti

Per promuovere l’innovazione, la Software République opererà creerà un fondo d’investimento per finanziare le start-up più promettenti. Oltre e un incubatore nel campo delle tecnologie della mobilità intelligente, in cui queste imprese avranno accesso ad un ambiente sperimentale e di sviluppo virtuale collaborativo, e a mentoring. Per il lancio dell’ecosistema per start-up e università, i partner pianificano il lancio di una data challenge. Obiettivo: contribuire allo sviluppo delle tecnologie che renderanno possibile la mobilità del futuro: elettrica, connessa e autonoma.

Software Rèpublique
Il Technocentre Renault di Guyancourt, in cui avrà sede lo staff della Software République.

In linea con la sua vocazione sostenibile, Software République avrà sede a Guyancourt, presso il Technocentre Renault, in un edificio denominato Odyssée. Uno spazio di 12.000 metri quadri, moderno ed eco-responsabile. La struttura dell’edificio, sia esternamente che internamente, è realizzata al 100% in legno con un risparmio di una tonnellata di CO2 per ogni metro quadro costruito rispetto ad un normale edificio. Mentre il tetto di 1.000 m² è rivestito con pannelli fotovoltaici.

SECONDO NOI. La rivoluzione digitale nell’auto sta muovendo investimenti enormi, esplorando nuovi territori con sviluppi ancora tutti da immaginare. Germania e Francia ci sono, in Italia il tema non è neppure all’ordine del giorno. Un brutto segnale.

 

 

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14 COMMENTI

  1. Ma noi abbiamo Cingolani H2, che ha detto che tutta questa storia delle auto elettriche finirà entro dici anni e non se ne parlerà più, cosa volete aspettarvi?

  2. Scusatemi ma mi sembra che si perda di vista le esigenze del “cliente Finale” lasciando sempre più spazio all’ecosistema TESLA.
    In tutti questi roboanti annunci c’è pochissimo che riguarda il facilitare la ricarica .
    -Nessuno pensa ad un database / elenco unico dei punti di ricarica pubblici.
    -Nessuno pensa ad un sistema di pagamento unico (carta di credito) delle colonnine di ricarica
    Queste sono le necessità primarie degli automobilisti NON Tesla .
    Ciao da Paolo

    • Il database dei punti di ricarica è previsto. Si chiamerà Piattaforma Unica Nazionale (PUN), e raggrupperà in un unico database ufficiale tutte le informazioni relative alle infrastrutture pubbliche presenti a livello nazionale. Sia in numero assoluto, sia suddivise per distribuzione di potenza, sia in rapporto alla densità abitativa, numerosità dell’utenza, tipologia di area. Il tema dei pagamenti è molto complesso perchè l’elettricità non è un bene, come la benzina, ma per la legge è un servizio che deve essere fatturato. Gli operatori stanno procedendo invece con il cosiddetto roaming per permette con una sola app di accedere a tutte le colonnine anche degli altri.

  3. Basterà la Software République varata nel solco della grandeur transalpina orchestrata dall’ex enfant prodige De Meo?

    Non credo proprio che l’abile Dott. De Meo, a cui va tutta la mia incondizionata stima, possa fronteggiare la concorrenza del preannunciato scenario.

    Il Pericolo Giallo: Xiaomi e Lei Jun, Geely e Li Shufu e adesso come se non bastasse anche Huawei e Ren Zhengfei.

    L’offensiva di Biden che vuole rafforzare con 100 miliardi di dollari GM, Ford, Tesla, Rivian, Zoox-Amazon, Apple i-Car e far entrare in questo fronte comune anche Google Alphabet e Microsoft.
    Volkswagen è già approdata con QuantumScape nella Silicon Valley ed è già instradata con Ford.
    La Silicon Valley e Detroit ultima frontiera del made in USA.

    Cosa ne sarà di loro?

    Loro, inteso quel che resta del mondo, ovvero il made in UE e Japan: Renault, Stellantis, BMW, Jaguar Land Rover, Nissan, Honda e una Toyota sempre più accerchiata e destinata ad essere ridimensionata.

    E qualcuno ha ancora dubbi sulla capacità di innovazione, sulla tecnologia e qualità del made in China, così come l’aveva per il made in South Korea, per Hyundai, Kia e Samsung.

    Come se solo gli Italiani sapessero, ma tra breve: sapevano, un tempo, fare vetture.

    Queste premesse indicano una sola cosa: che siamo ormai ad una svolta tecnologica dove devi intraprendere in ricerca e tecnologia per creare quell’innovazione necessaria a sopravvivere, alleandosi con quelli che un tempo erano i tuoi concorrenti ed antagonisti o morire.

    “La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.”
    (Steve Jobs)

    • È di questi giorni la dichiarazione di Adam Jonas (Morgan Stanley), intervistato su Bloomberg, che il valore del business di molte case auto è pesantemente negativo (notare, non valore zero, addirittura negativo) . Cioè io e te valiamo più di loro, per che loro devono gestire la transizione all’elettrico liberandosi di asset ormai obsoleti.
      Tutto ciò, detto da un analista di borsa fra i più stimati e certamente non di parte. Mai teneri con tesla e company.
      È evidente che il re è nudo. Meriterebbe un articolo su VaiElettrico, Massimo.
      Credo sia una pietra miliare.

  4. È sicuramente positivo che anche la Francia si sia svegliata, ma promuovere startup per sviluppare qualcosa che la concorrenza ha già mi pare un modo per provare a risparmiare invece di investire quante più risorse per recuperare il terreno perso. A me pare un atteggiamento ancora “attendista”. Non mi pare che abbiano imparato qualcosa da quanto capitato a VW.
    Certo non è che l’Italia stia brillando in tal senso.

  5. Speriamo che questo sforzo consenta di disporre di un monitoraggio e di un diario delle ricariche e dei consumi sulla mia Zoe (che è un’ottima auto ma dal punto di vista del software è sorprendentemente inadeguata)

  6. Mi ripeto, ma se Musk non ha pensato all’italia ci sarà un motivo.

    L’Italia è il paese dei prezzolati: politici, giornalisti, medici, professori universitari ecc. dove non vince il bene o il giusto ma quello che conviene a chi ha più conoscenze e paga o ricatta di più (o al furbetto).
    Qui viene falsificato tutto: le rilevazioni sugli inquinanti, le statistiche sulle patologie ecc.ecc.

    Spero un giorno di avere soldi a sufficienza per poter dare le dimissioni (da italiano).

    • Insomma, si salva solo lei. Andiamo! Sparare nel mucchio è l’altra faccia del qualunquismo (e il modo migliore per non cambiare nulla).

    • Mamma mia oh…. Facciamo così schifo? Vai all’estero se ti ritieni superiore, non è poi che musk sia un genio illuminato eh….non ha pensato all’Italia…😱😱😱😱 , E le altre nazioni?

      • in molti altri paesi europei sono decisamente messi meglio: un dato su tutti è purtroppo la posizione italiana nella classifica sulla corruzione. Detto ciò, non è che in Italia siamo messi male. Girano pur sempre molti soldi e il livello di benessere è buono.
        Musk avrà fatto i suoi conti e avrà pensato di andare in Germania a sfidare sul loro territorio le case tedesche. O no?

    • Banalmente Musk non sarà venuto in Italia perchè non avrà reputato che ci siano condizioni per un investimento conveniente per i suoi scopi. Tutto li.
      Sui motivi, io un idea me la sono fatta guardando le statistiche di produzione auto: l’Italia se la gioca con Tailandia, Malesia ed Iran(fonte oica 2019).
      Forse qualche domanda bisogna farsela.

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