Software auto, lo faccia chi sa farlo. E Apple è in pole

software auto

Il software, nelle auto moderne, è spesso trascurato dagli acquirenti e addirittura dalle stesse case auto. Ma è ormai quello che fa la differenza, sia nelle auto termiche e ancor più in quelle elettriche. Franco Fellicò, informatico di lungo corso e appassionato lettore di Vaielettrico, scrivendo un anno fa questo articolo per il suo blog, concludeva con una previsione che ora pare avverarsi, con Apple apripista: saranno i colossi informatici a fornire, chiavi in mano, un software di loro progettazione ai produttori di auto. Intuizione che Franco oggi rivendica nell’articolo qui sotto.

                                            di Franco Fellicò

Forse partirò da lontano, ma se mi seguite fino in fondo, vedrete che il mio discorso ha
senso. Sono un informatico da quando ho iniziato con i mainframe IBM in una grande Banca, nel 1960. Da semplice programmatore, dopo 30 anni ero diventato il dirigente
“Responsabile di tutto lo sviluppo Hardware e Software della Banca”.
E’ una passione che coltivo ancora oggi a 89 anni, anche se ora utilizzo linguaggi
moderni. E sono convinto di essere ancora lucido come a 20 anni, proprio perché non
ho mai smesso di programmare, tenendo sempre in esercizio la mente.

Il bello del software: migliora con l’età

Prima di tutto è importante capire bene perché il software è così interessante.
Ho assistito all’evoluzione dei computer e del software. Quest’ultimo è unico perché
migliora con il tempo, a differenza di qualsiasi altro prodotto. Tutti i dispositivi si guastano, come dimostra l’MTBO (Mean Time Between Outages). Il software invece non ha MTBO perché è infinito.

Se si verifica un’anomalia, una volta corretta, il software diventa più perfetto e non ripeterà mai più l’errore. L’hardware, invece, può guastarsi di nuovo, anche dopo la riparazione, e con costi molto maggiori.

auto digitale

Il software ben mantenuto diventa dunque più sicuro e performante con l’età, offrendo nuove funzioni tramite aggiornamenti. I dispositivi che un tempo erano solo hardware oggi hanno molto software che sostituisce le funzionalità hardware.
Il software è facilmente trasferibile: basta copiarlo per usarlo su altri dispositivi.

Se si verificano errori di programmazione, è possibile distribuire correzioni a tutti i
dispositivi anche già venduti, tramite rete. Questo è impossibile con l’hardware difettoso, che richiederebbe la sostituzione fisica di ogni dispositivo. Inoltre, il software consente di aggiungere nuove funzionalità senza costi aggiuntivi. I vantaggi del software sono dunque evidenti sia per i produttori che per gli utenti.

Ecco perchè, oggi, ogni dispositivo combina hardware e software, ma con una tendenza a minimizzare il primo e massimizzare il secondo per i suoi vantaggi.

Sempre più software nelle auto (e meno hardware)

Era chiaro che anche le automobili avrebbero subito la stessa trasformazione, con molte
parti hardware sostituite da software. La strumentazione, come per esempio contachilometri e contagiri, è ora sostituita da un unico piccolo computer con un semplice display. Il software disegna gli strumenti sul display, eliminando la necessità di costose sostituzioni o riparazioni.

Questo ha portato a significativi risparmi per le case automobilistiche. Invece di
produrre molte parti per ogni auto, ora è sufficiente un unico computer, che può essere
anche lo stesso per tutti i modelli. Il software, sviluppato una sola volta, viene copiato su ogni auto senza costi aggiuntivi, con le auto di lusso che mostrano più funzioni sul display.

I costi di produzione dei cruscotti si sono drasticamente ridotti, poiché spesso si tratta solo di copiare del codice. Non è più necessaria la produzione di singoli pezzi, ma una sola produzione, molto più economica, utilizzabile su tutte le auto.

Un altro vantaggio è che gli errori di progettazione possono essere risolti senza costosi
richiami o la necessità di produrre pezzi difettosi per ogni auto venduta. Inoltre, le case
automobilistiche possono aggiungere nuove funzioni anche dopo la vendita delle auto.

L’automobilista deve valutare il software delle auto

L’introduzione del software offre numerosi vantaggi anche ai clienti. Ma  come dovrebbe comportarsi un automobilista di oggi di fronte a questa novità?

Chi acquista oggi una vettura deve sapere che molte delle parti che la costituiscono, e
proprio quelle con cui avrà a che fare per il suo utilizzo, sono realizzate in software ed
allora è bene informarsi per tempo sulla posizione che ha il fornitore a tale riguardo.

Ci sono infatti case produttrici di auto che aggiornano frequentemente il software delle proprie auto mantenendo all’ultima versione anche quello della auto già vendute. E magari aggiungono altre funzioni fornendole gratuitamente a tutti.

Altre aziende che invece approfittano della flessibilità del software ad esclusivo proprio vantaggio limitandosi soltanto a correggere qualche difetto di programmazione
su quelle già vendute e riservando le nuove funzioni solo alle nuove serie di auto da
loro prodotte. Di solito lo fanno anche in maniera subdola.  

software auto

Per esempio c’è chi ha deciso di lucrare ulteriormente con il proprio software offrendo alcune funzioni utili a pagamento (anzi a noleggio mensile) e per non farlo notare all’utente all’acquisto, offre quelle funzioni gratuitamente per tre anni. Trascorsi i quali il malcapitato o non potrà più utilizzare quelle funzioni perché disattivate dal fornitore, oppure dovrà noleggiarle (Mercedes-Benz si comporta proprio così). E’ dunque opportuno indagare sull’argomento consultando altri utenti.

Se ci pensate voi credete di aver acquistato un auto con certe caratteristiche, ma
non è vostra in tutte le sue parti perché la fabbrica ha tenuto per se certi
dispositivi. Mercedes ha finto di vendervela come è descritta, ma ha trattenuto
alcune sue parti, pure a vostra insaputa, tanto che dopo tre anni decide di farvele
pagare.

In pratica è bene allora acquistare da quelle aziende che utilizzano la flessibilità del
software non solo a proprio vantaggio ma anche a vantaggio del cliente.

Ogni costruttore fa da sè. E non sempre bene

I settori informatici delle case automobilistiche sono giovani e spesso poco capaci. Forse chi costruisce auto predilige l’hardware, considerando il software uno strumento aggiuntivo. I risultati variano, ma mediamente sono deludenti. Anche un’azienda specializzata in software avrebbe difficoltà a realizzare un’auto con tutte le parti hardware necessarie.

La domanda allora è: come produrre auto con hardware di alta qualità e software di alto livello? La risposta è semplice: ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere. I tecnici e gli ingegneri della meccanica dovrebbero occuparsi dell’hardware, mentre per il software
dovrebbero rivolgersi a esperti informatici.

I costruttori dovrebbero capire che gli utenti non apprezzano software completamente
diversi da auto ad auto. Come per i comandi di guida, anche l’interfaccia software
dovrebbe avere standard comuni. Proprio come non ci aspettiamo il pedale del freno in un posto diverso o il volante sostituito da una cloche, allo stesso modo vogliamo
un’interfaccia software coerente.

Questo problema è simile a quello delle colonnine di ricarica, dove ogni gestore ha la
propria app, creando confusione tra gli utenti. Anche se le auto non si cambiano così
frequentemente come si ricarica, imparare un nuovo software ogni volta che si acquista un’auto di un costruttore diverso è scomodo.

Dateci almeno uno standard comune per l’interfaccia

Sarebbe necessario allora stabilire standard per l’interfaccia software delle auto,
proprio come esistono standard per i comandi di guida. Tutti noi per esempio, se abbiamo sempre usato un computer con Windows, è improbabile che ne acquistiamo uno con OSX o Linux. Il nuovo sarà più potente, meno ingombrante e meno costoso ma lo acquisteremo certamente con il nostro sistema operativo prediletto. Siamo abituati ad interagire con i computer attraverso un operativo familiare, quindi vorremmo interagire allo stesso modo con qualsiasi nuovo computer.

Con le auto, invece, ogni costruttore ha il proprio modo di presentare le funzioni, quindi
dobbiamo imparare ad usarle di nuovo ogni volta che la cambiamo. Non sarebbe utile avere uno o due sistemi operativi per auto, progettati da chi ha esperienza in questo campo? Apple e Microsoft potrebbero creare sistemi operativi eccellenti che si integrano con altri dispositivi e rispettano le abitudini degli utenti.

Questa non è un’eresia, visto che esistono standard come Car Play e Android Auto che integrano gli smartphone con il software delle auto. Molti utenti preferiscono queste funzioni perché sono familiari e simili a quelle dei loro telefoni.

Spesso preferiamo navigatori più performanti, aggiornati e gratuiti a quelli integrati
nelle auto, e utilizziamo la radio e la telefonia offerte dall’integratore. I costruttori di
auto hanno creato navigatori molto peggiori di quelli gratuiti come Car Play o Android
Auto, che richiedono pure aggiornamenti costosi, mentre Apple Maps e Google Maps
sono gratuiti, aggiornati e considerano il traffico.

Le interfacce vocali delle auto sono sempre inferiori a Siri, Alexa o all’Assistente Google. E questo dimostra che i costruttori di auto non sono esperti di informatica e
dovrebbero affidarsi a chi progetta sistemi operativi da decenni. La standardizzazione
dei sistemi operativi nelle auto li renderebbe più familiari agli utenti.

Sarebbe bello nel futuro poter acquistare un auto di qualunque marca e poi scegliere di
farsela consegnare con il software Windows o quello Apple o quello Linux giusto per
poter continuare a interagire con essa alla maniera a cui ciascuno di noi è avvezzo.

Questa soluzione renderebbe anche più indipendenti gli utenti dalle manovre poco
corrette dei produttori di auto e consentirebbe a ciascuno di scegliersi il software che
più gli piace e che offre la migliore assistenza che ritiene di poter avere.

Se ci saranno solo pochi diversi sistemi operativi, chi ne avrà scelto uno lo continuerà
ad usare anche con la nuova auto. Forse troverà  qualche funzione non
presente nella vecchia, ma il modo con cui la funzione sarà messa a disposizione non
differirà dalle altre già note; e se sulla vecchia auto avrà installata qualche applicazione a lui comoda, potrà trasferirla certamente sul sistema operativo della nuova.

La previsione che si avvera: arriva CAR PLAY ULTRA

software auto

Ma in questi ultimi tempi la mia previsione sta proprio avverandosi. Così come  speravo e ritenevo utile, ho letto che Apple ha annunciato che il suo  CAR PLAY (il
software che integra l’iPhone con quello dell’auto) ha avuto una grande evoluzione, tanto che a breve sarà disponibile un CAR PLAY ULTRA (probabilmente nel 2026) che ha l’obiettivo non più di aggiungersi al software distribuito dalle varie case auto, ma di sostituirsi totalmente ai sistemi operativi originali.

CAR PLAY ULTRA diventerebbe non più un ospite del sistema operativo dell’auto, ma il
sistema operativo principale che potrebbe avere solo qualche applicazione particolare
fornita dalla fabbrica dell’auto come ospite.

Android e Windows seguiranno?

Quello che sta accadendo è esattamente quello che secondo me doveva accadere; per ora c’è Apple e non è escluso che anche Android lo faccia a suo modo. E magari anche Windows.

C’è un vecchio proverbio che dice: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto
va alla montagna” che vorrebbe significare: “Se non è possibile fare in un modo,
bisogna fare in un altro”.

E nel nostro caso lo potremmo recitare così: “Se le fabbriche di auto non hanno
pensato di far realizzare il software per le auto da uno specialista dell’informatica, è possibile che sia lo specialista informatico a proporre alle fabbriche di auto il proprio software”.

Per poter realizzare Car Play Ultra e da esso gestire anche tanti dispositivi dell’auto e
mostrare le tante informazioni sul suo funzionamento, Apple ha dovuto prendere
contatti con le varie fabbriche di auto e al momento hanno aderito alla sua
proposta: Hyundai, Kia, Genesis, Ford, Porsche, Honda, Volvo, Renault, Land Rover,
Polestar, Infiniti, Nissan, Jaguar, Lincoln, Audi e Acura. Pare comunque che questo sistema sia già oggi disponibile sulle Aston Martin.

Mercedes-Benz, Stellantis e Toyota non si sono ancora espressi in modo definitivo, ma
saranno sicuramente costretti ad aderire anche loro perché almeno per quanto riguarda Mercedes (di cui conosco bene il software) hanno tutto da guadagnare da un software realizzato da chi lo fa egregiamente per mestiere da anni.

  • LEGGI anche “Polestar 3. Vale 100.000 euro? Perché sì e perché no!” e guarda il VIDEO

Visualizza commenti (16)
  1. Visto che altri hanno già commentato relativamete ad Android Automotive (aggiungo che persno windows ormai 10+ anni fa era finito su alcune auto tra cui fiat.. chissà chi se lo ricorda… ), mi limito a fare i complimeti a Franco per l’articolo.
    Anche Guido ha già spiegato, meglio di me, quel che avrei commentato sull’approccio di Tesla.

    Sostanzialmente i produttori devono proprio ripensare al concetto di auto. Non più mille modelli diversi che dimenticano dopo l’uscita. Ma pochi modelli cardine portati avanti e migliroati nel tempo. In modo che siano “coccolati” e quindi coccolino gli utenti.

  2. Interessante punto di vista. Con il software nel settore automotive e l’interazione con le componenti hardware ci ho speso un quarto di secolo. Sviluppare, calibrare e validare un Sw automotive e’ qualcosa che richiede molta attenzione, non si puo’ rischiare un reboot come su un cellulare, non si puo’ avere un ritardo o errore di attuazione, soprattutto per componenti ed attuatori che sono safety relevant. Questo vale per powertrain, sistema frenante e controllo dinamica del veicolo. Certo se pensiamo solo all’interfaccia e comandi di bordo e’ leggermente diverso, pero’ anche li un display che si accende a -30 o +50 sempre non e’ come un server che gira un ambiente controllato.
    Non esprimo opinioni definitive, ma saper fare software e saperlo fare per l’automotive, con i requisiti richiesti, potrebbero essere due cose diverse.

  3. Buongiorno Franco, volevo solo aggiungere che ho chiesto ad un amico che ha contatti affidabili in officina (era rappresentante di commercio) , il prezzo del ricambio display è effettivamente quello, quindi non è una balla ma purtroppo la verità

    1. Franco Fellicò

      Ilario non metto in dubbio quello che mi dici, ma in questo caso si tratta di un tentativo del produttore di aggiudicarsi un guadagno extragalattico, approfittando della sua posizione di venditore che può fissare QUALUNQUE prezzo anche per un bullone.
      L’hardware di cui parliamo è disponibile sul mercato ad un prezzo di poche centinaia di euro e questo è l’importante; poi se chi lo installa sulla vettura che produce lo paga 10 e lo rivenede a 10.000 serve solom a far capire quanto sia poco serio quel brand.
      E certissimo che il COSTO alle case costruttrici di un cruscotto di quelli HARDWARE era esgtremamente più alto che un cruscotto disegnato dal software su un display che vale solo pochi soldi al confronto.
      Approfitto per ditrti ancche che la mia EQA 250 Mercedes l’ho pagata 54.000 euro; poi un giorno chiesi ad un amico di una concessionaria quanto costerebbe la sua batteria ad alto voltaggio e dal listino Mercedes seppi che la vendevano a 30.000 euro.
      Si tratta di speculazioni perchè non credo proprio che più della metà del valore della mia auto è da attribuirsi alla batteria.

  4. Da informatico quale sono non posso che concordare che l’ auto dovrà sempre più essere software centrica. Perché oramai tutto, soprattutto con l’ avvento dell’ AI sarà sempre più software centrico.
    Detto questo Apple è l’ azienda meno adatta per l’ automotive perché è un sistema chiuso. Ed è un bene se piano oiano verrà ridimensionata grazie proprio all ‘ AI. Mentre Microsoft a livello di software spicciolo ha dimostrato di saper fare bene solo una cosa: l’ OS per l’ utente finale e Office, che a mio avviso è il migliore un assoluto. Il vero standard, che si sta affermando è Android Automotive, nelle infinite declinazioni di ogni casa. E non potete imporre a una casa automobilistica sia che perda il controllo dei propri dati, sai che rinunci a una sua personalizzazione. Android Automotive permette tutto questo. E lo fa jn Porsche, Audi, Volvo, Polestar, Renault, le future Volkswagen e Skoda (credo almeno la MEB+, per poi aspettare il nuovo software con Rivian) e quindi Nissan (ma sicuramente me ne ne sono perse altre, come GM). Di quest’ aultima vi invito a vedere il video del software della nuova Leaf, che gira su uno Snapdragon ed è spettacolare!
    Un concetto dev’ essere chiaro: con l’ avvento dell’ AI il software probabilmente andrà in parte in secondo piano. Già oggi con Android auto,mio cambio musica, leggo messaggi, e chiedo indicazioni di navigazione solo con la voce e senza distogliere nemmeno un secondo le mani dal volante e gli occhi dalla strada. In un futuro prossimo dialogheremo con l’ auto, proprio come si faceva in Supercar con Kit, che veniva rappresentato da una semplice barra LED (nkn vuol dire che il paddone scomparirà, ma saremo abituati a parlar3 all’ auto, e l’ auto ci dirà eventualmente se ha un problema)

    1. @Massimo
      speriamo solo che questa estate il passaggio da Google Assistant a Gemini non crei situazioni imbarazzanti 😉

      Al momento sul cellulare mi funziona bene (ma lo uso solo per creare appuntamenti, leggere l’agenda, fare chiamate e cercare indirizzi per gMaps).. stessa cosa la faccio su AndroidAuto (ma p.es. non lo uso per comandi musicali e lettura messaggi di chat.. anche perché è risaputo che l’interazione coi comandi vocali “distrae” dalla guida per oltre 1sec. (occorre pensarci volontariamente) mentre p.es. i comandi “fisici” (tergicristalli, frecce, etc) son attivabili “ad istinto” (ossia con altra area cerebrale)… ed è un po’ per questo preferisco che le auto abbiano ancora questi comandi “fisici” (anche se a sfioramento rispetto alla “navigazione tra funzioni” in un display che può cambiare disposizione (manca completamente la “memoria meccanica” del gesto).

      Discorso diverso sarebbe usare le interfacce che “leggono il pensiero volontario” (molto avanzati i cinesi anche in questo campo, visto che usano sensori in “cuffiette” appoggiate sulla cute/capelli anziché “micorchippare” le persone); queste interfacce (simili a quelle usate da malati di SLA etc) consentirebbero di attivare funzioni semplicemente “pensando di Volerlo fare” (un po’ come nel vecchio film di Eastwood “Firefox – volpe di fuoco”).
      NB: Sempre ricordando ” cose vechie” già nel 1983 Renault fece la R 11 con un cruscotto parlante .. che venne subito rinominata “la suocera in macchina” perché spesso si attivava per segnalare qualcosa (tra gli eventi programmati all’epoca… ebbe pochissimo successo 😂nonostante il successo di KIT negli stessi anni nella serie “Supercar” che giustamente ricordi)
      E poi… bisogna essere bravi bravi bravi… altrimenti “svela” segreti a tutti (moglie, suocera, meccanici in officina …hackers !)

  5. Franco Fellicò

    Ho letto con piacere i commenti di Guido e di Ilario. In particolare mi ha fatto piacere che Guido sia anche lui un “vecchio” informatico.
    E’ ovvio che non si può essere sempre d’accordo su tutto ed osservo però che le cose su cui l’accordo c’è sono più di quelle che mi sarei aspettato. Guido ha parlato molto del software TESLA che pur non esserndo stato realizzato da una grande azienda di software è certamente IL MIGLIORE tra tutti i software prodotti dalle case automobilistiche. Pottrebbe essere benissimo il software STANDARD da utrlizzare su tutte le auto con grandi vantaggi per tutti.
    Mio figlio ha un Model3 e quindi ho avuto modo di approfondire bene quel software. Ogn tanto scopro qualche “bella pensata” che i programmatori hanno avuto e ogni nuova idea viene immediatamente REGALATA a tutti gli utenti anche se l’auto che hanno ha orrmai vari anni. Cito ad esempio la gestione dei fari MATRIX che inizialmante mancava alla Model 3 di mio figlio e ora invece gli è stata attivata SENZA SPESE.
    Il modo di usare il software di TESLA è molto diverso dai BRAND NOSTRANI perchè oltre a utilizzare la flessibilità PER SE la utilizzano GRATUITAMENTE ANCHE A FAVORE DEGLI UTENTI.
    Ad Ilario invece vorrei dire che ho acquistato io da privato (e certamenteb anche lui lo sa) un Monitor 4k da 32 pollici di LG (nel quale oltre tutto hanno anche installato il sistema operativo WEBOS) a soli 274 euro; questo per dire che quello che ha letto sul display della Sportgage è una GRANDE BALLA.
    Chiudo qui fornendovi il mio indirizzo email che è franco@ffellico.com
    E aggiungo anche che sono anche radioamatore da oltre 70 ann con nominativo i0TMY

    1. Guido Baccarini

      Stretta di mano virtuale, Franco!
      Grazie per la mail. Non escludo di farmi vivo! (Dannato tempo libero… A me mancano ancora 8 anni alla pensione!)

  6. Esattamente uno dei motivi per cui tre anni fa scelsi Volvo: hardware scandinavo, software Google (Android Automotive), know-how elettrico cinese.

  7. Interessante articolo anche se i produttori sono proprio il nocciolo del problema. Hanno software scadenti, spesso non li aggiornano OTA e si rifiutano di usare quelli di terzi per non perderne il controllo.
    A parer mio lo fanno per matenere in vita artificialmente una rete di assistenza che altrimente vedrebbe i suoi ricavi crollare se i problemi fossero risolvibili sempre da remoto. Importa poco la soddisfazione del cliente che spesso non capisce e viaggia sull’adagio “si è sempre fatto così”. A livello personale, tutte le motivazioni esposte sono sfociate nell’acquisto di una tesla. Software fatto bene, sempre aggiornato puntualmente, bug fixing veloce, nuove funzionalità, ascolto della community dei clienti, abbonamenti non obbligatori e comunque molto economici.
    Gli altri costruttori, anche elettrici, sono all’età della pietra a confronto. E parlo per esperienza personale con, ad esempio, Renault e Fiat.

  8. Rispondo qui più estesamente perchè il Sig. Franco merita un commento non sintetico.
    Innanzitutto complimenti per l’analisi e per i suoi trascorsi (nonchè per il presente!) informatici, anche io ho iniziato su IBM S/36 (non il 370, quindi altro ambito) e ho seguito un percorso simile. Oggi mi definisco “informatico” perchè alla fine rimane una delle mie passioni e questo aiuta molto nel lavoro.
    Condivido buona parte del discorso, in primis il fatto che il software può di gran lunga, se ben progettato, sfruttare l’hardware in modi impensabili rispetto agli sconosciuti: lo vediamo con meraviglie come quanto si è fatto negli anni con i Voyager le cui funzioni sono state mantenute in vita meravigliosamente da continui aggiustamenti del poverissimo software che si appoggia ad un poverissimo e ultra superato hardware, spremuto fino all’ultima goccia.
    Nel presente, ormai non fa notizia un Cybertruck che migliora il diametro di sterzata di un metro con un aggiornamento software, un baule che non si chiude bene risolto da remoto o l’antenna GPS che rimane accesa consumando batteria a veicolo fermo (tutti esempi recenti di Tesla) o, andando indietro di qualche anno, la produzione di Tesla che non si arresta per lo shortage dei componenti perchè in due settimane il reparto software riscrive il firmware dei nuovi componenti che trova sul mercato, a differenza di TUTTI gli altri produttori che accumulano ritardi siderali nella produzione, prigionieri delle “centraline” sparse per il veicolo.
    Dove dissento, come brevemente risposto ad AutomobiliV, è sul fatto che Apple sappia fare il software che potrebbe unire tutti: non dico che non succederà, sottolineo che è invece il mestiere che ha sempre fatto Google con decine di migliaia di combinazioni di hardware differenti e ramificazioni e che sta già facendo da anni su Renault, Polestar, Volvo con il suo Android Automotive, che è l’equivalente di Car Auto Plus: solo che è già realtà.
    Apple non ha mai brillato nella gestione del multihardware, è sempre stato tutto proprietario, completamente chiuso, con scelte anche discutibili e accanimenti hardware/software inspiegabili, non è mai stata pioniera ma è sempre stata molto brava a cogliere i “suggerimenti” degli altri e a farli propri, migliorandoli: tutto quello che fanno iPhone, iPad e iOS è ciò che gli altri già facevano da anni. Persino iPhone e iPad hanno sistemi operativi differenti non compatibili e non sono intercambiabili, a differenza di Android che gira “identico” tra telefoni e tablet.
    Poi Apple è Apple, ha la forza (anche economica) di presentare uno standard, dipenderà molto sia dalle royalties richieste che dalla facilità di interfacciamento, presenta comunque appeal verso il grande pubblico come sinonimo di semplicità d’uso ed è questo che può fare breccia.
    Personalmente ho provato auto con Android Auto e ho trovato l’interfaccia molto meno intuitiva di quello che avrebbe dovuto essere, per cui lo spazio di miglioramento è gigantesco, già soltanto l’approccio Tesla di avere il navigatore perennemente attivo e integrato con la ricarica è motivo per fare gridare al miracolo (quando in realtà è una “sciocchezza” dal punto di vista computazionale e software).
    Altra cosa che farà la differenza, come sottolineato, è la durata nel tempo: Tesla, ad esempio, dichiara gratuiti a vita tutti gli aggiornamenti, mappe comprese (ma anche la sentinella, l’antifurto, l’APP etc.) e non è affatto scontato, visto quello che hanno fatto finora gli altri.
    Io se dovessi comprare un’auto sapendo che dopo 2 anni sarò COSTRETTO a pagare per continuare ad avere servizi (vedi BMW, Audi, Mercedes) la cui somma della fee annuale moltiplicata per gli 8 anni di garanzia della batteria (per dare un termine temporale) alla fine assomma a svariate migliaia di euro (provate a fare i conti di cosa costa avere su una qualsiasi Audi le mappe, l’antifurto satellitare e il controllo remoto in 8 anni…), ci faccio un pensierino e lo metto nel TCO (sì, sono uno di quelli che quando sceglie un’auto fa il suo foglio excel in cui infila tagliandi, bollo, valore residuo, consumi etc. perchè prima di tutto l’auto è un mezzo di trasporto, poi è un oggetto emozionale ma siccome ho superato da un bel po’ la fase transizionale dell’infanzia, prevale la parte razionale).
    In sintesi: non concordo ma dissento garbatamente, grazie sig. Franco e complimenti!

  9. In parte condivisibile ma avrei qualche dubbio :
    ” I costi di produzione dei cruscotti si sono drasticamente ridotti, poiché spesso si tratta solo di copiare del codice. Non è più necessaria la produzione di singoli pezzi, ma una sola produzione, molto più economica, utilizzabile su tutte le auto. ” Ho letto qualche giorno fa la notizia del display della Sportage che che costa 13.700 €. Poi hanno fatto la colpa al prezzo determinato da un algoritmo, un software appunto, e lo stesso software poi ha corretto il prezzo a 8700 €, un prezzo popolare. Poi ci si lamenta che le auto vengono rubate per sottrarre i pezzi.
    Altra cosa, Windows sistema per le auto? Ci ha già provato con i telefoni, Windows phone doveva sbancare, Microsoft aveva comprato anche la divisione telefonia di Nokia creando la serie Lumia, io avevo ai tempi un HP iPaq costato un botto che aveva a bordo Windows CE, un pacco mostruoso. Non sarei così sicuro che il connubio produttore di software – automotive sia così scontato. Piuttosto dare convinto che le case automobilistiche dovrebbero creare apposite divisioni specializzate investendo dei soldi, magari in condivisione con altri per dividere le spese e poi differenziare i contenuti per brand con un nucleo centrale comune e solido. Inoltre ridurre i gadget inutili che complicano inutilmente le cose rendendo più facili i bug di sistema, ci sono un sacco di cose che non hanno utilità pratica e potrebbero essere realizzate con sistemi molto più banali o non essere realizzare per nulla ( penso per esempio allo show luminoso welcome di alcune auto moderne, software e risorse per creare un luna park inutile) , infine introdurre sempre la possibilità di aggiornamenti ota come fa ormai qualsiasi telefono.

  10. Veramente Android c’è già arrivato ed è andato anche un po’ più in la, con Android Automotive. Come ben sanno gli utenti Polestar o Renault, ad esempio, che lo usano abitualmente .

    1. Era quello che avrei commentato io.
      Apple è bravissima, con il suo hardware. Come Tesla.
      Ma nell’open software, sorvoliamo. API e driver sono altra cosa.
      Android automotive è realtà da alcuni anni e non ci si sono nemmeno troppo impegnati.

      1. Anche io ho apprezzato l’intervento di Franco Fellicò e la sua visione moderna delle vetture…
        Escludo però che nel medio periodo sia proprio Apple a riuscire nell’impresa di “informatizzare” piattaforme di produttori di auto; innanzitutto ha più volte tentato senza successo alcuno di fare un proprio prototipo di autovettura BEV, a differenza di molte rivali cinesi (XIAOMI & HUAWEI stanno entrando “pesantemente” nel più grande mercato automotive del mondo… ed anche quello con maggiori modelli di elevato grado di sofisticazione in quanto a funzioni di guida / infotainment e servizi a bordo).
        Condivido con te @Guido Baccarini anche la visione sul SW Apple in campo telefonico ( è limitato e limitante rispetto ad Android.. unica cosa che invidio realmente è il fatto che essendo un produttore che pensa solo ai propri prodotti può aggiornarli tutti per anni finché non crea un salto generazionale che rende impossibile l’operazione; nb ha anche fatto dei clamorosi errori con moltissimi aggiornamenti ai propri dispositivi , poi prontamente corretti ma che hanno esposto in modo drammatico le vite dei possessori di quei dispositivi *

        AndroidAutomotive è molto rudimentale e privo di tantissime possibilità teoricamente copiabili a Tesla (e Google Home dimostra che non sempre Google/Alphabet crede realmente in quello che fa).

        Gli unici al momento che potrebbero creare una piattaforma versatile ed aggiornabile sono quelli di Tesla, che secondo me dovrebbero assolutamente scorporare la parte HW da quella automotive e vendere i propri servizi anche a produttori concorrenti: ne uscirebbero meglio sul piano “immagine” ed acquisirebbero una base dati mostruosa, risolvendo al contempo i principali “guai” di costruttori di auto puri; tra l’altro se continuano le divisioni nette si rischia la divisione in due dei mondi tecnologici con USA & occidentali da un lato e case asiatiche dall’altro (che coi loro SW vengono accusati di “spiarci” e potrebbero aumentare i “ban” contro Huawei, BYD ed il suo God’sEye etc etc … ).

        Francamente spero che nei prossimi mesi si tranquillizzi un po’ l’amministrazione Trump ed i rapporti con il resto del mondo, Cina in primis… e progressivamente si torni ad un mondo “aperto” alla circolazione di merci, persone, idee…

        * un caso per tutti: un aggiornamento anni fa consentiva all’iPhone di auto-rispondere ad una videochiamata accendendo la fotocamera senza minimamente squillare o avvisare il malcapitato che finiva “on line” del tutto ignaro !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Disavventure da guida autonoma: questa Tesla...

Articolo Successivo

Maranà -Tha, dove ricarica e campeggio sono a offerta libera

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!