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Società green, i valori di Borsa ai minimi degli ultimi cinque anni nel mondo

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I titoli azionari delle società “green” continuano a perdere terreno in Borsa. Secondo l’indice Global Clean Energy Transition Index di Standard&Poor’s, le quotazioni hanno perso un altro 16% negli ultimi dodici mesi. Tornando ai livelli visti cinque anni fa, con un crollo del 60% dai massimi del 2022

Guardando il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe anche parlare di una significativa occasione di acquisto per gli investitori. Perché le ragioni che hanno portato i titoli delle aziende che operano nella transizione energetica sembrano molto più politiche che finanziarie.

La reazione della lobby dei combustibili fossili

La reazione della lobby dei combustibili fossili a livello mondiale, il rallentamento degli obiettivi nella lotta al cambiamento climatico in Europa e ora le scelte dell’amministrazione Trump stanno creando un clima che potrebbe apparire contrario alla crescita del settore green.

Ma, in realtà, gli investimenti sulla transizione non sono assolutamente in calo. E in tutto il mondo, l’energia prodotta da impianti eolici e fotovoltaici ha fatto segnare negli ultimi anni nuovi record. In Europa e in Cina ha superato sia il carbone che il gas. E negli Usa persino gli stati a maggioranza Repubblicana (il Texas su tutti) vede numeri in crescita per le rinnovabili.

Nel 2025, la spesa per eolico e solare supererà gli investimenti per produzione di petrolio e gas

Secondo analisti citati dal Financial Times, che ha dedicato un servizio al calo dei valori di Borsa del settore, il pessimismo che aleggia sul settore della decarbonizzazione viene definito come “eccezionale“. E non in linea con le performance aziendali sottostanti, che hanno annunciato anche per il 2024 una forte crescita e rendimenti stabili.

Come detto, anche gli investimenti globali nel settore delle energie rinnovabili continuano a crescere. S&P Global Commodity Insights prevede che nel 2025 la spesa per solare e batterie supererà per la prima volta quella per la produzione di petrolio e gas. La Cina è sempre più leader nelle tecnologie green. E la Ue ha confermato gli obiettivi di riduzione delle emissioni, a cominciare dallo stop alla produzione di auto a benzina e diesel dal 2035.

Gli investimenti nelle società green a basse emissioni di carbonio hanno raggiunto i 2,1 trilioni di dollari nel mondo

Nel 2024, gli investimenti globali in tecnologie a basse emissioni di carbonio hanno raggiunto l’impressionante cifra di 2,1 trilioni di dollari, segnando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.

Guida la Cina con 818 miliardi di dollari, mentre Europa e Stati Uniti accelerano la transizione verso fonti pulite. Nel 2023, oltre il 40% dell’energia elettrica globale è stato generato da fonti a zero emissioni di carbonio, con l’energia idroelettrica al 14,7% e l’eolica e fotovoltaica al 13,9%.

Terna, piano da 23 miliardi per la rete elettrica

In Italia, negli ultimi due anni c’è stato un aumento consistente dei nuovi impianti rinnovabili. Per questo Terna ha annunciato un piano da 23 miliardi per modernizzare la rete elettrica nel decennio 2025-2034, supportando così la transizione energetica nazionale.

Ma nonostante i progressi, per centrare l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050, sarà necessario triplicare gli investimenti a livello globale. Portandoli a 5,6 trilioni di dollari all’anno tra il 2025 e il 2030. Un impegno cruciale, soprattutto per le economie emergenti.

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7 COMMENTI

  1. Anche io mi sono chiesto il perché di questa situazione e secondo me c’è anche un discorso di utili e di margini.
    Nel senso che il prezzo, per esempio, dei pannelli FV, come degli accumuli sono scesi e di parecchio.
    Questo ne sta sostenendo l’adozione sempre più ampia ma paradossalmente limita gli utili delle aziende del settore.

  2. Sappiamo benissimo quante mani muove il petrolio, dalle piattaforme ai trasporti, alle raffinerie fino agli eserciti.
    Un impianto eolico/fotovoltaico, o rinnovabile che sia, una volta connesso, non muove tutto questo carrozzone.
    Poi le cifre citate nell’articolo, sono le spese “vive” diciamo.
    Incalcolabile il ritorno economico, tra risparmio sull’inquinamento, sulla salute pubblica, e non da escludere, la probabile regressione degli eventi atmosferici estremi, se ancora possibile.

  3. Me ne sono accorto…con parte dei miei risparmi…intanto qui vicino c’è tanta gente, ma veramente tanta, che vive nel terrore ( Romagna)…a fine settimana se le previsioni saranno confermate ci saremo dentro ancora…e gli esperti ci dicono senza esitazione che sarà sempre peggio! Se non lo avete letto siamo alla definizione,dal punto di vista meteorologo di “ fiume atmosferico”

    • E a buona parte del pianeta non frega un c…. 🙁
      Tanto la Romagna la traversi in un viaggio di 800km senza soste bruciando carburante.

      • sempre che in futuro sia ancora facilmente attraversabile in auto… e non in hovercraft su zone allagate… o con elicottero ove le strade son franate,,, 😭

        non sono ancora finiti i conti dei danni tra Emilia Romagna e Toscana che già dobbiamo prepararci al prossino “fine settimana” da “fine del mondo” ⛈️⛈️⛈️💧💧💧💧

    • e i prezzi delle ville in collina s’impennano!! 🥳

      NB causa livello mare che si alzerà.. 🤦‍♂️

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