Volerà all’inizio dell’anno prossimo il primo velivolo a decollo verticale a zero emissioni eVtol alimentato ad idrogeno. L’obiettivo è realizzare il primo taxi volante a idrogeno a medio raggio. Si chiama Skai e lo sta sviluppando il team americano Alaka’i Technologies. Presentato l’anno scorso, è ora in fase di test con pilotaggio da remoto. All’inizio del 2021, però, dovrebbe effettuare il primo decollo con pilota a bordo, condizione questa necessaria per proseguire il programma di certificazione da parte dell’ente di controllo sui voli americano FAA.
Quattro passeggeri in volo a 190 km/h
L’utilizzo dell’idrogeno liquido e celle a combustibile consente, secondo i progettisti, prestazioni che fanno impallidire i “rivali” a batterie (leggi). Skai potrà infatti lbrarsi in aria per 4 ore consecutive percorredo con un solo rifornimento 644 km, volando a circa 190 km/h. Il carico utile si aggira attorno ai 500 kg. Skai sarà sostenuto e spinto da 6 rotori mobili, posti su altrettanti bracci laterali rispetto alla spaziosa cabina, progettata con il contributo di BMW Designworks.
Il velivolo potrà quindi ospitare 4 passeggeri più il pilota. Obiettivo è realizzare un taxi volante a idrogeno per il medio-lungo raggio. I primi impieghi commerciali riguarderanno però il trasporto di merci speciali (attrezzature d’emergenza, medicinali, materiale sanitario) e non arriveranno prima del 2025.
Il rifornimento in 10 minuti
Se ne è riparlato in questi gorni perchè il CTO di Alaka’i Techonologies Brian Morrison, ha rivelato che il progetto è stato leggermente rivisto. «Penso che alcune delle dichiarazioni fatte in precedenza fossero forse eccessivamente ambiziose, fatte per l’eccitazione del momento». Tuttavia il prototipo in scala sta già volando in modalità “vincolata” ed è già in corso la costruzione del prototipo a dimensioni reali che verrà utilizzato per i primi test con pilota a bordo.
La particolarità di Skai è l’uso innovativo dell’idrogeno liquido, una scelta che consentirà al velivolo di Alaka’i di proporsi, per esempio, come aereo-taxi a medio raggio (leggi anche).
Oltre alla maggiore autonomia, Skai ha un altro vantaggio: può essere rifornito in circa 10 minuti.
L’idrogeno liquido, questo è il problema
L’idrogeno liquido ha una capacità energetica per unità di peso e di volume molto superiore a quella delle attuali batterie agli ioni di litio (circa 200 volte superiore) avvicinandosì così a quella dei combustibili aeronautici fossili. A differenza di questi ultimi non comporta alcuna emissione durante la fase di utilizzo nelle celle a combustione. Necessita però di grandi quantità di energia sia al momento della produzione per elettrolisi all’acqua, sia in fase di passaggio dallo stato gassoso e quello liquido con procedimento criogenico fino alla temperatura di -253 gradi centigradi. Complessivamente, fatta 100 l’enegia impiegata, ne restituisce meno del 30%.
Le maggiori incognite per Skai sono la certificazione e l’infrastruttura. Per quanto riguarda l’infrastruttura, il CEO Steve Hanvey ha dichiarato: «Stiamo svilupando tenologie per l’elettrolisi su piccola scala. Ciò consentirebbe di produrre idrogeno liquido in luoghi che non dispongono dell’infrastruttura». La produzione su grande scala sarebbe il passo successivo.