Navigare il Po senza usare una sola goccia di petrolio e gran parte del fiume più grande d’Italia solo con l’energia solare.
A giorni Simone Ippolito da Cavaglià, in provincia di Biella, a bordo della sua Simba Solar Energy Boat “armata” di pannelli fotovoltaici mollerà gli ormeggi da Valenza (in Piemonte, provincia di Alessandria) per percorrere a emissioni zero i 485 chilometri che lo separano da Venezia. Salvo problemi di livello idrometrico del corso d’acqua a causa dell’ emergenza siccità.
Simba Solar Energy Boat, il pedalò solare di Simone IppolitoLa sfida a bordo di Simba Solar Energy Boat, un pedalò ampio (può ospitare fino a 8 passeggeri) con una capottina tutta formata dai panelli: 2 della Sun Energy più 2 collegati in parallelo: 265 watt x2 + 270 watt x2 per un totale per i 4 pannelli di 1200 watt. Per il motore si è affidato a Torqeedo, con un piccolo fuoribordo da mezzo kW, “equivalente circa a 1,5 CV”, e quattro batterie al piombo 24 V 80/100 Ah.
Dai 7 ai 10 giorni solo con il sole, autonomia illimitata con il bel tempo
Salvo imprevisti dati dalla portata dal fiume _ si spera che piova _ Simone fa una stima sulla durata della sua impresa: “Dai 7 ai 10 giorni“, dipende dal tempo. “Quando c’è il sole l’autonomia è illimitata, senza posso navigare per circa 8/10 ore. La velocità massima è di 8/9 nodi“.
Interessante come vivrà questa lunga navigazione in pedalò: “Tutta la missione si svolgerà in completa autonomia e dormirò sulla barca dove ho allestito una capsula con letto (materassino), una doccia e un lavandino con pompa. Ho fatto anche tante altre migliorie, le uniche soste giornaliere serviranno per i rifornimenti di cibo ed eventuale acqua potabile“. Simone navigherà anche fino a 14 ore al giorno.
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Vediamo le dimensioni: “Sono 4,60 per 3,60 di larghezza“, spiega Simone che nel mese di agosto di due anni fa ha percorso circa 1000 chilometri con questo pedalò da 350 chili e con una buona autonomia: “A 4/5 nodi riesco tranquillamente a stare tutto il giorno in acqua dal mattino al pomeriggio inoltrato“.
A bordo basilico e pomodorini freschi
Le spese? Il motore Torqeedo costa poche centinaia di euro. Si spende di più per i pannelli, ma Simone ha trovato degli sponsor che il navigatore solare vuole ringraziare: “Sono le ditte Raselli Franco e Machieraldo che mi hanno permesso di organizzare l’impresa“. Per essere più autonomo e anche più sostenibile a bordo di Simba, oltre la borraccia, porterà con se la piantina di basilico e dei pomodorini Pachino.
Il problema siccità
La missione Valenza-Venezia ha un interesse culturale e di divulgazione: dimostrare la possibilità di navigare con le rinnovabili e con un investimento minimo.
Simone ha, infatti, recuperato, restaurato e migliorato la sua Simba Solar Energy Boat, e la spesa per motore e pannelli è abbastanza limitata. Con più soldi è possibile creare un servizio di turismo o di trasporto merci solare, per sicurezza si possono utilizzare batterie con maggiore capacità. Il vero problema, come emerge anche da questa missione, è la siccità. Troppi fiumi perdono la portata nei mesi estivi. C’è un problema climatico che Simone conosce bene visto che è direttore dell’osservatorio meteo sismico di Cavaglià.
Forza Simone che sta preparando la missione con il supporto delle amministrazioni comunali di Cavaglià e Valenza. Ha pure ideato un braccialetto con un codice che fa entrare nella piattaforma aggiornata con tutte le notizie del viaggio, ad esempio l’energia trasformata dai pannelli.
Simone conosce bene il problema e si da da fare, invece:
– il popolino (tra coloro che se la possono permettere) sta a guardare se gli torna comodo ricaricarla;
– i governanti stanno a fare i salti mortali per salvare i profitti dei potenti (nonchè amici storici) raccontandoci balle per confonderci.
Tra un po non ci sarà più nulla che ci tornerà comodo e più nulla da salvare.
Mi chiedo perché non ha usato le batterie lipo invece del piombo meno peso, più capacità e più adatte alla carica e scarica, quindi più autonomia ..
Grazie Giuseppe per il contributo, ma quelle aveva Simone e quelle usa, servono soldi per cambiarle; anche il motore è meno di 1 kW, una cosa da poche centinaia di euro. Ma ognuno fa i conti con il suo portafoglio.
il punto è proprio questo: dimostrare che si può fare a basso costo perchè poi qualcuno possa pensare “e se ci mettessimo più soldi…cosa si potrebbe fare ?”
Si naturalmente a basso costo Marco, ma chiaro che se si vuole puntare su trasporto passeggeri e merci sui fiumi le risorse non sono di certo queste di un pedalò, va bene come esempio, ma per convertire la navigazione serve altro