Rischia di fallire il mega progetto Silk-Faw per impiantare nel cuore della Motor Valley una grande fabbrica di Hypercar elettrificate con marchio Hongqi.
Silk-Faw non si è presentata al rogito
Qualche giorno fa la joint venture sino americana non si è presentata all’appuntamento fissato per sottoscrive il rogito di acquisto dell’area su cui dovrebbe sorgere la nuova fabbrica, alla periferia di Reggio-Emilia.

Krane, CEO di Silk-Faw, a caccia di un miliardo
E ora la Regione Emilia-Romagna pretende chiarimenti e convoca i dirigenti per un incontro chiarificatore, pare fissato per il 14 luglio. Stando alle voci si sarebbero incrinati anche i rapporti fra il socio cinese Faw e il fondatore di Silk EV Jonathan Krane. Krane sarebbe ancora alla ricerca dei finanziamenti necessari a reaizzare il progetto.

La produzione avrebbe dovuto partire nel 2023 con un primo modello ibrido plug in, l’Hongqi S9, già presentato lo scorso settembre a Milano a margine della Design Week. Ma l’area di Gavassa non è stata ancora acquistata, della fabbrica da 360 mila metri quadrati non si vedono nemmeno le fondamenta, e a quanto pare non c’è traccia del miliardo e 300 milioni di euro necessari per completare l’investimento.
Colla (Emilia-Romagna) lo convoca: dica sì o no
La joint venture ha palato di problemi con la finalizzazione di un contratto di mutuo per l’acquisto di terreni. Intervistata da Reuter, l’amministratore delegato Katia Bassi ha dichiarato che Silk-FAW fornirà ampi chiarimenti la prossima settimana su vari aspetti del progetto, compresi quelli finanziari. Ma ha anticipato che Silk-FAW sta lavorando per raccogliere la somma di oltre 1 miliardo di euro per il piano. «Questa è la quantità necessaria per questo progetto, questo è un dato di fatto, chiaramente non possiamo tornare indietro su questo o farlo con meno», ha detto.

L’Assessore allo sviluppo economico dell’Emilia-Romagna Vincenzo Colla ha ammesso ieri di essere preoccupato e di aver fissato un appuntamento con i dirigenti di Silk-Faw per la prossima settimana. Vuole verificare se la società ha fondi sufficienti per procedere con gli investimenti promessi. «Ad oggi i flussi finanziari non sono stati all’altezza delle esigenze», ha detto Colla. «Ci aspettiamo di vedere una tabella di marcia finanziaria per rendere sostenibile questo investimento».
Al lavoro 75 ingegneri, ma su cosa?
Silk-FAW opera attraverso una società italiana di proprietà di un’altra con sede in Irlanda. E’ controllata per l’85% dal presidente Jonathan Krane, e per il 15% da FAW. Per il momento sta operando con 75 ingegneri in un locale messo a disposizione dal Tecnopolo di Reggio Emilia. Ma nel frattempo hanno abbandonato l’azienda sia il responsabile tecnico del progetto Roberto Fedeli, sia il super consulente Amedeo Felisa. Entrambi ex Ferrari, sono passati ora alla Aston Martin.
Katia Bassi non ha fornito dettagli sull’attività del team ma ha assicurato che nonostante il ritardo nell’acquisto del terreno l’azienda ha continuato a sviluppare i due modelli che vuole produrre in Italia, l’hypercar ibrida S9 e l’auto sportiva elettrica S7.
A quanto pare è successo quello che tutti sapevano, la Silk aveva le idee ed il design, la Motor Valley il know-how, mentre i cinesi di FAW dicevano di avere i soldi. Dicevano, ma era un imbroglio. I cinesi non hanno soldi, sono tutte industrie “colossi” semi statali decotte, periodicamente ricapitalizzate con soldi pubblici che ingrossano il deficit pubblico cinese a livelli tali che in confronto il debito italiano fa ridere. Come volevasi dimostrare, ed era evidente fin dall’inizio a chiunque, visti i comportamenti e gli indizi, FAW si è defilata. Il classico imbroglio cinese per sfruttare i finanziamenti pubblici dei compagni locali ( nella fattispecie Governo PD della Rossa Emilia e governo filocinese di Conte) e rubare la tecnologia e il know-how da trasferire in Cina. Il giochino non è riuscito, malgrado la propaganda positiva della stampa molto complice, o molto cieca, come Vaielettrico (ho riletto i vecchi articoli ed i commenti assurdi di editore e giornalisti alle giuste perplessità dei lettori) che però forse finalmente sembra aver aperto gli occhi. Altri giornali, come Imola Oggi, avevano sentito odor di imbroglio fin da subito ed avevano scritto a chiare lettere delle cose che non andavano. Invece tutti erano saliti sul carro di Bonaccini e pure Romano Prodi, aveva contribuito con commenti entusiasti. Il lavoro di giornalista imporrebbe meno ideologia e più indagine. Ad oggi il giornalismo invece dimostra tutta la sua partigianeria e viene puntualmente sputtanato poco dopo dai fatti. Peccato.
Beh, pretendere giornalismo d’inchiesta alla Berstein/Woodward da parte di Vaielettrico mi pare un po’ esagerato, considerando quanto costa leggere questo sito (zero) e quanto vengono remunerati loro (non mi permetto di scriverlo io, per rispetto).
“Tutti sapevano”: era possibile, non probabile o molto probabile. Dire che i Cinesi non hanno soldi è una generalizzazione che come tale ha valore solo quando la si considera in senso generale: qui è specifico, singolo.
Bonaccini è bravissimo a spendere i soldi dei finanziamenti, a differenza di certe regioni che non sono nemmeno capaci di spenderli col risultato che tornano indietro: e per favore non pensiamo che la “Rossa” Emilia possa andare d’accordo coi Cinesi solo perchè “comunisti” o si dovrebbe dire che il Veneto è a favore di Trump? Certe semplificazioni politiche sono un po’ ridicole…
Se vedo della partigianeria qui è sull’idea di avere qualcosa in Italia in ambito mobilità elettrica, non certo politica.
E’ andata male, è davvero un peccato.
In realtà i problemi finanziari vengano dalla parte americana, titolare dell’85% della joint venture e del precontratto di acquisto dell’area. Bonaccini e Faw hanno dato fiducia a Krane (chissà perchè mai non hanno chiesto un parere a Mattia?) ma ora vogliono vedere i fatti prima di aprire il portafoglio.
Scusa Guido, ma il tuo commenda difensore delle cause perse è quantomeno partigiano. Invece di riconoscere il problema giustifichi chi non ha voluto vedere perché complice ideologico, quindi tu appartieni al gruppo e lo dimostri nel ridicolo commento sul Veneto e Trump. Quindi Berlino ed il Brandeburgo sono per Trump e filotexani causa Tesla? Ma per favore. In quanto AL FATTO che i colossi cinesi siano come quelli sovietici, un esempio di inefficienza parastatale, lo dimostrano i fallimenti a catena dei colossi del settore immobiliare, Fintech, distribuzione, bancario e logistico, oltre la difficoltà di reperire capitali freschi da parte dei colossi dell’auto. Certo esiste BYD con Warren Buffett che in crisi di liquidità ha prodotto mascherine per il governo italiano a 20 milioni di euro al giorno grazie ad appalti opachi cui ora indagano, ma NIO ed X-Peng sono state ricapitalizzate 3 volte da soldi pubblici. L’elenco non è specifico, e lunghissimo con precedenti illustri cui i politici italiani non hanno voluto dare peso e cui neanche tu vuoi dare peso. Infine la scusa che Vaielettrico non è il WaPo è decisamente patetica. Ho citato Imola Oggi, non Politico o NYT. Non voglio essere cattivo ma ho riletto vecchi articoli, commenti e risposte e c’è della evidente complicità ideologica nell’accoglienza al compagno cinese. Altro che fette di prosciutto, qui sugli occhi c’erano interi maiali in agrodolce. Non voglio essere cattivo, sgradevole o anti-cinese ma sarebbe di buon senso essere quantomeno sospettosi e critici nei confronti di una pericolosa nazione che è una dittatura militare che ha precedenti pericolosi in investimenti esteri come la Cina. Poi per carità, fate come volete, siamo ancora in una democrazia dove la libertà di espressione pare sia ancora tollerata.
“siamo ancora in una democrazia dove la libertà di espressione pare sia ancora tollerata” esatto, e entrambi abbiamo appena espresso la nostra.
Mi pare che lei abbia allegramente frainteso quello che intendevo e probabilmente è colpa mia che non sono stato chiaro. Temo però che finiremmo in una discussione simil-politica, un po’ inutile. Ci sono troppe deduzioni totalmente gratuite e non ho proprio voglia di discuterne, già troppe polemiche su fatti incontestabili (tipo consumi o leggi della fisica), figuriamoci se mi addentro in questioni politiche.
Piuttosto, Massimo Degli Esposti ha scritto una cosa molto chiara: non sono i Cinesi in crisi di liquidità, la colpa è della parte americana. Questo rende tutto il suo commento viziato da fallacia logica, in quanto la premessa è sbagliata.
Mi aspettavo un commento su questo, dato che la redazione sarebbe “ideologicamente complice”, significa che lo è perchè copre le mancanze dell’investitore americano?
Beh , la pizza si sentiva da tempo .
Quando scappano nomi di spicco , qualcosa sta marcendo
Ahahahahah, perdonatemi, non ho resistito. Com’è bello il fantomatico mondo delle elettriche: tutti ora pensano di costruire vetture da zero, ma in realtà la faccenda è vista più come business torbidi che altro; non tutti, anzi nessuno, è come Tesla. Di quella ne nasce una o 100 anni, questa compagnia è probabile che andrà ad accompagnare la Solo, la Aptera, la Nikola, e via discorrendo.
Fantomatico mondo………business torbidi…….Tesla come aptera………commenti in libertà.
Io ho fatto un commento leggero, non era un articolo che mi interessava commentare in maniera approfondita, visto che ci tieni però approfondisco in maniera lieve.
1) leggi quello che scrivo: Tesla è l’unica ad avercela fatta, come Aptera era riferito alla Silk-Faw.
2) stanno nascendo miriadi di start-up che propongono idee fenomenali, grandissime capitolazziazioni in borsa e prodotti che non si vedono. Campagne di crow-founding (vedi Solo) per poi fallire. Io davvero mi chiedo, possibile che ci sia gente ancora disposto a credere che ogni persona sia in grado di partire da zero e costruire un’auto elettrica? Molti propongono, vengono finanziati, e scappano coi danè… Questo è un business torbido, no?
Si chiama Sono (Solar Only Not Oil) e al momento non è fallita come non è fallita Aptera. Nikola aveva un CEO effettivamente un pò spregiudicato, per non dire cialtrone, ma è stato fatto fuori e l’azienda ora è partecipata da IVECO. Faccio notare il caso interessante di Rivian: prima Ford ci mette un bel gruzzolo, si assicura laproprietà del pick-up rimarchiandolo ford T 150 e poi lascia a piedi la Rivian sfilandosi. Bella gente. Anche questo è business torbido e fatto da aziende note e arcinote
Ma perchè questi pastrocchi sempre da noi ? Benvenuti a Perculandia
Vorranno parte dei soldi dal governo italiano o dalla regione, hanno capito come funziona da noi. A Napoli si dice ” chiagni e fotti”
Ah, quindi è gente che proviene dalla rinomata fabbrica di automobili Torino !?