La mobilità dolce alle prese con crescenti problemi di sicurezza sulle nostre strade. Un sondaggio dell’Osservatorio Findomestic fa il punto su criticità e responsabilità. Chi ha una bici o un monopattino spesso non si fida ad usarlo.
La sicurezza stradale è uno dei temi più caldi nel dibattito legato alla mobilità dolce. Dibattito che oggi si fa ancora più acceso dopo l’approvazione di alcune nuove norme del Codice della Strada (sottoposte ad iter parlamentare) che interessano da vicino anche la circolazione di bici e monopattini.
Dal calderone di considerazioni emerse in questi giorni spicca un fatto importante: la maggiore consapevolezza dei cittadini sui rischi di spostarsi con questi mezzi all’interno dei centri urbani, dove la “convivenza” tra veicoli e persone si fa sempre più complicata.
Crescono gli incidenti
A mettere carne al fuoco ci pensa un’incidentalità generale in aumento, che il più delle volte coinvolge proprio gli utenti “deboli” della strada, pedoni ma anche, e soprattutto, ciclisti.
Un’analisi presentata dal Politecnico di Milano qualche mese fa riporta, ad esempio, come gli incidenti che coinvolgono biciclette nel capoluogo meneghino siano in costante crescita negli ultimi anni, con una percentuale sul numero totale dei sinistri salita a quasi il 17%.
Da qualche tempo, inoltre, anche i monopattini elettrici, i nuovi protagonisti green della mobilità urbana, sono entrati nell’occhio del ciclone. Mezzi certamente comodi ed ecologici, il cui utilizzo però spesso indisciplinato sta contribuendo al riaccendersi dei temi legati alla sicurezza in strada. Cosa che ha portato ad una necessaria “stretta” normativa per la loro circolazione.
Spostarsi in città, un rischio per bici e monopattini?
In definitiva, chi per credo o per necessità sposa la mobilità dolce nei suoi spostamenti, non sempre considera la città un luogo sicuro dove girare. Tant’è che, proprio per una questione di sicurezza, non tutti i possessori di bici o monopattini alla fine li utilizzano quanto vorrebbero.
Un interessante sondaggio sul tema arriva dall’Osservatorio Findomestic, che realizza indagini sui mercati dei beni di consumo e sui comportamenti dei consumatori.
Secondo lo studio, infatti, se è vero che circa 7 italiani su 10 posseggono una bici o un monopattino elettrico, soltanto un quarto di essi lo utilizza regolarmente per spostarsi in città (3/4 volte a settimana).
Il motivo, più ovvio, è che questa tipologia di veicolo non per forza venga sempre scelta negli spostamenti quotidiani, ma alla base c’è anche una reale percezione di insicurezza nel doverli utilizzare.
Gli intervistati sono tutti o quasi d’accordo che la bicicletta e il monopattino siano ecologici e pratici – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio – ma i due mezzi non sono sempre visti di buon occhio, sia per la sicurezza dei pedoni (49%) sia per quella degli stessi utilizzatori (42%).
Una mobilità virtuosa
Pur nell’oggettiva difficoltà di “convivenza” con le auto, dovuta anche a strade sempre più congestionate e scarsità di piste preferenziali, sono anche i comportamenti alla guida di questi mezzi green ad incidere negativamente.
Non a caso, la stragrande maggioranza degli intervistati nel sondaggio (circa l’80%) ritiene che bici e monopattini possano diventare una “fonte di disordine urbano” se non disciplinati. Con i secondi nei panni della maglia nera, in quanto ritenuti i maggiori responsabili dell’intensificarsi del caos in strada (39%).
eBike: piacciono molto, ma i prezzi…
Interessante, parlando di biciclette, l’analisi che l’Osservatorio fa infine sulla propensione dei cittadini italiani verso le eBike. Un mezzo che si conferma molto apprezzato, anche se pare non per l’utilizzo frequente in città. Nel campione degli intervistati, infatti, si muovono con regolarità su bici tradizionali ancora 9 ciclisti su 10.
In questo caso l’introduzione del motore elettrico aggiunge poco al fattore sicurezza in strada (anche se una minima parte ritiene le eBikes comunque troppo veloci), quello che emerge invece è piuttosto il problema dei “costi”.
I prezzi all’acquisto delle eBike sono considerati ancora troppo alti (51%) e il noleggio è visto come un sistema preferibile al bisogno. Anche pensando agli aspetti negativi di un eventuale furto, che diventa una discriminante non da poco.
Circa 25 anni fa in una città del sud ho iniziato ad andare in ufficio in bici, anche in inverno e con la pioggia debitamente attrezzato.
Quando non dovevo scansare un tentativo di omicidio, ero guardato come un alieno.
Nel 2019 avrei detto che la situazione era migliorata molto.
Oggi dopo la reclusione e con l’ aumento dei monopattini e delle cuffie per smartphone la situazione sembra peggiorata. Tra frustrazione e disattenzione sembra che il percorso secondo virtuoso che comunque si era instaurato abbia subito uno stop
Mi piacerebbe utilizzare la biciletta per andare in centro storico.
Però, nella mia città, se hai una biciletta che vale più di 10 euro sei sicure che te la ruberanno 🙁
Ed il comune e le forze dell’ordine non si preoccupano di prevenire i furti.
Ultima bicicletta rubata davanti ad una banca nella piazza principale. Basterebbe guardare le immagini delle telecamere per evitare queste cose ma nessuno lo fa.
Sul sito della Polizia non è neanche contemplato il furto di bicicletta. Sembra che lo facciano apposta per prevenire troppe denunce.
È così anche a Reggio Emilia
/// il problema dei “costi”.
I prezzi all’acquisto delle eBike sono considerati ancora troppo alti \\\
Se verrá confermato l’obbligo di assicurazione per i monopattini, credo che sará interessante paragonare il costo di questa copertura* con appunto quello d’acquisto delle ebike (sempre che prima o poi non scatti l’obbligo assicurativo anche per queste ultime..)
* = ovviamente bisognerá prendere in considerazione l’importo a distanza di anni dall’introduzione dell’obbligo, quando “toccó” ai ciclomotori la polizza costava poco inizialmente ma poi sappiamo come andó a finire..
Dirò un’opinione impopolare: da ciclista pendolare “hardcore” con lunghe distanze e tempi ristretti, quindi con necessità di andare piuttosto veloce (4 km – treno – 11 km, all’andata e 14,5 km – treno – 4 km, al ritorno) tendo ad evitare le piste ciclabili. Da una parte mi tocca andare molto più lento, dall’altra non mi sento più sicuro che su una strada, anche stretta; percorrendo abitualmente strade extraurbane in veneto, non sono mai realmente in aperta campagna e quindi la ciclabile corre accanto a proprietà con cancellate, alberi o direttamente case e il terrore di vedersi prima o poi apparire il muso di un’auto che vuole immettersi, “invadendo” la corsia, e non avere abbastanza spazio per evitarla è costante. Perché comunque, prima o poi, strada e ciclabile devono incrociarsi.
Sono sempre estremamente prudente e avuto due incidenti, nella mia “carriera” di 10 anni di pendolare: in uno sono stato investito da un’auto che proveniva in senso opposto e voleva svoltare a sinistra e nell’altro ho centrato un’auto che voleva svoltare a destra dopo avermi superato e penso che, in questi casi, le ciclabili non mi avrebbero salvato, anzi, spesso mi sembra che gli automobilisti tendano a non considerarle parte del traffico.
Una cosa che vorrei certamente per una maggior sicurezza: strade asfaltate. Un ciclista è più pericoloso quanto più deve zigzagare tra buche e tombini, passando più tempo con lo sguardo in basso che in avanti (o dietro)
Capisco il tuo punto di vista, ma andare veloci in bici, soprattutto nelle ore di punta quando le strade sono intasate, è come giocare alla roulette con la sorte soprattutto fuori dalle piste ciclabili, in strade che si sono ristrette proprio per ricavare marciapiedi e piste ciclabili…
Poi, quello che contribuisce fortemente all’aumento degli incidenti è lo spregio totale della gran parte dei ciclisti (pedoni, monopattini) per la propria incolumità e per il codice della strada: niente luci, catarifrangenti, bretelle riflettenti, auricolari mentre si telefona, guida contromano, etc, etc.
Non che gli automobilisti siano migliori ma, se tutti e due i veicoli sono guidati da scellerati, vince sempre quello più grosso
Il guaio e’ che pedoni, ciclisti, et similia sono i vasi di coccio in una strada…Pertanto uno puo’ avere tutte le ragioni di questo mondo ma in caso di incidente con mezzi di oltre due ruote e’ colui che ha la peggio.
Spiace se le piste ciclabili limitano la velocita’ ma ci sara’ un motivo se questi limiti esistono…Poi ci stupiamo se come notizia di oggi troviamo gente in monopattino sulla A4 tra Milano e Brescia…Eh cosa volete sulla viabilita’ urbana adibita a questi mezzi si va troppo piano… 🙂
PS: Anche io uso spesso la bici oltre che all’auto.
Si capisce che venire arrotati non è nelle ambizioni di molti quando si alzano la mattina in Italia.
E questo gran governo di figli non sufficientemente sculacciati quando erano piccoli ha provveduto a togliere i soldi per le ciclabili.
Che dire, il peggior governo che io in quasi 60 anni abbia mai avuto il dispiacere di subire.
Che qualcuno ci liberi, e in fretta.
E ovviamente se uno ha timori ad utilizzare la bici cosa fa?
Usa l’auto, bruciando gasolio e benzina come vuole a tutti i costi questo governo.