Si sta tornando indietro dall’elettrico? I segnali…

Si sta tornando indietro dall’elettrico? I segnali ci sono, a sentire Roberto, un lettore tornese che lavora nel mondo automotive. Tra ricariche fuori uso e… Vaielettrico risponde. Per scriverci l’indirizzo mail è infoi@vaielettrico.it

punto interrogativoIndietro dall’elettrico? I progetti delle Case riscoprono le auto termiche o plug-in

“Sono un vostro assiduo lettore e, giusto che si è parlato di Torino, volevo segnalare una colonnina di Enel X posta al cimitero Parco via Bertani 80. L’hanno installata circa un anno fa, ma è ancora fuori uso e da Enel X non arriva nessuna risposta. 

Io lavoro nell’ ambito Automotive e alcune case automobilistiche stanno rivedendo i progetti da vetture esclusivamente elettriche a termiche e ibride plug-in. C’è da preoccuparsi per il passaggio all’ elettrico? Grazie per il vostro lavoro. Roberto Ospe

indietro dall'elettrico
La nuova Renault 5: dimensioni della Zoe del 2019, ma con un prezzo inferiore di 10 mila euro e più autonomia.

punto interrogativo

Troppo entusiasmo prima, troppo scetticismo adesso

Risponde Mauro Tedeschini. Diciamo che, dopo un entusiasmo forse eccessivo all’inizio, si sta passando adesso a uno scetticismo altrettanto eccessivo. Il fatto è che all’inizio del decennio ci si aspettava un progresso molto più rapido sul fronte delle batterie, per capacità (e quindi autonomia) e per costo. I miglioramenti ci sono stati, basti pensare che la Renault 5 che verrà presentata a giorni ha la stessa batteria e le stesse dimensioni della Zoe del 2019. Ma costa 10 mila euro in meno, peraltro con qualche km di autonomia in più.

Però non siamo ancora al punto di pareggio con le auto termiche della stessa categoria. Punto di pareggio che, nella previsioni di molte marche, tra cui Volkswagen e la stessa Renault, era stato previsto per il 2025. Questo per molti fattori, tra cui il rincaro delle materie prime e un progresso tecnologico un po’ più lento del previsto.

si sta tornando indietro
Akio Toyoda, presidente di Toyota (foto: Toyota media).

Si sta tornando indietro? Resistenze enormi, ma Tesla mostra che si può fare

Ci si è resi conto che affermare una tecnologia del tutto nuova è più complesso di quanto si immaginasse. Ci sono resistenze politiche e sindacali. E lobby molto potenti, dentro e fuori il mondo dell’auto (pensiamo ai big del petrolio). Gente che ha mezzi enormi per influenzare l’opinione pubblica con campagne spregiudicate sui social e sui media.

C’è poi da convincere la clientela a un cambio di paradigma che non è banale, perché la scelta dell’auto non è legata solo al processo d’acquisto. C’è la gestione della ricarica, la manutenzione, le preoccupazioni sulla tenuta del valore dell’usato…E c’è una certa difficoltà da parte delle Case tradizionali di reggere la competizione con Tesla. E di offrire nei segmenti più bassi modelli che abbiano il rapporto qualità-prezzo che Elon Musk è in grado di proporre nel segmento D.

Akio Toyoda dice che l’elettrico nel mondo non supererà mai il 30% di quota. Non si capisce se sia più una previsione o un auspicio. Fare previsioni oggi è quasi impossibile: tutto dipenderà dai progressi nelle batterie. Aspettiamo e giudichiamo, senza farci prendere dalle tifoserie e da chi parla per interesse.

Visualizza commenti (123)
  1. Credo che l’errore sia stato in partenza nel voler propinare l’elettrico come unica soluzione/evoluzione adatta a tutti .
    Bisognava essere più diretti spiegando chiaramente a chi poteva andar bene e convenire una soluzione elettrica e a chi no.
    Altra cosa a mio avviso in cui si è sbagliato è stato non spiegare quanto si risparmia a viaggiare in elettrico a fronte di un superiore costo di acquisto.
    Lasciamo stare invece l’aspetto ecologico che un popolo senza senso civico come il nostro non gliene poteva e può fregare de meno.
    Aggiungiamoci per finire il dato di fatto storico di essere un popolo che piuttosto che nella testa si fa prima a metterlo …..ed il quadro credo sia completo .
    PS avevo due macchine da rottamare , ho due auto 100% elettriche .

    1. “Lasciamo stare invece l’aspetto ecologico che un popolo senza senso civico come il nostro non gliene poteva e può fregare de meno.”

      Tranne poi frignare quando i prezzi alla pompa aumentano, come se i carburanti sgorgassero come da sorgenti d’acqua rinnovabili.

  2. In famiglia abbiamo una “vecchia” full-hybrid e una nuova utilitaria elettrica (Twingo ZE) che ricarico prevalentemente in garage. Per sostituire la ibrida con un’elettrica però, oltre ad attendere l’evoluzione delle batterie (ogni giorno esce una nuova “miglioria”), mi preoccupano i sistemi di ricarica. Tra HPC di varie potenze, colonnine fast/ultrafast/megafast e chi più ne fast ne metta, mi sa che c’è un po’ di confusione, anche perchè se l’infrastruttura non si adegua a macchia d’olio a queste alte potenze, ci saranno solo alcune isole felici di ricarica veloce e il resto se la ricarica in alternata a basa potenza (già mi girano les balotas a ricaricare la twinghina alle colonnine a meno dei 22Kw che può assorbire. Mi sono trovato a caricare a colonnine a poco più di 6kW…. shame). Inoltre sono curioso tra ricariche a induzione nelle strade/parcheggi e battery-swap chi potrà spuntarla per permettere una ricarica “toccata e fuga” stile pieno al pompone.

  3. Tommaso Vietina

    L’Italia ha una situazione anomala, qui si preferisce le Ibride (mild e non) e Plug-in per pura ignoranza. In parte dettata dal pilotaggio mediatico e politico. Non serve l’esperto di automotive per capirlo, basta vedere le informazioni distorte e piene di inesperienza che ci arrivano dai media e dai social. Chi deve educare non è preparato.

      1. Franco, una cosa che ai più sfugge è che chi è nel ramo dell’informatica non è un oracolo ma è costretto ad imparare sempre nuove cose su argomenti che non vertono l’informatica solo per poter automatizzare i processi dei propri clienti. Questo fa si che si acquisiscono informazioni su diversi campi (economico, giuridico, automobilistico, medico ecc…), anche perché non è che uno lavora solo e soltanto per un cliente per tutta la sua vita professionale.
        Aggiungici la necessità di rimanere aggiornato nell’ambito delle proprie competenza e quindi capisci perché trovi questi benedetti informatici che sposano la causa BEV (curiosità di esplorare nuove vie).
        Non dico che chi non è del settore non si informi o che sia uno sprovveduto, ma sicuramente non ha la necessità di confrontarsi ogni giorno lavorativo con chi non è del suo settore e quindi vuoi o non vuoi si ha una visione limitata dell’insieme.
        Faccio un esempio: Se non erro sulle Tesla (o almeno alcune) le comunicazioni avvengono con una specie di rete LAN (tecnologia usata per far parlare reti di computer), sistema che ha permesso di ridurre i km di cablaggi tipici delle auto prodotte dai costruttori tradizionali. Ecco, è probabile che i tanti informatici che compongono il team di sviluppo di Tesla avranno fatto notare quest’opportunità agli ingegneri automobilistici.
        Queste sono tutte cose che semplificano un’auto e ne riducano i rischi di malfunzionamento, i costi e facilitano lo sviluppo SW necessario.
        Per me se non ci fosse stato un approccio da informatico Musk con le sue aziende non avrebbe avuto il successo che ha (ricordo che Musk è il padre di Paypal che gran parte di noi usiamo quando facciamo acquisti online).

        1. Grazie per l’analisi, quello che sfugge è che il mondo dell’ automotive è infinitamente più complesso di quello che un qualunque informatico può immaginarsi (avendo accesso sostanzialmente solo ad informazioni in rete).
          Per l’atteggiamento da “oracoli” non saprei da cosa deriva, ad alcune persone l’accesso alla rete fa credere di poter avere una opinione corretta su tutto?
          Ad ogni modo per fortuna vi sono ambiti di discussione professionale dove occorre dimostrare le proprie competenze…e non ho ancora trovato nessun informatico che vi abbia accesso 😁

          1. Senta a lei piace provocare con allusioni.
            Con quest’atteggiamento non riuscirà mai a far cambiare idea a chi ha una BEV, potrà solo rafforzare la bontà della scelta.
            Se poi vuol seminare dubbi su chi non ha una BEV per scoraggiarlo all’acquisto forse ci riuscirà nel breve periodo, ma non credo sarà sufficiente per fermare il passaggio alle BEV nel prossimo futuro.

        2. Il sistema CAN-BUS esiste da vent’anni, può spiegarci che sistema usa tesla per l’impianto elettrico ed in cosa è diverso da quello usato normalmente sulle altre auto?

      2. Tommaso Vietina

        Scusa ma non ho capito perchè mi hai mandato il mio profilo LinkedIn
        https://www.linkedin.com/in/tommaso-vietina-/

        La situazione in Italia è sotto gli occhi di tutti, cosa centra se di lavoro faccio l’informatico? Io ti parlo da persona che guida una BEV, segue la televisione e i social. L’elettrico non sarà per tutti, ma è per moltissimi. Non è solo una mia opinione, ma è pienamente supportata da dati verificabili da tutti (media km annuali, numero di posti auto di proprietà in Italia).

        1. Caro Tommaso, il signor Franco vuole farsi burla di noi scrivendo che il mondo dell’ automotive è così complesso che non possiamo immaginarlo.
          Certo, come no, intanto guarda caso nascono nuovi produttori come non succedeva da anni, e non sono produttori minori, sono marchi come Tesla e ora BYD che mirano a quote di mercato consistenti.
          Il problema è che gli incumbent sono gli ultimi a rendersi conto di essere diventati obsoleti, basta guardare la fine che ha fatto Nokia quando i primi a non credere che potesse succedere erano proprio loro.
          Il percorso è segnato, e i produttori che non saranno abbastanza veloci soccomberanno, su questo non ci sono grandi dubbi.
          Tempo 5/10 anni e il mondo dell’ automobile sarà completamente stravolto. Non sono io a dirlo ma i consulenti che hanno valutato che il 2035 sarebbe stato un buon compromesso per il ban dei motori alimentati a combustibili fossili. Magari il signor Franco pensa che anche loro sono degli incompetenti, certamente la cosa a me non sposta di una virgola, tra dieci anni probabilmente guiderò già la mia seconda BEV.

        2. “Io ti parlo da persona che guida una BEV, segue la televisione e i social”
          Non ho altre domande vostro onore.

        3. Guido Baccarini

          Guarda i profili di tutti quelli che non gli aggradano per potergli dire che non hanno competenze per commentare. Lui che si nasconde dietro all’anonimato (e ha ragione a farlo, visto il quadro che ne deriva dai suoi atteggiamenti inquietanti da stalker ossessivo).

          Probabilmente ancorato al mondo delle corporazioni, convinto che per decidere la POLITICA di un settore si debba avere competenze TECNICHE approfondite in quel settore, come se ogni dirigente d’azienda avesse esperienza diretta e specifica nella progettazione e sviluppo di quanto vendono o producono (notoriamente
          Ancora non ha capito che le regole non le hanno MAI dettate i tecnici, ma i politici. Se le regole le dettassero i tecnici, nel 1997 avremmo stabilito il ban dei combustibili fossili, direttamente, senza ridurci come siamo 27 anni dopo perchè la politica se ne è altamente fregata di quello che hanno detto i tecnici: cioè i climatologi. E non c’è più tempo di fare le cose gradualmente.
          Magari non sa che Toyoda è un laureato in legge e ha un master in finanza. Come avrà fatto a dirigere Toyota senza essere un ingegnere? Mistero!

  4. Nel mio condominio siamo 20 (quindi non faccio statistica…) e negli ultimi 12 mesi abbiamo cambiato auto in 5. Io sono passato alla plug in, 3 hanno ricomprato un diesel/benzina, uno che aveva la zoe elettrica da 3 anni, l’ha cambiata in una a benzina perché, mi ha detto, i figli trovavano scomodo doverla ricaricare. Abbiamo il parcheggio condominiale ma senza colonnine perché il condominio non si è mostrato interessato ad installarle. Sto valutando se farlo io da solo ma i costi, se fatto da soli, sono molto alti e quindi penso che non la installerò e continuerò a usare le colonnine. Però i costi alle colonnine stanno aumentando sempre più. Ora uso wroom a 0,44 e, facendo conti approssimativi, mi sembra che mi costa quando andare a benzina. Dovesse aumentare anche wroom, la plug in mi diventerebbe anti economica.
    In pratica, non vedo tutto questo entusiasmo che si legge nei commenti di questa pagina.

    1. Scusi, ma se nel condominio c’era un utente elettrico perché non vi siete messi d’accordo per installare due colonnine facendo un solo lavoro per portare le tubature interrate? (Ad esempio chiedendo di farvi assegnare due posti auto contigui)
      Avreste preso due piccioni con una fava. 1° ridotto i costi per l’installazione, 2° avreste ridotto la scomodità delle ricariche della ZOE visto che sarebbe stato più facile caricarla quando parcheggiata.

    2. Drammatico.
      Un condominio che non riesce a essere gestito per avere un installazione di colonnine nelle aree comuni, e che non faciliti gli adeguamenti degli impianti, rappresenta sfortunatamente il nostro paese.
      Uno su 20 ha il veicolo Elettrico, lotta per poterlo caricare comodamente e convenientemente a casa. La maggior parte delle persone ignorano semplicemente l’argomento, e si è costretti a rinunciare.
      Questo lassismo deve terminare.
      Serve riuscire a sbloccare questi interventi, a livello legislativo.
      Altrimenti saremo sempre qui a scrivere quanto sarebbe bello se….. ma finché non sarà…

  5. Buongiorno a tutti. La scorsa settimana abbiamo venduto il dieselone rimasto (E6D).
    Giovedì ci consegnano sgrat sgrat … il secondo BEV di famiglia.

    Ma uno dei motivi per cui pare che le colonnine siano abbandonate, mi pare ovvio, è purtroppo dovuto alla bassissima percentuale di veicoli che le utilizzano regolarmente.

    Un costo di ricarica così alto, diciamo che impone e favorisce la ricarica casalinga.
    Ma sopratutto la possibilità di avere la carica con il pieno fatto ogni mattina che là si deve utilizzare… signori miei , è il top.

    Giustissimo avere colonnine a carica lenta sparse un po’ ovunque, ma ora si sta dimostrando pericoloso. Nella mia zona moltissime sono inagibili, o perché installate in posti a dir poco strani…. O in totale abbandono causa utilizzo sporadico.
    Sarebbe interessante che esempio il mio operatore di energia mi offra la possibilità di caricare eventualmente nel suo servizio di ricarica con i prezzi della bolletta. E già le cose cambierebbero…

    P.s. Ho letto di qualcuno che simpaticamente ricarica le sua phev solo quando si ricorda, magari provasse anche a fare il pieno della macchina quando si ricorda… penso che qualcosa cambierebbe.

  6. Nulla di tutto questo, solo balle. Evidentemente costui lavora in una concessionaria che si è ritrovata ad avere fondi di magazzino difficilmente vendibili, se non con forti sconti, in gran parte immagino auto diesel. Ce ne sono diverse in giro di concessionarie che hanno parecchia difficoltà a vendere le auto termiche in esposizione.
    Di conseguenza tenta di spargere voci in giro che più false non si può per propri interessi di circostanza.
    Semmai è un problema attualmente di stallo, questo perchè la gente si aspetta che i prezzi delle auto elettriche sparati alle stelle scendano a livelli terreni, che le autonomie siano almeno di 500km su ciclo misto, che praticamente in ogni distributore siano installate le colonnine. E’ solo questione di tempo, probabilmente già nel 2025 si arriverà a tutto questo. Si diceva che le auto elettriche sarebbero partite nel 2025, siamo quindi già in anticipo sui tempi. I costi delle batterie nel giro di un anno sono già dimezzati, e le nuove tecnologie sono oramai in arrivo.
    Il futuro è solo elettrico, inutile raccontare frottole.
    Semmai invece c’è l’abbandono dell’idrogeno, che in realtà non è nemmeno mai partito (daltronde se devi ricavarlo dal metano, tanto vale…, l’elettrolisi a basso costo è utopia al momento), si è vista qualche auto ad idrogeno con i finanziamenti a fondo perduto, niente di più, soldi pubblici praticamente buttati via quelli, per davvero.

  7. Nulla di tutto ciò, non mi risulta che nessuna casa automobilistica stia tornando indietro, esattamente il contrario.
    Quindi quel tizio che lavora nel settore, sarà il solito proprietario di un diesel di cui ha sborsato un bel po di soldini, oppure appartenente ad una concessionaria che ha difficoltà a smaltire le auto termiche, di cui appunto parecchie con diesel. Probabilmente la seconda. Molte concessionarie sono rimaste infatti con in fondi di magazzino in casa, che nemmeno svendendole riescono a darle via ora.
    Sono tizi questi, a cui piace raccontare falsità su falsità per propri interessi di circostanza.
    La realtà è tutt’altro, semmai c’è un problema di stallo, perchè la gente si aspetta che le auto elettriche scendano dalle stelle e arrivino a livelli terreni, che le autonomie delle auto arrivino almeno a 500km a ciclo misto, che le colonnine siano molto più diffuse e upgradate in giro, e soprattutto che le tariffe siano anch’esse a livelli consoni.
    Ma si sapeva, è soltanto questione di tempo. Rispetto alle previsioni, si parlava del 2025 come partena dell’elettrico, siamo pure in anticipo. Nel 2025 avremo sicuramente batterie più capienti e meno costose (già nell’ultimo i costi delle batterie si sono dimezzati), colonnine in ogni distributore di benzina e più efficienti, e avremo prezzi molto più alla portata di tutti o quasi.

  8. La risposta del direttore Tedeschini è equilibrata e condivisibile sanza remore.

    Divago, perciò, e faccio un po’ di matematica.

    Si parla sempre del rendimento del motore a scoppio del 30% e rotti, ma quello che conta è il consumo effettivo (anche perché c’è un rapporto diretto tra consumo ed emissioni di CO2). Ecco, in 40 anni il consumo dei motori a benzina è circa dimezzato e l’aumento di emissioni è dipeso solo dal maggior numero di veicoli, dall’aumento della cilindrata media etc.. Un gigantismo che ha peraltro contagiato anche il mondo dei veicoli elettrici. Fosse stato per la pura tecnologia dei motori a scoppio, potremmo emettere la metà della CO2. Pensateci, tutto il tema delle emissioni è condizionato da abitudini e modelli cui non sappiamo rinunciare ancor di più che dalla tecnologia utilizzata.

    Se non ci credete, prendete questo esempio di 2.000 benzina e dintorni: la Citroen cx Athena del 1980, mia prima auto “ereditata” da mio padre (che però è vivo tuttora) nel lontano 1987 aveva un consumo ufficiale nel misto di 10,7 litri per 100 km. Era una berlina fastback filante di 4,66 metri, piuttosto bassa e leggera e con un motore con soli 106 cavalli.

    La mia attuale Lexus Ux 250h, pur con un’ottantina di cavalli in più, una maggior altezza e sezione frontale ed ulteriori 400 chili consuma 5,3 litri ogni 100 km (consumi non stimati ma effettivi alla pompa di benzina negli ultimi 30.000 km). Meno della metà.

    Ho fatto questo giochetto con altre auto e il riscontro c’è, soprattutto con le vetture di cilindrata medio alta. Comunque la si metta, le full hybrid di Toyota e dintorni sono ancora oggi la pietra filosofale in termini di efficienza e rappresentano la quadratura del cerchio per chi non vuole inquinare/climalterare troppo ma non si sente pronto per l’elettrico. Ammesso e non concesso che gli attenti all’ecologia siano la maggioranza dei potenziali acquirenti, non credo che, a livello globale, questa tecnologia possa essere soppiantata totalmente dall’elettrico in pochi anni per volontà degli acquirenti medesimi se non in forza di legge o di aumenti deliberati del prezzo del carburante di enne volte.

    Si noti bene che ho usato l’espressione “non si sente pronto” e non “non è pronto” per il semplice fatto che gli acquirenti non scelgono un’auto in modo del tutto razionale, ma sulla scorta di opinioni, impressioni, pregiudizi, gusti etc.. D’altro canto, fatta salva l’illusione liberista alla Adam Smith, si sa che il mercato è fatto di informazioni imperfette, parziali, imprecise… Sta a chi vende l’onere di intercettare il gusto dell’acquirente, magari con la pubblicità (cioè con la suggestione) magari con l’informazione vera e propria. Non si è mai visto un produttore dare del cretino ai clienti perché non acquistano ciò che produce e se chi non compra elettrico richiede ricariche più veloci, maggior autonomia, certezze su batterie ed usato, i produttori gli daranno retta perché il mercato lo fa soprattutto chi compra.

  9. Ostruzionismo dei big del petrolio……. Ah già perché tutta l’energia per passare all’elettrico la faremo con i pannelli solari giusto🤦‍♂️e poi pensate che le compagnie non si siano già attrezzate con pesanti investimenti nel settore della mobilità elettrica? Forse aspettano la consulenza di vaielettrico😂😂😂 ……I motivi percui la gente non passa all’elettrico sono principalmente e semplicemente (senza tanti ragionamenti di lobby di ricchi poteri globali occulti che remano contro🤣🤣 ) tre, il costo di acquisto/noleggio che costringe a scendere di almeno una categoria di auto o a prendere in considerazione marchi che non interessano, la scarsa/inesistente rete di ricarica con costi che continuano a salire e l’autonomia ridicola e i tempi di ricarica troppo lenti del 99% delle auto elettriche a patto di non andare a pagare un cesso (in rapporto al prezzo) di Tesla quanto un miniappartamento!
    Se questi e altri problemi più o meno impattanti nella vita quotidiana fossero risolti a me, come è successo quando sono passato dal benzina al diesel, non farebbe nessun problema passare all’elettrico se oltretutto come sostenete costa meno in consumo/manutenzioni!

      1. Caro signor Massimo, concordo con lei che le argomentazioni potrebbero essere esposte con un linguaggio meno colorito, ma che le piaccia o no è esattamente quello che la maggior parte delle persone dicono quando si affronta l’argomento, e purtroppo con una buona base di verità. Molte persone vogliono solo un mezzo che sia sempre pronto a portarti da A a B,
        che sia versatile per ogni necessità, senza dover pianificare, con minime perdite di tempo, che se si guasta quasi tutti i meccanici sono capaci di riparare. I prezzi sono sicuramente un problema in più e se per risparmiare qualcosa ci si deve rivolgere a qualche marchio cinese di dubbia qualità e assistenza scarsa, anche no!

        1. Quello che dicono tutti non ha necessariamente una base di verità. Parlando di alpinismo, per esempio, quello che dicono tutti mi interessa molto meno di quel che dice uno solo, se si chiama Reihnold Messner. Fuor di metafora, chi utilizza abitualmente l’auto elettrica, come noi e la maggior parte dei nostri lettori, non la pensa affatto come “tutti”. La differenza sta fra chi si affida al pregiudizio e chi alle conoscenze dirette.

          1. Guardi, attualmente per non finire completamente schiavo dell’auto guido una ibrida plugin perché la ritengo la soluzione che lascia la maggior libertà di spostamento e già mi basta, la carico quando mi ricordo perché ripeto non si può essere schiavi dell’auto, quei tre motivi che le ho scritto sono i motivi percui l’elettrico non decolla che
            le piaccia o no, non c’è nessuna lobby di nulla, le compagnie vivranno ugualmente anche se l’elettrico dovesse mai diventare l’unica possibilità di muoversi. Inutile tirare fuori le favole si tratta di praticità (e non le ho tirato fuori altre problematiche legate alle ricariche). Quando e se l’auto elettrica diventerà un’alternativa reale per tutti e non solo per chi viaggia tra città partendo dalla villetta con il giardino o il garage quadruplo per tutte le auto di famiglia vedrà che si diffonderà come si è diffuso il diesel ma i motivi sono questi nient’altro. Saluti

          2. Tutto giusto. Parafrasando, anche io tendo a credere più a quel che dice il signor Toyoda rispetto ad altri commentatori. A parte questa affermazione assolutamente opinabile, il problema esiste e traspare anche da tanti commenti di felici possessori di EV. Poi ognuno di noi ha necessità diverse e i limiti e le virtù le percepisce in maniera diversa. La stragrande maggioranza della gente non “capisce” e non vuole impegnarsi? Può essere, intanto temo che i piazzali rimarranno pieni, e a pelle, sperando di sbagliarmi, penso che anche con i maxi incentivi le cose non cambieranno molto.

          3. Non confonda le carte con Toyoda, che fa legittimamente i suoi interessi di venditore. Qui stiamo parlando dell’esperienza d’uso dei clienti. Converrà con me che chi viaggia in auto elettrica da anni qualcosa in più da dire ce l’ha.

          4. Esperienza d’ uso che è inevitabilmente viziata dal fatto che il mondo è cucito intorno alle auto termiche quindi l’ infrastruttura non è neppure lontanamente quella che potrebbe essere se le auto elettriche fossero molte di più.
            Nonostante questi aspetti “di gioventù” per me è di gran lunga meglio la mia elettrica

    1. così espertone e assiduo lettore che non sa neanche che le tariffe alle colonnine stanno lentamente ricominciando a scendere, come è inevitabile, dopo la manovra sporca di quest’estate sui prezzi

  10. Che notiziona ho appena letto su 4R online!!!
    “Shell chiude tutti i distributori in California”
    Ora se una compagnia così grande, dopo aver dismesso i distributori in UK procede anche in altre parti del mondo, qualcosa vorrà pur dire sulle difficoltà intrinseche della mobilità ad idrogeno (ICE e/o FCEV)!
    Se c’è difficoltà a produrre idrogeno allora mi immagino quanto sia ancora più complicato catturare anche l’anidride carbonica e combinarlo insieme per produrre gli e-fuel.
    Pertanto come si può affermare che l’elettrico stia facendo un passo indietro basandoci solo sull’andamento del mercato nel primo mese si gennaio? Ancor più, come si può parlare di neutralità tecnologica per bloccare la diffusione delle BEV se in questo periodo storico è l’unica tecnologia che ci permette di pensionare gli ICE raggiungendo l’obbiettivo di abbattere gli inquinanti e ridurre le necessità energetiche mantenendo la mobilità personale con qualche differenza d’utilizzo rispetto agli ICE?
    Per me il rallentamento di gennaio è da imputare al semplice fatto che in molti si sono affrettati a comprare ICE usufruendo degli incentivi per la rottamazione con la paura (fondata) che non sarebbero rimasti soldi per il mese successivo.
    Infatti, volendo fare le pulci in questi primi giorni di febbraio le BEV hanno una quota del 4,28% sul nuovo (fonte: Immatricolazioni sul Portale dell’automobilista) a fronte del 2, 09% di tutto gennaio.
    Ancor più non vedo il motivo per cui ci si aspetta un flop sull’adozione delle BEV. La cosa che potrebbe accadere è che le autonomie cresceranno poco, perché con ogni probabilità per abbattere i costi delle batterie ci si orienterà su chimiche meno costose e con minore capacità energetica a parità di peso (LFP per ora e ioni di sodio nel prossimo futuro) rispetto alle classiche NMC. Per le batterie allo stato solido a me sembra che prima del 2028 difficilmente vedremo prodotti a prezzi competitivi.

  11. caprone manicheo

    Chi ha la possibilità si acquisti una Tesla e viva felice.

    Anzi posso aggiungere anche che chi può ricaricare da casa se la può permettere anche se ha un budget inferiore al prezzo di acquisto in quanto il risparmio in energia per utilizzarla raggiunge (facendo 20-25.000 km annui) 2.000 – 2.500 eur ai quali si possono aggiungere anche i mancati esborsi per manutenzione (obbligatori con il termico).

    Posseggo la Tesla con meno autonomia di tutte (MY RWD tedesca con cerchi da 20″), e vivo meglio di prima:
    – tutte le mattine è carica;
    – quando vado a fare qualche viaggio ho i supercharger;
    – quando non devo fare viaggi non perdo neanche tempo ad andare ad avvelenarmi alla pompa di benzina.

    1. Estenderei l’invito a “chi ha la possibilità si acquisti una BEV e viva felice.”
      Posseggo una BEV e :
      – se devo fare viaggi lunghi (poche volte l’anno) uso una ICE
      -tutte le mattine è carica
      – tutti i rimanenti giorni dell’anno (depennati dei viaggi lunghi) mi coprono il 90 %
      dei km che faccio in un anno.
      – piacere di guida inarrivabile per una ICE
      – spese di gestione ridotte e di parecchio.
      – emissioni “locali” zero o quasi (gli pneumatici!) .

  12. Alla domanda “perché così poche persone acquistano l’auto elettrica” ci sono 2 possibili risposte:

    A) perché sono condizionate dalle lobby e sono disinformate

    B) perché l’auto elettrica presenta una serie di criticità ancora non superate

    Ovviamente la verità è data da una certa combo di A e B, ma sulle percentuali ognuno di noi dissente (e siccome nessuno di noi è Dio, per quanto mi riguarda ben vengano opinioni discordanti, chi pensa 100% A, chi pensa 100% B e chi pensa un po’ e un po’).

    Per quanto mi riguarda, ad esempio, so per certo che la risposta è B (parlo del mio caso specifico, non del resto del mondo). L’auto elettrica oggi non eguaglia ancora l’auto a benzina (per gli aspetti che a me interessano) e quando lo fa lo fa a prezzi troppo elevati. Lo stesso vale anche per altre persone che conosco.

    Ieri parlando con un amico mi ha detto “ho visto la BZ4x a 60000 euro, bella ma troppo cara”. E io: “guarda che c’è la 2WD a 42900 euro, se paghi a rate rientri negli incentivi, ti costerebbe la metà”. E lui: “sì ma non è 4WD”. Approfondisco e scopro che lui, una volta ogni 3 anni, potrebbe forse andare sulla neve e preferirebbe farlo con una 4wd motivo per cui esclude la 2wd che pure costa la metà. Per una necessità, ripeto, che si verifica MENO di una volta l’anno. Conosco molti amici che sull’auto sono così, ti dicono “e se devo fare un lungo viaggio?” e la risposta che ho provato a dare, che il lungo viaggio capita una volta l’anno, non li convince. Quando acquistano l’auto non vogliono rinunce, non vogliono sacrifici, non vogliono adattarsi al veicolo e vogliono più praticità, più semplicità, etc.

    Pur non negando la risposta A) (le lobby) secondo me la risposta B) è ancora marcatamente presente. Mi rifaccio alle parole di Tedeschini: “C’è la gestione della ricarica, la manutenzione, le preoccupazioni sulla tenuta del valore dell’usato”. E concordo al 100%, aggiungendo: “le elettriche ancora non coprono tutti i segmenti di mercato e tutte le nicchie, le elettriche in caso di incidente grave è più probabile che siano da buttare, le elettriche se hanno un problema – vedi il caso recente del lettore della Born la cui auto ricarica sempre a bassa velocità – nessuno ci sa mettere mano, etc. etc.”. Di strada ulteriore da fare ce n’è ancora tanta partendo da quella che Tedeschini ha elencato al primo punto: “la gestione della ricarica”. Accetto il fatto che tante persone sono ben felici di avvalersi delle ricariche lente AC, accettate il fatto che non tutti tutti tutti sono felici di passare la vita a ricaricare l’auto in questo modo, almeno finché ci sarà la spina da collegare a mano (un po’ come per la benzina: c’è quello che mette 10 euro ogni giorno e quello – come il sottoscritto – che fa sempre e solo il pieno).

    1. Sinceramente queste lobby non mi sembrano così potenti si sono fatte imporre una data di scadenza alla produzione di auto con norme che praticamente prevedono solo la trazione elettrica, inoltre non c’è giornale che non pubblicizzi anche attraverso gli Inserti praticamente solo auto elettriche o plug in

      1. C’è Wall Street e c’è la Silicon Valley, vecchio mondo contro nuovo mondo.
        Stiamo vivendo in diretta un avvicendamento al potere.
        Il vecchio mondo è sempre più debole perché stanno venendo fuori tutti i danni che provoca l’uso dei fossili, ma hanno ancora tanti, tantissimi soldi e faranno di tutto prima di mollare lo scettro.

          1. Come disse Vanna Marchi: i polli meritano di essere spennati.
            Fatto sta, 9 anni fa diceva 13 anni…mi pare che siamo in traiettoria per raggiungere la profezia. Puntiamo tutto sui 4 anni rimanenti.
            Nel mentre lei continui ad ascoltare

  13. Concordo sul fatto che il progresso tecnologico si è rivelato più lento del previsto, però c’è qualcosa che non torna. Mentre nelle auto ev, come diceva il direttore, a parità di dimensioni, si trovano accumulatori che riescono ad incamerare la stessa quantità di energia di quelli di qualche anno fa, nelle plug in il discorso è diverso. Sono possessore di una plug in del gruppo vw del 2021 con 13 kWh di batteria lorda, in questi giorni hanno appena presentato il restyling che di kWh ne ha quasi 20. In soli 4 anni hanno raddoppiato la capacità a parita di dimensioni. Perche nelle ev, salvo errori, non succede la stessa cosa?

    1. Perche’ aggiungere 6 kwh e’ una cosa, aggiungerne 50 kWh e’ un’altra, in termini di peso, ingombro e costo……..

        1. a livello di specifiche delle batterie offerte in commercio, ad esempio la densità energetica, cresce di circa +8% all’anno

          questa regolarità si vede abbastanza bene sulle BEV, migliorano, ma un passettino ogni anno, senza grossi “strappi”, neanche quando viene introdotta una buova chimica

          le versioni standard range di Tesla (quelle con il taglio batteria più piccolo) mi pare hanno avuto negli anni 50 kwh, poi 55, ora 60, e si aspetta che esca il ritocco a 65

          le vetture premium, che sfruttano tutto lo spazio per avere batterie più grandi possibili, sono passare da 75 a 80 , 85, etc 100 kwh

          nelle ibride è diverso perchè la batteria è relativamente piccola, è una frazione limitata del veicolo, il costruttore può decidere, in base al tipo di utilizzo previsto della vettura, da un anno all’altro di aumentare molto i pochi kwh, invece che giocare solo sui piccoli miglioramenti annui di densità energetica, anche aumentando la massa e il volume della batteria a bordo

          1. io non parlavo di ibride full, ma di plug in. Nelle plug in il discorso è diverso perchè il costruttore tende sempre a massimizzare la capacità della batteria in base allo spazio che ha a disposizione. Il tuo discorso non fa altro che confermare quanto anticipavo e cioè che la capacità delle batterie, a parità di spazio, cresce molto più lentamente nelle ev che nelle plug in. Sarebbe bello capire come funzionano gli approvvigionamenti delle celle da parte delle case costruttrici. Magari mi sbaglio, ma non vorrei che fossero proprio queste ultime ad imporre uno sviluppo tecnologico lento apposta per massimizzare i profitti. E’ un mio pensiero e spero di sbagliarmi, ma se così fosse non si tratterebbe di un problema di sviluppo tecnologico.

          2. x Desmougo, è molto probabile che i costruttori non hanno la capacità di aggiornare/adeguare le loro piattaforme elettriche seguendo l’uscita di nuove tipologie di batteria che oramai si susseguono a cadenza annuale. Mi spiego avranno dei problemi tecnici e vincoli contrattuali con contratti per un determinato stock di batterie.
            A me sembra che Tesla da questo punto di vista programmi meglio gli upgrade, tant’è che nell’arco di 6 mesi quello che si trova sotto il pianale (batteria e motore) spesso è diverso per lo stesso model year.

          3. intendevo proprio le plug-in

            secondo me imbarcano il quantitativo minimo di capacità di batteria ritenuto commercialmente accettabile, per risparmiare sui costi e sul peso (e gestire i flussi di potenza/frenata entro 2-C )

            ora a livello commerciale è stato valutato che dovessero avere più batteria, cioè poter fare più di 50km, per continuare a renderle appetibili, e allora stanno aumentando la capacità delle batterie

            poi la decisione gli viene facilitata anche dal calo dei costi le batterie (misurati in euro x kwh) e l’aumento di densità (possono imbarcare più kwh senza aumentare troppo i costi e il peso), specie se non avevano modificato la taglia per più anni, ora si trovano celle più compatte

            persino molte bev montano batterie più piccole dello spazio disponibile, per poter costare e pesare meno, è un posizionamento commerciale

            le celle più aggiornate e con speficifiche migliori sono liberamente note su internet e anche liberamente aquistabili (su alibaba per es., ci le Blade di Byd, le Catl in formato autotrazione, Gotion, Eve, moduli vompleti per le Nissan, celle prismatiche , a sacchetto, cilindriche, etc)

            cosi come praticamente ogni auto, si trovano in rete i dati tecnici della batteria (densità, peso, chimica, etc) cercando con i motori di ricerca, o curiosando su siti come questo:

            https://www.batterydesign.net/benchmarking/

            Poi come dice Bob, alcuni costruttori di BEV come Tesla e i marchi cinesi, aggiornano i spesso pacchi batteria ogni anno cosi da avere migliori densità energetiche

            altri come i costruttori europei, dovendo dipendere da fornitori esterni, o per loro lentezza/valutazione, o forse per avere test di validazione più lunghi e minimizzare, li aggiornano ogni 2-3-4 anni

            tra le celle batteria usabili c’è infatti una certa forchetta di densità energetica (ma anche di costo e altre proprietà) tra le migliori e le più datate, sta al costruttore scegliere quali usare se vuole essere competitivo

            per esempio la Renault Megane è un po’ che non aggiorna la chimica del suo pacco batteria (è ancora NCM 712), cosi non deve rifare validazioni e spese varie; all’epoca aveva scelto celle costose e packaging che erano il “top di gamma” come densità energetica; ora sono scese di prezzo e non più al vertice come specifiche, però tutt’oggi hanno una buona densità energetica se paragonate alla gamma media, per cui ha senso che non le abbia ancora aggiornate (probabimente per ancora un anno) se gli consente di abbassare il listino e avere un prodotto “rodato”

          4. Secondo lei, appunto. Le sue, mi sembra di capire, sono ipotesi. Secondo me invece, visto che non sarebbe una novità a livello industriale quello che ho scritto sopra, andrebbe fatto un approfondimento su questo argomento attraverso persone che lavorano nel settore e che hanno una certa competenza in merito. Ma su questo sito appaiono purtroppo solo articoli riciclati e fatti per creare discussioni e basta.

          5. Al netto della categoria news che presenta novità ev che si possono trovare anche su qualsiasi sito non strettamente ev (ormai anche 4ruote parla di mobilità elettrica ogni giorno); seguendovi ormai da qualche mese, vedo che vengono spesso pubblicati in “vai elettrico risponde” articoli di lettori che denigrano la mobilità elettrica con le solite argomentazioni (ormai trite e ritrite) e nelle risposte della redazione, in cui il redattore non si firma, vengono citate le solite argomentazioni che tutti quelli che frequentano questo blog (che sono i soliti noti, come si può vedere dai commenti) ormai conoscono. Invece di sindacare continuamente sui pregi e i difetti della mobilità elettrica attuale attraverso i commenti di lettori poco qualificati sarebbe, sempre secondo me, opportuno avere un approccio un po più tecnico e professionale e meno di parte magari coinvolgendo maggiormente gli esperti/tecnici del settore attraverso interviste dove porre eventualmente anche i quesiti emersi nei commenti dei lettori.

          6. Se ha un po’ il pallino della progettazione, si trovano tutti i dati tecnici delle batterie e anche i costi industriali aggiornati mese per mese, disponibili in rete

            C’è un bilanciamento tra costi, disponibilità di forniture, densità energetica aggiornata delle batterie, investimenti per aggiornare o meno abbastanza spesso un’ auto (finchè la concorrenza e la competizione in europa rimane bassa sulla auto compatte), etc

            Dove l’industria (europea) sta (molto probabilmente) facendo “una furbata”, è nel tenere costi alti rispetto ai costi industriali attuali (fine 2023) di batterie, motori, inverter, software,

            e di non mettere velocemente in commercio le combinazioni più appetibili di prodotti (vanno per incrementi minimi, e vendendo prima auto più grandi)

            es: in Cina le Plug-in hanno batterie da 20-30-40 kwh, e le utilitarie/compatte BEV batterie da 40-60 kwh (costando 50%; con un po’ di tara sul vosto della vita diverso)

            secondo me non c’è un motivo tecnico che impedisca di avere questi prodotti anche qui (anzi buone utilitarie sono state ritirate dal mercato, es vw Up e Leapmotor T03, e altre non sono state aggiornate) che farebbero aumentare le vendite, e forse non c’è più neppure un problema di capacità produttiva,

            sembra un problema di natura commerciale (di ancora poca concorrenza e preferenza a spingere ancora la filiera termica)

  14. Le aziende automobilistiche tradizionali sanno di non essere competitive sull’elettrico e quindi cercano di prendere tempo frenando la mobilità elettrica forti dell’apparato mediatico e dei governi a loro disposizione. Ma sanno tutti benissimo che la mobilità elettrica è il futuro per il semplice motivo che è più efficiente, cioè alla fine di TUTTI i conti muoversi con un’auto elettrica costa meno al proprietario e alla collettività (riduzione dei costi ambientali e sanitari dell’inquinamento), come afferma la scienza e come confermano innumerevoli testimonianze di proprietari di auto elettriche.

    1. caprone manicheo

      Siccome gli incentivi tedeschi erano seri ci sta che appena li togli ci sia un momento di “fermo”, consideriamo anche che molti acquisti sono stati fatti in fretta e furia prima che gli incentivi finissero.

  15. Iorio Cavallini

    Credo che sia naturale che in un processo di transizione ci siano dei rallentamenti o pause…( dovuti anche da i tanti interessi che remano contro) non credo si possa fare un raffronto con il gpl e il metano…l’elettrificazione è un processo inarrestabile e l’auto ne è e sarà una parte , magari la più importante, ma sempre parte di un futuro che è appena cominciato…

    1. Il processo è avviato, concordo completamente. Costo dell’energia, tecnologia non al passo con le promesse, sviluppo infrastrutturale molto lontano dalle promesse sono solo alcuni degli intoppi. Certo è che il prodotto attuale non copre tutti gli utenti, non ancora, e le vendite, lobby o non lobby testimoniano semplicemente questo.

  16. Segnalo in un solo anno la produzione elettrica europea ha tagliato -19% di emissioni di Co2 in quantità assolute; le rinnovabili crescono al 44% nel 2023

    in quantità relative, l’impronta carbonica del kwh medio europeo è passata:

    da circa 290 gr Co2 /kwh nel 2022
    a circa 242 gr Co2 /kwh nel 2023

    Anche il costo di produzione dell’elettricità (mix con molte rinnovabili) è previsto in calo e con minore suscettibilità alle tensioni internazionali sui fossili

    Questi due aspetti, sono condizioni estremamente favorevoli all’uso delle BEV

    Mi aspetto che siano forti fattori trainanti anche nel 2024, anche se i miglioramenti progressivi sull’autonomia delle batterie e dei listini prezzi (europei) sono forse indietro di 1-2 anni sulle aspettative e big-oil e ideologie politiche si mettono di traverso

    PS: lato batterie, in Cina ci sono già in produzione le specifiche che avremo poi anche qui, e mi pare che bastino anche per buona parte dei più esigenti in campo di autonia e ricarica veloce

    piuttosto.. i cotruttori mollano la presa e le (ri-)mettono in commercio un po’ di utiltarie/compatte BEV aggiornate, o continuano a rimandare ?

    poi sfido che non si vendono.. non sono in commercio

    anche qui, guardando a Oriente, si vede che tecnicamente non ci sono problemi a fare buone compatte/utiliatarie con batterie LPF al momento da 44-50(-60) kwh

  17. Secondo me, prima di chiedersi se si sta tornando indietro, è da chiedersi se in realtà si è mai andati avanti con questa tecnologia. Parlo a livello di vendite, poi ovvio che è una tecnologia con margini di sviluppo importanti. Con il 3% di vendite, si sta parlando di una nicchia, per capirci vendono più le coupè termiche, che nessuno vuole piu

      1. L’ Italia non ragiona più da grande ma si sta relegando in una nicchia. Spero comunque che le cose cambino nel prossimo futuro.

      2. antonio Gobbo

        Si vero però se al “mondiale” leviamk la Cina che si sa vene il perchè spinfe verso l’elettrico, allora le % croollano, in Europa il 16%, negli USA il 7% Giappone se ben ricordo siamo al 2% … Africa e Sud America direi quasi inesistente. Insomma prima di arrivare a % significative (sempre escludendo la Cina che peraltro ora non se la passa benissimo) ne deve passare tanta di acqua sotto i ponti soprattutto se alle prossime elezioni europee e americane vincono i conservatori.

        1. Peccato che al mercato mondiale NON si può levare la Cina.
          La Cina rappresenta il 30% delle vendite mondiali con i suoi 25mln di pezzi.

          L’Italia puoi escluderla, tanto 1,5mln in più o 1,5mln in meno NON se ne accorge nessuno. Toyota ha il suo TERZO MERCATO in Cina con oltre 1,9mln di pezzi e VW 1/3 delle vendite con oltre 3mln di pezzi.

          Possono Toyota e VW rinunciare al 18% ed al 33% delle loro vendite? Perché in Cina venderanno eletrriche sempre di più.

          Dico di NO, potrebbero rinunciare alle vendite italiane, senza grossi problemi, ma a quelli cinesi direi proprio di NO.

          Ed allora pedalare sull’eletrrico.

          1. antonio Gobbo

            Ti annuncii che senza incentivi le elettriche in Germania hanno perso a gennaio il 55% … allora rinunciamo all’Italia, alla Germania, a mezza Europa dell’est, alla Spagna al Giappone e agli USA più Africa e SudAmerica e avanti con Cina (se esce dalla recessione attuale) Norvegia, Svezia e Portogallo … credo che quelli che dovranno pedalare visti questi dati siate voi … o sbaglio 🙂

      3. ANTONIO GOBBO

        Più che un trend mondiale lo definirei un trend “cinese”, infatti se si escludesse la Cina che resta di gran lunga il principale mercato per volumi delle elettriche pure, quasi 6,2 milioni (+23,4% sul 2022) e il 23,8% di quota.
        L’Europa rappresenta il secondo mercato al mondo e una quota del 16%, due punti in più sul 2022, negli Stati Uniti la quota delle elettriche è del solo 7%, il Giappone il una quota di elettriche inchiodata a un misero 1,7% e l’India il 2,1% … altri continenti come Africa e SudAmerica direi che danno le briciole. Dati presi dal sito di repubblica del 5 febbraio 2024
        Il trend mondiale non sarà come quello italiano … ma appunto Cina e paesi nordici esclusi, non è che si differenzi poi di molto.

        1. Il Giappone è super interessante, una roccaforte dove i produttori si sono arroccati sul petrolio, vediamo come andrà a finire tra un po’.
          Però quello che più trovo interessante, se il fenomeno è così marginale, secondo il suo ragionamento sulle percentuali, perché oggi non siamo in quattro gatti su questo forum a raccontarci quanto siano belle le nostre quattro auto elettriche, invece riceviamo continue visite da parte di pensatori illuminati che sentono l’ urgenza di raccontarci che in fondo queste auto elettriche sono un flop e non ce la faranno.
          Persino Toyoda sente la necessità di dirci che non supereranno mai il 30%. Se ne è così convinto che problema c’è, continui a produrre e vendere le sue ibride senza preoccuparsi delle elettriche, no?

          1. Francesco Pilan

            Toyoda sente la necessità di parlare di automotive. Qualcuno se ne stupisce, visto che rappresenta il principale costruttore mondiale? Forse dovrebbe mettere un link a Vaielettrico al posto del suo ufficio stampa..

          2. Il concetto era che se è così convinto potrebbe benissimo lasciare gli altri a rompersi le ossa con le auto elettriche e silenziosamente prendersi una fetta più grossa del restante 70%. Invece no.

        2. Il 7% è tre volte e passa più del 2%, il 16% è otto volte, il 23% undici volte. E abbiamo fatto l’80% del mercato mondiale dell’auto. Sì, sì, grosso modo il trend italiano non si discosta molto da quello mondiale, ha ragione lei

          1. La mia riflessione di questa sera è: ma davvero esistono i tifosi del fallimento dell’ auto elettrica? Mi spiego meglio: perché la gente è così in panico da commentare contro una notizia non certo positiva per le auto elettriche? Mi sarei aspettato un mucchio di commenti da parte di chi si augura, per il bene di tutti, che la mobilità elettrica prenda piede il più velocemente possibile, e invece vedo questi puntualizzatori di percentuali che bramano di dimostrare l’ insuccesso conclamato delle auto elettriche.
            Tra questo aspetto e l’ ansia da ban (che ha sostituito su queste pagine la precedente ansia da autonomia) c’è molto da riflettere, soprattutto a livello psicologico.
            L’ auto elettrica sembra introdurre uno shock culturale un po’ ovunque, ma sugli italiani sembra trattarsi di una forma decisamente più morbosa.

  18. Per chi ha voglia di ascoltarlo vi è l’intervista di Barisoni al professor Bruno Della Chiara nel focus economia del 9 febbraio
    Lasciando per chi volesse il piacere di ascoltarlo in originale mi limito a dire che non potrei condividere di più, e lo espicitai già in tempi non sospetti
    Buon ascolto

    1. Guido Baccarini

      È stato però trascurato, completamente, un aspetto: la scadenza. È un intervento di parte che considera esclusivamente l’aspetto tecnologico ed economico inteso come filiera ignorando la scadenza, esterna, dettata dal cambiamento climatico in atto, che non concederà deroghe.
      Se vogliamo fare l’LCO completo, dobbiamo aggiungere il costo del cambiamento climatico che ricadrà su ogni singolo abitante del mondo: ricordo che nel 2023 a livello mondiale i costi del cambiamento climatico sono costati dai 4.000.000.000.000 ai 6.000.000.000.000 (dai 4mila ai 6mila miliardi) di dollari, nel mondo. Fanno 1000 dollari ad abitante. Secondo Bankitalia, si arriverà al 14% del PIL mondiale, ogni anno.
      Quindi, prendendo LCO globale, costa dannatamente meno pagare a vita la cassa integrazione all’intero comparto di lavoratori automobilistici.
      Vero che detta così suona un po’ diversa, la questione?

      1. D’accordissimo in tutto quello che hai detto.
        Purtroppo i più vergono solo i soldi che vedono uscire dai loro c/c è non si rendono conto di quanto in più potrebbero avere e se abbracciassero certe scelte che sempre più oppositori etichettano come ideologia green quando in realtà è una necessità per sopravvivere nel prossimo futuro.

        1. ANTONIO GOBBO

          Potrebbe anche esser vero, peccato che i soldi occorre averli per poterli spendere e in Italia dopo 20 o più anni di NON adeguamenti salariali i soldi sono come i panda … protetti dal WWF tanto pochi ne restano. I listini delle elettriche sono scesi, vero ma non ancora abbastanza 8non a caso a gennaio al solito c’è stato un boom di city car e soprattutto si sono vendute più del doppio di auto usate rispetto a quelle nuove e non certo perchè gli italiani amino il vintage.
          Vi è poi l’annoso problema delle ricariche per chi non ha il fatidico BOX ….mettiamoci il cuore in pace, fintantoche non ci sarà una colonnina che sia vicina (2 – 300 metri) e soprattutto libera e funzionante, il prezzo sarà importante ma la scelta cadrà sulla praticità di ricarica indipendentemente da tutti i giustissimi discorsi di inquinamento o desiderata dall’Europa..

          1. Tutto vero ma se fossi un petroliere gongolerei leggendo quello scrive, i polli da spennare non finiranno mai e quando saranno dimezzati basterà raddoppiare i prezzi

          2. Francesco Pilan

            Continuo a sentir parlare di colonnine.
            Ho un box di proprietà nella villetta di proprietà, vorrei acquistare una BEV, la ricaricherei a casa senza problemi e a costo inferiore rispetto al diesel attuale ANCHE SENZA FV O INTERVENTI AD HOC.
            Indovinate cosa manca all’equazione?
            Spoiler: il potere di acquisto fa parte del discorso

      2. Mi perdoni , anche se la colgo in buona fede, quella che ha detto è per me un’aberrazione, anche fosse vero che la cassa costerebbe meno , il costo di ridurre gli uomini e le donne a meri sussidiati sarebbe infinitamente più grande.
        Quello che conta ai più è la scadenza mensile più che quella secolare
        Se non si riusciranno ad integrare le due cose lasciando indietro un numero impressionante di persone la transizione ( almeno come immaginata fin’ora ) e già sconfitta …….e voi lo sapete bene

        1. Guido Baccarini

          Ivan.s
          Il mio discorso era prettamente in risposta a Focus Economia.
          Non fa mai piacere la verità sbattuta in faccia, ma ogni anno da qualche anno abbiamo, nella sola Italia:
          – 48.000 morti da inquinamento DA TRASPORTO FOSSILE (https://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora/morti-premature-attribuibili-allinquinamento-atmosferico)
          – 9 miliardi di danni (https://www.aon.com/getmedia/760ea02e-ce76-4348-800a-cb8d99ca2a8f/20230720-1h-2023-global-cat-recap.pdf) da maltempo.

          E’ giustissimo cercare di salvaguardare diciamo 100.000 persone che lavorano nell’automotive (sono 270.000 ma di queste mica tutte devono smettere, i componenti si continuano a fare e una parte riuscirà a ricollocarsi: una di queste è mia figlia Laura, per inciso), perchè 100.000 persone MUOIONO (lo scrivo anche sillabato, è più incisivo: MUO-IO-NO) ogni due anni a causa dell’inquinamento da trasporto, questo OGGI, non fra 30 anni.
          Perchè fra 30 anni ogni anno moriranno MIGLIAIA di persone, tutti gli anni, per le inondazioni, gli allagamenti, il caldo torrido o il gelo artico. Nel 2023 sono morte solo 31 persone.

          Se dobbiamo mettere sul piatto della bilancia 100.000 morti e 20 miliardi di euro OGNI DUE ANNI oppure 100.000 persone che perderanno il lavoro, cosa dovrebbe fare un governo degno di questo nome? E’ chiaro che bisogna fare DI TUTTO per salvare capra e cavoli, ma non mi pare che continuare a dire che bisogna “pensarci” risparmi quei 48.000 morti annuali!!! MEZZO MILIONE DI MORTI in 10 anni e ne dobbiamo ancora parlare?
          Il metodo Alitalia non funziona, nemmeno il metodo ILVA. Solo che qui non è in gioco il futuro dei soli lavoratori del comparto, è in gioco la vita di TUTTI, entra in testa?
          Dovremmo TUTTI il prima possibile smettere di usare combustibili fossili perchè ne va della nostra vite, non di quella di un comparto di lavoratori, significherebbe farli morire ugualmente poveri in un mondo devastato dal maltempo. 14% di PIL in meno significa che ognuno di noi, tranne i ricchi, diventerà assai povero, malato senza cure (chi paga la sanità?) in un mondo che invecchierà sempre di più perchè nessuno vorrà fare dei figli da condannare a morte.
          Questo se qualche virus uscito dal permafrost siberiano che si sta scongelando non spazzerà via il 99% della popolazione umana (anche questa non è fantascienza, è una possibilità estremamente concreta, estremamente sottovalutata, il Covid non ha insegnato niente… chi non impara dai propri errori è scientificamente definibile un idiota).
          Troppo tragico come scenario? Se continuiamo a parlarne, probabilmente sarà sottostimato. E non mi importa se risulto un Cassandra o un cinico (che non sono, ma è irrilevante), la verità è che le regole sono dettate dall’esterno da qualcosa (non è un qualcuno) che non ha scadenze, abitudini e non guarda in faccia a nessuno: si chiama “natura” e seguirà inesorabilmente il suo corso, che Guido lo dica o Ivan.s lo condivida o meno.

          1. Caro sig. Baccarini, mi rendo conto che per questi discorsi servirebbero un tavolo delle sedie una birra o un caffè in base alle preferenze e soprattutto molte ore, cosa per altro che potendo faccio sempre volentieri, forse non modificheremo le rispettive posizioni , per altro credo nemmeno troppo distanti come analisi, inerenti i rischi futuri ma probabilmente sensibilmente distanti riguardo i metodi i tempi e anche il grado di gravità della questione
            Purtroppo in un forum sibrischia di tagliare troppi concetti con l’accetta eliminando quelle sfumature che fanno realmente la differenza nella comprensione dei rispettivi pensieri
            Ora , in attesa di poter fare un discorso più “completo ” le sintetizzo in modo estremo così.
            Non credo convintamente che si riuscirà ad arrivare ad un parco elettrico totale ne in Europa ne altrove perché il primo pensiero della massa è e sarà sempre come arrivare a fine mese , questo non significa che io condivida o che non condivida molto di quello che lei ha postato , però anche io ritengo irrilevanti i nostri rispettivi pensieri per il cambiamento delle cose, ritengo solo che si stia sbagliando strada intesa come globalità e flessibilità delle azioni e del tempo di verifica ( esempio : il mesotelioma e ancora molto diffuso questo non significa che il grosso del lavoro per eradicarlo non sia già stato fatto) quindi io alla fine sono solo meno ansioso e più ottimista

          2. Scusate l’ intromissione ma non posso non ricordare che quando è stato evidente che il fumo era dannoso per la salute non ci sono stati problemi a sbattere fuori da tutti i locali pubblici i fumatori. Oggi ci sono le tecnologie per una mobilità (più) sostenibile per cui tutto ciò che ha emissioni (sia nocive che climalteranti) verrà messo al bando o comunque sarà fortemente disincentivato.

          3. Parole sante. Aggiungo che dovremo abituarci all’idea che il nostro modo di vivere non è sostenibile, non solo nel lungo periodo, ma neppure nel breve.

          4. Guido Baccarini

            Ivan.s
            Infatti mi spiace non poterne parlare davanti ad una birretta.
            Credo anche io che le divergenze potrebbero essere sui modi ma non sul fine: credo che qualsiasi persona minimamente informata e di buon senso non abbia dubbi sul cosa vada fatto.
            La correggo in una cosa: non sono ansioso, potrei sembrarlo per la passione che metto in quello che scrivo ma sono caratterialmente estremamente pacato, il mio soprannome è Giobbe (in senso biblico) e poco impulsivo. Perdo ogni ritegno davanti all’ ignoranza, non è certamente il suo caso, per questo metto una certa enfasi nel sottolineare i pericoli, con la speranza che qualcuno si faccia due domande. Gli irriducibili, quelli sono persi e non è certo per loro che si scrive, provo solo pena (la pietas) e anche un po’ di tristezza per il sistema scolastico e di informazione che abbiamo (in generale, non solo in Italia).
            Alla prossima.

          5. Le intromissioni sono sempre perdonate perché ascoltare e sintomo di intelligenza e rispondere è educazione
            Posso solo ripetere che per questi discorsi ci vorrebbero ore per un confronto serio. Quindi riduco a questo , il fumo ( che non è stato vietato) non era una questione fondamentale la mobilità lo è per 1000 e 1 motivi in più, capisco il paragone stracciato, il fatto di averlo vietato al chiuso può equipararsi al vietare le auto termiche o in condizione termica all’interno delle città o a zone particolarmente esposte ( cosi sono d’accordo da sempre)e lasciare il termico così come si fuma all’aperto
            Secondo punto , come si spiega la maggior incidenza di tumori in paesi come Canada, Australia e Olanda ( oltre ovviamente a Francia, Italia , Germania e Usa ) e molto più bassa in paesi come Giappone e Turchia per fare un esempio? Sarà mica che i primi citati coincidono con i maggiori consumi di tabacco degli ultimi 50 anni?
            Ripeto il discorso è lungo e complesso , io non credo ai bianchi e neri( sarà perché tifo Toro) ma alle tante sfumature di grigio che applicate con equilibrio e intelligenza portano molti più risultati dell’incaponimento
            E badate non ho la minima idea ne convinzione di far cambiare idea a nessuno , sarà la storia che dirà come andrà

  19. Daniele Sacilotto

    Io credo che ci sia ancora molto margine di crescita invece per l’elettrico. Sapevamo tutti fin dall’inizio che i prezzi sarebbero stati alti per un pò fino al raggiungimento dei volumi necessari a far utile. Ora stiamo assistendo alla seconda fase. In molti paesi le percentuali sono ottime, l’elettrico si vende eccome, i prezzi iniziano a scendere. C’è chi taglia i listini, chi fa scontistiche, chi inserisce modelli entry level, ma di fatto i prezzi scendono e incomincia a intravedersi una seria concorrenza.
    Il problema vero è un altro: le case automobilistiche tradizionali non hanno mai creduto che questo sarebbe accaduto perché pensavano che il taglio dei prezzi non sarebbe stato possibile a causa dei prezzi dei componenti primari (batterie). Così hanno continuato a spingere sui motori endotermici per garantirsi vendite e margini di guadagno ignorando ciò che stava accadendo fuori dal loro orticello.
    Così un giorno ti ritrovi che un’azienda informatica capisce come tagliare i costi efficientando la produzione industriale anziché ricattando i fornitori (a buon intenditore…) e ti ritrovi a perdere fette di mercato nelle quali prima dormivi comodamente. È bastato 1 anno per stravolgere le loro convinzioni: gigapress, taglio dei listini massiccio, quote di mercato in crescita costante, competitor che stanno al gioco tagliando i prezzi e tu sei li che ancora ti chiedi come fanno a far pagare Model Y quanto la tua mini Jeep. E allora giù a piangere dal governo per avere aiuti e dai fornitori per avere tagli dei listini del 40%.
    Intanto c’è un Europa che si elettrifica, abbassa i costi delle ricariche ed è avviata verso la transizione energetica.
    Il problema non sta nell’elettrificazione ma nella complicata, lenta e inefficiente gestione di questa da parte dei colossi automobilistici europei. Sembra di vedere Golia contro Davide

  20. Ogni minuto perso dagli incumbent è un minuto guadagnato da Tesla e dai cinesi, purtroppo.

    I pentimenti in stile Nokia saranno molti.

  21. Le colonnine FreetoX degli autogrill Villoresi sulla A8 dovevano essere attivate ad agosto. Se anche FreetoX si perde in questi pessimi esempi di scarsa attendibilità e superficialità allora forse stiamo veramente perdendo questa grande possibilità. Peccato.

    1. Seguendo dal 2020 forumelettrico soprattutto per quanto riguarda le nuove colonnine, sono abituato a veder passare anche un anno tra la comparsa della colonnina e la sua attivazione. Anche qua a 300 metri la Enel-X da 50 watt ha atteso 13 mesi (da gennaio 2022 a febbraio 2023) per passare da spaventapasseri a colonnina utilizzabile 🙁
      E ci sono anche casi di colonnine installate in primavera 2022 che a fine 2023 erano ancora spaventapasseri: si può dire che è sempre stato così, non è in corso un cambiamento in peggio. PS di sicuro una spintarella a queste tempistiche sarebbe più che benvenuta

      1. Daniele Sacilotto

        È una responsabilità del gestore di rete locale l’allacciamento della colonnina non del CPO che è danneggiato anch’esso da questa lentezza. Nel comune in cui vivo il gestore ci ha detto che per legge loro hanno 5 anni di tempo per l’allaccio. Ovviamente pagando noi i costi tutto si sarebbe risolto in tempi rapidi, solo che un comune piccolissimo non ha la possibilità economica di sobbarcarsi quei costi

  22. Buongiorno Direttore, buona domenica e lei ed a tutti.

    Il problema è che, per migliorare sui costi e sulle tecnologie, occorre investire. Ma per investire devi crederci e non avere timori per l’aggressività di Tesla e dei cinesi. Se sei in difficoltà a misurarti con concorrenti “aggressivi”, finirai per unirti ai “contrari per interesse”, perché diventa anche il tuo interesse (apparente, perché alla fine muori).

    Se tutti i soldi spesi per sviluppare le Euro 5, 6, 7… e via così, li avessero spesi per batterie e sistemi di produzione di elettriche, con un minimo di lungimiranza, visto che gli scienziati ci avvisano da oltre trent’anni di dove ci stavamo cacciando mantenendo la nostra “comfort zone” (sempre difficile uscirne, perché crea ansia e produce rischi), ora avremmo a disposizione elettriche di prezzo uguale alle termiche a parità di fascia, se non anche minore, visto che sono più semplici come concetto, e con autonomie concorrenziali a quelle delle termiche grazie a batterie ad alta densità energetica e grandi capacità di ricarica veloce. I cinesi da quanti decenni stanno investendo, preparandosi e comperando ciò che serve in giro per il mondo? Noi? Nulla! Lo “scopriamo” ora, per tecnologie sviluppate inizialmente in occidente.

    Magari si sarebbe anche potuto investire sull’informazione per un cambio di mentalità:
    non è più necessario “ricaricare” mentre la usi, ma ricarichi quando vuoi mentre non la usi;
    guarda che stai rovinando il tuo mondo e l’aria che respiri ti sta uccidendo.

    Magari qualche soldo (ad esempio basterebbero quelli pagati da VAG negli Stati Uniti, qui è passato tutto “in cavalleria”, per il Dieselgate) avrebbe potuto anche essere messo nelle infrastrutture. Magari della casa, come ha fatto Tesla. Nuovi paradigmi! Nuova mentalità! Nuovo spirito imprenditoriale! Invece: protezionismo!

    Purtroppo, l’uomo è un animale pigro, fa fatica a discostarsi dall’equilibrio raggiunto. Almeno finché “sta bene” in quell’equilibrio. Infatti, i pionieri sono persone che non stavano bene nell’equilibrio socio-economico che stavano vivendo.

    E’ per questo che sarebbe necessaria una politica di prospettiva, di cervello, non elettorale basata sulla “pancia”!

    Invece, in tutto l’occidente, sovranismi in salita e difesa dello “statu quo nunc”.

    Non la vedo granché bene: mi sembra di essere parte del film “Don’t look up”!

    Buona domenica.

    1. Bravo.
      Aggiungo solo che i soldi pubblici avrebbero dovuto essere spesi solo per la rete di ricarica, e per veicoli (autobus e utilitarie) che massimizzano la il rapporto tra riduzione dell’inquinamento/costo di acquisto, e che vengono utilizzati nelle aree con maggiori problemi di inquinamento atmosferico.

      1. Anche sostituire i SUV con altri SUV termici non è una grande idea per cui è corretto che gli incentivi siano dati pragmaticamente anche sulle auto più grandi.
        In un mondo ideale, dove un proprietario di SUV decidesse grazie agli incentivi a sostituirlo con una più parca ed ecologica utilitaria, sarebbe sacrosanto il suo ragionamento.

    2. Sono d’accordo e aggiungo… dove saremmo adesso se invece che 100 anni persi a sviluppare motori con pistoni che vanno su e giù (moto lineare trasformato poi in moto circolare con perdite per attriti e calore sul 70/80%) e avessimo invece sviluppato tecnologie su batterie e motori elettrici ?
      I motori termici sarebbe argomento da bar dei vecchi.. o solo per alcuni usi industriali

  23. La verità é che la gente non vuole cambiare paradigma e nemmeno il modo di gestire l’auto. Se la mobilità bev non riuscirà a sostituirsi negli stessi modi e termini a quella ICE tradizionale fallirà come hanno fallito metano e GPL che pur essendo più economici non si sono mai diffusi causa problemi che oggi affliggono anche il mondo bev (doversi cercare con app o altro le aree di ricarica e autonomiae ridotte). Ci sarà un motivo se l’unica a vendere veramente é tesla che con la sua rete tende a questo concetto. Credere nella ricarica lenta quando l’auto é parcheggiata non farà mai diffondere le auto bev.

      1. Proprio perché ancora non posseggo una bev (anche se le ho guidate più volte) posso provare a spiegarvi la ragione per cui non si diffondono, ma evidentemente il signor degli esposti (in questo e altri post) dimostra di non sapersi confrontare (probabilmente perche non ha argomenti?). Dispiace che non lo accetti ma la verità é quella descritta sopra. Quando la distribuzione di colonnine fast sarà identica a quella dei distributori attuali (a costi più bassi di quelli attuali) allora il bev si diffonderà.

        1. Guido Baccarini

          Dissento.
          E’ più importante la diffusione estesa e capillare della ricarica lenta.
          Se il 95% dei tragitti è entro l’autonomia dei veicoli, perchè favorire una modalità di ricarica a cui ricorro raramente a sfavore di quella che mi serve quotidianamente?
          Senza tirare fuori la media di Trilussa (perchè Trilussa parla di una media fatta su DUE elementi, facciamola su 40 MILIONI e poi provi a dirmi che non è attendibile!!), se la percorrenza media degli italiani è inferiore ai 1000 km mensili, vuol dire che serve ad una esigua minoranza ricaricare alle ultrafast: e serve lungo le direttrici, non certo in città! Sì, OGNI stazione di servizio autostradale dovrebbe avere 20 colonnine ultrafast, ma una ultrafast in mezzo ad una città non serve esattamente a NULLA, servono invece migliaia e migliaia di cavi che escono dai lampioni e ricaricano a 3kW e minicolonnine in ogni singolo parcheggio di supermercato e cinema che ricarichino max a 11kW, così anche chi non ha il garage non sia costretto ad andarsi a cercare appositamente una colonnina.
          Questo servirebbe.
          Ma siccome ancora non si è capito se è nato prima l’uovo o la gallina, i Vincenzo pensano che 50.000 colonnine in Italia per 250.000 veicoli di cui 200.000 ricaricano in casa, siano poche perchè non le vede e ne vorrebbe un milione subito: ok, facciamolo, proviamo a togliere una sessantina di miliardi di sussidi ai fossili e ne possiamo fare 60.000 da un milione di euro (costo di una ultrafast da 10 stalli) immediatamente.

          1. AMEN.
            È esattamente così. In città la corrente alternata c’è in ogni m2. Anche la trifase è presente in ogni negozio/ristorante/pizzeria ecc, ecc. Per cui se vicino le zone commerciali hai un po di 2X11KWAC e qualche 50KWDC per chi fa la spesa velocemente, basta ed avanza. Inutile avere la 250KW in mezzo alla città quella è da mettere in entrata/uscita autostrada per chi parte e vuole fare un pieno veloce e per chi rientra ed ha bisogno di fare una rabbocco veloce.

            Davanti al cinema a che serve una 150KW? Che solo a fare il biglietto hai già fatto il pieno? Stessa cosa un albergo o un ristorante, 22KWAC (e spingere legislativamente per la 22KWAC sulle BEV). In 3h metti 60KWh. Tutti con lo 0% di batteria vanno a cena e tutto con la LR da 80KWh? E anche fosse perchè con 40 KWh in batteria non torni a casa tranquillamente? Si solito si va a cena a 250 Km da casa?

        2. Cosa vuole spiegarci dall’alto della sua esperienza di uno che ha “guidato più volte una bev”? Sembra quel comico, Ferrini, che al bar si vantava di essere stato anche in Svizzera. Dia retta a chi ne sa qualcosa e si sforzi di capire che l’utilizzo dell’auto elettrica non sarà mai “identico” a quello dell’auto termica. E’ completamente diverso e anche molto migliore.

          1. Mi conforta sapere che i più astuti di tutti sono tutti qua su vaielettrico.

      2. Premetto che guido elettriche con soddisfazione dal 2015.
        Penso che quanto scritto da Vincenzo non rappresenti un’analisi completa ma, allo stesso tempo, che le sue osservazioni non siano sbagliate.
        Per chi non può ricaricare a casa la situazione in certi ambiti rimane piuttosto statica (parità di prezzo BEV-ICE e attenzione a fare rispettare i divieti di sosta nelle postazioni di ricariche) o sta addirittura peggiorando come nel caso del costo delle ricariche.
        Questa mi pare la nota più dolente….
        E il governo dorme colpevolmente.

        1. il 70% degli italiani ha un box di proprietà, quindi si tratta di scelte personali e alla gran parte degli italiani frega niente del domani , i più lungimiranti allungano lo sguardo a fine settimana (gran parte dei politici compresi ovviamente), è come quando succedono eventi estremi (frane-alluvioni) si piange un paio di giorni e dal terzo via tutto come prima.

          https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Sintesi%20dei%20principali%20risultati%20Federpropriet%C3%A0-Censis%20-%20Gli%20italiani%20e%20la%20casa.pdf

          1. Percentuale che scende al 40% nelle città (dove abita la maggiore parte degli italiani), i numeri tocca saperli leggere. A leggervi sembra che non abbiate mai passeggiato nel centro di una qualsiasi città italiana

      3. Quanto detto da Vincenzo non è del tutto errato. La mobilità basata sull’endotermico soddisfa abbastanza bene le esigenze della massa e la massa quindi è poco interessata a sperimentare vie alternative se non c’è la stessa comodità, che permette di mantenere le stesse abitudini, a costi inferiori.
        Anche perché l’auto è un investimento importante per il 99% della popolazione e si fa più fatica a lasciare la strada vecchia per la nuova.

        Il mercato e il pubblico poi non aiutano (colonnine non funzionanti, tariffe in aumento, stalli occupati dalle termiche, ecc…)

        1. @Roberto
          Ora io capisco che gente punti a stare più comoda possibile oggi… speriamo che domani trovino comode anche le passeggiate a piedi su asfalti roventi e le gole riarse per mancanza di acqua.
          Il pensiero del cambiamento climatico non vi sfiora mai? eppure è già ben percettibile.
          Altro che comodità di fare il pieno in qualche minuto.
          E pensare che in tutto questo l’auto è un semplice tassello in un quadro ben più ampio che potrebbe portare ben altre scomodità.
          Per me, nel 2024, è follia leggere ancora simili cose.

          1. Francesco Pilan

            La motivazione base nella scelta di acquisto di un auto è la lotta al riscaldamento globale?
            Chi ha come faro l’ecologia tout court ha già spiegato di NON usare l’auto, anche in questo blog.
            Se non si ascolta l’altro, sentendosi profeti immacolati su un piedistallo dorato, si rischiano brutte cadute.

          2. La lotta al riscaldamento globale è alla base dell’Accordo di Parigi (2015) e di quello raggiunto a Dubai (Cop 28, 2013) fra tutti i 197 Paesi dell’Onu. Prevede il progressivo abbandono degli idrocarburi come fonte energetica, quindi delle auto a benzina e a gasolio. Ora, le possibilità sono due: correre per salire sul treno della transizione, oppure stendersi sui binari sperando di fermare il treno. Chi sceglie di acquistare un veicolo sostenibile fa parte del primo gruppo. I profeti immacolati non c’entrano nulla. I rischi sono tutti di chi è steso sui binari

    1. Io in tre anni ho ricaricato al 90 % in AC e 10% in DC, non è questione di credere o non credere, in DC ho caricato quasi esclusivamente nei viaggi autostradali, e soltanto quelli in cui l’ autonomia dell’ auto non era sufficiente a raggiungere la destinazione

    2. Le app di ricarica, ne bastano 2, con le relative card RFID, non serve altro. Sono più semplici da usare di bancomat e carta di credito che si usano per fare benzina, per cui sono un finto problema.
      Personalmente non mi devo recare da nessuna parte per ricaricare, collega l’auto alla presa nel box di casa e l’auto si ricarica.
      Al lavoro, di fronte all’ufficio ho una colonnina per cui, alla bisogna, ne posso usufruire.
      Se non avessi il box, ricaricherei sempre a quella colonnina, la trovassi occupata ne ho altre 3 in 100m.
      Molto più comodo di usare la termica e dovermi fermare lungo il tragitto per rifornire.
      Il confronto con metano e GPL non sta in piedi, non potevo rifornire stando comodamente sul divano di casa oppure in ufficio. Dovevo recarti personalmente al distributore e negli orari in cui questo era aperto e servito.
      Quindi la sua verità è sbagliata.
      L’unica scomodità, per modo di dire, è in caso di viaggi lunghi, ben oltre l’autonomia dell’auto, per cui si deve tenere conto di un tempo aggiuntivo dovuto alla ricarica, ma se ci si deve già fermare per soste fisiologiche, questo perditempo tende verso lo 0.
      E se anche non fosse, per quei 4/5 viaggi all’anno, la cosa è più che sopportabile, perché ampiamente controbilanciata dai positivi effetti ottenuti nel resto dell’anno, come risparmi sul carburante, piacevolezza di guida, nessun odore nei box, etc etc.

    3. Guido Baccarini

      “Ci sarà un motivo se l’unica a vendere veramente é tesla che con la sua rete tende a questo concetto” Tesla è stata anche la prima a fornire di serie a tutte le sue auto il “carichino” da casa, è anche la prima e unica a PRODURRE una wallbox casalinga, è anche la prima e unica a vendere una batteria da accumulo che si comanda dalla stessa APP della macchina, è anche la prima e unica a vendere tegole solari che si integrano con la sua wallbox e la sua batteria da accumulo, caro Vincenzo, a dimostrazione che Tesla che è così avanti ha fatto DI TUTTO per promuovere la ricarica a bassa potenza CASALINGA.
      Quindi cerchiamo di vedere la mobilità di Tesla nel suo complesso: Supercharger quando sono in mobilità (sono TUTTI vicini a uscite autostradali, significherà pure qualcosa, no?) e ricarica in AC quando NON sono in viaggio.

      1. Appunto, tesla ha relegato la ricarica lenta all’ambiente domestico, l’unico in cui abbia senso, sulla strada solo fast. La gente nei centri urbani già fatica a trovare posti normali, figurarsi contendersi i pochi posti con colonnina che tra l’altro non sono parcheggi e che quindi andrebbero liberati a carica completa, pensare che questo sia il futuro allontana dalla mobilità bev oltre a psicotici ragionamenti sulle “reali necessità quotidiane basate su medie fatte da autorevolissimi studi”. Il vero futuro é usare la macchina per le proprie necessità senza pensare alla ricarica e alla bisogna fermarsi a un distributore attaccarsi e averla carica in 20/30 minuti pagare con la propria carta e andarsene (senza psicotici abbonamenti app e altre amenità).

        1. Guido Baccarini

          Niente, non ci capiamo.
          Se ne ha voglia, rilegga quello che ho scritto. L’obbiettivo finale è avere qualsiasi parcheggio in grado di offrire ricarica (lenta), ma tra 50 anni. Non servono tutti i posti subito.

        2. Moreno Cerquiglini

          Vincenzo Tesla non ha relegato la ricarica in A.C. unicamente a quella domestica perché fornisce a chi lo richiede (alberghi, ristoranti e qualunque attività commerciale in genere) le wall box a fini commerciali e sono wall box a 11 kw in a.c. non ultrafast in d.c.!!!!!!
          Tesla sa benissimo come vanno utilizzate le auto elettriche e cioè che bisogna ricaricare mentre si fa altro e non stare li ad aspettare che la ricarica si completi come invece inevitabilmente ti costringe a fare la ricarica nelle ultrafast (perché dura troppo poco per fare qualsiasi cosa che non sia andare semplicemente al cessò in autogrill)…
          Un mondo di mobilità elettrica basato principalmente sulle ricariche ultrafast sarebbe un mondo in cui realmente si sarebbe obbligati ad essere a disposizione dell’auto e non viceversa….
          Le ultrafast hanno senso solo nelle soste intermedie dei lunghi viaggi perché l’u sei costretto comunque ad “aspettare” l’auto è quindi ha senso cercare di fare rifornimemto il più veloce possibile… nel reato delle occasioni l’eccessiva velocità non è più un vantaggio ma uno svantaggio perché per l’appunto ti obbliga a dedicare tutto il tempo della ricarica alla ricarica stessa e non riesci a fare altro (mangiare ad un ristorante, vedere un film, farti la tua lezione in palestra, ecc… ecc..) mentre la ricarica si fa.

        3. “Il vero futuro é usare la macchina per le proprie necessità”……. questo non e’ il futuro ma un desiderio la cui realizzabilita’ e’ soggetta alle condizioni al contorno spesso non negoziabili …….

    4. @Vincenzo
      Il problema con l’EV l’hanno quasi esclusivamente coloro che abitano le città e che sono privi di garage/posto auto.
      Per questi al 99% non sevono le fast ma “banali” e diffusissime attacchi per caricare durante la notte o ancora meglio di giorno al lavoro a 3/4 kW, quando per 8 mesi si potrebbe sfruttare le sovra produzioni fotovoltaiche evitando così di miliardi su miliardi di € che se ne vanno all’estero.

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