Si spengono le colonnine, a Milano. Perché?

colonnine Milano

Si spengono le colonnine di Plenitude On The Road (e non solo) nel quartiere Vigentino, a Milano e la ricarica diventa un calvario per Giorgio, che ci scrive. Possibile che gli operatori non si attivino per far funzionare una infrastruttura su cui hanno investito milioni e milioni? Inviate domande e segnalazioni a info@Vaielettrico.it.

“Cari amici di Vaielettrico, vi leggo spesso con piacere anche se non vi avevo finora scritto. Premetto, sono un automobilista BEV da più di 6 anni, con più modelli e non tornerei mai indietro. Volevo segnalarvi la situazione indecorosa in cui si trova il quartiere Vigentino, Milano, per le colonnine Plenitude On The Road. In teoria, nel quartiere o a pochi minuti di distanza, ci sarebbero 3 colonnine DC. In pratica:

Tre colonnine su tre off line al quartiere Vigentino

– Colonnina via Ripamonti / Angolo via Quaranta, all’interno di un distributore, usatissima, offline da 6 mesi anche se apparentemente in perfetto stato.
– Colonnina via Pampuri, completata a giugno, ancora non allacciata anche se a prima vista prontissima (è stato modificato il marciapiede, aggiunta la segnaletica, tutto nuovo e perfetto però da 4 mesi nessun segno di vita).

– Colonnina In via Ripamonti (non più quartiere Vigentino ma non lontano), sempre libera (incredibile a Milano), se non fosse che sono 3 volte che vado e 3 volte ricevo “errore di autenticazione” e la ricarica non parte; e visto che è sempre vuota direi che non succede solo a me.

colonnine milano

– Dulcis in fundo le 2 AC, vanno un po’ meglio ma l’ultima volta che le ho usate è andata offline a fine ricarica, non ha segnalato il distacco, per cui mi stava applicando la penale anche se l’auto era a 20 KM di distanza. Problema risolto dal cortese call center di A2A (con cui ho l’abbonamento).
Infine, aggiungo che non ci sono altre DC nel quartiere, nonostante il numero di BEV, se non le Electra installate un mese fa (fantascienza, installate ed attivate in poco più di un mese), purtroppo incompatibili con il mio piano.

Perchè installarle se restano spente?

Questa situazione è stata segnalata su app Plenitude (per le colonnine visibili) ma nulla è cambiato. Mi sembra inconcepibile che un’azienda spenda soldi per comprare ed installare colonnine per poi lasciarle spente. Idem, un po’ di logica predittiva, se a Milano ho una DC e risulta libera per più del 50% del tempo, mando un tecnico a controllarla perché è evidente che ha un problema, non aspetto le lamentele dei clienti.  ​​​​​​​​Giorgio Bonfanti

 Ancora lontani da un standard minimo di affidabilità

Risposta – Che dire, Giorgio? Lei fornisce l’ennesima testimonianza di un sistema ancora molto lontano dallo standard minimo di efficienza.  Rimanendo a Milano, potrei citarle  la colonnina DC di  Enel X Way in via Giacosa, a Nolo, installata la scorsa primavera e ancora non collegata. E poco distante, in via Oxilia,  una colonnina AC di A2A inutilizzabile perchè bloccato il meccanismo di inserimento (esperienza diretta, domenica scorsa). Questo per dire che ritardi e malfunzionamenti sono all’ordine del giorno e accumunano quasi tutti i gestori; soprattutto i network maggiori, con migliaia di punti di ricarica da monitorare.

Mettiamo pure in conto la snervante procedura per ottenere l’allacciamento alla rete, i peccati di gioventù di un sistema che ha appena una decina d’anni, e per finire anche la frustrazione di operatori che hanno investito fior di milioni in un business che al momento tale non è. Purtroppo, infatti, il tasso di occupazione delle colonnine è sideralmente lontano dal 50% che lei immagina: oggi la media si aggira attorno al 2-3%.

In altre parole, ogni 100 ore disponibili anche una colonnina perfettamente funzionante viene utilizzata per non più di tre. Capisce anche lei che in queste condizioni vengono meno le motivazioni per correre a riparare un guasto di gran lena. Non è una scusante, ma solo una spiegazione.

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Visualizza commenti (15)
  1. A Bergamo, piazzale antistante il cimitero c’è una colonnina Atlante AC/DC 100kw installata nella primavera 2024 e non ancora in funzione

  2. Fabrizio Isacchi

    Ogni volta mi stupisco nel leggere, che gli utilizzatori delle colonnine, gridino allo scandalo per i prezzi kWh praticati, maggiori di quelli domestici.
    Ma scusate, chi pensate debba pagare quelle costosissime installazioni, e dalla manutenzione tutt’altro che trascurabile?
    Con quel tasso di utilizzo del 3%, il kWh dovrebbe costare cinque volte tanto, per ripagare il tutto in tempi che non siano da era geologica.
    E, mancano ancora le accise che verranno “girate” man mano che avverrà la conversione elettrica.

      1. Fabrizio Isacchi

        E nessuno però dei termici, ha da piagnucolare…….. sostanziale differenza, nonostante siano evidentemente è indiscutibilmente meno ricchi, signori questi ultimi che forse hanno i braccini corti??

  3. Ciao sono Dany . Segnalo anche una pratica scorretta , FAR PAGARE L’OCCUPAZIONE DELLA PIZZOLA A INIZIO CARICA E NON A PARTIRE DALLA FINE . CONSIGLIO AI GESTORI DI FAR PAGARE ANCHE IL TRIPLO MA FINE CARICA POICHÉ TOGLI SPAZIO AGLI ALTRI

  4. Alessandro D.

    Spengono le luci
    Tacciono le voci
    E nel buio senti sussurrar
    Posso… Caricare con te?
    Grazie, preferisco di no…

  5. “…A ciò si aggiunga l’assurdo mercato basato su app,…”
    Bah, quello è un fattore sempre meno importante man mano che il tempo passa.
    Dopo un po’ si capisce infatti che ci si può tranquillamente adagiare su un paio di app, massimo tre, per riuscire a ricaricare praticamente sempre e dovunque e senza spendere cifre folli.

  6. Forse se i prezzi fossero un po’ più onesti e le colonnine funzionassero regolarmente il tasso di occupazione potrebbe essere molto più alto. Ovvio che se spesso non funzionano o loro o l’app e che sono funzionanti mi spennano possono restare a prendere la polvere

  7. “…Mi sembra inconcepibile che un’azienda spenda soldi per comprare ed installare colonnine per poi lasciarle spente…”
    Diventa tutto molto più concepibile considerando che per l’installazione Plenitude avrà sicuramente goduto di finanziamenti pubblici, ma poi il mantenimento costa e Plenitude è una società di ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) il cui business principale NON È quello della ricarica, che rappresenta un ramo del tutto insignificante pari a 0,00… del fatturato.

    1. Il discorso è esattamente quello. Hanno tentato di creare un duopolio (Eni / Enel) sfruttando i fondi per le installazioni e darsi una bella spolverata di green.
      Inoltre l’attuale ministro dei trasporti non è particolarmente propenso a dare una svegliata alle aziende.

      A ciò si aggiunga l’assurdo mercato basato su app, abbonamenti, roaming, prezzi variabili in base al giorno ora colore della macchina e numero di scarpe del proprietario, ed ecco servito il disastro all’italiana.

      E mi pare che questo sito sia piuttosto blando nel richiamare i distributori alle proprie responsabilità.

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