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Primo Paese al mondo ad accendere una centrale elettrica a carbone nel lontano 1882, il Regno Unito sarà anche il primo dei Grandi a spegnere l’ultima rimasta, quella di Ratcliffe-on-Soar, nella contea di Nottingham. Accadrà il 30 settembre, secondo quanto deciso l’altro giorno dal nuovo governo laburista di Keir Starmer.
La centrale termoelettrica a carbone di Portovesme
Londra è la prima fra i Grandi Paesi a dire addio al carbone
La Danimarca ha chiuso la sua ultima centrale elettrica a carbone alla fine di agosto. L’Italia spegnerà le sue centrali alla fine del 2025 (ma quelle in Sardegna solo nel 2028) e la Germania prevede di farlo entro il 2038.
Emblematico anche il futuro dell’ex centrale di Ratcliffe-on-Soar che diventerà un impianto di produzione di idrogeno pulito da elettrolisi, con una capacità di 500 MW entro la fine del decennio.
Seppur svincolata dagli obblighi del Green Deal, dopo la Brexit, Londra vuole recitare insomma il ruolo di “primo della classe” nel processo di decarbonizzazione.
L’addio al carbone, che oggi rappresentava solo l’1% del mix energetico, arriva con un anno di anticipo rispetto alla scadenza prevista. E l’impegno alla elettrificazione 100 per cento “pulita” è fissato per il 2030 grazie al boom di nuove installazioni di fonti rinnovabili, in primis l’eolico.
E’ boom nel Regno Unito per la generazione dall’eolico offshore
Il mix di generazione elettrica britannico nel 2023 comprendeva il gas (34,7%), l’eolico e solare (32,8%), le biomasse (11,6%), il nucleare (13,8%). Ma la rotta verso le zero emissione ha subìto una forte accelerazione nei primi mesi di quest’anno con l’assegnazione dei contratti a progetti rinnovabili per 9,6 GW di nuova capacità, 5,9 GW in più rispetto al 2023. La gran parte per nuovi parchi eolici offshore (circa 5 GW) e fotovoltaici (3,2 GW). Circa 900 MW sono andati all’eolico onshore.
Secondo il think tank energetico Ember i parchi eolici del Regno Unito hanno generato una produzione eolica mensile media tra giugno e agosto di 5,6 TWh, in aumento del 40% rispetto all’estate scorsa.
Nel contempo il governo di Londra programma di accelerare l’elettrificazione degli usi finali di energia. Quindi nei trasporti, nelle abitazioni e nelle aziende. Tanto che per il 2050 prevede di raddoppiare il fabbisogno di generazione elettrica.
A fine decennio il punto critico
La transizione potrebbe attraversare un momento critico tra la fine di questo decennio e l’inizio del prossimo, quando la dismissione dell’ultima fonte fossile, il gas naturale, potrebbe non essere compensata dall’aumento della produzione rinnovabile. Secondo la società di consulenza londinese LCP Delta si potrebbe a quel punto verificare un vuoto nella produzione. Sarà perciò necessario sviluppare velocemente un ampio sistema di stoccaggio di energia elettrica per coprire i picchi quotidiani e stagionali.
In effetti puó essere vista come allegoria premonitrice.. Trovo abbastanza in tema anche la “guida assistita” dell’elicottero, purtroppo non elettrico 😉
Il fu…mo di Londra.
Direi che è appropriata
https://youtu.be/PN5hXeR8mz4?si=iZATtUXK1myjnaXw
In effetti puó essere vista come allegoria premonitrice.. Trovo abbastanza in tema anche la “guida assistita” dell’elicottero, purtroppo non elettrico 😉
Ottime notizie! Speriamo che anche in Sardegna accelerino verso il futuro pulito.
Ma come faremo a produrre tutta quella corrente? Con le centrali a carbone (cit un qualsiasi no-watt).
Pure questo gli stanno togliendo. Non c’è più giustizia.
e soprattutto ..la rete non reggerà
se tutti acquisteranno un EV
le reti sono progettate per il pesce azzurro , mica per le EV