Si chiama VW ID.3 e la versione di lancio si fa in…tre. Dal 17 giugno chi aveva ordinato in pre-booking la 1ST edition della “elettrica del popolo”, potrà configurarla e firmare il contratto, con consegna in estate.
Si chiama VW ID.3 e al lancio costa “meno di 40 mila”
È una lunga marcia di avvicinamento quella al primo modello della nuova generazione elettrica Volkswagen. E man mano che le consegne si avvicinano, la Casa tedesca fornisce dettagli sulle varianti tra cui scegliere. Le versioni saranno: la ID.3 1ST , la ID.3 1ST Plus e la ID.3 1ST Max, ciascuna caratterizzata da una configurazione specifica (qui tutti i dettagli). Il listino sarà ufficializzato tra 20 giorni, ma è confermato “un prezzo di partenza significativamente inferiore ai 40.000 Euro”. Nel prezzo (da cui detrarre gli incentivi statali) sono inclusi due vantaggi per gli aderenti al pre-booking:
- 2.000 kWh o 600 Euro di ricarica inclusa con We Charge, che per un anno offrirà la possibilità di ricaricare gratuitamente in tutta Europa attraverso tessera o app.
- l’agevolazione del valore di 600 euro per l’acquisto di una wallbox marchiata Elli, la società del Gruppo VW che si occupa di energia e ricarica.
Sarà possibile scegliere tra quattro colori esterni: Bianco Ghiaccio metallizzato, Grigio Manganese metallizzato, Turchese Makena metallizzato o Moonstone Grey pastello.
Debuttano le luci dinamiche: “dialogano” con chi guida
La Volkswagen assicura che il nuovo modello avrà “un’anima digitale, sempre connessa alla rete, con la possibilità di ricevere aggiornamenti OTA (over-the-air)”. In realtà, secondo i media tedeschi, gli up-grade del software da remoto serviranno anche a integrare quel che non si è riusciti a mettere a punto nelle tormentate fasi di sviluppo. Tra gli equipaggiamenti del nuovo modello, la Volkswagen segnala l’ID. Light, un sistema di luci dinamiche interne che interagiscono con il conducente.
Fornendogli informazioni intuitive su diverse funzioni dell’auto. Per esempio, tramite segnali luminosi l’ID. Light può rispondere a chi sta utilizzando il controllo vocale o segnalare al conducente la direzione di svolta indicata dal navigatore. Oppure avvertire di un pericolo imminente rilevato dai sistemi di assistenza o avvisare di una telefonata in arrivo. Oppure, più semplicemente, segnalare lo stato di ricarica della batteria o l’apertura delle porte (qui un video). Altra innovazione è l’head-up display con realtà aumentata (AR), che proietta sul parabrezza info su navigazione e agli assistenti di guida. Dando l’impressione di vederle alcuni metri davanti all’auto, nel mondo reale.
— Leggi anche: dopo la 1st Edition, serie speciale di lancio, saranno queste le “vere” versioni della ID.3 tra cui scegliere.
L’elettrico con questi prezzi non prenderà mai piede. Utilitarie costano dai 12/20 mila euri massimo 25 mila euri. Bisogna arrivare a questi prezzi per una diffusione di massa dell’elettrico.
E chi l’ha detto che non arrivino presto a questi prezzi, Simone?
Ricordo bene ,si parlava della wv ID3 ,come dell’auto per tutti, la vera svolta elettrica, soprattutto per il prezzo che doveva essere di 28.000 EURO.
Naturalmente si scherzava, il prezzo di 40.000 € è molto più alto., ok è il top di gamma.
Allo stesso prezzo trovo molte auto ,top di gamma, vedi Kia, Hyundai e …….
Su questo concordo per l’operazione di marketing ma per la produzione di modelli semplificati che ho definito normali e meno costosi resto dell’idea che avere un hardware semplice, per parlare di computer, non è poi così difficile quando da semplificare non è la parte di trazione (batteria motore e sicurezza passiva abs ecc) ma la parte accessoria.
Mi spiego meglio, una automobile con il sensore per il salto di carreggiata ogni volta che uno si sposta per evitare una buca o un oggetto sulla carreggiata attiva il sensore e ti avvisa, tutto il sistema costa, alla fine ho visto tutti quelli che hanno auto con questo dispositivo disattivarlo idem lo start e stop.
Se si mettesse in vendita un’automobile elettrica con un hardware ed un software basilare (rispettando le norme di sicurezza) i costi di produzione e vendita scenderebbero di conseguenza.
Servirebbe la 120 della Fiat fatta come il prototipo (per fare i numeri) e diffondere la mobilità elettrica in maniera ottimale anche tra chi non si può permettere un’automobile da 40k euro.
Ma perchè non si riesce a produrre e mettere in vendita una automobile “normale” senza super assistenze alla guida e diavolerie varie e costose?
Se fosse possibile un’automobile seplice e semplicemente elettrica con autonomia discreta sui 350/400 km reali, credo che anche il prezzo per forza di cose più basso ne favorirebbe la vendita e la diffusione.
Provo a rispondere: la Volkswagen con la ID.3 e la Fiat con la 500 stanno facendo la stessa operazione, ovvero una serie speciale al debutto, super-accessoriata e super-costosa. C’è una ragione di marketing (è molto più facile poi abbassare i listini che rincararli, dopo la partenza), ma probabilmente c’è una ragione anche tecnica. Avviare una catena di montaggio su un’auto elettrica che ormai è un vero “computer con le ruote” è un’operazione complicata, con molte incognite. Ergo, si preferisce programmare la salita della catena di montaggio in modo ancor più graduale, appunto con una piccola serie iniziale, come dimostrano i numeri che abbiamo pubblicato per la 500 (https://www.vaielettrico.it/produzione-500-elettrica-questanno/). Facendo comunque pagare un certo prezzo ai cosiddetti early adopters, quelli che l’ultima novità la vogliono subito, soprattutto se “serie speciale”.
Perchè la causa principale degli incidenti stradali, parliamo a livello mondiale di numeri nell’ordine di 1 milione e mezzo di morti l’anno ovvero circa 3700 morti al giorno, sono dovuti nel 99% dei casi a errori dei conducenti.
Per l’esattezza dovuti alla comune disattenzione si stima circa il 25-50%. Poi ci sono sonnolenza, ebrezza, eccesso di velocità, errori vari, ecc.
Gli incidenti d’auto sono l’ottava causa di mortalità planetaria ed in costante aumento dagli anni ’50. Il corona virus a confronto è una barzelletta soprattutto se si moltiplicano questi numeri per decenni.
Guidare è una della attività in cui l’uomo è meno adatto, e incidentalmente anche una di quelle in cui è più pericoloso. Quindi le tecnologie di assistenza alla guida sono ormai una priorità assoluta.
Le cifre dei morti annuali non considerano ovviamente i feriti, molti dei quali con invalidità permanenti. Le statistiche dicono che per quello bisognerebbe approssimativamente triplicare la somma. Da notare anche che l’età media, sottolineo media, dei decessi è 35 anni. Il che significa per logica statistica che in quel valore ovviamente ci sono anche passeggeri o pedoni minorenni.
Questa situazione menzionata peggiorerebbe se le auto a guida autonoma non fossero perfette… e visto che perfette per ora non lo sono e la strada è lunga perché non lo diventino, la guida completamente autonoma è stata bandita….