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Share’nGo, addio all’Italia: “Esclusi dagli incentivi”

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Sharen’go minaccia di andarsene dall’Italia se le sue vetturette, come pare ormai certo, verranno escluse dagli incentivi per i veicoli elettrici. 

I quadricicli fuori dagli aiuti alle elettriche

Lo denunciano Elena Grandi e Matteo Badiali, portavoce dei Verdi, che hanno spiegato all’agenzia Dire: “L’ecobonus ha escluso dagli incentivi la categoria denominata dei ‘quadricicli L7e’, che comprende le ZD utilizzate da Share’nGo (qui il nostro articolo). Per questo la compagnia ha annunciato, per voce dell’AD Emiliano Niccolai, che l’intera flotta italiana sara’ trasferita all’estero e che l’attivita’ in Italia verra’ chiusa. Si tratta di un fatto gravissimo…  Milano, Roma, e altre grandi citta’ italiane, delle quali alcune sono annoverate tra le piú inquinate d’Europa, dovranno rinunciare ad una formula vincente. Frutto di virtuose collaborazioni tra imprese e amministrazioni locali, che stava modificando in maniera sostanziale la mobilità urbana. La sharing mobility elettrica, oltre ad andare nella direzione delle emissioni zero, riscuoteva ogni giorno un crescente successo. Da oggi questo successo si trasferirà all’estero, per ‘approssimazione di questo Governo“.

Michele Dell’Orco

Ma il ministero ha già chiuso a ogni possibile revisione della norma. Il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco (M5S) taglia corto: «Il fatto di tenere fuori alcune categorie di mezzi è dovuto soltanto alla mancanza di risorse per tutti. È un provvedimento che riguarda solo la mobilità privata, al car sharing penseremo dopo». Amen.

“Noi penalizzati in modo irragionevole”

Questa esclusione – spiega l’azienda in relazione alle decisioni del governo- non solo non ci permetterà  di investire per il rinnovo e l’ampliamento delle flotte italiane, ma ci costringerà a prendere decisioni dolorose e purtroppo inevitabili come quella di trasferire fuori Italia la nostra flotta“. “Un peccato – sottolineala Share’nGo in una nota pubblicata da MilanoToday (guarda) perché in quattro anni di attività siamo molto cresciuti e pur essendo elettrici, oggi lavoriamo allo stesso livello degli altri due competitor principali che hanno scelto la comodità delle flotte a benzina. Pur avendo sostenuto con investimenti molto significativi  la mobilità condivisa ed elettrica siamo stati penalizzati e irragionevolmente non considerati allo stesso modo degli altri attori presenti sul mercato dell’auto elettrica“. La proprietà della Sharen’GO è cinese, della Xindayang di mr. Bao Wenguang, ma c’è anche lo zampino di un gruppo di italiani che ha sede a Livorno, con in testa Emiliano Niccolai. Oltre che noleggiare, la vetturetta si può acquistare a 17.900 euro. E guidare già a 16 anni con la patente B1.

L’appello in rete contro Di Maio e Crippa*

Aiutaci a sostenere le nostre e le tue ragioni inviando un messaggio di protesta e di sostegno a Sharengo agli indirizzi: segreteria.ministro@mit.gov; segreteria.crippa@mise.gov.it oppure pubblicando un post sui social con l’hashtag  #IOSTOCONSHARENGO

*Davide Crippa è sottosegretario allo Sviluppo Economico

 

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7 COMMENTI

  1. siamo alle solite. Sharen’GO costa troppo . io vivo a roma ho pensato di abbonarmi a Sharen’GO . il sogno e’ durato 5 minuti . appena ho visto il costo al minuto (esatto al minuto perche’ te la noleggiano al minuto e non al km.) scopri che se passi sul lungotevere dove c’e’ la fila perenne ti giochi lo stipendio giornaliero. se prendi la macchina all’aereoporto e la tieni un giorno intero ti costa meno di un paio di ore di Sharen’GO . per quanto mi riguarda Sharen’GO puo’ solo che sparire.

    • Non sarei così drastico, capisco che la tariffa al minuto può essere penalizzante in città come Roma in cui puoi impiegare un’ora a fare tratti brevissimi. Si possono suggerire correttivi sui criteri di tariffazione, ma io sento anche tanti clienti soddisfatti.

  2. Oltre all’ipotesi di agevolare il car-sharing elettrico, sarebbe opportuno incentivare anche l’acquisto dei quadricicli elettrici magari riducendo il bonus, dato i costi notevolmente più bassi di quelli delle autovetture.

    • In effetti senza incentivi i quadricicli (o macchinette che dir si voglia) vanno fuori mercato: una ZD2, il veicolo quasi uguale a quello usato per lo Share’nGo costa 17.900 euro, un prezzo allineato a quello della Smart EQ. A quel punto non c’è più gara, anche perché il valore nell’usato non sarà paragonabile (a favore della Smart, ovviamente).

  3. Potrebbero rendere detraibile la spesa del noleggio di “Sharengo” fino al un limite massimo pari a quello dei finanziamenti per l’acquisto!
    Magari da parte di chi NON possieda un auto…..

    • In effetti prima o poi il legislatore dovrà prendere atto del fatto che, soprattutto nelle grandi città, l’acquisto non è più l’unico modo di accedere all’auto e, in genere, alla mobilità. Tra car-sharing e auto aziendali in una città come Milano non so quanti guidano ogni giorno auto non di loro proprietà. Incentivare le forme di condivisione sarebbe un’ottima idea. Anche perché in queste formule l’auto si usa solo quando se ne ha veramente bisogno.

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