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Servono ricariche per chi parcheggia in strada!

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lampioni emissioni
Servono più ricariche e meno costose, anche nei lampioni: qui i charging-point di Ubricity a Londra.

Servono ricariche per chi parcheggia in strada. Se vogliamo che l’auto elettrica diventi per tutti, è necessario trovare soluzioni nuove. E queste non possono essere le colonnine come le conosciamo oggi: i costi non sono sostenibili, se l’obiettivo è saturare i posti auto. Servono nuove tecnologie, più semplici,  in grado di garantire che, se trovo un parcheggio, trovo anche una presa di ricarica.  Ma non basta: vanno ripensate le tariffe per la ricarica pubblica!

servono ricaricheServono ricariche…/ La disparità di costo tra casa e colonnina deve attenuarsi

Oggi chi ricarica l’auto a casa durante la notte, nonostante gli ultimi copiosi (ma temperanei) aumenti, spende in media tra i 22 e i 30 centesimi a kWh. Al netto dei costi fissi. E questo concorre a tenere basso il costo medio della ricarica, visto che è qui che si effettuano la stragrande maggioranza dei rifornimenti. Per alcuni il 100%. Se anche di tanto in tanto si effettuasse qualche ricarica alle colonnine pubbliche AC, questo non sposterebbe più di tanto l’ago della bilancia. Anche nel caso in cui il prezzo, come oggi avviene, oscillasse tra 45 e 60 centesimi per le ricariche in AC fino a 22 kW.

servono ricariche
Ricarica in un palo dell’illuminazione pubblica: una soluzione?

Servono ricariche… / Non vogliamo guidatori di serie A e  di serie B

 

Ma immaginiamo ora una realtà in cui per legge (quasi) ogni singolo posteggio auto cittadino abbia un’infrastruttura di ricarica. Per chi acquista un’elettrica e la ricarica sempre e soltanto presso queste infrastrutture pubbliche, sarebbe senza dubbio necessario rivedere totalmente l’offerta. E il costo a kWh per l’utente finale dovrebbe avvicinarsi il più possibile a quello pagato a casa. Diversamente, finiremmo per avere utenti di serie A e di serie B. E questo non è certo inclusivo. Se vogliamo che tutti possano dotarsi di un mezzo elettrico dobbiamo rendere accessibili i costi di ricarica. Farlo in strada, nei tempi morti, dovrà costare quanto farlo a casa, o poco più. Ricaricare in garage si trasformerebbe in un’enorme comodità, ma non in un privilegio.

Servono soluzioni più smart ed economiche

Ovviamente una parte del prezzo di ricarica che paghiamo oggi presso le colonnine pubbliche è funzionale alla copertura dei costi di infrastruttura. E chi fa l’investimento, vuole poi recuperarlo. Ma, se ci pensiamo bene, questo allora è un motivo in più per cercare di semplificare al massimo la progettazione di un’infrastruttura di ricarica. Infrastruttura che, ad esempio, potrebbe in molti casi condividere il cablaggio già necessario all’illuminazione. Il gruppo Enel ha iniziato le prime sperimentazioni nel 2018, per le strade di Pescara. Lo stesso ha fatto Volkswagen a Verona. A Londra questa soluzione è da tempo una realtà. E questa è la visione di Azeco, azienda italiana operativa nell’ottimizzazione ed efficientamento energetico di grandi impianti elettrici e della mobilità elettrica. Secondo cui il sogno di città e paesi completamente coperti dal servizio di ricarica è meno lontano di quanto possiamo immaginare.

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55 COMMENTI

  1. Le colonnine pubbliche come pensate oggi sono care perchè minimo hanno 2 prese da 22. Questo va bene per chi ha la necessità di caricare al fly tanti kWh… Ma adesso c’è anche il problema delle plug in che, nella maggior parte dei casi sono tutte monofase a basso carico… servono prese tipo 2 a basso amperaggio, poco costose da realizzare e sparse ovunque… potenzialmente ogni lampione potrebbe essere una presa a 8/10 A con costi ridicoli di esecuzione. ah si, poi nessuno più ci mangia…

  2. domanda: ma chi ha deciso che l’aumento dei prezzi sarà momentaneo?
    perché proprio qui su vaielettrico avevo letto che erano i prezzi bassi degli ultimi 2/3 anni ad essere anomali.
    o uno o l’altro, non possono coesistere simultaneamente..

    • Simultaneamente è abbastanza impossibile hehehe son stati bassissimi per via dei lockdown, aziende chiuse, mezzi e uffici pubblici fermi, attività della ristorazione chiusi etc etc, chiaro che il prezzo crolla soprattutto in presenza di fonti energetiche non regolabili, i reattori nucleari europei non potevano spegnerli ad essempio e quindi svendi per non buttarla. I prezzi son saliti ben oltre la media degli anni precedenti il covid, dove cmq seppur lentamente stavano calando un po’ rispetto a inizio decennio. Il picco è stato in un paio di mesi, poi è tornato lentamente a scendere, non credo che tornerà ai livelli pre covid tanto alla svelta ma ci torneranno…
      Il problema in questione però non è la materia prima, quella se si alza si alza a casa come alle colonnine, ma tutto quello che si aggiunge al costo dell’energia per manutenzione degli impianti, produrre e installare le collonine, l’occupazione di suolo aggiuntivo (che riduce il numero di parcheggi disponibili)

      • esatto. bisognerebbe confrontare le bollette 2018/19 con quelle di quest’anno, non quelle 2020/21 dove erano bassi per un motivo ben specifico.
        sto facendo solo un conto in generale dell’energia, non sullo specifico compreso installazione colonnine e manutenzione

  3. Ho usato delle colonnine AC da 22kW in Svizzera (greenmotion) che hanno il cavo integrato a differenza della maggior parte delle colonnine AC in Italia. Il cavo è arricciato a elica in modo da occupare poco spazio quando non lo usi, tipo quello della cornetta dei telefoni di una volta. Ho trovato questa soluzione molto pratica per raggiungere la presa dell’auto senza dover fare prima difficili manovre di parcheggio per mettere l’auto in posizione. Finito di usarlo non devi stare ad arrotolarlo per rimetterlo nel baule dell’auto, che è un’altra cosa scomoda da fare.
    Volevo allegare una foto che ho fatto ma non so come si fa in questa chat, provate questo link: https://chargemap.s3.amazonaws.com/charging_pool_photos/url/840×560/238446/04%20borne.jpg

    • Mah.. Magari obbligare gli italiani a fare manovre per parcheggiare bene potrebbe essere utile 😂 alcuni imparerebbero cosa vuol dire “far manovra” per la prima volta!

  4. tutte belle parole . che rimarranno parole. basta vedere cosa è la burocrazia anche solo per mettere le ricariche nelle aree condominiali per capire che l auto elettrica rimarrà una nicchia in italia. provare per credere. tra norme di legge rimaste inapplicate ( ricariche in aurostrada) e complessità burocratica per installare una sola colonnina ( figurarsi ricoprire una strada o un parcheggio) non vedo speranze per un futuro elettrico. ci dovrebbe essere una ricoluzione culturale da parte di organi amministrativi noti per essere freno allo sviluppo del paese: le amministrazioni pubbliche.

    • Se solo in Italia rimarrà una nicchia, allora potremo dire addio a un sacco di turisti. Penso a zone come il lago di Garda dove il turista tedesco che giunge in automobile è la norma. Rimanere indietro su questo campo produrrebbe perdite notevoli. Forse sarebbe meglio pensarci per tempo invece che correre quando sarà inevitabile.

  5. Confermo quanto nella prima foto! in Inghilterra, non a Londra, che essendo una grande città, va da sé che i punti di ricarica x le EV sono in tutte le strade ed ovunque! Ma anche nei piccoli paesi vi sono punti di ricarica sparsi ovunque!
    Io attualmente sono in Inghilterra e ci resterò x ancora qualche po’ di tempo, ma risiedo in Italia ed ho una EV. E visto con i miei occhi, qui in UK sono realmente anni luce più avanti rispetto noi. La EV la carichi ovunque, senza app o strategie ciuccia cervelli per programmare un viaggio fuori porta! Qui, in UK, un auto elettrica può avere anche una batteria da 12 kWh senza rischiare di restare a piedi, i punti di ricarica sono ovunque. Avvicini la carta di credito contactless alla colonnina, apri lo sportellino della presa, colleghi il cavo, chiudi l’auto e vai in giro. Ritorni, blocchi la carica, scolleghi e vai via. Non ti piace la strada perché troppo trafficata? No problema, Giri l’angolo, 100 metri più avanti ne trovi altre di colonnine.
    Ieri (domenica) siamo andati al ristorante, parcheggi dentro l’area riservata del ristorante, ci sono le belle colonnine gratuite, colleghi l’auto, pranzi, paghi il conto, esci, scolleghi l’auto e vai via. Tutto l’opposto di ciò che capita giù da noi!

    • Ovviamente sta dicendo delle cose non vere. Ci dica quante sono le colonnine di ricarica in Gran Bretagna. Poi faccia il paragone con le auto elettriche e plug-in presenti. Il resto sono sciocchezze.

  6. Il prezzo finale anche se pubblico è destinato a salire. La stessa Norvegia è alle prese col buco economico lasciato dall’abbandono dell’auto termica. Lo stato si deve mantenere, impossibile quanto nell’articolo ci si auspica. E poi col senso civico che c’è in Italia, già li vedo i vandali impuniti in azione! Allo stato attuale pura utopia, magari fra 50anni ma ne dubito!

    • Hanno già iniziato a fare anche di peggio tassando i proventi dei produttori di rinnovabili con un’aliquota maggiore per poi investire sulla produzione di gas. I disincentivi alle rinnovabili per sovvenzionare le fonti fossili sono una realtà.

      • Non è esattamente così. Sono stati rivisti i vecchi contratti del Conto energia, tagliando gli extra guadagni dell’ultimo periodo, per finanziare i provvedimenti contro il caro bollette.

      • Quello a cui ti riferisci, è in realtà tutto al contrario, non è una tassa sulle rinnovabili, ma un pagamento per poter avere (e quindi vendere a prezzi maggiorati) contratti con la dicitura “energia green”, per ogni kw fatturato in questa maniera devono pagare una quota e queste quote vengono poi usate per finanziare altre rinnovabili.
        Nulla impedirebbe di vendere 100% energia rinnovabile senza aderire, ma poter dare quella certificazione serve poi alle aziende che sottoscrivono un contratto del genere, gli permette di esporre e pubblicizzare il fatto che loro usano solo energia rinnovabile, oltre immagino serva anche per il discorso crediti emissioni, al privato non serve a una fava, se non per il fatto di sapere che spende quello 0,qualcosa in più per aiutare a finanziare altre rinnovabili leggermente più di quanto già si fa con un contratto normale (ammesso che ancora ci siano contratti non green)

        • Il senso è questo. La quota non direttamente rinnovabile è compensata da un certificato verde che finanzia progetti rinnovabili o progetti di riforestazione e cattura della CO2.

  7. Finalmente un articolo che fotografa lo stato dell’arte dei “sistema” BEV e cosa manca al servizio. Aggiungerei che le auto debbano avere una autonomia di almeno 500 km reali in utilizzo misto e anche sportivo. Purtroppo per la maggior parte degli automobilisti siamo ancora lontani. Personalmente sono comunque soddisfatto della mia X1 ibrida plug-in con circa 40/50 km reali. In città non inquina e fuori città non mi lascia a piedi.

    • Ma 500 km d’un fiato per andare dove zio caro?? Ci vogliono le Fast in autostrada e invece siamo un Paese del terzo mondo…

      • Esatto. L’obiettivo è chiaro ostacolare la mobilità elettrica per continuare più possibile con gli idrocarburi.

      • 500 km minimo per fare Milano Liguria o Milano montagna Alto Adige! E poi forse si lavora anxhe con l’auto. Mai capitato di fare, che ne so, un Milano Treviso andata e ritorno con tempi strettissimi che non includono le strategie delle ricariche? E magari senza stress da APP. Questo almeno finché non saremo circondati dalle colonnine con prezzi “equilibrati” e in linea con quelli casalinghi. Per favore guardiano in faccia la realtà.

        • L’autonomia dell’auto più è alta meglio è. Questo non vuol dire che non ci si possa arrangiare anche con ciò che abbiamo oggi.

          • Non è vero. L’autonomia deve essere commisurata all’utilizzo. Se non mi sposto per oltre 30 km al giorno, non ha molto senso che io abbia un’auto che ne può percorrere 500.

          • Sono d’accordo con stx, più è grossa meglio è non solo per la comodità di utilizzo ma per la vita stessa della batteria, più piccola sono più ricariche e aumenta la probabilità di dover usare fast per rabbocchi in situazioni in cui una batteria da autonomia tripla probabilmente non ne ha quasi mai necessità.
            Batteria degrada meno(e spendi meno) , è meno soggetta a cali per temperature non ideali dato che più celle significa chiederne meno da ogni singola quando premi per “dare elettroni” e limitare quindi le scariche importanti..
            Poi insomma, calcolare anche l’imprevisto che per qualsivoglia motivo non puoi caricare una notte o due? Non capita di bucare tutti i giorni ma la ruota di scorta è il crick te li porti sempre dietro no? (o la bomboletta hehe)

          • In compenso ti porti dietro quanche quintale di batteria che non usi quasi mai (ma ti fa consumare sempre il doppio)

          • Eh lo so, ma i problemi attuali delle batterie son proprio quelli, capacità e peso, su almeno uno dei due basta qualche evoluzione e ti svolta la situazione,
            Pensa però al contrario avere la possibilità di usare il v2g a casa per usare l’auto anche come accumulatore, lo fai solo se hai molta più autonomia del necessario, magari nei weekend hai una delle elettriche di casa ferma e fai il pieno dal solare e in settimana acquisti meno dalla rete usando quel surplus per qualche giorno, insomma l’utilità può anche rivelarsi non solo per la locomozione. Chiaro non con le batterie che abbiamo ora

        • Se le per lavoro fa cosi tanti km in un giorno senza avere 45 minuti in più per fermarsi a ricaricare, non è l’autonomia dell’auto che si deve adeguare, ma il suo stile di vita.
          Siamo nell’epoca dello smart working e Zoom, faccia una videochiamata. Ne guadagna non solo l’ambiente, ma anche l’umore e il tempo libero. Altrimenti le auto da 500km ci sono, e costano come unqualsiasi SUV tedesco diesel

          • Se per lavoro fai così tanti km, passi ore in auto a non fare un c***o, al massimo rispondere a una chiamata col vivavoce dell’auto dove passi metà a ripetere perché il fruscio della strada da fastidio all’altro… Non butti via 6h di una giornata in auto senza che abbia un senso anche senza smartworking e videochiamate, se vai c’è un motivo!

            La videochiamata va bene per alcune cose.. Tipo una riunione e nemmeno tutte le riunioni possono essere efficaci in webcam, puoi fare un corso in webcam..
            Ma un sopralluogo in una linea produttiva? Una trattativa di grossa importanza? Visite congiunte da sedi diverse? Non è che è tutto “manda la mail col foglio excel e chiamalo per spiegarglielo al telefono”

            Si ok ti arrangi quando non hai scelta, ma perdi efficacia e produttività in modi assurdi, altre attività ne giovano, ma certi lavori non fai tutti i giorni la stessa cosa, avrai giorni in cui puoi far smart altri in cui devi alzare le chiappe e andare, magari per consegnare dei prodotti e fare post vendita, per non parlare di taxi e ncc,

          • Risposta banale in relazione allo smart working, teams, zoom, etc!!! Facciamo anche le vacanze su zoom? Il mio era un esempio di utilizzo dell’auto per spostamenti superiori ai 300 km. E poi ricordo, in merito alle risposte di cui sopra, che la maggior parte degli automobilisti non dispongono di due auto con batterie diverse in relazione agli spostamenti. Meglio portarsi dietro qualche kilo in più e passare meno tempo alle colonnine.

          • Ogni situazione è assestante…proprio questa settimana ho avuto un impegno di lavoro inderogabile che mi ha visto fare un Bologna- zona Torino in 4 ore (cruise a 145/h che sono 137-138/h effettivi) compreso sosta caffè…un’ora e mezza di meeting…ripartenza e , dopo 45 minuti, pranzo veloce da 50 minuti poi ritorno di tirata !
            Partenza alle 7 e ritorno con arrivo alle 17.30…domanda semplice, visto che non è una rarità nella mia professione : avrei potuto fare la stessa cosa con una elettrica ?
            Purtroppo ad oggi no…
            Dimenticavo…fatto tutto con un Passat 2.0 TDI partito con il pieno e tornato con 1/4 di serbatoio (percorso circa 840 km) e , devo dire , un consumo più che onorevole !

          • Con una Tesla Model 3 LR avrebbe potuto percorrere alla stessa velocità la tratta Bologna Torino, arrivando con circa il 15% dì batteria a destinazione senza soste. Dopo il meeting, sarebbe ripartito e avrebbe effettuato la sua sosta di 50 minuti al supercharger di Moncalieri, a circa 30 minuti dalla partenza. Qui una sosta dì mezz’ora le avrebbe garantito autonomia a sufficienza per tornare a casa. 50 minuti dì sosta le avrebbero garantito molto più del necessario per rientrare. Quindi nessun tempo dì attesa in più rispetto alla sua Passat. E stiamo simulando l’impossibilità dì ricaricare a Torino durante il meeting.
            Costi. Considerando il costo per la prima ricarica fatta a casa prima dì partire e della ricarica al supercharger, avrebbe speso un totale dì circa 40,00 Euro per percorrere circa 700 km (come dire che la sua Passat avrebbe dovuto percorrere 30 km/litro per pareggiare). Lei parla dì 840 km. Dovrebbe indicarmi dove esattamente era la sua destinazione in zona Torino. Ma, come vede abbiamo un bel margine.
            Consideri inoltre che il consumo in questo caso è alto perché si parla dì autostrada e perché il percorso prevede una ricarica al supercharger Tesla (0,41 Euro/kWh). A casa, per ricaricare nella quotidianità, spende poco più della metà, anche con i recenti aumenti.

          • Aggiungo una considerazione a quanto indicato perfettamente da Paolo che fare un Bologna-Torino-Bologna per un’ora e mezza di meeting (ma cosa avrà dovuto dire di così segreto che non si poteva dire in WebEx?) è un inutile spreco di risorse (in particolare di energia e quindi anche CO2 e nel caso del diesel anche altra robaccia).
            Capisco chi deve trasportare materiali o chi deve fare interventi di riparazione, ma un meeting???

  8. A mio avviso più che le soluzioni al problema manca la voglia di fare le cose; l’elettrico qui in Italia è visto con scetticismo e diffidenza come se la transizione fosse qualcosa di remoto o rivolta solo ad altri stati ma invece è dietro l’angolo..

  9. Tutto molto logico, ragionevole e condivisibile, pero’…….. Immaginiamo che la “traversata del deserto” sia compiuta e ci si trovi un mondo ideale in cui lungo i marciapiedi dove abitualmente si parcheggiano la ns. scatole di lamiera ci sia una “presa” schuko (bastera’?) ogni 4/5m……… Occorrera’ TANTA collaborazione di TUTTI affinche’: 1) si parcheggi in modo “ordinato” cioe’ in modo tale che i marciapiedi non brulichino di cavi necessari per raggiungere l’auto dalla presa individuata, 2) si dispongano i cavi in modo da non intralciare i pedoni, da non farli cadere sulla strada (con il rischio che siano pestati da altre auto e quindi non possano essere recuperati). 3) le prese devono essere funzionanti quindi collegate e non vandalizzate altrimenti la “caccia” al parcheggio si arricchisce di una nuova incognita (=”ho trovato un parcheggio libero ma non e’ che e’ libero perche’ la presa non e’ funzionante?…..) 4) se non funzionanti il gestore (pubblico? ahi ahi ahi…….) deve essere rapido nell’esserne informato (solerte cittadino? autodiagnosi?) e nel ripristino. 5)ecc. ecc. . Sara’ dura………

    • Quanto pessimismo!
      Suggerisco di leggere attentamente il commento di Antonio che spiega come sono messi in UK.

      • Ho letto “attentamente”: “E visto con i miei occhi, qui in UK sono realmente anni luce più avanti rispetto noi”, “Tutto l’opposto di ciò che capita giù da noi!”. Il fatto che in UK ci siano gia’ arrivati e’ condizione necessaria ma non sufficiente per affermare che cosi’ sara’ in Italia……… D’altra parte in UK per salire in autobus fanno la fila ordinata……. proprio come da noi…….

        • Ho lavorato un paio di anni in UK. Luci e ombre.
          Ti posso assicurare che non sono su un altro pianeta. Il nostro problema in questo momento è proprio l’ostracismo di parte della politica ma la mobilità elettrica è talmente più efficiente del vecchio mondo che verrà spazzato via comunque.
          Fa solo arrabbiare che quando ci troviamo davanti a fallimenti come le attuali politiche sul gas e nucleare ci sia ancora chi ha la faccia di tolla da dire estraiamo più gas o facciamo il nucleare. Mentono spudoratamente e senza alcuna coscienza o contezza dello stato delle cose.

    • manca una variabile:
      5) gli atti vandalici notturni sui veicoli elettrici parcheggiati ed in carica: basta un calcio ben assestato alla presa Type 2 lato auto per danneggiare il sistema di ricarica dell’intera auto e poi non resta che rassegnarsi ad un fermo-macchina di almeno un paio di giorni in officina. Con costi dei ricambi esorbitanti aggiungerei.

      Le ricariche pubbliche a bassa potenza per le auto non dotate di box autonomo le vedo molto difficili.

      • Un’auto parheggiata in strada, elettrica o a benzina, è esposta comunque ai vandalismi. Non vedo cosa aggiunge il fatto che sia in ricarica.

        • Aggiunge semplicemente un’altra possibilita’ di vandalismo…….. e senza arrivare al caso estremo di vandalismo, di danni per disattenzione e/o menefreghismo altrui…….. Ma uno sportello rigato o ammaccato fa girare le scatole ma non mi preclude l’utilizzo dell’auto…..

          • Ok, questo però vale anche per le ricariche notturne dalle colonnine pubbliche in corrente alternata

          • Certamente no ma per banali ragioni statistiche sono sicuramente meno esposte. Insomma, capisco e condivido che questo sia il futuro ma cerchiamo di non indorarlo troppo…….. Credo che non si possa negare che le modalita’ di parcheggio saranno piu’ “complicate” rispetto ad oggi per tutte le ragioni elencate prima……

        • Mi sembra che il delicato e vulnerabile sistema di ricarica sia troppo esposto a vandalismi durante la notte; per tagliare le gomme serve uno strumento da taglio, per un vetro un oggetto contundente, invece un calcio alla presa in ricarica che devasta irrimediabilmente l’elettronica dell’auto lo può dare chiunque dai 10 anni in su.
          Inoltre sospetto che un danno al sistema di ricarica comporti un fermo-macchina, ogni altro danno comporta probabilmente un disagio o un ritardo ma non un fermo macchina importante.
          Magari i casi saranno statisticamente pochi, ma secondo me è meglio essere preparati.

      • Diciamo che questo potrebbe essere considerato un vantaggio delle ricariche fast, ti toglie il pensiero dell’auto parcheggiata per ore con il cavo inserito. A parte gli atti vandalici in effetti c’è anche la possibilità che qualcuno inciampi nel cavo o che lo danneggi sbagliando manovra con l’auto, tipo parcheggiando troppo vicino.

        • Per gli atti vandalici ha già risposto la redazione, le auto elettriche sono esposte tanto quanto quelle termiche. Al limite possiamo supporre un’incidenza maggiore non per via della colonnina o del cavo ma della testa della gente (gli odiatori ci sono e qualcuno è già stato preso con le mani nel sacco dai sistemi di sorveglianza es. Tesla).
          Il problema del cavo è facilmente risolvibile mettendo dei bracci con arrotolatori se proprio necessario, in modo che non siano mai d’intralcio. Tra l’altro su punti di ricarica a bassa potenza i cavi sono più leggeri e pratici da maneggiare.
          Il problema principale resta la “testa”: la maggior parte delle opportunità sono scattate a priori da processi mentali da cui nessuno è immune, lo spiega bene Montemagno in un recente filmato su YT dal titolo “No no no no no no”. Evito di mettere il link ma suggerisco caldamente di andarlo a vedere anche se non tocca mai l’argomento auto elettriche l’effetto dell’auto elettrica è lo stesso di quello raccontato nel video. E nessuno ne è esente, neppure i politici, senza andare a scomodare teorie complottiste o lobbistiche.

  10. Gentilissimo Paolo, lodevole ed encomiabile il tuo/vostro continuare a sottolineare e ricordare le mancanze di questo paese nei confronti della diffusione dell’auto elettrica, ma difronte alle dichiarazioni di:
    – giorgetti;
    – salvini;
    – il resp di società autostrade;
    – le figure apicali dell’ACI (felice di aver stracciato la tessera 10 anni fa circa);
    – tutti i conduttori dei talk show del dopocena (porro, quello di la7 ecc. (da vomito));
    – cingol16;
    e le intenzioni apparenti del vile affarista;

    l’unica cosa che ci resta da fare è …. emigrare.

    Qui ci rimettiamo solo in salute:
    – per quello che respiriamo;
    – per quello che ci tocca ascoltare da chi vuole il male dell’italia e dei suoi abitanti.

    • La resistenza è forte ma non potrà impedire il cambiamento, al massimo lo rallenteranno un po’.
      Mi chiedo cosa diranno a questi politici molti automobilisti quando tra tre/cinque anni vorranno cambiare auto e quelle più costose da acquistare e da mantenere saranno le termiche.

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