Pubblicammo qui la notizia della nuova soluzione di ricarica per ristoranti e alberghi Cluster 10 di Silla Industries. Ora la star up padovana che produce le wallbox Prism ne precisa i termini di utilizzo. E spiega come gli esercenti possano trasformare l’offerta della ricarica per auto elettriche in una fonte supplementare di ricavi, adottando il Servizio HORECA proposto dall’azienda.
La soluzione Silla Industries per l’ospitalità
Il Servizio HORECA è pensato per l’ambiente business, come nel caso di un’azienda che si doti di più punti di ricarica a disposizione dei propri dipendenti o clienti.
Interamente sviluppato dal team di Silla Industries, comunica l’azienda, permette di incentivare e premiare l’uso di auto elettriche da parte dei propri dipendenti o clienti offrendo loro il servizio di ricarica in sede. O anche di «sfruttare la nuova frontiera di reddito rappresentata dalla vendita dell’energia a scopo di ricarica, con l’aiuto della tecnologia».
Ogni esercente/ogni azienda potrà infatti:
–configurare un prezzo di vendita per KW/h per l’energia erogata ai propri
clienti/dipendenti per la ricarica di veicoli elettrici;
-registrare e valorizzare ogni singola sessione di ricarica, indicando il totale dei KW/h erogati e l’importo per la singola sessione;
-assegnare ogni sessione ad un cliente (utile per B&B o alberghi dove il cliente si fermi più giorni ed usufruisca più volte del servizio di ricarica) o a un dipendente (in caso di installazione in ambienti business);
–raggruppare più sessioni di uno stesso cliente/dipendente per avere un totale unico da addebitare;
-stampare una ricevuta non fiscale della/e sessioni di carica di un cliente (al quale andrà poi emesso un normale scontrino o ricevuta fiscale o una fattura);
-stampare un riepilogo delle sessioni di ricarica erogate da Prism Solar.
Il Servizio HORECA in abbonamento sul cloud
Il Servizio Horeca è abbinabile solo alle wallbox Prism Solar RFID poiché richiede che Prism Solar Monofase o Trifase sia connesso alla rete Internet; in caso contrario non potrebbe funzionare. Inoltre, precisa ancora Silla Industries, è l’unico della gamma Prism a disporre dell’identificazione univoca automatica (RFID) e sfrutta questa tecnologia per attivare la ricarica.
L’azienda padovana fornisce poi ulteriori informazioni sul funzionamento del sistema.
Avvicinando la card RFID assegnata ad ogni avventore, spiega, (magari corrispondente al numero di camera nel caso di un Hotel) Prism inizierà a ricaricare, registrare e valorizzare ogni sessione. Allo stesso modo in azienda l’assegnazione di una card nominativa, permetterà la ricarica e restituirà dati a supporto della rendicontazione laddove la politica aziendale decida di offrire il servizio a fronte di un pagamento.
Per l’attivazione del servizio è necessario un account su my.silla.cloud e la registrazione di/dei Prism Solar oggetto della rendicontazione. «L’effettivo acquisto del Servizio Horeca avviene sempre dalle pagine di my.silla.cloud ed è costituito da un abbonamento mensile dal costo contenuto».
Ho ordinato la mia Model3 a giugno 2020. In TESLA mi dissero che – non essendo a quel tempo T. fornitore di energia – non aveva le autorizzazioni per addebitarla. Infatti solo a ottobre 2020 T. ha cominciato ad addebitare le ricariche dai Supercharger, si disse perché si era registrata come fornitore di energia. Se ciò è vero, nessuna struttura ricettiva o datore di lavoro potrebbe far pagare le ricariche, a meno che siano, appunto, fornitori di energia. Voi cosa ne pensate?
Buongiorno Bruno
Approfitto immediatamente della sua cortese presenza.
Ovviamente la domanda di cui sotto è attinente all’oggetto dell’articolo.
Sto raccogliendo informazioni preliminari in merito ad un condominio che, col tempo e con la calma, vorrebbe intraprendere un “percorso di elettrificazione”.
La situazione sulla carta è leggermente più complicata del solito, poichè i posti auto sono all’aperto, in un cortile, e NON sono assegnati al singolo appartamento.
(Per inciso: in quanto all’aperto, il tutto NON è sottoposto a prevenzione incendi.)
In pratica una sbarra garantisce l’accesso ai soli aventi diritto, i quali arrivano e hanno facoltà di occupare uno qualsiasi dei 20 posti auto disponibili.
A “complicare” ulteriormente il tutto, ci sarebbe il fatto che l’immbile è suddiviso in due scale, aventi ciascuna il proprio contatore parti comuni.
Per fortuna il tutto è gestito da un unico amministratore, il quale potrebbe senza dubbio alcuno ricostruire i consumi del singolo condomino in relazione ad ogni contatore, stante la volontà e il desiderio di tutti di potersi servire da entrambi i contatori senza porre limiti di accesibilità tra scale.
La cosa postiva è che i condomini stanno manifestando interesse per la cosa e, soprattutto, di fondo tra noi non sussistono motivi di discussione. In pratica si va tutti d’accordo.
La casa è fatta a “ferro di cavallo”, la disposizione dei posti auto consta in 14 posti auto lungo le pareti e 6 posti auto nel centro della U.
Benchè tutti perfettamente consci che la cosa potrebbe portare a qualche difficoltà, in un primo momento si sta pensando di attrezzare per la ricarica solamente i posti auto addossati al muro. In seguito vedremo, se si può “ampliare” perchè no. Al momento, in maniera del tutto preliminare, si pensava di installare un punto di ricarica ogni due parcheggi.
Ora la domanda, senza pretesa di avere risposte al centesimo: immaginiamo per esempio sette/otto punti di ricarica a 3,7 kW o magari addirittura 7 kW, equamente divisi fra le due scale, e immagino due diversi centralini per la contabilizzazione (uno per contatore).
L’un per l’altro, PER IL SOLO MATERIALE, a quanto potrebbe ammontare la spesa?
Le lascio la più ampia facoltà di illustrarmi la configurazione che ritiene migliore ovviamente.
Si dia per assodato che la messa in opera ovviamente è da conteggiarsi a parte e che, da parte nostra, sarà nostra cure predisporre tutto il necessario affinchè la cosa possa essere realizzata (aumento potenza installata, eventuali autorizzazioni, varie ed eventuali).
La ringrazio per l’attenzione, prontissimo a rispondere alle sue domande se non fossi stato abbastanza chiaro.
Disclaimer per tranquillizzare eventuali leoni da tastiera: lavoro per Silla, quindi tenetene conto quando leggerete la mia risposta.
Il primo suggerimento che mi sento di darle è quello di verificare se convenga aumentare la potenza di due contatori o se piuttosto non convenga installarne uno nuovo destinato alla sola ricarica elettrica. Non conosco la potenza dei due contatori a servizio delle parti comuni, ma immagino che non siano molto potenti, e presumibilmente monofase. Potrebbe invece valutare di installare un contatore trifase al fine di poter avere colonnine di ricarica che ricaricano sia in trifase che in monofase (ci torno dopo).
In una situazione condominiale le ricariche avvengono prevalentemente di notte, o nei weekend, ed è quindi necessario valutare bene quanta potenza installare, i coefficienti di contemporaneità valgono poco quando tutti caricano nello stesso periodo della giornata, o quasi. E aumentando le potenze in gioco per l’aumento degli utenti elettrici, magari aumentando anche il numero delle colonnine da 7 a 10 o ancora di più, sareste costretti comunque a sostituire il contatore con uno trifase per poter disporre della potenza necessaria.
Tenderei ad escludere colonnine di ricarica da 3,7kW (lo so, lo so, è perchè noi non le produciamo ..) perchè di fatto tutte le vetture elettriche possono caricare fino a 7,4 in monofase, ed alcune anche a 11 o 22 kW in trifase. Quindi la scelta si ridurrebbe a colonnine monofase da 7,4kW o trifase da 22 kW (si intende sempre “fino a”, caricano anche a meno).
La scelta di colonnine trifase è una scelta future proof. Vetture elettriche recenti vengono sempre più spesso fornite con un caricatore di bordo trifase da 11kW, e potrebbero quindi caricare più velocemente, perchè se le colonnine fossero monofase anche queste auto recenti o “in arrivo” nei prossimi anni potrebbero caricare solo fino a 7,4 kW massimi.
Inoltre dovrà prevedere un sistema di autenticazione (ad esempio tramite una card contactless per ogni utente) che consenta all’amministratore di ripartire ed addebitare il costo delle ricariche ad ogni condomino, in modo che paghi solo chi effettivamente già oggi ricarica in elettrico.
Avere due contatori significa anche avere due “centralini” diversi, configurati in modo che le card possano funzionare su entrambi i rami dell’impianto. Possibile, sicuramente, ma una complicazione in più sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista dell’amministratore :-).
Quindi, riassumendo: 7 colonnine trifase in grado di caricare fino a 22kW è tutto quello che le serve se sceglie prodotti, come ad esempio i nostri Prism Solar, che sono in grado di autogestirsi da soli per piccoli cluster fino a una decina di dispositivi di ricarica. In pratica un Prism Solar è configurato come primario, gli altri come secondari, e si ripartiscono l’energia disponibile al contatore momento per momento in modo da accontentare tutti e da evitare black-out dovuti a sovraccarico. Ed ognuna delle Prism avvia la ricarica grazie alla card disponibile per ogni utente, addebitando a quella card i consumi.
Non mi sento del tutto a mio agio nel pubblicare prezzi in un forum, se desidera può verificare lei stesso i prezzi sia del monofase che del trifase nel nostro shop a https://silla.industries/shop/, come dicevo le servono solo le 7 colonnine. Ah si, ed anche un paio di pacchetti di card per gli utenti :-).
Carissimo Bruno, lei è stato veramente molto gentile e la ringrazio. Le devo innanzitutto delle scuse: nello scrivere Infatti ho dato per scontato che anche lei partisse dal presupposto che i contatori sono trifase. Cosa che in effetti è, poiché ognuno dei contatori parti comuni serve anche l’ascensore di ogni singola scala. Al momento le confesso che ignoro l’entità della potenza installata per ogni singolo contatore, nondimeno suppongo che in presenza dell’ascensore per i ben noti margini di sicurezza ognuno di essi disponga di almeno una decina di kilowatt. Detto questo, è abbastanza intuibile che nel caso si decidesse di procedere si farà un adeguamento congruo della potenza disponibile. Il fatto che tutti gli inquilini possono accedere senza limiti a tutti i punti di ricarica è condizione imprescindibile data dalla situazione che le ho illustrato (e la cosa, fortunatamente, ci vede tutti concordi). Va da sé che si procederà gioco forza con i due centralini in grado di leggere le card di tutti gli inquilini. E anche l’amministratore, bontà sua, dovrà farsene una ragione. 😂 Prendo nota del fatto che i suoi dispositivi possono coordinarsi a gruppi di 10 circa. Fatalità, se in futuro volessimo ampliare il tutto fino ad un punto di ricarica per ogni parcheggio, con due contatori e 20 posti auto parrebbe quasi che ci siamo messi d’accordo. 😉 E chiaramente prendo anche nota del suo suggerimento circa l’installazione delle colonnine trifase “fino a 22 kW”. Non mi resta che andare a guardarmi i prezzi sul vostro sito per poi sottoporli, con tutta la calma di questo mondo, alla prima assemblea utile. La ringrazio molto e per il momento le auguro una buona serata!
Ecco, visto. In tutto questo lei mi ha taciuto l’esistenza della prism RFID duo. ☝️☝️☝️☝️☝️☝️😂 pazienza, non caricherà fino a 22 kW. Ma con una spesa leggermente superiore rispetto alla postazione singola, a parità di punti di ricarica ci permetterebbe fin da subito di prevedere almeno 12/14 postazioni. Facendoci di fatto risparmiare un mucchio di soldi un domani che dovessimo prevedere un ampliamento. Anzi, per dirla tutta con quel tipo di soluzione l’ampliamento, perlomeno lato muro, non dovremmo prevederlo affatto. Quindi non mi resta che abusare della sua gentilezza: lei mi potrebbe confermare o meno che, ferme restando le condizioni di cui sopra, anche le “Duo” potrebbero fare al caso nostro? La ringrazio nuovamente per l’infinita cortesia.
Le Prism DUO hanno due uscite monofase che, quando installate in una linea trifase da almeno 22kW o più, possono erogare fino a 7,4 kW per ogni uscita monofase. Non hanno la possibilità di erogare energia in trifase, ne’ di essere “upgradate”.
Questo significa che se tra qualche anno tutte le vetture dei condomini avessero un caricatore di bordo trifase non potrebbero caricare in trifase ma sarebbero limitate ad una ricarica monofase.
Passare ad una carica trifase comporterebbe la sostituzione delle DUO. Se questa situazione viene considerata troppo remota o superflua, allora anche le DUO sono un’ottima soluzione 🙂 , l’importante è essere a conoscenza delle “limitazioni tecniche” di ogni prodotto.
Valuti anche la possibilità di aumentare la potenza di uno solo dei due contatori trifase già presenti, e collegare tutte le colonnine sotto uno stesso contatore.
-Se questa situazione viene considerata troppo remota o superflua, allora anche le DUO sono un’ottima soluzione-
Carissimo Bruono,
Dopo averla ringraziata nuovamente per questa ulteriore risposta, le confermo che , in linea di massima, una soluzione in gado di bilanciarsi da sola e che può ricaricare “democraticamente” fino a 7,5 kw su più punti possibili potrebbe essere più che sufficiente sia per l’oggi sia anche per il futuro a medio termine.
Teniamo sempre presente che non tutte le vetture hanno batterie da 100 e più kW e che, soprattutto, non si carica sempre da 0 a 100% tutte le notti.
Di conseguenza, rispetto alla “massima potenza” e alla “massima velocità”, è probabile che per continuare ad avere un’invidiabile “pace condominale” sia più pagante quest’ultima soluzione, che con una “minima spesa-massima resa” offrirebbe fin da subito a quasi tutti la ragionevole certezza di trovare in cortile un punto di ricarica in grado di erogare ad una potenza di per sè già più che dignitosa.
Per il momento mi limito a prendere nota dei prezzi di listino di ogni singola voce necessaria (wallbox, carte RFID etc…) e quando si tornerà sull’argomento non mancherò di sottoporre all’assemblea anche questa interessante soluzione. Se fossero rose fioriranno, i dettagli tecnici li vedremo in quel momento.
Di nuovo, sinceramente grazie. 😀
Nel commento di Moreno ci sono alcune inesattezze.
Innanzitutto le norme prevedono la vendita del “servizio di ricarica” e non si parla di “vendita di energia” pura e semplice; non è possibile cioè erogare energia per attività diverse dal “servizio di ricarica”, ed infatti noi non suggeriamo in nessun modo questa possibilità.
E la seconda inesattezza è affermare che noi si promuova la vendita del servizio di ricarica da parte del “privato”. La vendita del servizio di ricarica è possibile solo da parte di soggetti giuridici, di attività cioè che possano emettere uno scontrino, una ricevuta fiscale o una fattura. Confermo che i privati non possano vendere il servizio di ricarica, qualunque attività dotata di partita iva lo può fare.
La distinzione tra vendita di energia e vendita del servizio di ricarica è ben chiara al normatore, non solo a livello Europeo ma anche e soprattutto a livello Italiano, che ne ha inserito la previsione nel PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica).
Tra i vari punti interessanti sull’argomento che si trovano all’interno del Piano riporto: “E’ necessario privilegiare soluzioni aperte che, in particolare, permettano di considerare efficacemente la “ricarica” non solo come “vendita di energia” ma come parte della fornitura di un servizio. In questo ambito, anche sulla scia della quasi totalità delle esperienze europee in corso, la vendita del kWh non rappresenta l’unica componente dell’intero servizio fatturato.”
E se la lettura dell’intero PNIRE può essere un po’ lunga ed ostica 🙂 segnalo l’ottima FAQ disponibile sul sito di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente) che risponde alla domanda: “Il servizio di ricarica pubblica dei veicoli elettrici può venire erogato solamente da imprese di vendita di energia elettrica?” con un laconico “No, non esistono limitazioni di questo tipo.”
Confermo che qualunque soggetto giuridico può vendere il servizio di ricarica per veicoli elettrici, e che questo servizio può essere valorizzato in proporzione ai kWh erogati, oppure in altra modalità scelta liberamente da chi eroga il servizio.
Ho appena risposto all’utente e vedo con piacere di avere utilizzato la stessa fonte.
Personalmente ritengo che il vostro prodotto, senza entrare nel merito puramente economico e senza sapere cosa offra la “concorrenza”, riferendomi quindi alla sola idea di fondo, sia esattamente quello che ci vuole per diffondere in tutte le strutture ricettive ma anche a parcheggi custoditi, palestre, club, sale conferenze, supermercati, aziende private, scuole etc. la ricarica in AC a bassa potenza e favorire tutti coloro che non dispongono (e mai disporranno…) di possibilità di ricarica casalinga.
E’ la “killer application” della ricarica diffusa su suolo privato. E siete italiani!
Peccato che ci si scorda di dire xhe in Italia la vendita dell’energia elettrica da parte di un privato rispetto ad un altro è illegale…. Infatti è il motivo per cui a lungo Tesla è stata costretta a tenere i supercharger sul territorio italiano gratuito… se non sei una società accreditata per la vendita dell’energia elettrica (con relativa iscrizione in una determinata lista) non puoi farti pagare per i kwh che fai prelevare dalla tua presa di ricarica…. Non esiste che un ristorante e/o un hotel possa emettere uno scontrino relativo ai kwh che hai ricaricato, al massimo può applicare una cifra fissa (indipendentemente dal numero di kwh prelevati) come noleggio della struttura di ricarica ma mai può farsi pagare esplicitamente per i kwh forniti con tanto di costo al kwh….
Amici di vaielttrico ormai si è capito che avete un contratto di sponsorizzazione con Prisma (visto che ogni 2 articoli trovate il modo di parlare di loro come se fossero gli unici produttori di stazioni di ricarica…) ma almeno prima di fare una “marchetta” assicuratevi di dare info non contrarie alla legge italiana.
Non si vende energia, ma sosta in area privata. I Supercharger Tesla sono stati gratuiti in tutto il mondo per le prime auto prodotte. Quindi abbiamo riportato una notiza che non è affatto in contrasto con le leggi italiane.
Cone piegare la verità a proprio piacimento per negare la verità….
«sfruttare la nuova frontiera di reddito rappresentata dalla vendita dell’energia a scopo di ricarica, con l’aiuto della tecnologia».
configurare un prezzo di vendita per KW/h per l’energia erogata ai propri
clienti/dipendenti per la ricarica di veicoli elettrici;
Questi sono solo un paio di estratti dell’articolo ed ora vorreste sostenere che non si vende energia ma sosta in area privata???? Certo che ci vuole una bella faccia tosta!!!!!
Come negare che in Italia Tesla non ha tenuto i supercharger gratuiti per diversi anni in più rispetto al resto del mondo perchè non poteva farsi pagare visto che non faceva ancora parte della lista degli operatori accreditati dallo stato per la vendita di energia elettrica… è vero che inizialmente in tutto il mondo i superchargere erano gratuiti ma da noi lo sono stati molto più a lungo che nel resto del mondo per il motivo sopracitato e non per strategia commerciale decisa da Tesla…
Avoglia se la vendita del pacchetto ideato da Silla è in contrasto con le leggi italiane!!! Sono loro stessi, anche all’interno del vostro articolo, a dichiarare che serve per rendicontare la vendita di energia elettrica con tanto di impostazione di prezzo al kwh…. Più chiaro di così!!!! Sono che come sempre in Italia della legge c’è se ne frega altamente….
Lei è un genio: ha scoperto che abbiamo un accordo commerciale con Silla analizzando con la lente di Scherlock Holmes un nostro articolo, quando sarebbe bastato vedere il banner grande come una casa presente all’inizio dei nostri articoli. Dunque sì: abbiamo un accordo commerciale che riserva ai nostri lettori uno sconto sull’acquisto delle wallbox Prism. Il resto dei suoi commenti sono falsità, frutto di una totale incompetenza in materia.
La scusa del “si vende sosta in area privata” non sta in piedi semplicemente perchè per vendere quella il sistema Silla nom serve proprio a nulla perchè lui misura i Kwh prelevati e non il tempo di sosta!!!! È come vendere zucchine a numero e dire che si ha bisogno di una bilancia per farlo… Puoi dirlo quanto vuoi ma è palese chele stai vendendk a peso e non a numero!!!!
“almeno prima di fare una “marchetta” assicuratevi di dare info non contrarie alla legge italiana” …altrettanto, magari, prima di accusare un sito che ci ospita gratuitamente, meglio informarsi direttamente alla fonte.
Per chiarezza, in Italia funziona così:
I riferimenti di Legge sono la Direttiva Europea 2014/94/UE e del D.Lgs. 257/16 che dicono che gli operatori dei punti di ricarica accessibili al pubblico sono considerati , ai fini dell’applicazione delle accise e quindi del servizio di misura dell’energia elettrica, consumatori finali dell’energia elettrica utilizzata per la ricarica dei veicoli elettrici.
ARERA ha quindi in varie occasioni ribadito analogo concetto (dato che si deve adeguare alle Leggi vigenti) e anche nelle loro FAQ si legge:
A.5
Domanda: Il servizio di ricarica pubblica dei veicoli elettrici può venire erogato solamente da imprese di vendita di energia elettrica?
Risposta: No, non esistono limitazioni di questo tipo.
Qui il link: https://www.arera.it/allegati/faq/faq_veicoli_ele.pdf
E’ sufficiente addebitare un costo per un servizio che INCLUDA il consumo di corrente elettrica (per esempio, l’area di parcheggio o il noleggio della wallbox) applicando iva al 22% anzichè al 10%, perchè non si vende la sola corrente elettrica (questo, è vero, si può fare solo come operatori) ma un “servizio” che USA corrente elettrica.
Questa è una cosa molto importante secondo me, bravi quelli di silla!