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Serve una fast ogni 50 km, per poter ricaricare

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Serve una fast ogni 50 km, con almeno 5 postazioni, per poter ricaricare veramente. È l’idea che si è fatto Alessandro, che di auto elettriche ne possiede due. Vaielettrico risponde. Le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
serve una fast ogni 50 km

Serve una fast ogni 50 km, con almeno 5 postazione. E poi i pezzi di ricambio…

“Sono molto soddisfatto e fortunato di avere la possibilità di un posto auto con wallboxE due auto elettriche, una Nissan Leaf e una Renault Twingo. Ricaricare nelle colonnine è quasi sempre un problema, nel 50% dei casi. Non funzionano o è occupato il posto di ricarica, o non si avvia, si può interrompere… Risolvere questi problemi mettendo solo fast da 50 kW ogni 50 km. E almeno 5 postazioni. Cosi si può fare una rete efficiente. Ultima cosa, sono rimasto a piedi con la mia Renault Twingo due mesi fa e ancora deve arrivare il ricambio: questo non è un buon servizio. Saluti“. Alessandro Cognini, Ancona.
Serve una fast ogni 50 km
Arno Est in A1, vicino Arezzo, un delle ultime stazioni aperte da Free to X.

Più colonnine, ma soprattutto più funzionanti

Risposta. Il tema delle postazioni occupate o fuori uso è oggetto di continue segnalazioni (e giramenti di scatole). Non è che in Italia ci siano poche colonnine, in rapporto alle auto elettriche in circolazione. Al 30 novembre, secondo l’ultima rilevazione di Motus-e, le EV immatricolate erano 166.671, con oltre 33 mila ricariche. Il problema è che molte di queste sono spesso inaccessibili, usate come parcheggi da auto termiche o fuori uso per mancata manutenzione. Quest’ultimo problema si è aggravato con la penuria di pezzi di ricambio (materiale elettronico) degli ultimi mesi. La soluzione è avere una ricarica fast da 50 kW ogni 50 km, come suggerisce Alessandro? Fuori autostrada ne avremo sicuramente di più, se le installazioni continuano ai ritmi attuali. In autostrada ci stiamo arrivando, anche grazie a quanto fa Free to X sui tratti di Autostrade per l’Italia. Ma presto queste colonnine potrebbero non bastare e siamo in ritardo sull’apertura delle gare ad altri gestori. Quanto ai pezzi di ricambio della Twingo, riceviamo molte lamentele anche sui tempi biblici di riparazione delle auto elettriche. E anche qui girano parecchio le scatole.
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16 COMMENTI

  1. Le FreetiX sulle arterie autostradali sono davvero fantastiche e spero che non facciano una fine “all’italiana”.
    Sono:
    – Segnalate dai cartelli in autostrada!
    – Potenti e facili da attivare
    – In roaming con gestori che supportano delle Flat
    – Posizionate non lontano dall’ingresso dell’autogrill.

    Essendo le nostre autostrade a pagamento, la mossa delle FreeToX va a rendere meno conveniente una sosta al SuC. rendiamoci conto.

    Nota curiosa, e divertente, nella foto dell’articolo, ecco come non collegarsi ad una colonnina. 😀 preferire la presa più vicina e posizionarsi in base alla propria porta di ricarica 😀
    Ma del resto quella macchina ha la presa nella parte sbagliata (cit) 😀

    • Caro Endyamar, faccià attenzione a non generalizare per tutta la rete austradale italiana quello che sta facendo Free-to-X.
      Free-to-X sta attezzando le aree di servizio della rete gestita da Autostrade per l’Italia (API) che, se non ricordo male, rappresenta circa il 50% della rete autostradale italiana.
      Per le autostrade che non gestite da API, non sono riuscito a trovare notizie sui programmi di installazione di colonnine Fast, o Ultra-Fast, salvo quella che riguarda la società Autovie Venete che, lungo le autostrade del Nord-Est, ha in programma di installare colonnine in ac da 22 kV, ovvero tutt’altro che Fast.

      • Lungi da me essere positivo per tutta la rete autostradale. Come ho scrito inizialmente, sono il primo a sperare che non finisca “all’italiana”. 🙂
        Però nei tratti dove ora è presente e dove in futuro sarà presente, ben venga no? vanno usati e spronati a continuare.
        Nei tratti dove non saranno presenti, ci saranno quantomeno i SuC, anche per chi non ha Tesla.
        Al sud, quello si, siamo ancora indietro.

        • -Al sud, quello si, siamo ancora indietro.-

          Tranquillo: la linea della palma (citando Sciascia) copre tutta la Milano Genova. 🤦‍♂️

  2. Mah, credo che le fast a 50 kW non siano una soluzione lungimirante. Si va verso una potenza di ricarica sempre maggiore, associata a batterie sempre più capienti: non avrebbe senso installare numerose colonnine che richiedono tra i 30 e i 60 minuti per ripartire. L’ideale sarebbe avere stazioni di ricarica fast con potenzialità almeno a 300 kW, organizzate come i distributori di benzina (quindi, con qualche servizio) e con un buon numero di stalli, sulle direttrici maggiori. Sulle direttrici minori, anche colonnine meno numerose, ma non prescinderei dai 300 kW (almeno). Le AC sono ottime in città, per consentire ricariche in parcheggi o in luoghi in cui la sosta abbia un senso per altri motivi che non siano la ricarica stessa. Ideale sarebbe avere i POC sui lampioni pubblici… forse ci arriveremo anche in Italia.

    • Il lettore la chiede perché ha una leaf con presa CHAdeMO, che le nuove colonnine HPC non hanno.
      Le “vecchie” colonnine FAST a 50kW, invece le hanno.

      • L’ho pensato anche io (io stesso ho un’unica DC nelle vicinanze, ed è proprio una vecchia 50 kW con CSS e CHAdeMO), e capisco il ragionamento “egoistico”. Tuttavia, la conclusione che sia necessario implementare la rete di ricarica DC con delle colonnine di vecchia concezione mi pare insostenibile.

    • /// si va verso una potenza di ricarica sempre maggiore, associata a batterie sempre più capienti \\\ Al momento la tendenza è questa ma in futuro la maggiore presenza di colonnine veloci e ultraveloci potrebbe rendere meno necessarie le batterie “extralarge” (soprattutto se migliorereranno la resistenza alle ricariche fast e/o la durata della vita utile degli accumulatori “medi” e “medio piccoli”)

  3. Il problema con le leaf è che il chademo è un connettore in estinzione ,
    sarà difficile trovarlo nei nuovi impianti ,
    un kit aftermarket per sostituirlo con il css combo2 ,
    potrebbe valere una spesa anche di 500 Eur
    per il resto i difetti della batteria non climatizzata , sono compensati dalla relativa semplicità
    per la riparazione o addirittura upgrade alla 62 kWh

    se venisse risolto il problema della presa chademo , potrebbe essere un auto molto appetibile per l’usato a buon mercato
    che in Italia , ha auto che superano abbondantemente i 10 anni di vita

    tutto imho

  4. La vedo diversamente da Daniele. È giusto che le colonnine continuino ad essere installate perché volenti o nolenti, se le cose non cambiano, il numero delle BEV è destinato ad aumentare. Gli Europei che hanno auto elettriche vengono in vacanza in Italia e se ne vedono sempre di più collegati alle colonnine (al SUC di Roma c’erano più stranieri che italiani).
    Per quanto riguarda i pezzi di ricambio non è un problema solo delle auto elettriche. Mia sorella ha una Dacia GPL ferma anch’essa da quasi due mesi per lo stesso motivo

  5. Io credo che anche se le immatricolazioni di auto elettriche in Italia vano a rilento, la necessità di dotarci velocemente di un’ adeguata rete di ricarica rimane, per non rinunciare ad un flusso di turisti elettrici dal nord Europa che sempre più programmerano le loro vacanze scegliendo località fornite di colonnine di ricarica. Nonostante i nostri politici, dovremo per forza adeguarci, e ne beneficeremo anche noi guidatori elettrici italiani.

  6. Mi chiedo quanto può essere un problema il fatto che le immatricolazioni in Italia non decollano seriamente come in altri paesi Europei. Siamo ancora molto legati al sistema degli incentivi, che non sono mai abbastanza e che comunque non ci si aspetta possano essere potenziati da questo governo. Ha convenienza un gestore della rete ad investire in questa situazione? Quanto si allungano i tempi di rientro degli investimenti ad ogni passo indietro che fanno le immatricolazioni di nuovi veicoli elettrici?
    A questo va sommato un altro problema: la strada verso l’eliminazione dai listini delle auto di segmento A e B da parte delle case automobilistiche. A loro conviene produrre meno a prezzi più alti, questo ormai l’abbiamo capito. Peccato che non si sposi con la necessità di sviluppo della rete di ricarica che necessita di volumi di clientela sempre maggiori

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